Immagine di Sword Art Online Last Recollection | Recensione - Un adattamento poco ispirato
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Sword Art Online Last Recollection | Recensione - Un adattamento poco ispirato

Sword Art Online torna con un nuovo videogioco che chiude l'arco narrativo Alicization, ma senza eccellere in nessun aspetto tra storia e gameplay.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

In sintesi

  • Storia basata solo in parte sull'anime da cui il gioco è tratto e le nuove aggiunte la semplificano molto
  • Esplorazione e mappe che sembrano uscite dall'era PS2
  • Combattimenti con diverse opzioni interessanti, ma piagati da una certa ripetitività

Informazioni sul prodotto

Immagine di Sword Art Online: Last Recollection
Sword Art Online: Last Recollection
  • Sviluppatore: Aquria
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Bandai Namco
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS5 , PS4 , XONE , XSX
  • Generi: Azione , Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 6 ottobre 2023

Videogiochi e anime sono da sempre due mondi molto affini. Sin dall’epoca a 8-bit esistevano videogiochi tratti dalle più famose serie animate giapponesi e, con il crescente successo di queste in tutto il mondo, le produzioni videoludiche a esse dedicate sono andate ad aumentare.

Curiosamente, di recente la tendenza si è persino invertita: stiamo infatti vedendo sempre più serie animate tratte da alcuni videogiochi famosi, come è successo ad esempio con Cyberpunk 2077.

Tra i tanti famosi anime degli ultimi anni, la serie Sword Art Online è una di quelle più presenti in fatto di adattamenti videoludici e proprio in questi giorni è arrivato l’ultimo capitolo a lei dedicato, ossia Sword Art Online Last Recollection, titolo disponibile su PS5 e PS4, Xbox One e Series S/X e infine PC.

Questa serie, nata in origine come light novel in Giappone (tutt’ora in corso, inoltre), è perfetta per essere adattata in videogioco, dato che, per chi non lo sapesse, la storia, ambientata in un futuro prossimo, vede i protagonisti avventurarsi in avanzati videogiochi online. La prima saga della storia, ad esempio, narrava di un gruppo di persone rimaste intrappolate in un videogioco online dopo aver collegato la propria mente a un visore virtuale di ultima generazione.

Come purtroppo succede spesso, però, gli adattamenti videoludici di molti anime sono fatti con poca cura e poco budget, limitandosi a sfruttare il nome della licenza per vendere più copie ai fan.

Ci dispiace rivelarvi che questo è anche il caso di Sword Art Online Last Recollection.

La guerra dell’Underworld

La storia di Sword Art Online Last Recollection (potete già trovarlo su Amazon) riprende direttamente dopo gli eventi del precedente titolo, ossia Sword Art Online Alicization Lycoris, uscito nel 2020. Questi due giochi adattano infatti le serie animate che compongono l’arco narrativo conosciuto come Alicization, conclusosi qualche anno fa.

Nonostante ci sia un riassunto degli eventi del gioco precedente, il titolo è destinato soprattutto ai fan della serie, dato che sarà difficile per un neofita capire bene cosa stia succedendo e chi siano tutti i personaggi presenti.

In questo gioco troviamo infatti ben quaranta (e oltre) personaggi giocabili, tra cui molti introdotti anche prima della saga Alicization; dunque, se non si è mai visto un episodio o giocato a nessun titolo dedicato a Sword Art Online, non è certo consigliabile iniziare da questo.

I videogiochi dedicati a Sword Art Online, inoltre, hanno da sempre la curiosa usanza di riprendere come base le storie viste nell’anime, ma senza seguire il canon. In quasi tutti i precedenti capitoli, il focus si spostava molto su personaggi inediti creati appositamente, cosa che ovviamente portava a notevoli cambiamenti rispetto alla trama canonica vista nell’anime.

Se non conoscete la serie, sia videoludica che animata, non è consigliabile iniziare direttamente da questo episodio.
La stessa cosa accade anche in Sword Art Online Last Recollection, che vede l’introduzione del Cavaliere Oscuro Dorothy, personaggio che diventerà centrale nella trama e che la cambierà anche rispetto a quanto visto nell’ultima stagione dell’anime.

L’inizio della storia riprende quanto visto sia alla fine del precedente gioco che nell’anime: i regni umani del mondo virtuale di Underworld sono ormai prossimi alla guerra contro il Dark Territory, ossia le zone controllate dalle razze non umane. All’improvviso, però, dal Dark Territory compare una giovane donna che sembra voler cercare la pace con gli umani.

Questa donna è proprio Dorothy e, insieme a Kirito e al suo gruppo di amici, compirà un viaggio nel Dark Territory per convincere i leader delle varie razze non umane a non andare in guerra. Chi conosce la storia dell’anime saprà che forze malefiche non appartenenti all’Underworld si muovono nell'ombra per fare in modo che la guerra avvenga a ogni costo.

Diciamo la verità: già l’anime di Sword Art Online non ha mai brillato per quanto riguarda la narrazione, per vari motivi che non staremo a elencare in questa sede.

Questo videogioco semplifica e rende ancor più lineare la storia della serie a cui si ispira, rimaneggiando molti eventi e cercando di focalizzare l’attenzione soprattutto sulla storia di Dorothy. Il problema è che questo personaggio inedito è scritto male ed è davvero poco interessante.

La sua backstory è piena di cliché davvero banali, che si ripercuotono anche sul suo carattere da ragazza insicura, che troverà poi conforto nelle parole del protagonista Kirito, aggiungendosi alla schiera di personaggi femminili che inspiegabilmente si innamorano di uno dei personaggi più piatti mai visti in un anime.

Ovviamente, questa caratterizzazione sommaria già derivata dall’anime si ripercuote anche sul videogioco, che vede la qualità della storia calare ulteriormente proprio per via delle semplificazioni degli eventi e dei cambiamenti dovuti alla presenza di Dorothy e di altri nuovi personaggi.

Insomma, se trovate che la storia di Sword Art Online sia bella e con personaggi interessanti, probabilmente apprezzerete la trama di questo titolo (un consiglio spassionato, però: sappiate che potete trovare di molto meglio nel mondo degli anime, ndr). Tenete comunque a mente che gli eventi visti nella serie animata da cui il titolo è tratto sono molto rimaneggiati e potrebbero farvi rimanere delusi.

Un mondo oscuro e poco dettagliato

L’avventura vissuta in Sword Art Online Last Recollection ci porterà in un viaggio per i territori oscuri, che, come il nome lascia intendere, non saranno certamente soleggiati e allegri. Troveremo principalmente caverne, aree desertiche, città diroccate, castelli e altre caverne.

Insomma, capiamo bene l’intenzione di rendere al meglio l’inospitalità dei territori, ma il problema principale è che le mappe sono estremamente poco ispirate per quanto riguarda l’art direction.

La cosa che più ci ha colpiti, in negativo però, è il level design, che sembra uscito da un JRPG di epoca PS2. Troveremo infatti zone molto lineari, fatte quasi completamente da corridoi intervallati da qualche bivio, soprattutto nei vari dungeon, in cui cercare al massimo alcuni tesori e poco altro.

Le mappe sono dunque sostanzialmente vuote, con solo diversi mob sparsi per farci combattere e molto poco da fare, se togliamo qualche enigma ambientale, nemmeno troppo brillante. L’unica nota positiva è che la velocità di spostamento dei personaggi è piuttosto alta, il che consente di saltare aree e in caso di superare facilmente l’ennesimo mob messo sul percorso.

Come ogni RPG, anche questo Last Recollection avrà, oltre alla storia principale divisa in undici capitoli, diverse quest secondarie da affrontare. Anche queste missioni opzionali, però, vengono da un’altra epoca, essendo di base tutte delle fetch quest in cui sconfiggere mostri o recuperare oggetti per qualche PNG, e non offrono davvero nulla di più se non qualche oggetto e punto esperienza extra; questi non sono però necessari al completamento del gioco, dato che la difficoltà non è mai eccessiva, almeno a livello normale.

Sarà anche possibile scegliere il livello di difficoltà Storia, per non avere problemi in combattimento, o Difficile, se si vuole una sfida più ardua. Per completare il gioco, facendo anche qualche attività secondaria, abbiamo impiegato quasi una trentina d’ore, che potrebbero aumentare di molto se si sceglie di completare tutto al 100%.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, il gioco presenta una grafica davvero antiquata, con aree molto scarne per quanto riguarda i dettagli delle texture e le animazioni dei personaggi non giocanti, che sembrano arrivare da due generazioni fa.

Molto fastidioso anche l’effetto pop-in delle texture degli scenari e di alcuni elementi delle mappe, ben evidente in diversi casi. Si salvano i personaggi principali, realizzati con un cel-shading quantomeno decente, e alcune animazioni, accettabili soprattutto in battaglia, anche se i particellari e gli effetti speciali delle varie abilità sono un po’ altalenanti.

Problematica anche la telecamera, soprattutto contro avversari molto grossi, visto che tende spesso a non centrare bene l’azione. Se non altro, c’è una buona varietà di creature dal design accattivante, specialmente per i boss.

Per gli appassionati segnaliamo anche un’ottima opening animata e il doppiaggio realizzato dalle voci originali, cosa che è ormai immancabile in ogni videogioco tratto da un anime.

Scontri da MMORPG

Il fulcro di Sword Art Online Last Recollection (già disponibile su Amazon) è ovviamente rappresentato dai combattimenti. Il combat system del gioco riprende molto quello dei titoli precedenti, ma con l’aggiunta di diverse novità.

Spesso il combat system si riduce solo a un button mashing contro il nemico di turno.
Le battaglie sono strutturate come un interessante mix tra un sistema action e uno in stile MMORPG, in cui prenderemo il comando di un party composto da massimo quattro personaggi. In combattimento si potrà attaccare con delle combo basilari e liberare le skill delle varie armi in nostro possesso spendendo gli SP: dovremo poi aspettare che questi si ricarichino per poter utilizzare nuovamente gli attacchi più potenti di ogni personaggio. Potremo comandare qualunque personaggio del party semplicemente scegliendolo tramite la pressione di un tasto.

Sarà anche possibile schivare gli attacchi nemici e, se si riuscirà a schivare all’ultimo secondo, partirà una sorta di bullet time in cui il tempo rallenterà, consentendoci di sferrare qualche attacco extra.

Dicevamo di un sistema di combattimento che ricorda lo stile dei MMORPG – e giustamente, visto che il titolo è ambientato in un videogioco di questo tipo: il sistema di targeting e di assalto contro i mob, ad esempio, li richiama molto, con una sequenza di attacchi normali ripetuti all’infinito, da alternare poi con le varie skill non appena queste sono caricate.

Ci sono poi gli attacchi dei nemici, che spesso, soprattutto quando sono ad area, verranno visualizzati sul terreno per evidenziare l’area in cui faranno danno e dove sarà dunque meglio non trovarsi.

Le skill utilizzabili dai personaggi sono soprattutto basate sui vari tipi di arma: ce ne sono tredici in totale, e ogni personaggio del party è legato a una sola tipologia tra queste – tranne Kirito, che non avrà nessun limite per le armi da utilizzare.

Ogni tipologia di arma ha uno skill tree in cui sbloccare abilità attive e passive, che sarà possibile equipaggiare così da poterle richiamare subito durante il combattimento. Alcune di queste skill, inoltre, faranno da counter ad attacchi nemici, come ad esempio i proiettili, ed eseguirle al momento giusto permetterà di infliggere danni extra.

La progressione dei personaggi all'interno del gioco è piuttosto lineare.
Si potranno inoltre concatenare varie skill, eseguendole una dopo l’altra con tutto il party per creare delle Chain Burst che aumenteranno il moltiplicatore di danni generale e renderanno più facile riempire la barra Break dei nemici – che, una volta al massimo, causerà il loro stordimento per alcuni secondi.

Quando quest'occasione si verificherà, atterrati i nemici, sarà poi possibile utilizzare le Arti Finali. Questi sono attacchi resi con uno spettacolare filmato apposito in cui vedremo il personaggio di turno utilizzare la sua mossa più potente. Un attacco fondamentale che infliggerà molti danni e sarà indispensabile per far fuori i nemici più pericolosi.

Gli avversari sono in grado di infliggere molto danno, soprattutto i boss, se non si sta attenti, ma fortunatamente i membri caduti del nostro party si rianimeranno automaticamente dopo un tot di tempo, meccanica che si potrà utilizzare a proprio vantaggio quando il personaggio controllato ha pochi punti vita.

È anche presente una nuova meccanica per sostituire un proprio personaggio preso di mira dai nemici con un altro, così da evitare che subisca troppi danni.

Altra novità tra le opzioni in battaglia sono gli attacchi combinati di gruppo, eseguibili dopo aver riempito un’apposita barra. Una volta attivati, vedremo i nostri quattro eroi assaltare ognuno con una mossa speciale il nemico di turno, in un filmato che purtroppo non sarà possibile saltare, come lo sono invece quelli delle Arti Finali.

Alla lunga, questi filmati diventano piuttosto pesanti da vedere, perché spezzano troppo il ritmo, ma allo stesso tempo saranno utilissimi in battaglia, perché potranno anche interrompere gli attacchi nemici e inoltre questi attacchi infliggeranno davvero molto danno.

L'ultima opzione disponibile in battaglia è una sorta di potenziamento dell’arma in uso tramite un effetto di risveglio, attivabile dopo aver riempito l’apposita barra, che renderà le armi più potenti per un certo periodo di tempo.

Abbiamo apprezzato molto la possibilità di impostare il comportamento dei personaggi gestiti dall’IA tramite dei menu che ricordano i gambit di Final Fantasy XII in versione semplificata. In questo modo potremo impartire ordini chiari a ogni membro del nostro party senza dover interrompere continuamente l’azione per darli manualmente (cosa che sarà comunque possibile fare).

La gestione dei personaggi, tra equipaggiamento e progressione, è poi piuttosto lineare: ogni personaggio, oltre alle skill per le armi già citate, ha la possibilità di equipaggiare un’arma, un’armatura e due accessori.

Il combat system di Sword Art Online Last Recollection ha molte opzioni e riesce a offrire una certa varietà, ma in sostanza in molte situazioni si riduce a un button mashing selvaggio contro il nemico di turno, per poi cercare di concatenare più skill possibili al fine di aumentare il danno e stordire i nemici, utilizzando infine le Arti Finali.

Certo, c’è un po’ di varietà nelle skill, ma non è che siano molto valorizzate e si finirà per utilizzare solo quelle più potenti o con cui ci si trova meglio, finendo per continuare a colpire i nemici in maniera ripetitiva tra attacchi base e skill, ricordandosi ogni tanto di schivare e curare.

L’azione è poi confusionaria, con tutti e quattro i personaggi intenti a lanciare skill su skill – e, soprattutto, la cosa che più ci ha fatto storcere il naso sono le battaglie contro i boss, che sono quasi sempre delle spugne per i danni, per cui ci vorranno anche quindici se non venti minuti per buttare giù quelli più tosti, ripetendo costantemente le stesse azioni. Inutile dire che la noia sopraggiungerà dopo poche battaglie.

Segnaliamo poi la possibilità di giocare online con altri quattro giocatori e i loro party (per un totale di sedici personaggi), per affrontare alcune sfide speciali contro nemici pensati appositamente. Certo, questi potranno essere affrontati anche da soli, ma considerate che hanno un quantitativo di punti vita spaventoso.

Voto Recensione di Sword Art Online Last Recollection | Recensione


5.8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Buon quantitativo di contenuti e fan-service per gli amanti di Sword Art Online

  • Combat System con diverse opzioni interessanti...

Contro

  • ...ma risulta alla fine troppo ripetitivo nelle azioni e con boss troppo tediosi da affrontare

  • La storia non brilla e i personaggi inediti sono mal caratterizzati

  • Esplorazione troppo all'antica

  • Comparto tecnico con molti problemi

Commento

Sword Art Online Last Recollection è, purtroppo, un JRPG pieno di difetti in ogni suo aspetto. La storia è semplificata rispetto all’anime e il personaggio creato appositamente per il gioco non brilla come caratterizzazione. L’esplorazione è ferma a tre generazioni fa e con soltanto fetch quest come missioni secondarie. I combattimenti sono interessanti, ma afflitti da un sistema troppo ripetitivo e con dei nemici che sono delle spugne per i danni. Probabilmente gli appassionati della serie creata da Reki Kawahara saranno felici degli elementi di fan-service presenti – come un enorme cast di personaggi giocabili al suo interno – ma al di là di questo il prodotto ludico, di per sé, ha davvero poco da dire.
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