Six Days in Fallujah ha decisamente fatto parlare di sé nei mesi scorsi, essendo uno degli sparatutto bellici più controversi che il mercato potesse mostrare.
Lontano da giochi più classici come Modern Warfare 2 (che trovate su Amazon a prezzo basso) il gioco in questione è stato accusato di essere troppo realistico e crudo.
Lo sparatutto è basato su fatti storici realmente accaduti, replicando le orribili pratiche sofferte dai civili nella serie di sconti a fuoco nell’omonima città dell’Iraq.
Ora, dopo che il gioco è tornato a mostrarsi con due video di una versione pre-alpha, è tempo di parlarne di nuovo.
Come riportato anche da DSOGaming, Victura ha annunciato che la fase Early Access di Six Days in Fallujah inizierà il 22 giugno.
Per celebrare questo annuncio, l'editore ha anche pubblicato un nuovo trailer di gioco che potete trovare qui sotto.
Six Days in Falljuah sarà uno sparatutto tattico in prima persona. Il gioco avrà spazi di missione generati proceduralmente e basati su eventi reali della seconda battaglia di Fallujah del 2004 nella guerra in Iraq. Poco sotto, trovate i requisiti minimi e consigliati.
MINIMI:
Requires a 64-bit processor and operating system
OS: Windows 10
Processor: Intel i5 7th generation or AMD Ryzen 5-2600
Memory: 8 GB RAM
Graphics: Nvidia GTX 970 or AMD Radeon R9 390 / AMD 580
DirectX: Version 12
Network: Broadband Internet connection
Storage: 22 GB available space
Sound Card: Direct-X compatible
RACCOMANDATI:
Requires a 64-bit processor and operating system
OS: Windows 11
Processor: Intel i7-8700 or AMD Ryzen 7-2700x
Memory: 12 GB RAM
Graphics: Nvidia RTX 2070 or AMD RX-5700XT
DirectX: Version 12
Network: Broadband Internet connection
Storage: 22 GB available space
Sound Card: Direct-X compatible
Inoltre, i team intendono realizzare lo sparatutto militare più autentico mai realizzato.
Stando a un'indiscrezione di David Jaffe, nel corso del suo travagliato sviluppo il gioco sarebbe passato anche per le mani di Santa Monica Studio.
Le contradditorie dichiarazioni degli sviluppatori hanno parlato di un gioco che non vuole essere politico ma che tratta un crimine di guerra dal punto di vista dei marines americani.
Ma non solo: l'ex streamer Alanah Pearce aveva reso noto di essere stata invitata a non parlare delle controversie sul gioco, per evitare possibili revoca della sua green card.