Per Miyamoto è importante che Nintendo realizzi «idee a cui gli altri non hanno ancora nemmeno pensato»

Intervistato da The Guardian, il leggendario Shigeru Miyamoto ha rivelato di non essere tipo da lodi, ma di avere bene chiaro in mente quali idee premiare.

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a cura di Stefania Sperandio

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«Parecchi dei miei compagni di classe andarono a lavorare nell'industria delle automobili, o nella manifattura elettronica. Io volevo fare qualcosa di strano, qualcosa di interessante».

Lo riassume così, Shigeru Miyamoto, il perché dopo aver studiato al Kanazawa College of Art negli anni '70, sia finito a lavorare per Nintendo. Ai microfoni di The Guardian, in una interessante intervista di cui raccomandiamo la lettura integrale, il leggendario autore di MarioThe Legend of Zelda ha aperto la porta su alcuni dettagli della sua carriera, compreso il valore delle idee e i progetti per il suo futuro – che non contempla l'idea di andare in pensione.

«L'anno dopo [a quello in cui entrai in Nintendo], Space Invaders divenne un grande successo. Passavo molto tempo nelle sale giochi, da studente, e i giochi mi interessavano veramente molto. Dopo due o tre anni, mi venne data una opportunità: riuscii a creare Donkey Kong e a quel punto il game design divenne il mio vero lavoro».

E, da allora, sono trascorsi ormai 45 anni – tutti passati con il suo ingegno al servizio di Nintendo –, con il ruolo di Miyamoto che è diventato così trasversale che perfino lui non si descrive più semplicemente come un game designer.

«In quest'epoca, non penso più a me come a un game designer» ha spiegato ai microfoni di The Guardian. «Mi occupo di trovare delle opportunità uniche per Nintendo». Effettivamente, sappiamo che è Miyamoto che si sta occupando anche di portare le IP della casa di Kyoto verso nuove realtà, come quelle del cinema e dei parchi divertimenti.

«È così che funzionano le cose qui: piuttosto che avere un piano e seguirlo, incappiamo nelle cose e, da quel punto, proviamo a trovare un nostro nuovo sentiero. I film, i parchi divertimento: sono entusiasta di vedere che tipo di risultati organici avremo da questo. Sono ancora un neofita quando si tratta di film, sto ancora imparando, ma sto cercando di leggere molte sceneggiature per capire come vengono sviluppati, per vedere come possiamo creare dei film unici a tema Nintendo».

Sappiamo che il primo esperimento, il film animato di Super Mario, non se l'è cavata affatto male. Certo, rimane da vedere come potrà andare invece il live action a tema The Legend of Zelda, ma è ancora presto per farsi un'idea in merito.

E i videogiochi?

Essendo Miyamoto impegnato con tante delle attività di Nintendo, la progettazione dei videogiochi che lui ha creato, come MarioZelda, è oggi in mano ad altri sviluppatori. A tal proposito, The Guardian ricorda che, in una intervista del 2019, Shinya Takahashi aveva descritto Miyamoto spiegando che fornisce costanti feedback su come procedono i progetti, «è raro che dica qualcosa di positivo» aveva sottolineato, evidenziando come l'autore segnali soprattutto cosa migliorare.

«È una persona timida, a dire la verità: anche quando pensa che qualcosa sia ben fatto, molto spesso non lo dice direttamente a quella persona».

Delle parole che oggi, nel 2023, Miyamoto commenta sottolineando che i gesti fanno danno ben più riconoscimento delle parole:

«Non lodo molto le persone, me ne sono reso conto quando ho letto quell'intervista.

Detto questo, però, penso che trovarci a lavorare insieme al prossimo progetto sia il più grande complimento che io possa fare».

Venire confermati a lavorare con lui, sotto la sua supervisione, significa ben più di un singolo «bravo, hai fatto bene», insomma.

Certo, avere delle idee non è mai scontato, soprattutto considerando che Nintendo ha fatto dell'originalità il suo cuore pulsante. Sono decenni che la casa di Kyoto inventa e reinventa i suoi franchise storici, con trovate ingegnose che li rendono sempre freschi. Pensate, solo quest'anno, a Super Mario Bros. Wonder e a The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom.

Per Miyamoto, è importante che le idee, per essere apprezzate, siano nuove, innovative, fresche.

«Devono essere cose a cui gli altri non hanno ancora nemmeno pensato, che nessun altro sta cercando di raggiungere» ha ragionato con The Guardian. «Devono essere idee nuove. Sono quelle le idee su cui vale la pena lavorare, per vedere se possono funzionare o meno».

Tempo di andare in pensione... o no?

Oggi, Shigeru Miyamoto ha 71 anni e, essendo impegnatissimo tra le tante attività di Nintendo ed essendo il suo volto più celebre, come immaginerete non pensa nemmeno di andare in pensione.

Quando gli è stata posta la domanda specifica nel corso dell'intervista, ha spiegato che:

«Più che alla pensione, penso al giorno in cui cadrò. In quest'epoca e a questa età, devi pensare alle cose in un intervallo di cinque anni: quindi penso a chi potrei passare le cose, in caso dovesse succedere qualcosa.

Sono davvero grato che ci sia così tanta energia intorno alle cose a cui ho lavorato. Sono cose che sono in giro per tutto il mondo, che sono state già coltivate da altri, cresciute da altri, le hanno aiutate a svilupparsi, in un certo senso non sento più così tanto di esserne io il padrone».

La mano, in qualche modo, è già passata – ma poter contare sul feedback dell'autore originale, sul suo genio e la sua supervisione, fa sicuramente ancora oggi la differenza.

Potete leggere l'intervista completa, in inglese, su The Guardian.

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