Probabilmente ci sono ben pochi dubbi sul fatto che NBA 2K24 sia una simulazione di tutto rispetto per gli amanti del basket. Ma, allo stesso tempo, ben pochi sarebbero pronti a sostenere che le microtransazioni introdotte da Take-Two non siano affatto aggressive, per usare un eufemismo.
È un problema che avevamo segnalato a tempo debito anche nella nostra recensione dedicata, ma che era stato prontamente oggetto di lamentele da parte degli utenti, come dimostrato dall'ondata di recensioni negative su Steam.
Ma adesso molti giocatori avrebbero deciso di dire basta, provando a farsi sentire in sede legale: come riportato da Axios, nelle scorse ore ha iniziato a prendere piede una class action contro Take-Two proprio per le microtransazioni di NBA 2K24 (lo trovate in sconto su Amazon) e, in generale, per tutti gli altri giochi sportivi del gruppo.
La class action non riguarda però la loro esistenza stessa o la loro implementazione, ma prevalentemente l'impossibilità di trasferire le monete virtuali tra un gioco e l'altro.
Secondo quanto sostenuto nella class-action, l'approccio di Take-Two viene considerato «ingiusto, illegale e avido», soprattutto se ciò viene unito al fatto che i server vengono progressivamente disattivati dopo il lancio di un nuovo gioco, rendendo di fatto inutili le valute acquistate fino a quel momento.
L'accusa nei confronti del publisher è di pratiche commerciali scorrette e di furto, in relazione alle valute virtuali inutilizzate destinate a scomparire per sempre con lo spegnimento dei server, sottolineando che la rimozione di questi soldi virtuali acquistati tramite microtransazioni verrebbe considerato «furto di proprietà personali» o «appropriazione fraudolenta».
Take-Two si è rifiutata di commentare la notizia o di rispondere all'accusa in tribunale: non possiamo dunque che attendere ulteriori sviluppi e vedere come si evolverà la situazione.
Axios ricorda comunque che non è la prima volta che il publisher subisce una causa di questo tipo, ma in quel caso il tutto si risolse a porte chiuse tra le parti coinvolte.
Curiosamente, recentemente anche PlayStation Store si sta ritrovando ad affrontare una class action: il negozio digitale è stato accusato di monopolio e abuso di posizione dominante.