All'uscita di ogni nuova console, anche nel caso delle cosiddette macchine mid-gen, c'è sempre la solita tiritera di quei giocatori che quasi con aria di superiorità si ergono come utenti consapevoli che vogliono far sapere a tutti che no, non la compreranno perché in fondo non ne sentono per nulla il bisogno.
Quando la macchina del marketing si fa molto aggressiva, bombardando tutti con lustrini, pailette e promesse che sono tutte da verificare, la granitica solidità mostrata ai quattro venti comincia però a vacillare.
Si inizia a pensare che forse non è così male, che magari non è così sbagliato considerare l'acquisto, che forse in fondo ne vale addirittura la pena; e magari anche che quei giochi, se li si guarda dalla giusta prospettiva e con qualche bel fermo immagine ingrandito, sembrano anche nettamente più belli rispetto a quando li si è giocati qualche anno prima.
Ed è così che crolla tutto il gran castello delle ipocrisie, degli evanescenti "Io non la comprerò mai". Si iniziano a leggere e sentire frasi come "Alla fine ha vinto la passione".
Quella stessa passione che vi fa sborsare un migliaio di euro per avere in casa un oggetto che non cambia nulla di rilevante rispetto a ciò che avevate già. Chi ha vinto allora? E chi aveva davvero ragione a proporre prezzi esorbitanti?
I prezzi li decidono gli acquirenti, non le aziende
Se c'è una PS5 Pro è perché c'è stata una PS4 Pro che ha venduto abbastanza da giustificare il reiterarsi della stessa strategia, senza dubbio. I giocatori (meglio chiamarli fan, a questo punto) dovrebbero però sapere bene che i modelli Pro non sono sufficientemente performanti per cambiare in modo determinante l'estetica, le prestazioni e la piacevolezza pad alla mano di un gioco.
Si potrebbe dire allora che, come avviene per il mercato delle schede grafiche più potenti, si tratta di proposte per i cosiddetti "enthusiast", ossia coloro che non guardano il portafogli pur di potersi portare a casa la versione potenzialmente migliore della propria macchina dei sogni.
Alla luce dei freddi dati, questa è soltanto una mezza verità, perché come abbiamo visto nei nostri due articoli sui motivi per comprare e non comprare PS5 Pro, è evidente quanto l'ago della bilancia penda in maniera piuttosto netta verso quest'ultima opzione, dimostrando che i modelli di metà generazione non servono affatto ai giocatori, ma solo all'azienda che li propone.
Azienda che però ha ragione a proporre questi modelli commerciali, perché ha trovato un mercato florido, uno stuolo di fan adoranti che non si pongono domande, che si fanno andare bene i problemi oggettivi, fanno spallucce davanti alla comunicazione delirante degli ultimi anni e si autoconvincono (come quando spendono ottanta euro a gioco) che quell'acquisto è stato assolutamente la migliore scelta possibile, anche se dentro di sé non ne sono poi così certi.
In questi anni Sony ha fatto davvero tanti errori, al punto che si fa grande fatica a riconoscere la stessa azienda che ha portato in gloria il marchio PlayStation in tutti questi anni. Tutto si può dire sulla gestione confusionaria, sulle scelte strampalate e sulla poca chiarezza di intenti, ma di sicuro a Sony non è mai mancato il coraggio. A volte è andata bene, altre volte malissimo.
Ha lanciato la VR 2 quando ormai ciò che restava dell'interesse residuo era già sfumato, coi risultati che conosciamo; si è lanciata a capofitto sui live service ottenendo un buon successo con un progetto e al contempo il suo più grande flop di sempre con l'altro; ha però anche lanciato PlayStation Portal che contro ogni previsione ha venduto discretamente bene. E con PS5 Pro? I risultati, incredibilmente, stanno dando ancora ragione all'azienda nipponica.
PS6: Prezzi gonfiati o giusti?
Al giocatore consapevole, sin dal momento dell'annuncio del prezzo di PS5 Pro, frulla insistentemente in testa una domanda legittima: se una console mid-gen arriva a costare così tanto, con PS6 dobbiamo preparaci all'idea di mettere già da parte almeno un migliaio di euro?
La risposta, purtroppo, è positiva. E la possibilità si farà ancora più concreta se PS5 Pro avrà grande successo, perché significherà che al pubblico in fondo sta bene così, che è stato ricettivo e che ha accolto pienamente l'iniziativa di Sony di proporre il proprio hardware a un costo così elevato senza che ci sia una componentistica talmente superiore da poterlo giustificare.
C'è un altro dato che è piuttosto importante, in tutto questo discorso legato a costi, vendite e prospettive future, ed è legato alla solidità del marchio PlayStation. Come ormai noto, negli ultimi anni la comunicazione di Sony è stata un completo disastro, assieme a parecchie scelte molto controverse e alla direzione intrapresa che ha preoccupato non poco giocatori e addetti ai lavori.
Eppure, a dispetto di tutti questi forti contraccolpi, tra cui alcuni davvero molto pesanti, la predominanza nel mercato è rimasta sostanzialmente invariata. Che sia complice la scarsa opposizione di Microsoft è evidente, perché la compagnia americana è piuttosto indietro in termini di campagne pubblicitarie ed efficacia nel valorizzare tutto ciò che di buono ha. E questo rappresenta senza dubbio una decisiva mancanza di grossi ostacoli per Sony.
Al di là di tutto ciò, delle chiacchiere da social e delle bolle ora inferocite, ora fiere della propria indefessa difesa all'acquisto, c'è stato un esperimento che punta in una direzione ben precisa: quella che farà da apripista a un nuovo standard non qualitativo, ma di prezzo.
A fronte di una differenza tecnica ancora più marginale rispetto a quella che intercorreva tra PS4 e PS4 Pro, c'è dunque un rialzo che difficilmente si trasformerà in una retromarcia o in un ridimensionamento nel momento in cui arriverà PS6.
La strada è dunque già tracciata e, sebbene la mossa possa sembrare azzardata per molti, Sony ha in mente di porsi al pubblico come un'azienda di fascia alta, esclusiva, che sa di poter contare del pieno supporto di una fanbase a cui sta bene tutto.
Per ogni flop, esperimento andato male, trend in cui si è entrati troppo tardi, hardware fuori mercato, comunicazione poco chiara o sibillina, ci sarà sempre un grande action-adventure tripla A che cancellerà per magia dalle menti dai fan tutto quanto.
Le memorie diventeranno ancora una volta cortissime, si starà di nuovo in pace col mondo e si perdonerà ogni cosa. Sony lo sa, e dunque fa bene a chiedere il massimo del denaro a chi la supporta, perché sa che anche che nei momenti di torto avrà sempre e comunque ragione.
In fondo, i giocatori si meritano in pieno il mercato che supportano.