Alan Wake 2 | Recensione - Ai confini della realtà
Alan Wake 2 è l'opera più eversiva, audace e visionaria di Remedy; un'opera unica che trascende i generi e sperimenta in modo vincente. La recensione.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
In sintesi
- Un'opera eversiva e brillante, che trascende i generi.
- La narrazione è una continua sorpresa.
- Imprevedibile e unico anche su alcune meccaniche di gioco.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Remedy Entertainment
- Produttore: Epic Games
- Distributore: Epic Games
- Testato su: PC
- Piattaforme: XSX , PS5 , PC
- Generi: Survival Horror
- Data di uscita: 27 ottobre 2023 - 22 ottobre 2024 (retail)
Alan Wake 2 è l'opera più eversiva, audace e visionaria di Remedy.
Esce fuori dai classici schemi del videogioco in maniera ancora più netta rispetto a Control (ecco la nostra recensione) e certifica come lo studio di sviluppo finlandese abbia ormai scelto una strada non ancora battuta da nessuno.
In Alan Wake 2 non ci sono consuetudini, luoghi comuni o tutti quei momenti ormai visti in una miriade di giochi tutti uguali tra loro. Il concept brillante e ardito si prende enormi rischi, pur di rispettare una visione autoriale debordante e autoritaria.
Si bea di una scrittura che non conosce i confini di genere e spazia verso i territori spesso indefinibili del new weird, della sperimentazione metanarrativa e della filosofia applicata alla sfera psicologica dei personaggi.
Alan Wake 2 è un tripla A dalla filosofia indie, un'opera che per splendere aveva tutto il bisogno di non essere incanalata, etichettata o inserita in un filone che potesse orientare consumatori abituati forzatamente ad ampie e noiose zone di comfort.
Alan Wake 2, una storia sempre imprevedibile
La storia segue le vicende di Saga Anderson e Alan Wake, personaggi apparentemente agli antipodi e stanziati in luoghi diversi, che per qualche motivo si ritrovano a condividere qualcosa che va ben oltre ogni umana immaginazione.
E non potrebbe essere altrimenti, visto che Saga sta indagando su uno strano caso di omicidio rituale mentre Alan è sparito, disperso, intrappolato forse in una dimensione che difficilmente potrebbe essere descritta come terrena.
Alan Wake 2 si apre con un prologo totalmente inaspettato che non vi sveleremo, un evento che dà il via alle fasi investigative dell'affermata agente FBI conosciuta per aver risolto casi impossibili. Nella prima parte l'esplorazione, le sezioni di ricerca e di investigazione sono preponderanti e hanno il tono maturo e serioso dei migliori thriller letterari e cinematografici, lasciando intendere che lo sviluppo dell'avventura possa mantenere a lungo questo tenore.
Alan Wake 2 (trovate la remastered del primo gioco su Amazon) non è però un gioco che segue le regole, né tanto meno mostra mai l'intenzione di essere in qualche modo leggibile, scontato o con esiti ampiamente prevedibili.
La scrittura spicca letteralmente il volo quando nella storia di Saga, alle prese con una strana setta e con eventi paranormali, si tuffano a capofitto le surreali vicende dello scrittore maledetto, confinato in un non-luogo da cui si diramano eventi reali, immaginari o proiettati dalla mente, che hanno il potere di cambiare la realtà percepita attraverso la forza della scrittura creativa.
Sebbene possa sembrare un concetto complicato da comprendere, la maestria e la cura della scrittura faranno in modo di rendere plausibile e chiaro ogni elemento surreale, fantastico e orrorifico, dimostrando una coerenza di fondo e un'aderenza alla proposta letteraria che solo in Control avevamo in precedenza riscontrato.
Alan Wake 2 va però oltre, perché ogni capitolo rappresenta una continua sorpresa, qualcosa che nessuno può davvero intuire prima di esserne dapprima attonito e stupito testimone, poi lieto e appagato fruitore.
In questo alternarsi tra realtà parallele e mondi che varcano le soglie della percezione a più riprese, Alan Wake 2 riesce a costruire un immaginario completamente nuovo, che è solo in parte originato da quanto finemente descritto in Control, a cui fa continui riferimenti che non possono essere ignorati per l'importanza del mondo condiviso che Remedy sta costruendo.
Se con Saga ci si immerge in contesti a cavallo tra il survival horror e il thriller dark, con Alan si esplorano le derive della psiche. Ossessioni, deliri allucinati, quel passeggero oscuro che trascina altrove la sanità mentale, mancanza di aderenza alle leggi del mondo reale e sviluppi narrativi che sfuggono alle logiche più stringenti sono solo alcuni degli elementi che travolgono e sconvolgono la storia tribolata e maledetta dello scrittore.
Mettendo in scena la dicotomia tra il recupero della propria identità e l'abbandono progressivo alla sua parte più oscura, la storyline di Alan è una sorta di incubo della mente in cui i giocatori stessi sono protagonisti attivi.
Quel Dark Place in cui tutto può cambiare tramite le parole, in Alan Wake 2 assurge a una funzione che va ben al di là delle ambizioni narrative, riversandosi impetuosamente sui sistemi di gioco.
Ci sono infatti alcune meccaniche talmente lontane da ciò a cui siamo stati abituati, e talmente distanti da certi standard, che inizialmente potrebbero farvi irrigidire fino al punto di rifiutarne le logiche. D'altra parte, non tutto sarà immediato e intuitivo, e la loro introduzione è qualcosa a cui dovrete abituarvi in breve tempo, se non vorrete che la vostra mente le cataloghi come stranezze che stonano o che non funzionano.
Anche in questo Alan Wake 2 decide di non affabulare il giocatore, negandogli con forza ciò che si aspetterebbe. Qui, pur di rispettare l'idea primigenia in fase di progettazione, si è optato per implementare qualcosa che avesse senso all'interno del contesto, e che amplificasse al contempo la portata dei messaggi più sottesi.
Sono scelte di game design forti, talvolta chiuse da una gabbia autoimposta, ma che funzionano davvero alla grande e rendono unica l'opera.
Gioie e dolori d'alta scuola
Semmai, sono certi automatismi e obblighi a lasciare dei punti interrogativi su ciò che invece avrebbe potuto essere gestito con maggior attenzione. Nella fattispecie, tutta la storyline di Saga prevede diversi passaggi all'interno del cosiddetto Palazzo Mentale, escamotage visto già in parecchi videogiochi dove è necessario mettere in ordine le deduzioni per far avanzare il caso.
In Alan Wake 2 questo processo è pressoché automatico, e basta semplicemente andare a tentativi per avere sempre il tassello mancante senza nessun particolare problema.
Non vi viene mai richiesto di ricostruire da zero una vicenda, né tantomeno di affiancare indizi per formare una possibile soluzione sistemando tasselli che possono trarvi in errore: qui lo sviluppo dei casi serve soltanto per far proseguire la narrazione, e capiterà quasi sempre di non poter avanzare se non prima si è piazzata nel punto giusto la prova che serve per stabilire con certezza ciò che è accaduto o che è in procinto di stabilire una chiara soluzione.
Nel palazzo mentale potrete anche potenziare armi e abilità con entrambi i personaggi, mentre sarà solo Saga a poter profilare dei personaggi chiave che si ritroveranno al centro del racconto multiforme proposto.
Con Alan le meccaniche di gioco si fanno più complesse e inizialmente meno leggibili, ma non sono mai catalogabili come possibili controversie di game design. Nelle sezioni di gioco con protagonista lo scrittore, capiterà ad esempio di doversi posizionare in dei punti specifici per accogliere all'interno di una strana lampada dei punti luce, al fine di sprigionarli solo dove il gioco ve lo consente.
Accensione e spegnimento non sono ad libitum e funzionano solo in determinate zone. Così facendo, cambieranno istantaneamente davanti ai vostri occhi alcuni elementi dello scenario, aprendovi nuove vie prima invisibili che vi consentiranno di avanzare nell'avventura.
Un'altra meccanica, invece, vi consente di cambiare quasi del tutto i connotati di un'intera sezione. Alan deve però avere uno o più indizi specifici scritti che ritroverete nel suo Palazzo Mentale, i quali, se apposti su una cartolina che rappresenta l'area in cui ci si trova fisicamente, mostrano uno o più piani alternativi in cui bisogna necessariamente agire.
Sebbene possa sembrare tutto complesso e non immediatamente comprensibile, è solo giocando che vi renderete conto di quanto entrambe le meccaniche siano brillanti e in definitiva anche determinanti per stabilire lungo quali linee narrative e metanarrative si muove il gioco, sempre sprezzante della normalità e dotato di una dirompente visione che non lo fa somigliare ad altri videogiochi.
Alan Wake 2 è infatti un'opera di smisurato estro creativo, capace di ospitare al suo interno tutte le arti figurative e non, in modo che tutte insieme siano al pieno servizio degli scopi ultimi dell'autorialità che rifiuta ogni possibile compromesso. Il quarto e l'ottavo capitolo sono con ogni probabilità gli esempi più calzanti, quelli che probabilmente vi lasceranno increduli; ma la realtà è che Alan Wake 2 è letteralmente costellato di episodi incredibili e sorprendenti.
Quando vorrà spaventarvi, ci riuscirà grazie a un'atmosfera che sa cambiare di continuo, modificando registri e toni in pochi istanti; quando vorrà confondervi, deciderà di non darvi punti più di riferimento, facendovi galleggiare nell'incertezza; quando vorrà aumentare i giri del motore, concedendo spazio all'azione, lo farà in maniera sfrenata e con un sottofondo heavy metal che vi caricherà a pallettoni.
Alan Wake 2 è quel gioco che potreste guardare con qualche dubbio, all'inizio, ma quando assorbirete i suoi sistemi di gioco vi entrerà dentro man mano, crescendo piano piano e continuamente fino a diventare una bestia di rara bellezza. E non vi mentiamo affatto quando affermiamo che di giochi simili ne abbiamo visti pochissimi nel panorama dei cosiddetti tripla A.
Tutta questa meraviglia viene però sporcata da problemi non trascurabili in cui siamo incappati nostro malgrado durante la nostra prova esclusiva su PC. Non sappiamo se si è trattato della fretta del publisher di far uscire Alan Wake 2 forzatamente sotto Halloween, né se Remedy ha calcato un po' troppo la mano su alcuni elementi non proprio semplici da gestire e realizzare.
In qualunque modo siano andate le cose, dobbiamo segnalarvi alcuni gravi episodi di bug rompi-gioco, che bloccavano completamente la progressione e che costringevano più volte a ricaricare le partite.
Questa instabilità, assieme a ripetuti episodi di incertezza, potrebbero – a oggi – lasciarvi piantati da una parte senza consentirvi di completare il gioco. Sappiamo che arriveranno delle patch e sappiamo che Remedy è al corrente di quali siano i problemi noti, ma ce ne sono altri che sono evidentemente sfuggiti al loro controllo.
Il consiglio per i giocatori PC è quello di essere attrezzati con un ottimo hardware, perché Alan Wake 2 è un gioco molto pesante, che richiede parecchie risorse. Non è mal ottimizzato, questo vogliamo specificarlo, ma è evidente come ancora qualcosa vada limato a dovere. Al di là di bug, glitch e quisquilie di scarso peso, attualmente la vera preoccupazione risiede negli intoppi di cui vi abbiamo parlato poc'anzi.
E questo è francamente un gran peccato, perché saremmo poco onesti se dicessimo che quegli episodi non abbiano impattato sul giudizio finale o sulla qualità della nostra esperienza.
Restando fiduciosi che Remedy possa ovviare al più presto ai problemi di maggiore gravità, non possiamo far altro che incensare con riverenza l'opera di maggior spessore di Remedy, senza dubbio la migliore per ambizione, visione, genialità ed efficacia del concept, che lascia spazio a un mondo condiviso di cui non vediamo l'ora di scoprire i prossimi sviluppi.
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Voto Recensione di Alan Wake 2 | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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L'opera più eversiva, brillante e visionaria di Remedy.
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Trascende i generi e regala al pubblico un concept di raro estro creativo.
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Il miglior esempio di come le arti classiche siano al pieno servizio del Videogioco.
Contro
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A oggi, alcuni gravi bug possono rompere il gioco e bloccare la progressione.
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Imprecisioni quasi trascurabili per schivate e conflitti e fuoco.
Commento
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