Ghost Trick Detective Fantasma | Recensione - Sai trovare il tuo assassino?
Una rimasterizzazione minimalista di uno dei giochi più bizzarri e divertenti di Nintendo DS: vediamo il ritorno di Ghost Trick: Detective Fantasma.
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
In sintesi
- Un titolo ancora fresco e godibile tredici anni dopo il debutto
- Farà la gioia degli amanti di Ace Attorney e Pheonix Wright
- Riproposizione un po' pigra, come succede spesso di questi tempi
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Capcom
- Produttore: Capcom
- Distributore: Capcom
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Avventura
- Data di uscita: 30 giugno 2023
Come abbiamo recentemente evidenziato in uno dei nostri SpazioGames Originals, Capcom negli ultimi anni non ha sbagliato un colpo: tra nuove IP, ripescaggio di alcuni dei suoi franchise storici – primo tra tutti il rilancio in grande stile di Resident Evil – e piccole produzioni più innovative, il gigante di Osaka non solo si è rimesso in carreggiata, ma, insieme a Nintendo, rappresenta adesso la carrozza trainante del treno videoludico giapponese.
Per questo, e memori della qualità del gioco ai tempi della prima pubblicazione su DS nel 2010, eravamo curiosi di mettere le mani sulla rimasterizzazione di Ghost Trick: Detective Fantasma (o Phantom Detective, se preferite), che sarà pubblicata a breve su tutte le piattaforme sul mercato.
Quella che trovate di seguito è la nostra recensione della versione PS4, giocata in retrocompatibilità su PS5.
Piccoli esperimenti riusciti
Nintendo DS prima e 3DS poi hanno rappresentato un coacervo di idee e sperimentazioni, necessarie a causa della scarsa potenza dei due hardware ma meno sconvenienti del solito, dati i budget limitati e i maggiori margini di errore: sbagliare un tripla A da milioni di dollari può mandare a gambe all'aria una software house ed inguaiare un publisher, mentre pubblicare un piccolo gioco portatile realizzato con mezzi limitati difficilmente può rappresentare una tragedia di per sé, anche in caso di dati di vendita sotto le aspettative.
Ghost Trick Detective Fantasma ne incarna l'esempio perfetto:, pubblicato nella fase finale del ciclo vitale della prima delle due console portatili a doppio schermo di Nintendo, rappresentava proprio un gioioso esperimento da parte di Shu Takumi, padre di Phoenix Wright e di Ace Attorney, e non riuscì e vendere quanto Capcom sperava.
Sbucato fuori dal nulla, seppe comunque guadagnarsi subito una nicchia di appassionati, spinto anche da recensioni entusiastiche (tra cui quella che trovate sulle nostre pagine) e dal tam-tam della Rete, che già allora rappresentava un prezioso alleato di quei giochi che le masse non comprendevano a pieno.
Non a caso, procurarsi una versione fisica completa del titolo in questione era negli ultimi anni diventato un affare di una certa complessità, dati i prezzi alle stelle del mercato dell'usato: ecco allora che Capcom giunge in soccorso con questa rimasterizzazione in alta definizione, purtroppo solo in versione digitale, per tutte le console sul mercato.
Il tempo stringe, peraltro: l'arrivo delle prime luci dell'alba segnerà la dipartita definitiva del nostro dal mondo terrestre – e l'unica alleata sembra essere una detective che ha assistito, almeno parzialmente, alla sua barbara esecuzione. Per non parlare di una lampada posseduta, ma questo è un altro discorso e non vi sveleremo null'altro dell'intreccio.
Quantomeno, nella sua nuova forma di spettro, Sissel guadagna una serie di poteri magici che gli consentono di possedere vari oggetti, a patto che questi siano raggiungibili: frullatori, chitarre, posate, ventilatori, ombrelli, porte e decine di altri utensili di uso comune possono essere piegati alla volontà del nostro alter ego, anche se spesso capire come raggiungerli e in che modo servirsene rappresenta la vera sfida del gioco – che, per usare un eufemismo, non si distingue per un arcigno tentativo di mettervi in difficoltà.
L'umorismo nero e la brillantezza di alcuni dialoghi, peraltro ben resi nella sottotitolazione italiana, sono rimasti invariati nonostante i tredici anni intercorsi dalla prima pubblicazione e, come da tradizione per i prodotti firmati dal geniale game director giapponese, la narrativa rappresenta uno dei punti forti della produzione.
Tempus fugit
A cavallo, proprio come le altre serie ideate da Takumi, tra avventura punta e clicca e visual novel, con fasi dialogiche piuttosto lunghe che si alternano alla risoluzione di enigmi di vario tipo, Ghost Trick si presta sicuramente meglio alla fruizione portatile rispetto a quella casalinga, e in questo senso la versione PS4 da noi testata su PS5 non rappresenta la soluzione migliore a livello ludico.
Nondimeno, certi lampi di genio funzionano ancora benissimo: l'abilità di riavvolgere il tempo fino a quattro minuti prima della morte di qualcuno riesce a dar vita a puzzle serrati e con un senso di urgenza notevole, di quelli che, una volta risolti, disegnano un ampio sorriso sul viso del giocatore, che sia un veterano navigato o una nuova leva videoludica.
I primi, infatti, si costringeranno a risolvere gli enigmi nei quattro minuti iniziali, ignorando ogni consiglio e spremendo le meningi come un'arancia al mattino, mentre i secondi avranno la possibilità di riavviare il tempo un numero infinito di volte, nonché di sfruttare una serie di dritte e suggerimenti che rendono possibile a tutti arrivare ai titoli di coda dell'avventura.
Individuare quali oggetti possono essere posseduti ed il percorso per arrivare a essi rappresenta quasi sempre il punto di partenza di ogni enigma, tenendo presente il differente scorrere del tempo a seconda che ci si trovi nel mondo reale o in quello degli spiriti: se nel primo le cose fluiscono normalmente, nel secondo si bloccano finché lo vogliamo, con il tempismo che si rivela spesso fondamentale per la risoluzione degli enigmi, in un ideale matrimonio tra materia grigia e riflessi.
Sebbene originariamente il gameplay fosse tarato sul doppio schermo di Nintendo DS e sulle caratteristiche tattili di quello inferiore, dopo un fisiologico periodo di adattamento abbiamo trovato intelligenti e intuitive le soluzioni proposte dal team di sviluppo a livello di controlli.
Certo, giocare con pennino e schermo tattile era più intuitivo (e questo è un altro punto a favore della versione Switch), ma anche gli utenti Sony non avranno troppo di cui lamentarsi, a conti fatti.
L'unico aspetto di design che sembra invecchiato maluccio è relativo al fatto che ogni puzzle ha una soluzione ed una soltanto: il team di sviluppo non apre mai a varianti estemporanee o figlie del pensiero laterale, avendo concepito unicamente una via per raggiungere gli obiettivi di volta in volta necessari per la prosecuzione dell'avventura.
Ma la colpa di questo potrebbe tranquillamente essere di Tears of the Kingdom, che di recente ci ha abituato fin troppo bene...
Il minimo indispensabile, come da copione
Nonostante la cosmesi del gioco rimanga piacevole, soprattutto grazie alla direzione artistica e allo stile fumettoso del gioco, la rimasterizzazione è abbastanza essenziale e il risultato finale, soprattutto su un televisore 4K, non impressiona più di tanto.
L'innalzamento della risoluzione, il lavoro fatto sugli asset più visibili e sul comparto animazioni, la rimasterizzazione della splendida colonna sonora originale firmata da Yasumasa Kitagawa (alternabile in tempo reale a quella originale, per i patiti della preservazione storica) non bastano a giustificare un prezzo abbastanza elevato di circa trenta euro al lancio, tenuto conto anche della scarsa longevità dell'avventura (completabile in meno di dieci ore complessive) e della quasi nulla rigiocabilità.
Per quanto apprezzabile, la galleria di bozzetti e illustrazioni originali fin qui inedita non basta, da sola, a lenire la delusione per l'assenza di veri e propri contenuti aggiuntivi, come magari uno scenario inedito (anche solo di un paio d'ore), un'intervista a Takumi in persona o la possibilità di rivivere l'avventura nei panni di uno degli altri personaggi, come Lynne o Ray.
Sebbene preservi lo stile e l'aspetto visivo del titolo originale, poi, non abbiamo particolarmente apprezzato la scelta di non cambiare aspect ratio rispetto alla versione DS, costringendo a giocare in 4:3 e con le bande nere laterali anche sui televisori odierni, che supportano nativamente tutti i 16:9.
Come per altri titoli ripubblicati tanto durante la scorsa generazione di console quanto durante quella corrente, allora, la forza di Ghost Trick è nel gioco in sé, invecchiato bene e ancora godibile, senza che però l'opera di rimasterizzazione risulti filologicamente rilevante: se vi sta bene o meno, non potete che deciderlo voi.
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Voto Recensione di Ghost Trick Detective Fantasma | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Narrativa spiritosa e ben veicolata
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Enigmi ingegnosi e spesso originali...
-
Direzione artistica ancora molto valida
Contro
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Breve e poco rigiocabile
-
... ma con un'unica soluzione
-
Piuttosto costoso al lancio
Commento
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