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Recensione

Party Animals | Recensione – Animali di menare

Il party game meno animalista e pacifico di sempre ci ha divertito moltissimo: Party Animals non reinventa nulla ma è più che degno di considerazione.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

In sintesi

  • Bellissimo da vedere
  • Scenari divertentissimi e molto elaborati
  • Multiplayer locale anacronistico

Informazioni sul prodotto

Immagine di Party Animals
Party Animals
  • Sviluppatore: Recreate Games
  • Produttore: Source Technology
  • Distributore: Source Technology
  • Testato su: XSX
  • Piattaforme: XSX , PC
  • Generi: Party game
  • Data di uscita: 20 settembre 2023

Da quando il videogioco è diventato social(e) i party game si sono moltiplicati a dismisura e perciò, inevitabilmente, Party Animals potrebbe sembrarvi qualcosa di già visto qua e là tra i vari store digitali della vostra piattaforma videoludica di riferimento. Effettivamente è così.

Nel senso che sarebbe scorretto raccontare Party Animals come una produzione che reinventa un genere, perché è evidente che parte della sua struttura la deve a titoli come Human: Fall Flat, Fall Guys e Gang Beasts (che nel frattempo è uscito anche in edizione fisica su Amazon), e in generale a quel filone di party game in cui bisogna prendersi a schiaffi tra amici (virtualmente, s’intende) con poche regole e tanto divertimento.

Però il titolo di Recreate Games – team di sviluppo cinese con talenti provenienti da EA, Smartisan, Tencent, Baidu e altri studi – riesce ad avere un minimo di personalità in un momento storico in cui molti cercano di trovare il prossimo gioco-fenomeno-di-Twitch. Una personalità che arriva proprio da ciò che mette in copertina: gli animali e le botte.

Peace was never an option

Com’è facile intuire, in Party Animals i giocatori dovranno vestire gli adorabili panni di una serie di animali e darsele di santa ragione. Attraverso una serie di scenari in cui si può giocare tutti contro tutti oppure a squadre, tra un calcio volante, una presa e una bastonata ben assestata, le partite saranno inscenate in stage sempre particolari e/o assurdi con regole che variano a seconda della situazione.

Se l’idea di gioco può sembrare banale, è la realizzazione tecnica a dargli un tocco in più, rendendola di fatto la peculiarità del progetto. Party Animals è infatti sorprendentemente bello da vedere, con un particolare plauso agli effetti di luce e ai dettagli degli animali resi dall’engine grafico, che riesce a creare degli animaletti a metà tra il realistico e l’effetto peluche.

Su PC, peraltro, il titolo supporta anche le tecnologie DLSS, FSR 2.0 Quality e l’NVIDIA Reflex Low Latency, che non sono presenti su Xbox Series X – dove comunque è sempre bellissimo da vedere e molto fluido in ogni occasione.

L'unicità di Party Animals risiede proprio nei suoi rissosissimi animaletti protagonisti, che vi faranno mancare il fiato per le risate.
La realizzazione tecnica passa anche per i movimenti degli animali, resi volutamente imprecisi grazie ad un motore fisico proprietario che fa in modo che siano imprevedibili e per questo esilaranti.

Nel concreto questo si traduce in un input lag che può arrivare fino ad un secondo, prima che il gioco possa mostrare effettivamente l’animazione di un pugno, così come nel fatto che un drop kick non arriverà esattamente in faccia al povero gattino di turno nel momento in cui lo immaginiamo nella nostra mente. Ci vuole un po’ per abituarsi a questa scelta che può sembrare controproducente, all’inizio, ma di fatto è ciò che rende divertente ogni partita di Party Animals.

Gli animaletti si muovono in modo goffo ed hanno una reazione fisica agli oggetti solo parzialmente realistica. Che siano gli elementi del mondo di gioco, un gigantesco lecca-lecca usato come una mazza o un pugno dato da uno squalo vestito da ghetto gangsta, il motore di gioco consente di creare situazioni che a volte vi toglieranno il fiato dalle risate.

Ma Party Animals non è comunque votato alla sola casualità, perché in realtà bisogna capire esattamente come “funziona” il gioco alla base per poter entrare nel meccanismo divertente di cui sopra. La casualità, però, evita la creazione della classica dinamica per cui il “giocatore bravo” possa rovinare l’esperienza a quelli più occasionali, verso cui Party Animals è rivolto (e verso i quali funziona inevitabilmente di più).

I belligeranti animali possono infatti dare calci, pugni, testate, afferrare qualsiasi cosa, e fare il citato drop kick con una combo di salto più calcio in aria. In tutto questo c’è anche la possibilità di correre – che rende tutto questo ancora più d’impatto, al costo di una barra della resistenza che potrebbe mettervi KO qualora riceviate uno sganassone ben assestato avendola esaurita.

Queste possibilità ludiche non rendono ovviamente Party Animals un videogioco da combattimento tecnico, ma gli donano quella profondità tale per cui le partite non sono fatte unicamente di un button mashing feroce ma, anzi, sono molto più stimolanti di un party game qualunque.

In che senso “sopra ad un aeroplano”?

La parte interessante del gameplay loop di Party Animals è infatti la serie di sfide e scenari che il team di sviluppo ha costruito. Ci sono tre modalità di gioco principali: Last Stand, Team Score e Arcade, tutte per un massimo di otto giocatori.

In Last Stand i giocatori devono sopravvivere fino alla fine in squadre di due, da quattro, oppure tutti contro tutti. Team Score è invece dedicato unicamente alle sfide quattro contro quattro, mentre Arcade ripropone lo stesso setup ma su due mappe particolari, in cui le squadre hanno un pool condiviso di dieci vite a testa e se le devono togliere mandandosi KO.

Nessuna di queste modalità propone mai scenari banali o piatti, e gli sviluppatori si sono sbizzarriti per creare soluzioni creative e differenti tra loro. 

In un livello dovrete combattere sopra ad un aereo in volo con tanto di ghiaccio che si forma sulla superficie per l’altitudine; in un altro dovrete sopravvivere arrivando in cima ad un sottomarino che sta lentamente affondando; uno dei più creativi è una sorta di arena per un torneo esport, con un cabinato con cui uno dei membri della squadra deve giocare per guadagnare punti mentre gli altri... lo picchiano.

Questi sono alcuni degli esempi dei venti scenari che propone Party Animals al lancio, uno più divertente dell’altro, e che probabilmente verranno anche ampliati in futuro con il supporto al gioco. Divertenti, elaborati e ben strutturati dal punto di vista del design e dell’impatto della fisica, rappresentano senz’altro il punto di forza della produzione.

Quattro schiaffi in compagnia

Inutile specificare quanto Party Animals perda quasi tutto il suo senso in solitaria. Per quanto divertente e ben fatto sia, una parte fondamentale dell’esperienza è inevitabilmente il rapporto con altri giocatori umani. Dove per “rapporto” si intende una serie di amichevoli insulti e urla da un microfono o fianco a fianco sul divano.

Parlando proprio di multiplayer locale, però, il titolo si perde in soluzioni davvero controproducenti al contrario di tutto il resto. Party Animals costringe ad adottare la visuale in split-screen a quattro giocatori, con una telecamera già poco reattiva di suo che crea una vera confusione a schermo, mostrando quattro visuali differenti in caselle più piccole del pannello TV (o schermo) complessivo.

Una soluzione poco efficace che, purtroppo, rende Party Animals frustrante e paradossalmente poco adatto al gioco in locale.

Il titolo è quindi votato al multiplayer online, tra matchmaking e partite private che possono essere personalizzate in ogni modo. Tra le funzioni che avremmo preferito avere, ma che si possono aggiungere con facilità in seguito, anche la possibilità di scegliere la playlist di partite in cui giocare una volta andati online.

La gestione del multiplayer locale è purtroppo scomoda e anacronistica.
Si può creare un gruppo di massimo quattro amici e, di conseguenza, le uniche partite saranno nella playlist dei giochi a squadre. Non è possibile, ad esempio, giocare con la lista amici ma tutti contro tutti nel matchmaking globale, al momento.

Il motivo di questa scelta risiede probabilmente nel non voler complicare il processo di ricerca dei giocatori nei server, evitando di creare troppe variabili che renderebbero lento un matchmaking che, al contrario, è abbastanza veloce.

Speriamo che Party Animals abbia successo e che, di conseguenza, il team di sviluppo possa essere invogliato ad implementare nuove feature.

Anche perché la voglia di giocare viene anche dalla volontà di collezionare la notevole serie di costumi e accessori per i propri animali. Ci sono tantissimi indumenti nell’ormai classico negozio in cui possono essere sbloccati con la valuta di gioco, in un sistema economico una volta tanto non predatorio.

Gli sviluppatori ci hanno spiegato che è possibile sbloccare il 70% degli oggetti cosmetici con la valuta guadagnata durante il gioco. Solo il 30% degli articoli disponibili al momento del lancio sono esclusivi della valuta a pagamento “Nemo Bucks”, che può comunque essere guadagnata anche giocando (sebbene più lentamente).

Tra meme e citazioni alla cultura pop, nonché design di ogni tipo come una sciarpa da samurai mossa da un vento perenne, anche la parte del lavoro dei costumi di Party Animals è stata svolta con cura e, una volta tanto, attenzione verso i giocatori.

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Voto Recensione di Party Animals | Recensione


8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Elaborato design dei livelli e delle sfide

  • Tante tipologie di match, anche per partite personalizzate

  • Il fascino innegabile degli animaletti violenti

Contro

  • In solitaria perde quasi tutto il suo senso

  • Struttura di gioco parzialmente derivativa

  • Multiplayer in locale castrato

Commento

Party Animals è un party game che riprende inevitabilmente gli standard di molte produzioni di genere, mettendoci però del suo. Il design dei giochi stessi è molto elaborato, mentre la grafica simil-realistica, unita ai movimenti scoordinati e spassosi degli animaletti protagonisti, crea un impatto estetico tutto sommato affascinante e divertente anche da vedere. Il gameplay complessivamente mai banale dona a Party Animals una struttura che non reinventa il genere, ma che supporta se non altro un prodotto che spicca nell’affollatissimo panorama dei giochi da una-partitella-e-via. Peccato per la strutta anacronistica del multiplayer locale. 
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