Immagine di Miasma Chronicles | Recensione - Tattica post-apocalittica
Recensione

Miasma Chronicles | Recensione - Tattica post-apocalittica

Dopo Mutant Year Zero e Corruption 2029, The Bearded Ladies ripropone il suo consolidato mix di esplorazione e tattica a turni con Miasma Chronicles.

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

In sintesi

  • L'ambientazione post-apocalittica è affascinante e sostenuta da un comparto tecnico di prima fattura
  • Ci sono tanti strumenti da sfruttare durante le battaglie tattiche, ma alla fine c'è solo una scelta ottimale
  • Se non vi sono piaciuti i precedenti titoli sviluppati da The Bearded Ladies, qui non troverete molto di nuovo (anzi, tutt'altro)

Informazioni sul prodotto

Immagine di Miasma Chronicles
Miasma Chronicles
  • Sviluppatore: The Bearded Ladies
  • Produttore: 505 Games
  • Distributore: 505 Games
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Gioco di Ruolo , Azione , Strategico
  • Data di uscita: 23 maggio 2023

Gli uffici di The Bearded Ladies devono vivere in una sorta di perenne Giorno della Marmotta. Proprio come nella omonima commedia, ci immaginiamo il team svedese incastrato in loop sempre uguale a sé stesso, una ripetizione costante della stessa giornata e unica valida spiegazione per Miasma Chronicles.

Dopo il discreto Mutant Year Zero: Road to Eden e il dimenticabilissimo Corruption 2029, anche in questo caso ci troviamo al cospetto di un ibrido tra avventura in tempo reale e combattimenti tattici a turni, con una riproposizione pedissequa di esattamente tutte le criticità emerse nei due lavori precedente e con una struttura di gioco che è esattamente un copia e incolla con una nuova veste estetica e con una maggiore ambizione tecnica. 

Un'altra apocalisse

In questa scarso esercizio di fantasia, ci si aspetterebbe almeno uno sforzo dal punto di vista della storia narrata, e invece no.

Lo scenario di Miasma Chronicles è di nuovo la classica landa desolata post-apocalittica, questa volta resa tale da un cataclisma non ben specificato, una sorta di turbolenza geomagnetica – chiamata per l’appunto miasma – e che ha travolto tutta l’America, lasciando dietro di sé solo i ricordi di una civiltà precedente.

Ci troviamo ora circa 140 anni dopo il collasso nei panni del giovane Elvis, un meccanico e il classico eroe suo malgrado.

Il ragazzo è infatti il figlio di Bha Mahdi, un nome avvolto nel mistero e forse una delle ultime speranze rimaste per sanare la piaga 2.0. Purtroppo essa si ritrova al di là del muro creato dal miasma e tutta l’avventura ruota attorno all’estremo tentativo nel rompere questa barriera.

Nel suo tradizionalismo, l’ambientazione è di certo interessante e, mentre attraversavamo paludi e resti di un era passata, abbiamo letto con piacere i vari log e dialogato con i vari ruderi robotici per scoprire tutti i segreti di questo affascinante mondo di gioco.

Non manca poi una critica aperta al reale sfruttamento incontrollato delle risorse, alla corsa sfrenata verso la tecnologia e alla naturale capacità autodistruttiva del genere umano, temi che rendono Miasma Chronicles un piacevole e sorprendente manifesto ambientalista.

La forza evocativa dei luoghi visitati è trasmessa soprattutto grazie ad una direzione artistica lodevole, capace di immergere il giocatore in un universo costantemente sull’orlo del precipizio, come testimoniano le baracche in cui gli ultimi sopravvissuti sono costretti a rintanarsi.

Stravolto dalla costante presenza di tempeste, l’America è ora inoltre popolata dalle creature partorite dal miasma, un bestiario di tutto rispetto e decisamente diverso quello proposto dalle varie narrazioni post-apocalittiche.

La maggiore ambizione di Miasma Chronicles traspare anche da una potenza tecnica decisamente superiore rispetto ai suoi predecessori, con un abbondante uso di particellari ed effetti, che però hanno un forte impatto su delle prestazioni tutt'altro che granitiche.

Attori per sbaglio 

Purtroppo però gli abitanti di questo mondo sono molto meno piacevoli e non mancano cadute di stile davvero sgradevoli nella scrittura. Il giovane protagonista assume tutti i tratti del tipico eroe infarcito di stereotipi e di leitmotiv già visti, ma è il cast di comprimari a far precipitare la situazione.

Il gioco propone una critica aperta al reale sfruttamento delle risorse e alla capacità autodistruttiva degli umani, ma non mancano cadute davvero sgradevoli nello scrittura.
La spalla di Elvis è infatti il robot Diggs, un concentrato di battute fuori luogo e frasi fatte, il tutto condito con una nota di cliché razziali e un gergo davvero difficile da tollerare. Questa scelta stilistica rende una macchietta la stessa ambientazione, quell’America post-apocalittica in cui la popolazione sopravvissuta è composta solo da redneck sopra le righe o afro-americani e che tante volte esaltata con dei toni propagandistici che non ci aspettavamo di trovare. 

La gestione delle missioni non aiuta inoltre nell’immedesimazione, visto che gli obiettivi sono spesso generici, si susseguono in modo casuale e si concludono bruscamente dopo una manciata di minuti e qualche scontro a fuoco.

Anche i momenti drammatici, come la scomparsa di una persona cara, vanno e vengono con un colpo di spugna e toccano vette notevoli di comicità non voluta a causa di un doppiaggio spesso avulso dal contesto e dei dialoghi degni del peggior film action di serie B. 

Un passo alla volta

Per spiegare la componente ludica di Miasma Chronicles basterebbero pochissime parole: è pressoché identica a quella di Mutant Year Zero: Road to Eden e di Corruption 2029. Purtroppo in questo dejà-vù ritornano anche tutte le criticità espresse per i due fratelli maggiori.

Ogni missione inizia con una prima fase di esplorazione, in cui si studiano l’ambiente, i nascondigli e si recuperano gli oggetti sparsi, come bottiglie da lanciare per creare distrazioni e gli indispensabili medikit.

Al momento ritenuto opportuno si passa poi alla componente tattica a turni in stile XCOM, con punti azione da spendere per gli spostamenti e per fare fuoco. La combinazione di questi due elementi, almeno sulla carta, ben si sposa con la volontà di raccontare una situazione di costante svantaggio, dove l’astuzia e l’attenta osservazione sono le uniche vere armi a disposizione del party.

Purtroppo questa perpetua differenza di numeri ci ha costretti ad adottare di continuo l’unica tattica vincente e possibile, proprio la stessa che avevamo applicato nelle ore trascorse con Mutant Year Zero: Road to Eden e di Corruption 2029. La soluzione è la seguente: avvicinarsi di soppiatto ai nemici isolati nella fase libera, attivare la fase a turni di combattimento, sfruttare le armi silenziate, abbattere le ignare guardie e passare alle successive.

Applicare questa tattica e ripeterla per decine di ore.

Una difficoltà tarata decisamente verso l’alto sconsiglia inoltre qualsiasi altro approccio, visto che far scattare un allarme anzitempo equivale al game over e ad un utilizzo del save spam continuo. Questa unidirezionalità, inutile dirlo, abbassa di molto le libertà lasciate al giocatore ed è un vero peccato, visto che di strade da seguire ce ne sarebbero molte altre. 

La componente ludica di Miasma Chronicles è identica a quella dei giochi precedenti di The Bearded Ladies, criticità comprese.
Oltre ai già citati Elvis e Diggs, nel corso dell’avventura si uniranno altri comprimari con cui completare il duo, ciascuno con le sue abilità uniche e con un albero dei poteri da sbloccare con l’accumulo di esperienza. L’arsenale tattico è davvero ampio e garantisce una flessibilità d’azione notevole.

Ad esempio, l’ingombrante corpo metallico di Diggs può essere usato per fornire una copertura aggiuntiva, Elvis può inchiodare i nemici con il fuoco di copertura o, ancora, Jace è in grado di sparare colpi che infliggono danni da fuoco.

Le varianti tattiche vengono poi espanse grazie al guanto speciale del protagonista che, tramite le ricariche energetiche, è utile per spostare gli avversari – e magari farli precipitare su delle taniche esplosive – o per generare delle scariche elettriche.

Inoltre, il prezioso indumento può essere potenziato con chip particolari, ogni arma ha le sue statistiche e a espandere le opzioni ci pensano poi mirini e caricatori speciali. Il quadro viene poi completato da tutti gli oggetti consumabili, come le classiche bombe fino a degli strani intrugli che generano degli alberelli animati alleati. 

C'è del potenziale

Anche la mappa stessa gioca poi un ruolo fondamentale in questa equazione. Oltre alle classiche coperture intere e a metà, molti elementi dello scenario possono essere eliminati con un colpo ben assestato, le torrette rialzate sono sempre un ottimo punto da cui aprire il fuoco e le assi di legno sono solo un semplice contrattempo per il corazzato Diggs, in grado di creare nuovi percorsi abbattendo questi ostacoli.

Alla luce di quanto detto, aumenta il rimpianto al cospetto dell’unica tattica realmente utile, un approccio stealth obbligatorio che rallenta inoltre il procedere delle missioni, visto che non c’è nessun limite temporale che costringe il giocatore a prendere scelte realmente offensive.

Un altro fattore che frena il ritmo di gioco è l’assenza di un tasto per muovere la mappa o aumentare/diminuire lo zoom durante i momenti “liberi” – per cui l’unico modo per scoprire i pattern degli avversari è scrutare ogni angolo dell’ambiente.

La stessa gestione dei poteri e dei consumabili ci ha lasciati perplessi. Una volta terminati i combattimenti non viene infatti azzerato il cooldown di una abilità utilizzata in precedenza, che così risulterà bloccata per un determinato numero di turni nella battaglia successiva.

Inoltre, molte delle abilità presenti negli skill tree dei personaggi richiedono più punti esperienza per essere attivate ma, visto che ad ogni nuovo livello raggiunto si guadagna solo un punto, si passa gran parte dell’avventura accumulando questa scarsa risorsa, che verrà spesa solo nel lungo periodo per attivare quel tanto desiderato nuovo potere.

Per quel che riguarda gli oggetti, il vero interrogativo è il loro costo davvero fuori scala, un prezzo che rende i mercanti dei veri usurai e che riduce di molto ciò che si può impiegare durante gli scontri. 

In conclusione, Miasma Chronicles è vittima di strani difetti di gioventù, inciampi che potrebbero essere considerati tali se si trattasse di un vero gioco nuovo di zecca, ma il giudizio deve tener necessariamente conto dell’esperienza accumulata dal team di sviluppo con le sue precedenti – e ricordiamo quasi identiche – opere.

Infine, segnaliamo purtroppo qualche bug di troppo, come membri del party che restano incastrati in minime asperità del terreno, qualche animazione che si blocca di scatto e un paio di misteriosi crash che ci hanno costretto a riavviare il titolo. In ogni caso, nulla di realmente drammatico e che non possa essere aggiustato con qualche patch. 

Voto Recensione di Miasma Chronicles | Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • L'universo di gioco è interessante e cattura da subito l'attenzione...

  • Svariate possibilità tattiche...

  • Molto bello da vedere

Contro

  • ... Peccato per i suoi protagonisti

  • ... Ma in pratica ci si riduce a seguire sempre lo stesso piano d'azione

  • Le missioni sono spesso generiche e faticano a restituire la drammaticità dei momenti

  • Forse troppo simile ai suoi predecessori

Commento

Miasma Chronicles ha dalla sua un'ambientazione davvero ben costruita e ricca di spunti, ma la storia viene raccontata in modo davvero discutibile. Il gioco conosce benissimo i fondamenti per creare degli interessanti scontri a turni, ma li applica con svariate incertezze e ripropone, nel bene e nel male, tutto ciò che abbiamo apprezzato e criticato delle altre opere sfornate da The Bearded Ladies.
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