Immagine di Alan Wake 2: come gira su console?
RECENSIONE PS5

Alan Wake 2: come gira su console?

Come si comporta Alan Wake 2 giocato su PS5? Abbiamo dato un'occhiata per voi in questa recensione tecnica del titolo Remedy.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In sintesi

  • Il lavoro svolto non evidenzia problematiche significative su console.
  • Compromessi grafici minimi e assolutamente accettabili.
  • Uno dei giochi fin qui più belli da vedere su PS5.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Alan Wake 2
Alan Wake 2
  • Sviluppatore: Remedy Entertainment
  • Produttore: Epic Games
  • Distributore: Epic Games
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: XSX , PS5 , PC
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 27 ottobre 2023 - 22 ottobre 2024 (retail)

Solo una manciata di giorni fa, su queste pagine, avete avuto modo di leggere ed ascoltare la recensione del nostro Domenico Musicò dedicata ad Alan Wake II, uno dei titoli più attesi dell'anno nonché, stando all'accoglienza riservata ad esso dalla stampa internazionale, il punto più alto della quasi trentennale carriera di Remedy, talentuoso studio finlandese.

Se c'era qualcosa in cui la seconda avventura dello scrittore maledetto era però inciampato, quantomeno nella sua versione PC, era l'aspetto tecnico, con un codice di gioco sporco e un gran numero di bug, alcuni dei quali capaci persino di bloccare la progressione del giocatore lungo la quest principale.

Abbiamo affondato allora i denti nella versione PS5, curiosi di verificare come fosse la situazione su console, e quello che segue è il racconto di quanto abbiamo osservato in questa nostra nuova scorribanda con lo scrittore maledetto.

Volti noti e metariferimenti

Le sperimentazioni e l'utilizzo del full motion video, caratteristica distintiva di Remedy sin dai tempi del sottovalutatissimo Quantum Break, tornano prepotenti in Alan Wake II e si prendono la scena, avviluppando il giocatore in una ragnatela orrorifica intensa, appiccicosa, viscerale, che non lo abbandonerà fino alla fine del viaggio, vissuto nei panni alternati di Saga Anderson e di Alan Wake.

Lo stacco tra la grafica di gioco e le sequenze in live action accentua la scollatura tra realtà differenti su cui poggia il racconto, espelle il giocatore dal continuum spazio-temporale dalla porta per poi farlo rientrare dalla finestra, gettandogli in pasto correlazioni magari non subito evidenti, personaggi apparentemente dimenticati, cameo insignificanti solo all'apparenza.

Come sottolineato in sede di recensione, sebbene non sia necessario aver giocato tanto Alan Wake quanto Control per godere appieno di questo sequel, la conoscenza pregressa di personaggi, storie e luoghi non solo aiuta enormemente nella comprensione del metatesto, ma anche nella produzione di congetture stravaganti, ulteriore, ricorrente pilastro su cui ha sempre poggiato la narrativa made in Remedy.

Meglio sotto ogni punto di vista

In questa sede non abbiamo molto da aggiungere rispetto a quanto evidenziato da Domenico solo qualche giorno fa su queste pagine: volendo forzatamente apporre ad esso un'etichetta che ne faciliti l'inquadramento per i nostri lettori, Alan Wake II vira più nettamente verso il survival horror rispetto alle dinamiche da sparatutto in terza persona del predecessore, con un netto abbassamento del numero di incontri con i nemici e, conseguentemente, delle risorse a disposizione del giocatore.

Tuttavia, l'ultima fatica di Remedy trascende i generi intesi nel senso più classico del termine, muovendosi tra l'investigazione pura à la True Detective per finire col non-sense nero di Twin Peaks, spaziando dal survival horror all'avventura pura, mescolando momenti in cui ricorda il recente remake di Resident Evil 4 ad altri in cui il ritmo si fa lento, e la voglia di esplorare e scoprire è assai più necessaria di quella di impugnare un'arma.

Il risultato finale è nettamente maggiore della somma delle parti, e l'esperienza di gioco è più avvolgente, coesa e stimolante di quanto non fosse quella del prequel, pubblicato d'altronde più di tredici anni or sono.

Ma, detto questo, il gioco su PS5 come se la cava?

Splendido anche su console

Per quanto strano possa sembrare, vista la potenza che è possibile raggiungere con una configurazione PC di ultima generazione, per una volta ci sentiamo di consigliare il download di un gioco su console piuttosto che sul proprio computer.

Durante la nostra prova, fermatasi ad una manciata di minuti dai titoli di coda, non abbiamo fortunatamente riscontrato alcuna delle problematiche segnalate dal nostro Domenico nella recensione della versione PC di Alan Wake 2, con qualche distinguo su cui ci soffermeremo.

Su PS5 non abbiamo incontrato i bug e le problematiche tecniche ancora da limare che avevano invece caratterizzato la prima run su PC.
La versione PS5 consente di scegliere tra i consueti due preset ormai divenuti un caposaldo della corrente generazione di console, entrambi con FSR 2 attivato per migliorare la qualità dell'immagine: 30 fps a 4K (upscalati da circa 1300p) o 60 fps a una risoluzione inferiore, upscalata a 1440p partendo da poco meno di 900p.

Anche stavolta, come poc'anzi, vi consiglieremo qualcosa che raramente facciamo su queste pagine: la modalità Qualità, sponsorizzata da Remedy nonché impostata di default al primo avvio del gioco, rende maggiormente giustizia alla bontà del ray-tracing, alla definizione delle texture, alle splendide ambientazioni create dai grafici di Remedy e dal Northlight Engine, uno dei motori proprietari più potenti sul mercato, che già aveva dato ottima prova di sé con la Ultimate Edition di Control.

Sebbene rispetto alle schede grafiche più potenti su PC si perda inevitabilmente qualcosa, lo spettacolo su un pannello 4K OLED è di primissimo livello, probabilmente uno dei migliori fin qui visti sin dal lancio di PS5.

In entrambe le modalità la stabilità del frame rate è rassicurante, sebbene non ineccepibile, e la diminuita frequenza degli scontri rispetto al primo capitolo non fa sentire la mancanza della fluidità tipica dell'aggiornamento a60 fps.

L'esperienza accumulata con la versione next gen di Control ha fatto bene a Remedy e da questo punto di vista i risultati sono decisamente migliori: abbiamo faticato a trovare aree che mettessero in difficoltà l'aggiornamento dei frame, e anche quando è accaduto non si sono mai persi più di quattro o cinque frame per secondo.

I tempi di caricamento sono virtualmente assenti, con il passaggio al castello mentale letteralmente istantaneo, i volti sono incredibilmente verosimili, il livello di dettaglio complessivo è stupefacente, soprattutto in modalità Qualità, e il sistema di illuminazione del Northlight Engine flette i muscoli in più di un'occasione, tra tramonti infuocati, notti più buie della pece e vicoli male illuminati dai neon, con una resa delle fonti di luce e delle ombre sempre magistrale.

Certo, la natura piuttosto lineare dell'esperienza ha aiutato a tenere alto il livello grafico complessivo, ma sarà comunque difficile per Remedy superarsi in questa circostanza. Tuttavia, lo studio finlandese ha saputo già stupirci in passato e non vediamo l'ora di saggiare cosa potrebbe avere in serbo per noi in futuro.

Cosa più importante, come sottolineavamo in apertura del paragrafo, durante le quasi venti ore dedicate al prodotto sull'ammiraglia Sony non abbiamo riscontrato alcuna problematica davvero impediente: non siamo mai stati rimandati alla dashboard, non abbiamo mai dovuto riavviare un salvataggio e nessun bug ci ha impedito la prosecuzione della nostra avventura.

Permangono diversi problemi di pulizia del codice, con la fisica in-game che ogni tanto sbarella, qualche riflesso molto più luminoso del dovuto e l'innaturale (e fin troppo percepibile) scarto tra le ambientazioni buie e quelle illuminate con HDR attivato.

Qualche compromesso è visibile anche quando si impugna la torcia, con le ombre più distanti a bassa risoluzione e con qualche scaletta in vista, che si dissipa però prontamente man mano che la telecamera si avvicina all'azione.

Rispetto però alle problematiche segnalate da Domenico, che, lo ricordiamo, hanno purtroppo avuto un loro peso anche in fase di valutazione, la versione PS5 si è dimostrata solida e godibile, tanto che il problema più gravoso da segnalare è solo quello relativo ai sottotitoli nella nostra lingua, tardivi nell'apparizione a schermo e troppo spesso completamente fuori sincrono rispetto al parlato. Niente che una semplice patch correttiva non possa sistemare, insomma.

Un altro motivo per preferire la versione console potrebbe peraltro provenire dalle esose richieste in termini hardware che il Northlight Engine impone all'utenza PC per godersi i dettagli al massimo, come il path tracing (assente su PS5) ed il ray-tracing: se non avete un PC di ultimissimo grido (almeno un i7 con una scheda grafica di ultima generazione, per intenderci), quindi, optare per la versione console, per una volta, non sembra una rinuncia poi così dolorosa, grazie anche ad un buon adattamento del control scheme al pad, con tanto di sfruttamento del feedback aptico del DualSense.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Visione autoriale eccezionale

  • Narrativa interconnessa e mozzafiato

  • Tecnicamente all'avanguardia

  • Vi lascerà spesso senza fiato

Contro

  • Più narrazione che gameplay, ammesso che questo sia un problema

Commento

Se non vi fosse chiaro dopo aver letto la recensione della versione PC e quella qui presente, Alan Wake 2 è un titolo imperdibile, l'apice della pluriennale carriera di Remedy ed un prepotente candidato al ruolo di GOTY anche in un anno denso di giochi eccellenti, come The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e Baldur's Gate III.
La versione console non ha evidenziato particolari problematiche a livello di pulizia del codice e di bug impedienti, e le rinunce in termini grafici rispetto alla versione PC, pur presenti, non sono tali da sminuire né la visione autoriale di Sam Lake e compagnia, né la bellezza visiva di un titolo che finalmente consente di respirare aria di next-gen.
Bisogna davvero impegnarsi per trovare difetti a questo prodotto – e quelli presenti, come una scarsa varietà dei nemici o un certo sbilanciamento tra la narrativa ed il gameplay vero e proprio, non riescono comunque ad oscurare quanto di buono l'ultima fatica di Remedy porta in dote.
Che seguiate lo sviluppatore finlandese dai tempi di Max Payne o che vi avviciniate solo adesso al complesso mondo interconnesso ideato da Sam Lake, Alan Wake 2 è un viaggio disturbante ed intenso in cui vale la pena imbarcarsi, anche armati "solo" di console.
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