Baldur's Gate 3 | Recensione - I Forgotten Realms non sono mai stati così belli
Abbiamo giocato a lungo Baldur's Gate 3, l'epopea fantasy sviluppata da Larian Studios: ecco finalmente la recensione del gioco.
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a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
In sintesi
- Un mondo fantasy vivo e pulsante
- Scrittura e narrative design di livello assoluto
- Sistema di combattimento che unisce D&D a meccaniche sandbox
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Larian Studios
- Produttore: Larian Studios
- Distributore: Larian Studios
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , PS5 , XSX
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 6 ottobre 2020 (Accesso Anticipato) - 3 agosto 2023 (PC) - 6 settembre 2023 (PS5) - 8 dicembre 2023 (Xbox)
Baldur's Gate non è un videogioco qualsiasi, visto che per molti rappresenta la summa di ciò che il fantasy è in grado di offrire all'interno dell'universo dei videogiochi. Nato come parte dell’ambientazione per il GDR Dungeons & Dragons, parliamo infatti di un’epopea fantasy che nel corso delle generazioni ha segnato in maniera indelebile il mercato, e con lui i cuori di milioni di videogiocatori.
A partire dal primo Baldur’s Gate, uscito nell'ormai lontano 1998, la saga è poi evoluta con Baldur’s Gate: Tales of the Sword Coast - ossia la prima espansione uscita solo un anno dopo il lancio del gioco originale – passando poi per Baldur’s Gate II: Shadows of Amn (2000) e Baldur’s Gate II: Throne of Bhaal, ossia l'ultima e imponente espansione del 2001.
Nel 2002 fu annunciato Baldur’s Gate III: The Black Hound, progetto che non vide mai la luce a causa di una diatriba piuttosto accesa tra Interplay e Atari, tanto che gli appassionati dovettero loro malgrado aspettare ben diciassette anni per ammirare il primo trailer del "vero" Baldur’s Gate 3, sviluppato da Larian Studios.
Già nel 2020, quando volammo a Parigi a vedere in anteprima il gioco coi nostri occhi, il nuovo Baldur’s Gate ci sembrò un titolo rispettoso in tutto e per tutto della serie originale, senza stravolgere o semplificare alcunché.
Ora che la versione definitiva è finalmente disponibile su PC – e, a breve, anche su console PlayStation 5 – lo diciamo senza troppi giri di parole: Baldur's Gate 3 è il nuovo baluardo del genere fantasy verso cui tutti dovranno rapportarsi. Non solo perché i Larian non sono di certo gli ultimi arrivati (dopotutto, parliamo degli autori dei due bellissimi Divinity: Original Sin) ma anche e soprattutto perché il tempo di limare ogni singolo aspetto del nuovo progetto non è di certo mancato, con in mezzo anche una pandemia mondiale.
Se però i due Divinity erano titoli pensati anzitutto con in mente chi da anni gioca di ruolo (tanto che, per produrre i due GDR lo studio belga si è rivolto al pubblico di appassionati via Kickstarter), con Baldur's Gate 3 si è puntato decisamente più in alto, cercando di non deludere sia chi da anni gioca a D&D con un master attorno a un tavolino con i propri compagni di avventura, sia invece chi ha toccato il genere fantasy solo nel mondo dei videogiochi, magari pure in maniera piuttosto distratta e mai troppo approfondita.
Baldur's Gate 3 è quindi stato sviluppato da un team con in mente un chiaro quadro di insieme, persone che hanno perfettamente colto il motivo per cui la saga è riuscita a diventare un caposaldo del genere nel corso delle generazioni. Vero anche che la community ha potuto fornire i feedback necessari grazie a un lungo periodo di Early Access, ma è pur vero che è stata proprio questa "coesione" tra sviluppatori e giocatori a rendere Baldur's Gate 3 decisamente speciale, al punto da permettergli di imporsi come il gioco di ruolo di matrice fantasy più lungo, dettagliato e ricco degli ultimi vent'anni (e forse anche qualcosina di più).
Storia e personaggi
Iniziamo subito col dire che il gioco è ambientato nei Forgotten Realms, ossia l'universo più celebre di Dungeons & Dragons, noto anche a chi non mastica il GDR fantasy creato da Gygax e Arneson.
In Baldur's Gate 3 la trama è però legata a doppio filo al gameplay, proprio come accadrebbe durante una sessione di D&D carta e penna, dove non tutti gli eventi sono pre-impostati o scritti, bensì "accadono" per il solo gusto del master di vederli accadere.
L'avventura ha inizio all’interno di un Nautiloide, un’enorme aeronave capace di viaggiare tra i piani astrali e non solo. Catturati dai temibili Mind Flayer, il nostro compito sarà in prima battuta quello di fuggire dai nostri rapitori, sventando poi un complotto ordito ai danni della città di Baldur’s Gate, il tutto mentre Githyanki, umani e creature di ogni genere trameranno alle nostre spalle cercando di ritagliarsi il loro spazio nei Forgotten Realms.
Ogni personaggio, dal più ininfluente a quello maggiormente incisivo, ha la propria storia e le proprie motivazioni personali selezionabili a nostro piacimento, ogni volta in maniera diversa e al fine di dare vita a un’esperienza diversa. Sì, anche tutti gli animali del gioco, dagli scoiattoli agli orsi, sono da considerarsi personaggi veri e propri, tanto che sarà possibile parlare con loro in determinate condizioni.
L'opera fantasy di Larian è infatti divisa in tre atti, così lunghi e variegati che è pressoché impossibile pensare di riuscire a vedere tutto in una singola tornata (parliamo infatti di una campagna che per essere portata a termine in maniera "normale" sfiora tranquillamente il centinaio di ore), visto e considerato anche che la capacità del giocatore di influire sul mondo di gioco può modificare di fatto il percorso in centinaia di modi differenti.
Se dobbiamo sollevare una critica, forse il senso di esplorazione e libertà è meno marcato di quanto siamo portati a credere: ogni atto ha una sua precisa ambientazione, così come la città di Baldur's Gate è divisa in "soli" novi distretti – o così come l'assenza del ciclo giorno-notte è una mancanza a cui si poteva tranquillamente ovviare.
Com'è giusto che sia possiamo creare un alter ego da zero, sebbene Larian abbia incluso anche la possibilità di iniziare l'avventura con dei personaggi predefiniti (cosa che vi sconsigliamo di fare). E ce n'è ovviamente per tutti i gusti: si va dal Guerriero allo Stregone, passando per il Chierico, il Paladino e il Ladro. Non mancano ovviamente il Mago, il Barbaro, il Druido e il Warlock, andando a toccare anche il Bardo, il Ranger e il Monaco, per una lista altrettanto sconfinata.
Insomma, anche in questo caso la varietà non manca, tanto che passerete un discreto quantitativo di tempo (qualcuno ha forse detto ore?) a creare da zero il vostro personaggio, definendo look, abbigliamento e abilità come tradizione impone.
Per il resto, la storia è proprio quello che ci aspetteremmo di trovare da una ricca sessione di D&D (la quinta edizione, a essere più precisi), visto che non mancheranno violenza, intrighi, missioni scavezzacollo e – soprattutto – sesso. Proprio relativamente a quest'ultima caratteristica, Baldur's Gate 3 non sembra voler fare sconti a nessuno, visto che le sequenze "a luci rosse" faranno spesso capolino, alcune volte con situazioni e siparietti piuttosto surreali (qualcuno ha forse parlato della scena di sesso con l'orso?).
Certo, non si tratta di un difetto in senso stretto, bensì di una caratteristica che – se approcciata nella maniera migliore e più leggera possibile – strapperà un sorriso e poco più.
Ciò restituisce un’idea sommaria di quanto profondo e complesso sia Baldur’s Gate 3, di fatto uno dei più grandi giochi di ruolo mai realizzati anche sotto il profilo della trama, tanto che in molti temevano che l'intera esperienza venisse semplificata per abbracciare un pubblico casual che non ama perdere tempo in chissà quali lungaggini narrative.
Grafica, gameplay e combat system
Ovviamente, questa incredibile varietà concettuale si riflette anche e soprattutto nell'impianto ludico del titolo Larian. Lo avevamo del resto già intuito nella fase di Accesso Anticipato, ma ora il tutto è decisamente più chiaro e cristallino: a fare la voce del leone i Baldur's Gate 3 è la varietà di situazioni e il modo in cui saremo chiamate a superarle.
Una missione ci spinge a portare in salvo un oggetto, restituendolo al suo legittimo proprietario? Bene, nulla ci vieta successivamente di uccidere quel proprietario, decidendo magari di impossessarci del tesoro. Un altro obiettivo ci vede invece intenti a proteggere un determinato NPC da morte certa? Ecco che improvvisamente saremo proprio noi a togliergli la vita, rendendo la nostra giornata particolarmente frizzantina.
C’è un’opzione che farà al caso nostro in ogni conversazione e in ogni linea di dialogo (nulla sembra lasciato al caso), visto che potremo cambiare le sorti di una missione semplicemente scegliendo una risposta rispetto a un'altra, spingendoci sempre e comunque alla riuscita ma in maniera decisamente inaspettata.
Non è un errore degli sviluppatori, visto che gli autori del gioco stesso concedono così tanta libertà decisionale che ogni avventura non sarà mai uguale all'altra, neanche impegnandoci al massimo. Sì, proprio come fosse una vera sessione di D&D.
A lasciare realmente sorpresi è la vastità dell'universo fantasy messo in piedi da Larian: la città di Baldur’s Gate – e non solo – è piena di NPC con cui interagire, molti dei quali legati a doppio filo a una valanga di missioni da portare avanti, le quali sbloccheranno altri personaggi e di conseguenza altri obiettivi da portare a termine.
Tutto inoltre sembra essere lì per un motivo preciso e non come mero orpello scenografico: quasi tutte le porte possono essere aperte, ogni abitazione o anfratto nasconde qualcosa di utile o quantomeno interessante, così come il teletrasporto (e la possibilità di volare) possono portarci in aree irraggiungibili che altresì sarebbero impossibili da visitare.
Sempre fondandosi sul regolamento della quinta edizione D&D, il combat system si basa in primis sul terreno di scontro e le sue peculiarità, in grado di far valere i punti di forza di un party a discapito di un altro soprattutto per il modo in cui saremo abili nello sfruttare l'ambiente circostante. I giocatori dovranno quindi considerare decide di varianti, aspetti come la conformazione del terreno, il posizionamento dei vari personaggi e – cosa non meno importante – l'equipaggiamento in dotazione.
Nel combattimento, fortunatamente, ci è concessa libertà pressoché totale: potremo quindi risolvere le diatribe con la forza, con la furtività o – perché no – anche con la nostra abilità nel discutere e nel parlare, nel caso la faccenda si mettesse davvero male.
Ovviamente, maggiore sarà il numero di NPC entrati nelle nostre grazie durante il cammino, maggiori saranno le possibilità di un esito positivo durante lo scontro, visto che gli altri guerrieri possono avere un ruolo importante nel determinare l'esito positivo di un incontro/scontro. Per il resto, cruciale sarà il numero finale sul lancio del dado d20, il quale sentenzierà successo o fallimento su quasi tutte le azioni di gioco.
Larian ha in ogni caso incluso la possibilità di scegliere tra tre livelli di difficoltà (facile, media e difficile), dando così modo anche ai poco avvezzi al mondo di Baldur's Gate 3 la possibilità di lanciarsi contro avversari ostici da sconfiggere. Unico neo, gli scontri possono talvolta durare davvero molto, anche un'ora intera, cosa questa che ci metterà nella condizione di prendere parte a combattimenti durante i quali sarà talvolta difficile poter prenderci un minuto per noi.
Non possiamo inoltre tralasciare la questione legata al comparto tecnico, visto che Baldur's Gate 3 – al netto di qualche piccolo bug di percorso o sbavatura grafica che verrà corretta poi con le consuete patch -– si conferma bellissimo non solo da giocare, ma anche da vedere. Il Divinity Engine (più esattamente la quarta versione) muove con disinvoltura un mondo fantasy in cui spicca una cura maniacale per i dettagli, dal ramo dell'albero alla fiamma della torcia, passando per l'animazione specifica di un determinato personaggio alla resa dell'arma imbracciata.
Sia le fasi esplorative che i duelli sono intervallate da cut-scene atte a dipanare la trama che metteremo in atto: queste, pur essendo ben fatte, tradiscono un certo "vecchio stile" che non potrà non rimandare alla mente i primi due Baldur's Gate e Divinity, ragion per cui chi cerca spettacolarità e scelte registiche ardite è meglio che guardi altrove.
A mettere tutti d'accordo è però sempre e comunque una direzione artistica straordinaria, in grado di fondere classico e moderno e innestare il tutto nelle varie regioni dei Forgotten Realms, che sia l'intera Costa della Spada, Waterdeep o l’Amn, passando per l'Underdark e molto altro ancora.
A chiudere la questione grafica di BG3, l'eccellente partitura musicale ad opera di Borislav Slavov (già autore della colonna sonora di Divinity: Original Sin), il quale alterna tracce epiche a tradizionali melodie medievaleggianti, perfette per i momenti che vivremo a schermo. Discorso simile per quanto concerne il doppiaggio in lingua inglese, nel cui cast troviamo mostri di bravura come Jason Isaacs, J.K. Simmons e Matt Mercer.
Voto Recensione di Baldur's Gate 3 | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
È Baldur's Gate di nome e di fatto.
-
Tantissime missioni, cose da fare e personaggi con cui parlare.
-
Combat System mai noioso...
Contro
-
... sebbene non troppo immediato.
-
Qualche piccolo bug di percorso.
Commento
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