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Rune Factory 3 Special | Recensione - Vai a zappare la terra

Rune Factory 3 Special è una riproposizione fedele del terzo capitolo di una delle serie farming RPG più amate in assoluto: vediamola nella recensione.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In sintesi

  • Un titolo rilassante e colorato, come ce ne sono sempre meno
  • Tante cose da fare, ma anche poca profondità
  • Ideale per un pubblico giovane e abbastanza disimpegnato

Informazioni sul prodotto

Immagine di Rune Factory 3 Special
Rune Factory 3 Special
  • Sviluppatore: Marvelous Inc.
  • Produttore: XSEED Games, Marvelous
  • Distributore: XSEED Games, Marvelous
  • Testato su: SWITCH
  • Piattaforme: PC , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo , Simulazione
  • Data di uscita: 5 settembre 2023

Sono passati tre anni e mezzo dalla pubblicazione su Switch di Rune Factory 4 Special, versione riveduta e corretta del quarto episodio originariamente pubblicato su 3DS, a sua volta seguito dal quinto – e, considerando la buona accoglienza ricevuta non solo su queste pagine, era solo questione di tempo prima che Marvelous decidesse di portare sull'ammiraglia Nintendo anche il terzo capitolo, uno dei favoriti del pubblico.

Non potevamo allora lasciarci scappare l'occasione di recensire anche questo, così da fornire un servizio completo a tutti i fan del franchise e a quanti cerchino un farming RPG rilassato e colorato.

Com'è andato, allora, questo ritorno? Vediamolo nella recensione.

Amnesia mon amour

Per essere nato come un semplice spin off di una farming simulation come Story of Seasons, Rune Factory ha bruciato parecchie tappe, divenendo una delle proprietà intellettuali più amate (e fruttuose) di Marvelous: non a caso, dopo aver già proposto su Switch quarto e quinto capitolo, XSEED non si è lasciata sfuggire l'occasione di completare il quadretto, proponendo il titolo in esame oggi, pubblicato originariamente sulla prima console portatile a due schermi di mamma Nintendo.

E tutto questo in attesa del sesto episodio, già confermato ed in lavorazione.

Fortunatamente, sebbene con qualche riserva come vedremo nei prossimi paragrafi, lo sforzo produttivo non si è limitato alla pigra riproposizione upscalata di un titolo con quasi tre lustri sulle spalle, mettendo così a disposizione dell'utenza Switch una release a metà tra rimasterizzazione e remake, opportunamente ammodernata per adeguarsi, per quanto possibile, ai gusti ed agli standard odierni.

Non abbiamo riscontrato modifiche alla trama o all'ambientazione, però, e quindi riassumeremo brevemente l'incipit narrativo, che vede l'alter ego del giocatore, Micah, letteralmente cadere dal cielo, ovviamente senza alcuna memoria pregressa, nel bel mezzo di un bucolico paesino di campagna, uno di quelli in cui la vita scorre semplice e placida, in cui ci si guadagna il pane col sudore della fronte e le levatacce mattutine.

Rune Factory si conferma come una delle IP più fruttuose e più amate di Marvelous.
L'unico elemento che potrebbe generare tensioni in un quadretto così idilliaco è rappresentato dalla convivenza non sempre facile tra razze differenti, visto che gli umani non sono gli unici a fare affidamento sui frutti della terra per sopravvivere.

Il nostro alter ego, guarda caso, possiede però lo strabiliante (?!?) potere di trasformarsi in una sorta di pecora dorata all'inizio dell'avventura, e, ancora più inspiegabilmente, questa peculiare abilità sembra venire digerita con una punta di indifferenza dalla popolazione del vilaggio.

Chi se non meglio di lui, un po' umano ed un po' animale, può allora fare da ponte tra culture diverse e spandere zucchero a velo dove prima c'era zizzania?

Com'è evidente già da questa nostra breve sinossi, il comparto narrativo non è esattamente il punto forte della produzione – e, se da un lato la scelta di non metterci mano farà felici i fan della prima ora, dall'altra non può che sembrare una mezza occasione persa, che il team di sviluppo avrebbe potuto sfruttare per approfondire i personaggi e ispessire i rapporti tra di essi e il tessuto narrativo del titolo.

Tanta carne al fuoco

La gestione del personaggio e del gameplay non sono poi così dissimili dagli altri capitoli analizzati in precedenza: il nostro alter ego presenta una barra della salute e una della stamina, consumata la quale non potrà fare altro che chiudere la giornata, a meno di non voler vedere consumati pian piano i punti ferita.

La quasi totalità delle attività, divise in quelle legate al farming e quelle di combattimento ed esplorazione, consuma stamina, ed è quindi fondamentale che il giocatore abbia una chiara idea di come impiegare le sue giornate e di come ottimizzare i segmenti di tempo messi a disposizione dal gioco, anche in assenza di timer particolarmente stringenti.

Il gioco lascia ampia libertà su cosa piantare e far crescere, favorendo però i giocatori che seguiranno i consigli e lo scorrere delle stagioni e sfrutteranno il momento ideale per coltivare l'ortaggio giusto: l'inverno sarà lungo ed inclemente, e lascerà più spazio all'esplorazione e alle battaglie, laddove primavera ed estate richiederanno maggiore applicazione nella vita da contadini.

Questa versione introduce anche un nuovo livello di difficoltà, battezzato esageratamente come Inferno.
Sono ben sette le tipologie di armi che è possibile impugnare lungo le quattro differenti regioni esplorabili, e c'è un gran numero di animali reclutabili per aiutare il nostro in battaglia, anche se l'impressione è che il team di sviluppo abbia voluto strizzare l'occhio ai fan dei giochi à la Pokémon, perché il livello di sfida complessivo non avrebbe altrimenti reso necessario ulteriore aiuto per il giocatore, già raramente impegnato dall'intelligenza artificiale.

Consci di questo, gli sviluppatori di XSEED hanno aggiunto, in esclusiva per questa versione Special, un nuovo e più elevato livello di difficoltà (esageratamente battezzato col nome di "Inferno"), che si limita però a modificare il rateo dei danni inflitti e ricevuti dal giocatore, fino a liveli talvolta esagerati, senza modificare in alcun modo le routine comportamentali dei nemici, che rimangono abbastanza bidimensionali nelle loro strategie d'attacco.

Nondimeno, tanto in termini di varietà quanto di mera quantità, considerando il gran numero di quest secondarie disponibili e la presenza di una bacheca degli incarichi sempre ben fornita in città, le cose da fare non mancano, a condizione che si scenda a patti con la superficialità di molti dei sistemi di gioco, perfetti per partite mordi e fuggi e per una tipologia di utenza non troppo smaliziata.

Nonostante la scarsa profondità di entrambi i principali sistemi di gioco, ovvero il farming ed i combattimenti in tempo reale, comunque, il grande merito di Rune Factory 3 Special risiede nell'interconnessione tra di essi e nella fluidità con cui, come in un sistema di vasi comunicanti, l'uno confluisce nell'altro: cacciare nuovi mostri porta in dote dei drop sempre più rari, con i quali il giocatore può forgiare nuove armi, costruire strumenti di lavoro inediti ed utilizzarli per migliorare il proprio raccolto, creando un loop di gameplay a tratti assuefacente, soprattutto per chi cerca una simulazione rilassante e senza troppe pretese in termini di impegno e difficoltà.

Il senso di progressione è costante e, qualunque scelta si faccia, si viene ricompensati con un aumento di qualche statistica: raccogliere i frutti del duro lavoro sul campo, esplorare un dungeon, pescare, cucinare o rivendere gli oggetti rinvenuti ai vari negozi in paese sono tutte attività che porteranno tangibili ricompense al giocatore (e, presumiamo, una discreta dose di dopamina nel cervello).

Poche cose fatte, ma fatte bene

A partire dalla splendida introduzione in stile anime, appare evidente come Marvelous abbia voluto rendere giustizia ad uno dei suoi titoli più amati con un overhaul completo tanto a livello tecnico quanto artistico.

Se il comparto animazioni denuncia l'età del progetto ed una certa legnosità, le talking head animate dei personaggi, le architetture e le (sparute, ad onor del vero) sequenze pre-calcolate funzionano tutte benissimo, e faranno sicuramente la felicità di chi aveva amato il titolo originale.

Le ambientazioni pre-calcolate in cui si muovono i personaggi del gioco non disturbano più di tanto, perché le accortezze per riportarle in forma sono state sufficienti: non mancano texture più spoglie e fondali che sarebbero più a loro agio su 3DS che non su Switch, ma nel complesso il titolo appare gradevole, e lo stile artistico adottato si addice di gran lunga di più alla serie di quello visto nel quinto capitolo, come avemmo modo di sottolineare in sede di recensione già in quell'occasione.

Peccato, allora, che il maggiore spazio sulla cartuccia di Switch rispetto a quelle DS non sia stato sfruttato per aggiungere un doppiaggio degno di questo nome, con i personaggi che ripetono ad nauseam le medesime tre o quattro frasi pre-impostate che vengono a noia già dopo un paio di ore di gioco: da questo punto di vista si poteva fare di meglio, senza dubbio.

Qualche dubbio sorge anche sulla scelta del prezzo di lancio, di circa dieci euro più elevato rispetto a quanto richiesto qualche anno fa per la versione Special del quarto episodio: le aggiunte sono comparabili, e quindi non ci sembra giustificata questa richiesta, sebbene rapportata alla quantità di contenuti offerta, ma basterà aspettare il primo, inevitabile calo di prezzo per porre rimedio a questo piccolo passo falso del publisher.

A lenire parzialmente la delusione per questa scelta c'è l'aggiunta, già vista nel quarto episodio, della modalità Appena sposati, che consente di rivivere undici brevi avventure separate dalla storia principale, una per ognuna delle possibili romance del gioco: per accedervi sarà sufficiente sposarsi in-game con una delle possibili candidate.

Sebbene piuttosto brevi, queste storie secondarie aggiungono carne al fuoco e approfondiscono la conoscenza di certi personaggi, elemento da non sottovalutare in un prodotto come Rune Factory 3 Special, interamente basato sulla costruzione dei rapporti in una comunità ristrettissima e sulla vita virtuale in un piccolo villaggio.

Voto Recensione di Rune Factory 3 Special | Recensione


7.2

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • C'è qualcosa di assuefacente nella vita bucolica

  • Gameplay emergente che regge bene gli anni

  • Modalità Appena Sposati e nuovo livello di difficoltà

Contro

  • Ampi margini di miglioramento dal punto di vista sonoro

  • Evidentemente un gioco DS nonostante il maquillage

Commento

La serie Rune Factory colpisce ancora, con l'ennesima pubblicazione che non farà stracciare le vesti ad alcuno ma che, nondimeno, riuscirà a far allargare un sorriso sul volto di chi proprio non riesce a stare lontano da un campo seminato e da un dungeon colorato.
Siamo dinanzi ad un discreto lavoro di ammodernamento di un titolo che all'epoca della prima pubblicazione seppe conquistarsi una folta schiera di appassionati e che oggi, soprattutto se preso a piccole dosi, riesce ancora a divertire e rilassare, che sospettiamo essere poi i due obiettivi primari della serie.
Tra le release recenti della saga, questo episodio, va detto, è forse quello più rodato ma anche più grezzo, in termini visivi e di meccaniche di gioco.
Qualcuno potrebbe voler aspettare il primo calo di prezzo, qualcun altro rimarrà male per la mancanza di un doppiaggio diffuso, ma il prodotto rimane valido, se preso per quello che è, e si afferma ancora come una buona proposta per chi ama questo sotto-genere di simulazioni dalle sfumature ruolistiche.
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