Proprio quando la fine sembrava davvero ad un passo, la FTC ha ribadito di non avere alcuna intenzione di mollare la presa sull'acquisizione Xbox e Activision Blizzard: come segnalato da The Verge, l'ente antitrust degli Stati Uniti ha infatti annunciato il ricorso in appello.
La corte federale aveva infatti deciso di dare ragione a Microsoft in questa dura battaglia legale, sottolineando di non essere rimasta convinta dalle ragioni portate avanti dalla FTC, legate principalmente all'opposizione di Jim Ryan, al punto da dichiarare che sarà un bene per i giocatori, ma «forse un male per Sony».
La Federal Trade Commission non è infatti riuscita a dimostrare come l'acquisizione di Call of Duty (trovate Modern Warfare 2 su Amazon) e degli altri brand Activision Blizzard possa recare danni alla competitività del mercato videoludico o agli stessi giocatori, facendo emergere invece l'esatto contrario.
L'ente antitrust sembra dunque intenzionato a voler giocare l'ultima carta a sua disposizione per provare a bloccare l'accordo: il ricorso in appello, per provare a ottenere nuovamente l'ingiunzione in tempi rapidi.
Ricordiamo infatti che la "deadline" stabilita quando venne annunciato l'affare Xbox e Activision è fissata al 18 luglio: prima di tale data, entrambe le compagnie dovranno scegliere se ufficializzare l'accordo, rinunciare oppure, in un caso più estremo, organizzare un'estensione dell'affare. Considerando che oggi siamo al 13 luglio, non è chiaro se una risposta al ricorso possa arrivare in tempi così brevi.
Inevitabilmente, non potevano mancare le reazioni contrariate di Microsoft e Activision Blizzard per l'ennesimo tentato rallentamento. Brad Smith, presidente di Microsoft, non ha nascosto di essere rimasto deluso dall'atteggiamento della Federal Trade Commission:
«La decisione del tribunale distrettuale ha reso cristallino che quest'acquisizione è buona sia per la competitività che per i consumatori. Siamo delusi che la FTC continui a insistere su quello che è stato dimostrato essere un caso debole e ci opporremo a ulteriori sforzi di posticipare la nostra possibilità di andare avanti».
Mike Ybarra, presidente di Blizzard, si è limitato a una chiara ma breve critica, evidenziando quanto si tratti a suo parere di un semplice spreco di denaro:
«Ecco i soldi delle vostre tasse al lavoro».
Lulu Cheng Meservey, COO e EVP di Activision Blizzard, sostiene invece che questo ricorso non cambierà affatto il risultato finale:
«I fatti non sono cambiati. Siamo fiduciosi che gli Stati Uniti rimarranno parte dei 39 paesi in cui l'acquisizione potrà essere chiusa.
Non vediamo l'ora di dimostrare la forza del nostro caso in tribunale — di nuovo».
A questo punto sarà interessante scoprire se Microsoft e Activision sceglieranno comunque di concludere l'accordo in tempi così rapidi o se si attenderà di capire se il ricorso potrà essere accolto o respinto: continueremo a tenervi aggiornati con tutti gli ultimi sviluppi.
Anche la CMA del Regno Unito continua a dimostrarsi contraria all'acquisizione: nella scorsa giornata sembrava potesse essere trovato un accordo, ma nelle ultime ore l'ente antitrust ha sottolineato che potrebbe essere addirittura aperta una nuova indagine, con inevitabili ulteriori rallentamenti per una decisione finale.