È passato un anno da quando Square Enix ha svelato l’esistenza di Final Fantasy VII Rebirth, il secondo capitolo della trilogia creata per ricostruire l’originale settimo capitolo della saga.
In chiusura del Summer Game Fest, abbiamo potuto vedere un nuovo trailer del gioco, in cui spiccano diverse scene che hanno colpito al cuore i fan storici con l’effetto nostalgia e alcuni indizi misteriosi.
Il titolo al momento è previsto in esclusiva PlayStation 5 a inizio 2024, data che è coerente con quanto annunciato un anno fa: durante il reveal ufficiale era stato indicato, infatti, un generico inverno 2023. Se non ci saranno ritardi, dunque, potremmo essere a pochi mesi di distanza dal poter finalmente giocare il secondo capitolo di questa trilogia.
Nell’attesa abbiamo voluto andare a fondo di quanto visto nel nuovo trailer, per sviscerare ogni scena e capire quanto questo Final Fantasy VII Rebirth vorrà distanziarsi dal capitolo originale del 1997.
Sette messaggi di vuoto
L’arrivo del trailer di Final Fantasy VII Rebirth è stato anticipato da sette messaggi pubblicati dai social ufficiali di Square Enix, uno al giorno fino alla giornata di ieri, quando è infine arrivato il video.
Questi messaggi in realtà non rivelavano quasi nulla di importante, ribadendo soltanto che sarebbero arrivati nuovi personaggi o che la storia avrebbe avuto dei nuovi sviluppi narrativi. Insomma, togliete il nome Final Fantasy VII in cima ai messaggi e questi sarebbero potuti valere per qualunque altro rpg non ancora uscito.
Solo uno di questi messaggi era, secondo noi, degno di attenzione, e non in positivo, ossia quello in cui veniva detto che anche i giocatori che non hanno potuto giocare la prima parte del Remake potranno godersi questo secondo capitolo. È un po’ come se, andando al cinema a vedere un film di due ore, vi venisse detto che potete tranquillamente saltare la prima mezz’ora perché non conta nulla.
Non è possibile comprendere al meglio questo secondo capitolo della trilogia senza giocare il primo gioco, manca l’introduzione ai personaggi e alle vicende principali. Anche se all'inizio del gioco ci fosse un riassunto dei fatti avvenuti in precedenza, questo non renderebbe giustizia ai momenti vissuti in prima persona giocando. Vorreste vedere la trilogia del Signore degli Anelli partendo da Le Due Torri? Ovviamente no, e la questione è in questo caso uguale.
È chiaro che questa dichiarazione è fatta per motivi di marketing, in modo da non tagliare fuori la fetta di mercato di nuovi giocatori che non hanno mai preso in mano un capitolo della saga, ma secondo noi è potenzialmente molto fuorviante, dato che per capire bene la trama, che sia fedele o meno all’originale, servirà aver giocato anche il primo capitolo.
Final Fantasy VII Remake, poi, è anche facile da recuperare (lo potete infatti trovare anche su Amazon): in passato ha fatto parte dei titoli che venivano regalati ogni mese con PlayStation Plus, mentre attualmente è disponibile nel catalogo di PlayStation Plus Premium, anche con la sua versione Intergrade. Ad ogni modo, il settimo messaggio ha poi rimandato al trailer visto al Summer Game Fest.
Ed è qui che comincia la nostra analisi.
Giocare con la nostalgia
I tre minuti e mezzo di trailer mostrati all’evento presentato da Geoff Keighley puntano soprattutto sulla nostalgia dei fan. Le scene dedicate alla storia infatti sono per la maggior parte tratte da momenti importanti della narrativa originale.
Ci viene mostrata poi la visita a Bugenhagen, il “nonno” di Red XIII, che racconta cosa sia il Lifestream e che rapporto abbia con il mondo. A ciò segue l'introduzione di Elena, nuovo membro dei Turks (accompagnata dal già conosciuto Rude), durante l’attraversamento delle miniere di Mythril, in cui Cloud e compagni affronteranno un’inedita boss battle contro i due Turks.
In un'altra scena, molto fedele al Final Fantasy VII originale, il gruppo arriva al Ranch dei Chocobo di Choco Bill e qui imparerà a catturare i Chocobo selvaggi per poi cavalcarli nella mappa aperta. Immaginiamo ci sarà dunque il temibile Midgar Zolom, il gigantesco serpente che nel gioco originale infestava le paludi e che era obbligatorio superare per poter accedere alle miniere di Mythril.
Questo mostro era troppo potente nelle prime fasi di gioco e l’unico modo per evitarlo era cavalcare un Chocobo per attraversare la palude indenni. Chissà se questo momento rimarrà anche nel Rebirth, dove il Midgar Zolom ha anche una scena importante legata a Sephiroth.
Ci sono poi molti altri momenti importanti pienamente riconoscibili: per pochi secondi possiamo vedere l’imponente cannone della città militare di Junon, mentre sembra confermata la boss battle con Jenova Birth: lo scontro avverrà sulla nave diretta a Costa del Sol, luogo vacanziero e tappa veloce del viaggio di Cloud e compagni, che in questa nuova versione potrebbe essere espansa per dei momenti di leggerezza tra i membri del party – come d’altronde avveniva già, in un certo modo, anche nell’originale.
Infine, la scena conclusiva del trailer, in cui vediamo una giovane Tifa attaccare Sephiroth con la stessa spada di lui per poi venire ferita, coincide esattamente con quanto avviene nel flashback che Cloud racconta a Kalm. Se ve lo state chiedendo, anche i misteriosi personaggi incappucciati, già visti in parte nel primo capitolo della trilogia, sono canonici e apparivano anche nell’originale del 1997.
Tutto dunque molto fedele alla storia canonica, se non fosse per due particolari: la scena iniziale, in cui vediamo Tifa, Barret, Red XIII e Aerith feriti e trasportati da alcuni agenti della Shinra su dei camion, mentre una sorta di telegiornale parta del disastro provocato da un misterioso tornado.
E poi le parole di Sephiroth mentre colpisce Tifa. Qui il nostro antagonista sembra parlare con Cloud, riferendosi proprio a Tifa e dicendosi sicuro di averla uccisa allora. Sephiroth chiede dunque chi sia la donna che accompagna Cloud, se la vera Tifa è morta colpita dalla sua spada.
Ovviamente Tifa nella storia classica non muore, ma resta ferita gravemente, e potrebbe anche darsi che in realtà quelle parole siano riferite a qualcun altro o che semplicemente Sephiroth pensi di aver ucciso Tifa, quando non è poi stato così. Eppure sappiamo ormai bene che la risposta non è così semplice, visti gli autori dietro la storia di questa nuova trilogia, ma su questo punto torneremo tra un attimo.
Attacchi combinati
Tolta la storia, il trailer di Final Fantasy VII Rebirth ha mostrato anche molte scene di gameplay, in particolare di battaglia. L’esplorazione, come ci si poteva aspettare, sembra più libera e in spazi più aperti rispetto alla claustrofobica Midgar, anche se non è ancora chiaro se ci sarà un vero e proprio open world o se ci saranno mappe aperte molto ampie.
Per un istante possiamo vedere un’opzione che conferma la possibilità di richiamare un Chocobo da cavalcare, cosa che ci fa pensare che le distanze da coprire tra un luogo e l'altro saranno piuttosto grandi. Non ci resta che attendere maggiori informazioni sull'esplorazione, per capire bene come saranno strutturate le aree di Final Fantasy VII Rebirth.
Per quanto riguarda il combattimento, il titolo non si discosta molto da quanto visto nel primo episodio della trilogia, ma ovviamente nessuno si aspettava cambiamenti radicali al combat system – che, bisogna ammetterlo, era davvero ben realizzato.
È stata messa in evidenza soprattutto la possibilità di eseguire degli attacchi combinati tra i personaggi, tra l’altro visivamente incredibili. Viene ad esempio mostrato un attacco di Aerith e Tifa, che colpiscono sfruttando i grandi poteri magici della prima e le arti marziali della seconda, oppure vediamo Red XIII e la neo arrivata Yuffie collaborare per sconfiggere un nemico; infine, Barret e Cloud si esibiscono in una combo di proiettili e spadate piena di spettacolari effetti visivi.
Gli attacchi combinati erano stati introdotti nel DLC Intermission di Intergrade con Yuffie e Sonon e, come previsto, arrivano ora anche in questa seconda parte, ma in maniera ancor più elaborata. Si vede poi combattere anche Red XIII che, al contrario di quanto accadeva nel Remake, sarà ora giocabile. Il suo stile di combattimento sembra davvero veloce, basato su potenti artigliate e possibilità di lanciare in aria gli avversari per colpirli con diverse combo.
Resta da capire però come verrà trattata la progressione dei livelli, delle abilità e degli equipaggiamenti ottenuti in Final Fantasy VII Remake (che potete trovare su Amazon). Guardando i punti vita e magia dei personaggi ci sembra molto probabile che i livelli verranno resettati per ricominciare dal primo: in alcune scene del trailer i punti vita di Cloud sono intorno ai 1500, a grandi linee poco più che nella Bombing Mission dell’inizio del Remake, dove Cloud aveva intorno ai 1200 HP.
Staremo a vedere se almeno le Materia e le armi ottenute nel precedente episodio saranno mantenute. Il gameplay, ad ogni modo, è l’unico punto fermo di questa trilogia, dato che già nel primo episodio gli autori hanno dimostrato di saperlo fare molto bene, al contrario invece di quanto abbiano fatto per la parte narrativa.
Un viaggio verso l’ignoto
Attenzione: questa parte dell'articolo contiene spoiler da Final Fantasy VII Remake.
Questo dunque è quanto visto nel trailer di Final Fantasy VII Rebirth; quello di cui resta da parlare è invece quanto non abbiamo visto. La scena iniziale e il discorso di Sephiroth alla fine, di cui abbiamo accennato in precedenza, lasciano presagire alcune sorprese nella storia, che quasi sicuramente non sarà così lineare e fedele al FF VII originale come potrebbe sembrare da questo trailer.
Il trailer, d’altronde, si apre con la dicitura “The unknown journey continues” ("Il viaggio ignoto prosegue"), riferimento palese al fatto che dovremo aspettarci sorprese e cambiamenti alla storia classica di FF VII, probabilmente anche molto più profondi di quelli già visti.
Purtroppo questo non ci fa affatto ben sperare, visto il modo in cui si è concluso il Remake. Al momento, la teoria più valida che abbiamo circa quanto sta avvenendo nella storia è che in questa trilogia ci sia una sorta di Multiverso di Final Fantasy VII. Gli indizi lasciati nel Remake facevano già pensare a qualcosa di simile.
Ad esempio, nella scena dopo i titoli di coda del Remake, quella in cui vediamo Zack sopravvivere alla sua morte (avvenuta nel gioco originale e in Crisis Core), compare l’immagine di Stamp, il cagnolino mascotte della Shinra, su un pacchetto di patatine.
Questo è però di una razza diversa rispetto a quello che abbiamo visto nel resto del gioco. La scena extra di Intergrade, con protagonista sempre Zack, non fa altro che avvalorare ancor di più questa teoria. I membri del party che si vedono all’inizio di questo nuovo trailer potrebbero dunque essere parte di un’altra linea temporale.
Anche i misteriosi discorsi fatti da Sephiroth alla fine del precedente gioco e rivolti a Cloud ne sono un ulteriore indizio. L’iconico antagonista del titolo lascia intendere che lui conosca già gli eventi del gioco originale e che voglia cambiarli in qualche modo, chiedendo aiuto a Cloud, che ovviamente rifiuta.
Insomma, è quasi una certezza che in questo secondo episodio della trilogia la storia cambierà e probabilmente in maniera molto più decisa rispetto al capitolo precedente, che era per il 90% fedele all’originale.
Il lavoro di rifacimento sembra volersi focalizzare su altri temi, come il destino, universi paralleli e la battaglia tra luce e oscurità: temi che hanno poco a che fare con il messaggio originale del Final Fantasy VII, sviluppato dal dream team della Squaresoft dell’epoca, ma che sono invece propri dello stile narrativo di Nomura, rimasto Creative Director e una delle menti dietro al progetto di questi remake.
In passato Nomura è stato anche uno dei creatori della Compilation di Final Fantasy VII, ossia di tutti quei giochi che vanno dal mediocre al pessimo (come Dirge of Cerberus o anche il film Advent Children) e che, se togliamo il fattore nostalgia, avevano una trama poco coerente con la storia dell’originale.
I temi principali di Final Fantasy VII sono legati al concetto di vita e di morte, trattati in maniera anche molto spirituale attraverso l’idea del Lifestream. Questo abbracciava anche le tematiche ambientaliste che, purtroppo, oggi sono ancor più attuali di quanto non fossero allora.
La morte di Aerith, suggerita tra l’altro dallo stesso Nomura, e quella di Zack sono punti fondamentali della trama, che rendono la narrativa del titolo una leggenda, tanto che questa è diventata una pietra miliare nel mondo dei videogiochi. Cambiare la storia del gioco non è grave in sé, la cosa più grave è snaturarne l’essenza trasformandola in qualcosa di completamente diverso, che non rispecchia l’importanza storica che il settimo capitolo ha avuto nel mondo videoludico.
In questo modo si perde anche l’occasione di tramandare una storia così importante alle nuove generazioni, che magari non hanno la volontà di recuperare un gioco che viene percepito con meccaniche e grafica troppo vecchie perché possano goderselo.
Forse è ancora presto per saltare alle conclusioni, ma tutti gli indizi raccolti finora non fanno che puntare verso questa via di cambiamento radicale della storia e soprattutto delle sue tematiche. Vedremo se sarà effettivamente così, o se tutti gli indizi che abbiamo raccolto porteranno in una direzione differente.
Nell’attesa di vedere altro di Final Fantasy VII Rebirth, possiamo sperare in Final Fantasy XVI, un titolo che, come ha detto il producer Naoki Yoshida durante la nostra intervista, vuole rappresentare una rinascita della saga dopo i problemi degli ultimi anni.