Rune Factory 5 | Recensione - Amore bucolico
La corsa per diventare membri impeccabili della comunità di Rigbarth
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Marvelous
- Produttore: XSEED Games
- Distributore: XSEED Games
- Piattaforme: SWITCH
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 25 marzo 2022
Sono passati solo due anni dal riadattamento per Switch di Rune Factory 4, curioso miscuglio tra un gioco di ruolo giapponese ed una farming simulation, eppure siamo qui oggi a parlarvi del quinto capitolo, Rune Factory 5, sviluppato attorno alle potenzialità hardware e alle peculiarità dell'attuale ammiraglia Nintendo.
Eravamo piuttosto curiosi di vedere quali novità l'accoppiata Marvelous – Xseed ci avrebbe proposto per questa nuova iterazione, tra combattimenti, fasi gestionali, incontri amorosi e un pizzico di Stardew Valley, che non guasta mai.
Ci siamo abbuffati per diverse decine di ore, e siamo pronti a darvi il nostro giudizio sulla pietanza cucinata dal team nipponico: non dovete far altro che continuare a leggere.
La sottovalutata vita del contadino guerriero
Basta la prima ora di gioco a farsi un'idea abbastanza chiara (e, aggiungeremmo, sufficientemente precisa) del registro narrativo e del tono adottato in Rune Factory 5: in un'industria videoludica che, Nintendo a parte, sembra andare convinta nella direzione di contenuti maturi, distese brulle di mondi post-apocalittici e scenari poco incoraggianti sul futuro, la produzione Marvelous sceglie il sorriso e la leggerezza.
Dopo un filmato introduttivo parzialmente ingannevole, che per un attimo lascia pensare che il franchise abbia preso la via di Persona 5, l'incipit delle vicende rimette subito le cose a posto: nei panni di un eroe, Ares, o di un'eroina, Alice, salveremo dalle grinfie di tre strane creature una dolce pulzella, solo per poi crollare come pere cotte una volta terminato l'effetto dell'adrenalina.
Ci risveglieremo di lì a poco in un letto singolo in una stanza sconosciuta, naturalmente privi di ogni tipo di ricordo della nostra vita precedente, e due delle prime facce che vedremo saranno quella di un improbabile uomo dalle fattezze leonine e di una procace dottoressa con una benda sull'occhio che nemmeno Capitan Harlock (questa la capiranno solo i diversamente giovani, per gli altri c'è Google).
Di qui in poi, sarà tutto in discesa: con la consueta leggerezza che da sempre contraddistingue il brand, Marvelous ci porta in un villaggio e, più in generale, in un mondo, dove, sebbene i pericoli esistano, sono inframezzati da zuccherosi rapporti di buon vicinato, dove c'è ancora ampio spazio per sentimenti come l'amore e l'amicizia e dove la violenza è utilizzata solo dai buoni, solo per lo stretto indispensabile, e solo contro cattivi palesemente tali.
Rigbarth, la cittadina che farà da sfondo alle vicende, ha i suoi problemi, ma è un posto incantevole dove vivere e prospera grazie all'agricoltura e alla cura che la sua popolazione ripone nelle attività quotidiane, dalla tosatura dell'erba alla raccolta dei frutti maturi dagli alberi.
Più in generale, in linea con i precedenti episodi della serie, Marvelous ha posto l'accento sulle interazioni tra i personaggi e su un'atmosfera scanzonata e rilassata, ideale per questo tipo di produzioni: storie epiche con sfumature di grigi ed antagonisti particolarmente raffinati sarebbero stati fuori luogo in un ibrido tra un gioco di ruolo giapponese ed una farming sim, d'altronde, e i fan della serie non aspettavano altro.
Tripartito
I tre pilastri del gameplay di Rune Factory 5 sono i medesimi su cui la serie si appoggia da diversi episodi a questa parte, con modifiche minime, tutte volte a semplificare la vita al giocatore e a fargli passare meno tempo possibile nei menu.
Il primo, inevitabilmente, è quello legato a doppio filo con Harvest Moon, serie dalla cui costola nacque Rune Factory in qualità di spin-off, ovvero tutta la parte che concerne la farming sim: sebbene semplificato nella sue componenti più intricate, il gameplay che attiene a tutte le attività connesse alla lavorazione della terra e dei materiali occupa una fetta consistente del playtime del titolo.
Il sistema di progressione è costante ed abbraccia praticamente tutte le attività in-game: correre, piantare semi, cucinare, forgiare nuove armi ed oggetti sono solo alcune delle attività che concorreranno a far crescere di livello il personaggio, ed ognuna di esse avrà un suo livello dedicato, a seconda di quanto (e quanto proficuamente) ci dedicheremo alla data attività.
Il continuo accumulo di materiali e le fasi esplorative convergono poi nel secondo pilastro ludico di Rune Factory 5, ovvero il combattimento, e, più in generale, l'aspetto da action RPG della produzione: uccidere mostri permette di ottenere da essi pelli, ossa, grasso animale, così come raccogliere erbe sulla via per un dungeon consente non solo di rimpinguare le scorte ma anche di avere qualcosa con cui curarsi qualora le cose in combattimento dovessero andare male.
Inevitabilmente, com'era già stato per il quarto capitolo, l'inclusione di tanti stili di gioco diversi, sebbene attigui, causa una certa mancanza di profondità, proprio come un piatto che miscela un gran numero di ingredienti diversi non saprà mai di solo uno di essi.
Il terzo, ed ultimo, è rappresentato dalla possibilità di scegliere uno dei single di Rigbarth e corteggiarlo: chiacchierare quotidianamente con l'oggetto dei nostri desideri, riempirlo di regali, a patto che questi siano di suo gradimento, e, a prescindere dall'attività svolta, passare con loro la maggior parte del tempo libero disponibile aiuta a far crescere un apposito indicatore a forma di cuore, riempito il quale il fidanzamento sarà ufficiale.
All'insegna dell'inclusività e dell'abbattimento di ogni tipo di barriera, Rune Factory 5 rappresenta il primo episodio della serie ad includere la possibilità di corteggiare e sposare un individuo del medesimo sesso scelto da inizio gioco per il nostro alter ego: che siano i muscoli di Martin o la tenerezza di Priscilla a far breccia nel vostro duro cuore di videogiocatori, insomma, ce n'è davvero per tutti.
Durante la nostra prova ci siamo imbattuti in ben dodici possibili candidati per il nostro protagonista, ma non avendo portato a termine tutti gli incarichi opzionali (e non avendo avuto il tempo di parlare con tutti gli NPC presenti ripetute volte), non escluderemmo la presenza di ulteriori possibili anime gemelle.
Questo quinto capitolo si distingue anche per una serie di piccole migliorie alla cosiddetta quality of life, che consentono anche a chi fosse totalmente a digiuno della serie di barcamenarsi senza troppa difficoltà: è aumentato il numero degli oggetti che non sono utilizzabili fuori contesto, ad esempio, come il pane da cucina, che rigenera una modesta quantità di punti ferita se usato in battaglia ma si dimostra assai più utile come base per moltissime ricette.
Tutte le quest principali godono ora di un indicatore sempre presente a schermo, tale da impedire di perdersi anche ai giocatori più distratti, i menu sono generalmente organizzati in maniera più efficiente rispetto al quarto capitolo e, soprattutto, abbiamo notato un migliore distribuzione dei punti di viaggio rapido sulla mappa, così da evitare lunghi spostamenti durante molte fasi di gioco.
Parliamo di piccole cose, in fondo, ma sono particolari come questo, unitamente all'alleggerimento progressivo di certe meccaniche di gioco, in atto sin dal terzo gioco della saga, a favorire l'allargamento del pubblico, vitale per il proseguimento del brand.
Qualcosa di più, comunque, poteva essere fatto, e ci sono margini di miglioramento per un eventuale sesto capitolo: alcune delle missioni facoltative non hanno passaggi chiari come quelle principali, e il fatto che le istruzioni per completare la missione scompaiano una volta che la si è accettata, senza poter essere nuovamente consultate in nessuno dei menu, rappresenta una soluzione di game design piuttosto incomprensibile.
Questione di stile
Se fin qui il giudizio è, come avrete capito, complessivamente positivo, siamo rimasti meno impressionati dal versante tecnico, ed in parte anche artistico, della produzione.
Essendo la prima interamente sviluppata con le potenzialità di Switch in mente, differentemente dall'adattamento del quarto episodio visto due anni fa, ci aspettavamo sì un cambiamento, ma uno che potesse valorizzare le atmosfere bucoliche e le adorabili proporzioni chibi dei personaggi, e invece ci siamo trovati di fronte ad un'avventura in tre dimensioni piuttosto scialba e dal look generico, che non rende giustizia alla grande quantità di particolari e di animazioni presenti nelle scorse iterazioni del franchise.
Se i modelli dei personaggi rimangono soddisfacenti in termini di dettaglio ed animazioni, le ambientazioni risultano spoglie e poco ispirate, come la stessa Rigbarth, formata da poche case sparute qua e là, o i boschi che la circondano, che lamentano una scarsa interattività e scelte cromatiche a tratti discutibili.
Il passaggio alle tre dimensioni non è stato del tutto indolore per parecchi franchise nipponici nel corso degli anni e, sebbene chi non avesse mai giocato ad uno degli episodi precedenti potrebbe non accorgersi della differenza, da parte nostra speravamo in una transizione un po' più indolore, se non nel mantenimento della visuale isometrica che aveva fatto le fortune della versione Special di Rune Factory 4 su Switch.
Altro elemento che non convince a pieno, strettamente legato all'appena citato passaggio alle tre dimensioni pure, è rappresentato dalla telecamera, che esita sia negli interni sia durante alcuni combattimenti, quando magari in uno scenario di dimensioni limitate si affollano diversi nemici: nonostante sia possibile impostarla manualmente e anche disabilitare la centratura automatica dalle opzioni, essa si è sempre dimostrata piuttosto nervosa e poco precisa.
In ultimo, il passaggio al nuovo motore grafico non è stato indolore nemmeno dal punto di vista della stabilità delle performance: durante i nostri test abbiamo accusato diversi cali di framerate e fenomeni di stuttering, perlopiù in concomitanza con alcune delle boss fight e dei salvataggi automatici.Nulla che impedisca la godibilità del prodotto, sia chiaro, ma anche qualcosa che non era presente in Rune Factory 4 Special e di cui, semplicemente, non si sentiva la mancanza.
Due note finali prima di lasciarvi al commento: le problematiche riscontrate in termini di fluidità potrebbero anche essere dovute al fatto che abbiamo giocato interamente prima di eventuali patch del day one, e, secondariamente, segnaliamo come la quantità di contenuti ci sia sembrata in linea con gli episodi precedenti, dal momento che abbiamo impiegato circa quarantacinque ore per completare la campagna principale e una parte delle quest secondarie.
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Voto Recensione di Rune Factory 5 - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Senso di progressione continuo
-
Tantissime attività da portare avanti
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Imponente mole di contenuti
Contro
-
Il nuovo aspetto grafico non convince
-
Telecamera piuttosto nervosa
Commento
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