Let's School | Recensione - Un preside alle prime armi
Let's School è un gestionale a tema scolastico classico, ma ben realizzato. Forse gli manca quel guizzo per diversificarsi dalla concorrenza.
Advertisement
a cura di Daniele Spelta
Redattore
In sintesi
- Un gestionale facile da apprendere, ma con un giusto livello di sfida
- Nella sua semplicità, è un simulatore scolastico parecchio profondo
- Ci si mette un po' a comprendere i menù e il senso delle molte icone
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Pathea Games
- Produttore: Pathea Games
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC
- Generi: Gestionale
- Data di uscita: 27 luglio 2023
Fra le varie tematizzazioni, quella scolastica ha da sempre un ruolo principale nell’ambito del gestionali. Gli istituti si prestano infatti alla perfezione e la simulazione dei corsi, delle classi, degli esami e del personale didattico mette il giocatore è al cospetto di una creatura dalle mille sfaccettature, una macchina dove ogni ingranaggio deve essere calibrato alla perfezione.
Eppure, in tutte le loro incarnazioni passate e recenti, questi manageriali non sono mai riusciti ad andare oltre al concetto di scuola-azienda tanto in voga di questi tempi, il perfetto snaturamento di quelle che dovrebbero essere le funzioni pedagogiche.
Purtroppo anche Let’s School fatica a sfuggire da questa grigia logica moderna piegata al solo concetto di crescita economica. Il titolo creato da Panthea Games è un gestionale ben fatto e capace di mettere alla prova anche i giocatori più esperti, ma è del tutto privo di quel guizzo aggiuntivo, come le creazioni fuori di testa di Two Point Campus, o di un'etica di fondo, come nel caso del semi-sconosciuto No Pineapple Left Behind.
Ciò che resta fra le mani è dunque una piacevole simulazione di tutte le dinamiche scolastiche, con il fine unico di accumulare più soldi.
Raccolta fondi
Praticamente ignoto ai più, il già citato No Pineapple Left Behind è stato – almeno crediamo – l’unico gestionale scolastico che ha in qualche modo criticato la managerializzazione della scuola, il filo diretto che lega la resa degli alunni con gli introiti economici e la totale assenza di un focus sulle caratteristiche personali che differenziano ciascun ragazzo.
Al contrario, Let’s School è l’esaltazione portata all’estremo di queste storture. Che si scelga la modalità campagna o che ci si affidi ad una partita sandbox, tutto ha inizio al cospetto di un edificio diroccato che noi, dirigenti scolastici alle prime armi, abbiamo il compito di rimettere in sesto.
Le scelte iniziali non sono moltissime per quel che riguarda la modalità più libera.
Abbiamo invece più apprezzato la fase di creazione del nostro alter-ego virtuale, del logo del nostro istituto e anche della divisa di una scuola dal chiaro sapore nipponico.
Sono tutti orpelli estetici che non influiscono a livello di gameplay, ma che garantiscono un tocco di personalizzazione che non guasta mai, quando si parla di gestionali.
Ricostruire dalle fondamenta
Completate queste prime fasi introduttive, eccoci per davvero al lavoro. Tanto lavoro.
La situazione iniziale, come già detto, è abbastanza desolata. Lo stesso edificio cade a pezzi, il budget è risicato e non ci sono dipendenti da fare lavorare, se non la nostra assistente e unica forma di tutorial.
Purtroppo Let’s School non è troppo propenso a fornire molte informazioni ad inizio partita. Gli appassionati del genere – soprattutto se hanno un po’ di esperienza con il recente Two Point Campus – possono da subito intuire quale sarà il loop del gioco, le criticità da affrontare e come districarsi nei vari menù.
Al contrario, i neofiti resteranno spiazzati davanti alle costanti richieste e ai conseguenti fallimenti, soprattutto a causa di un'interfaccia davvero spiazzante.
La grafica in stile voxel adottata da Let’s School, per quanto leggera e anche piacevole da guardare, è uno dei principali limiti alla facilità di lettura e l’UI costruita con pixel grossolani fatica a restituire con immediatezza il significato di icone stilizzate e che non rimandano al contenuto dei menù.
Che suoni la campanella
Superato questo primo involontario ostacolo, Let’s School si configura come un gestionale abbastanza tradizionale. Lo scopo principale del gioco è avere degli alunni disciplinati, capaci di passare gli esami di fine anno e che portino di conseguenza prestigio e introiti alla nostra scuola.
Per arrivare a questo finale la strada è però molto tortuosa e fatta di tantissime variabili, esattamente come dovrebbe essere quella di un manageriale degno di questo nome.
Oltre agli alunni, occorre dunque avere un corpo docenti preparato, con insegnanti in grado di districarsi fra più materie scientifiche e umanistiche, discipline che sono alla base dei vari corsi che gli studenti frequenteranno durante i vari anni.
Le fasi iniziali sono abbastanza semplici. Ci sono poche materie, gli studenti sono solo una decina e anche le richieste dei docenti sono facili da accontentare, con una sala per il riposo e dei necessari bagni maschili e femminili.
Con il procedere delle settimane e degli anni, l’affare diventa decisamente più complicato. Per mantenere un costante flusso di cassa occorre avere sempre nuove reclute, ma per queste non basta più la sola classe iniziale e occorre dunque aprire nuovi corsi e assumere nuovi dipendenti, con un conseguente aumento dei costi.
Complessivamente, l’albero delle tecnologie – se così si può chiamare – è davvero ampio e ricco di novità, tanti ingredienti che contribuiscono ad un senso di progressione che va di pari passo con un livello di complessità crescente ben calibrato.
Infatti, oltre ai corsi, in mezzo a quei rami e nodi sono nascosti altri edifici utili a soddisfare le richieste crescenti degli alunni e degli insegnanti. Ad esempio, i primi vorranno avere spazi dedicati per la ricreazione, come dei parchi giochi, e anche tavolini e punti di ristoro all’aperto.
I docenti, esausti e stressati dalle giornate di lavoro, avranno invece bisogno di stanze per il relax sempre più grandi e ricche di decori.
Ovviamente, anche in Let’s School è presente il menù dedicato alle costruzioni, suddiviso nelle varie voci, cha partono dalle componenti principali – come le classi, i bagni e le varie stanze più importanti – e che scendono fin nel minimo dettaglio, dove trovano spazio tutti gli abbellimenti possibili e immaginabili.
Anche in questo caso, l’interfaccia poteva essere studiata meglio, ma nel complesso è abbastanza semplice posizionare gli oggetti, grazie ad un sistema di colorazioni molto intuitivo.
Finestre, lavandini, poster e panche non hanno però la semplice funzione di orpelli estetici. Ciascuno contribuisce infatti a migliorare la vivibilità delle stanze, che sia la luminosità o la comodità, tutti parametri inquadrati in menù creati ad hoc per ogni stanza.
Un normale anno scolastico
Naturalmente, ogni oggetto – in realtà quasi ogni click e azione compiuta – ha però il suo costo e la sfida proposta da Let’s School sta proprio nel cercare il giusto bilanciamento tra il soddisfare le varie richieste degli alunni e dei docenti, con uno sguardo sempre attento ai risultati scolastici e al bilancio.
A parte qualche escursione fuori porta, il titolo creato da Panthea Games non propone reali novità dal punto di vista gestionale e si limita a fornire al giocatore un’esperienza di gioco ben consolidata e senza troppi scossoni.
Proprio questo è il vero limite di Let’s School, un’opera incapace di uscire da dei binari già segnati e che non propone alcuna chiave di lettura capace di generare spunti e riflessioni sul sistema scolastico, vissuto come una mera competizione contro gli altri istituti del paese e dove l’unico parametro di valutazione resta esclusivamente il denaro generato.
Voto Recensione di Let's School | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Per nulla banale, nonostante l'aspetto spensierato
-
Ha tutto ciò che serve ad un gestionale
-
La curva della difficoltà è ben calcolata
Contro
-
L'interfaccia poteva essere gestita meglio
-
La grafica voxel non è sempre facile da leggere
-
Non apporta reali novità al genere
Commento
Advertisement