Corruption 2029, tattica a turni e soldati robot - Recensione
Dopo Mutant Year Zero: Road to Eden, The Bearded Ladies ci riprova con un nuovo XCOM-like, senza però convincere a pieno
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a cura di Daniele Spelta
Redattore
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Pro
- Il mix fra esplorazione in tempo reale e tattica a turni funziona
- La difficoltà costringere a ragionare su ogni mossa
- Graficamente piacevole
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Contro
- Storia non pervenuta
- Riciclo in ogni dove: missioni, mappe e nemici
- Difficoltà non sempre bilanciata
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto
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- Sviluppatore: The Bearded Ladies
- Piattaforme: PC
- Generi: Strategico
- Data di uscita: 17 febbraio 2020
Le primarie fra i democratici e le successive presidenziali per la Casa Bianca devono essere sfuggite di mano, almeno secondo The Bearded Ladies e il futuro a stelle e strisce dipinto da Corruption 2029. L’America presentata in questo XCOM-like è infatti dilaniata da un conflitto civile che vede contrapposte NAC e UPA. Il giocatore veste i panni proprio di tre soldati d’élite di questa seconda fazione, costretti ad avventurarsi dietro le linee nemiche e ad attraversare un panorama desolato e ridotto in cenere, letteralmente.
Nella dozzina di ore impiegate per arrivare al termine, gli unici volti incontrati sono infatti quelli celati dietro i caschi indossati dalle le truppe del NAC, impegnate a sorvegliare spesso non si sa bene cosa o perché e che passano il loro tempo scambiandosi battute che sembrano uscite da un film action di serie B in stile ‘80: i cattivi sono davvero cattivissimi e senza scrupoli. Le motivazioni? Ci chiedete troppo. La narrazione è infatti portata avanti da qualche log sparso qua e là e dai brevi testi che introducono le missioni, senza alcun approfondimento e retroscena. In questo piattume avremmo almeno sperato in un epilogo esplosivo fra Mecha-Bernie e Cyeber-Donald – e invece niente.
Ritornare sui propri passi
Il nome The Bearded Ladies non suonerà nuovo alle orecchie degli appassionati del genere. Il team svedese è infatti l’autore del discreto Mutant Year Zero: Road to Eden di cui, senza mezzi termini, Corruption 2029 è un reskin su scala ridotta. Il nuovo titolo unisce ancora l’esplorazione in tempo reale e le battaglie a turni, ma riesce nella difficile impresa di peggiorare la formula, pur partendo da una base tutt’altro che solida. Sulla storia abbiamo già speso troppe parole e basta un epitaffio: non c’è.
Si avanza obiettivo dopo obiettivo attraverso tre macro-capitoli senza essere minimamente coinvolti e senza che si sentano sulla pelle le vicende dei tre super-soldati protagonisti. Più che calarsi dentro una pericolosa missione di infiltrazione, Corruption 2029 ha la stessa pesante routine di una giornata in ufficio. Gli scenari sono pochi e si assomigliano tutti quanti, fra futuristici posti di blocco al neon, scure uniformi dei prossimi cugini dell’alt-right e un modello di carrarmato riutilizzato in ogni angolo della città. Il forte senso di riciclo pesa anche sugli obiettivi, che non vanno oltre all’eliminazione di ogni nemico, l’evacuazione di un VIP o il recupero di un oggetto.
È un peccato, perché il primo impatto è sicuramente piacevole, se non altro per un Unreal Engine sul quale The Bearded Ladies ha già dimostrato la sua bravura in passato e per una direzione artistica sempre affascinante, anche se poco originale. Purtroppo l’incantesimo svanisce dopo poche ore e l’interesse per scrutare ogni singola rovina o per cercare un nuovo file audio lascia il posto ad un freddo utilitarismo che punta dritto verso la prossima missione.
+ La difficoltà costringere a ragionare su ogni mossa
+ Graficamente piacevole
- Riciclo in ogni dove: missioni, mappe e nemici
- Difficoltà non sempre bilanciata
6.0
Bocciare completamente Corruption 2029 sarebbe errato. Come per Mutant Year Zero: Road to Eden, anche qua la fusione tra tattica a turni ed esplorazione libera è alla base di soluzioni ingegnose, che potrebbero aumentare con il passare delle ore di gioco e con le nuove dotazioni messe a disposizione. Purtroppo il condizionale risulta d’obbligo quando ci si imbatte nella stessa mappa per la quarta volta nel giro di due ore, o quando ci si trova senza altri obiettivi se non quello di dover eliminare tutti i nemici. Inoltre, l’impronta fortemente stealth e una difficoltà volutamente alta precludono molte varianti tattiche, togliendo il gusto di sperimentare con diverse soluzioni.
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