Torniamo a parlare dello spinoso tema dei prezzi dei videogiochi, sui cui sviluppatori e publisher hanno detto la loro in più di un'occasione negli ultimi mesi e stavolta tocca a Strauss Zelnick, CEO di Take-Two, il publisher di GTA 6.
Nonostante i listini di base siano aumentati, come potete vedere dai preordini su Amazon per i giochi sulle console di attuale generazione, questi prezzi potrebbero aumentare ancora in futuro.
Sul tema si è espressa Capcom qualche settimana fa, dichiarando che i prezzi sono attualmente troppo bassi perché possano essere sostenibili per gli sviluppatori.
Successivamente è arrivata la risposta di Shawn Layden, ex presidente PlayStation, il quale ha dichiarato che nella sua opinione non ci sia solo un problema di «prezzi bassi», ma anche di costi di sviluppo troppo elevati.
Ma cosa ne pensa il CEO di Take-Two? La risposta, come riporta The Gamer, è ancora più scoraggiante forse perché si torna a parlare dei videogiochi-un-tanto-al-chilo.
Strauss Zelnick pensa che l'industria dovrebbe fare un ulteriore passo avanti e che i giochi dovrebbero essere prezzati al loro "valore orario".
Dando adito a quella parte di videogiocatori che valutano i propri acquisti in base alla durata dei videogiochi, e che per questo motivo si sono scagliati anche contro Insomniac Games per la durata di Marvel's Spider-Man 2, Zelnick sostiene questo tipo di valutazione.
Ecco la spiegazione della sua idea:
«In termini di prezzo per qualsiasi proprietà di intrattenimento, fondamentalmente, l'algoritmo è il valore dell'utilizzo previsto dell'intrattenimento, vale a dire che il valore orario moltiplica il numero di ore previste più il valore terminale percepito dal cliente proprietario se il titolo è effettivamente di proprietà e non, ad esempio, affittato o sottoscritto. E vedrai che ciò si conferma in ogni tipo di veicolo di intrattenimento. Secondo questo standard, i nostri prezzi in prima linea sono ancora molto, molto bassi perché offriamo molte ore di impegno.»
Successivamente, Zelnick ha anche affermato che questo è un obiettivo al momento irrealistico, visto che «non significa necessariamente che l'industria abbia potere di fissazione dei prezzi o voglia avere potere di fissazione dei prezzi», anche se per il CEO di Take-Two il valore offerto dai videogiochi è ancora troppo altro rispetto al prezzo di vendita.
Un ragionamento che, per altro, ha portato anche Remedy a cercare di rendere Alan Wake 2 un gioco più lungo di quanto inizialmente preventivato.
Vedremo cosa succederà se e quando i prezzi aumenteranno globalmente. L'unica cosa certa è che da anni gli esponenti dell'industria del gaming avvertono sul pericolo della sostenibilità.
Intanto, quanto costerà GTA 6 alla fine? Anche in questo caso potrebbero non esserci buone notizie.