Valve precisa su Steam: «non ce l'abbiamo con i giochi generati con le IA»

Dopo dei casi di rimozione di giochi che avevano contenuti creati con IA generative, Valve precisa quale sia il cuore del problema.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Aveva fatto discutere, pochi giorni fa, la notizia del catalogo digitale Steam che decideva di non consentire a un gioco con alcuni asset creati con IA generative di uscire sulle sue pagine.

La decisione, presa da Valve, per alcuni suonava come una presa di posizione contro le intelligenze artificiali che sono sulla bocca di tutti in questo periodo: tuttavia, la compagnia ha deciso di mettere i puntini sulle i, precisando di non avere, di per sé, niente contro le IA generative, ma di essere stata spinta, nella sua decisione, dalle normative vigenti.

In una nota inviata ai colleghi del sito VGC, infatti, i rappresentati di Valve hanno spiegato approfonditamente il loro punto di vista sulla questione, sottolineando come «l'obiettivo non sia quello di scoraggiare i videogiochi creati con IA su Steam», quanto piuttosto il tutto sia un «riflesso delle attuali leggi e policy relative al copyright».

Nella nota di Valve, leggiamo:

«Stiamo continuando ad imparare, sull'IA, in merito ai modi in cui può venire utilizzata nello sviluppo di videogiochi, e quali fattori utilizzare nel nostro processo di revisione dei giochi che vengono sottoposti per la distribuzione su Steam.

La nostra priorità, come sempre, è quella di provare a far uscire quanti più titoli possibili, tra quelli che riceviamo. L'introduzione della IA può, in alcuni casi, rendere complicato dimostrare se uno sviluppatore ha diritti sufficienti per utilizzare una IA e creare un asset, tra cui immagini, testi e musica».

La zona grigia delle intelligenze artificiali è, insomma, al cuore del problema anche per Valve: «ci sono delle incertezze dal punto di vista legale, in merito ai dati che vengono utilizzati per istruire i modelli delle intelligenze artificiali», motivo per cui gli sviluppatori sono chiamati a dimostrare di avere «i diritti appropriati per poter far uscire il loro gioco».

In merito alle IA generative, Valve prosegue:

«Sappiamo che è una tecnologia in evoluzione costante e il nostro obiettivo non è quello di scoraggiarne l'uso su Steam. Al contrario, stiamo lavorando per capire come integrarla alle nostre già esistenti policy di revisione.

Per dirla in modo semplice: il nostro processo di revisione è riflesso delle attuali policy e leggi sul copyright, non qualcosa a cui si applica uno strato aggiuntivo legato alla nostra opinione. Via via che queste policy e leggi evolveranno col tempo, lo farà anche il nostro processo di revisione».

Valve aggiunge di essere aperta all'uso delle IA nello sviluppo dei videogiochi, ma rimarca che «sebbene gli sviluppatori possono utilizzare le tecnologie IA nei loro lavori, con le appropriate licenze commerciali, non possono infrangere le attuali regole sul copyright».

Rimane, insomma, l'enorme zona grigia nella quale per il momento le IA fluttuano: creano opere originali, considerando che per raggiungere i loro risultati rielaborano opere pre-esistenti che nessuno le ha autorizzate a utilizzare?

Il tema, che abbiamo approfondito molto anche sul nostro sito gemello Tom's Hardware, è stato protagonista di un approfondimento in cui Matteo Sciutteri ci ha spiegato da vicino quale sia il ruolo delle IA nello sviluppo dei videogiochi – che, in realtà, risale a ben prima dell'attuale febbre da intelligenza artificiale.

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