Dordogne | Recensione - Come quei pomeriggi a casa di Nonna
Siamo partita per la Dordogna per scoprire una pittoresca avventura: vi raccontiamo com'è andato il viaggio nella recensione.
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a cura di Stefania Sperandio
Editor-in-chief
In sintesi
- Una pittoresca avventura che ha per protagonista la straordinaria semplicità delle persone comuni
- Una storia familiare con alcuni spunti di gameplay che provano a rifarsi a What Remains of Edith Finch
- Accompagneremo la protagonista in cerca dei suoi ricordi d'infanzia, in scenari bucolici tratteggiati da due timeline parallele
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: UMANIMATION, Un Je Ne Sais Quoi
- Produttore: Focus Entertainment
- Distributore: Focus Entertainment
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
- Generi: Avventura grafica
- Data di uscita: 13 giugno 2023
Quando perdi i tuoi nonni, con loro va via non soltanto una persona cara, ma anche una grande parte della storia della tua famiglia, delle tue origini, di quello che c'è stato prima di te e mentre muovevi i tuoi primi passi. Nessuno lo sa meglio di Mimi. La protagonista di Dordogne non riesce a ricordare i suoi anni da ragazzina, ora che di anni ne ha più di trenta, ma è decisa a riscoprirli.
E, per farlo, raggiunge la casa di sua nonna nella Dordogna. Da poco defunta, la donna afferma di averle lasciato una scatola che la aiuterà a ricordare. E Mimi, seppur con l'ostracismo della sua famiglia e di suo padre, figlio della nonna in questione, è determinata a trovarla. E magari, con essa, a trovare un suo posto nel mondo.
È la premessa, semplice ma umana ed efficace, da cui partono le vicende di Dordogne, l'avventura di UMANIMATION e Un Je Ne Sais Quoi, che è pronta a salpare verso la suggestiva regione francese.
Dopo un provato di qualche tempo fa, abbiamo affrontato l'intero viaggio in compagnia di Mimi per rispondere a una domanda che ci era sorta in sede di anteprima: Dordogne ha qualcosa di speciale per imporsi tra le tante avventure rilassate e di stampo nostalgico-familiare che stiamo vedendo sul mercato?
Nei panni di Mimi
Dordogne permette di giocare due linee temporali che si alternano: quella della protagonista adulta, che cerca letteralmente i suoi ricordi nella casa che fu di sua nonna, e quella della Mimi bambina, che di quei ricordi è al centro.
La formula richiama da vicino la matrioska di ricordi che abbiamo visto anche nella struttura di Hindsight, con però ritmi meno serrati: ogni memoria, in Dordogne, è un capitolo che dura più di mezz'ora e che permette di ricostruire passo passo la vicenda di Mimi e della sua famiglia.
Muovendosi nello scenario della sua casa, con inquadrature fisse e dei controlli un po' legnosetti per quanto riguarda lo spostamento della protagonista e le hitbox degli elementi con cui interagire, come in un punta e clicca classico, non si ha mai il dubbio di non sapere cosa fare: l'esperienza di gioco è molto guidata e, al di là dell'esplorazione dei piccoli scenari dove si possono rivenire dei collezionabili, propone una serie di mini-giochi, di capitolo in capitolo.
Qui le cose funzionano allo stesso modo e Mimi passerà dal colorare un libro a completare la ferrovia di un trenino, con attività semplici che danno "colore" all'esperienza.
Certo, non tutte le mini-attività sono riuscite allo stesso modo e alle trentesima volta in cui il gioco vi chiederà di muovere la chiave verso la toppa per aprire la porta chiusa, o di versare dell'acqua in un recipiente, l'effetto freschezza sarà svanito da un pezzo.
La sensazione è che, mentre alcune di queste meccaniche siano molto riuscite, altre siano state inserite più che altro come intervallo per evitare troppe fasi consecutive in cui si camminava e parlava – e basta –, più che per il loro effettivo valore ludico. Peccato, perché questi "mini-giochi" sono di fatto la spina dorsale dell'esperienza.
Ad impreziosire il gameplay c'è anche una interessante meccanica, solo accennata nella demo che provammo qualche mese fa: da bambina, Mimi tiene con sé un quaderno nel quale saremo noi a creare le pagine. Potremo decorarle con parole trovate lungo gli scenari, suoni, fotografie, creando il nostro ricordo personale di quel capitolo.
Proprio la meccanica delle fotografie, che ci permette di tirare fuori di tanto in tanto una istantanea e di immortalare quello che ci va, ha un fascino non indifferente, che richiama anche la "creazione" dei ricordi raccontata dal recente Season: A Letter to the Future.
Sarebbe stato interessante poterla sfruttare di più (sarà possibile usare la macchina fotografica quando lo deciderà il gioco), ma l'idea è pregevole e, stimolando la creatività, permette ai giocatori di esprimersi e creare delle pagine più o meno originali nel loro quaderno.
Per il resto, non ci sono veri e propri enigmi e in Dordogne tutto si risolve cliccando sull'oggetto giusto, seguendo le indicazioni date dal gioco. L'esperienza è rilassata e accessibile, come era lecito aspettarsi da una produzione di questo tipo.
Molto bravi gli sviluppatori a farla durare il giusto: nel giro di circa cinque ore il gioco vi consegnerà ai titoli di coda – ma le ore saranno di più se cercherete tutti i collezionabili, per avere più scelta su cosa appiccicare nel vostro quaderno. Non ci sono allungamenti e diluizioni fini a se stesse e il racconto è ben ritmato.
Raccontare le cose semplici
Uno degli elementi che colpiscono di più, nel viaggio di Dordogne, è la delicatezza con cui racconta la perfetta normalità. Molte opere mediali raccontano di grandi persone e di grandi gesta: in questo gioco non vi è nulla di tutto questo, perché lo spazio è giustamente concesso alla straordinarietà delle cose semplici.
In questo, gli sviluppatori si sono dimostrati bravi: lo stile di scrittura richiama a più riprese quello di Hindsight, con la voce seria della protagonista che interviene fuori campo a commentare i suoi ricordi e a riflettere su cosa le hanno insegnato quei momenti, su come si sente rispetto alle estate passate nella Dordogna.
Dordogne è anche molto bravo nella capacità di lasciare i non-detti. Di tanto in tanto, da adulta Mimi riceve sul suo cellulare degli SMS che non portano da nessuna parte ma creano contesto, fanno colore, rendono la vicenda più credibile e il personaggio più sfaccettato.
Dal punto di vista del comparto sonoro, il lavoro svolto su Dordogne è pregevole: ancora più che nei brani originali, adatti alle svariate occasioni, lo è negli effetti sonori davvero curati, che noterete subito giocando in cuffia. Buone anche le voci (in inglese), soprattutto per le due protagoniste principali, e ottima la traduzione dei sottotitoli in italiano, curata e precisa.
A spiccare, nella produzione francese, è però soprattutto la sua direzione artistica. Lo stile scelto da UMANIMATION e Un Je Ne Sais Quoi è un piacere per gli occhi e riesce, nel suo essere manifestamente un dipinto in movimento, a trasmettere il senso di pace, silenzio e meraviglia che si proverebbe a sedersi sulla riva di un fiume nell'estate della Dordogna.
Abbiamo affrontato il nostro viaggio interamente su Steam Deck e siamo contenti di confermare la piena compatibilità (touchscreen compreso) del gioco con la "console" di casa Valve. Quello handheld è un approccio che, peraltro, a un gioco rilassante e breve come Dordogne si sposa alla perfezione.
Voto Recensione di Dordogne | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Si lascia giocare e scorre via con piacere
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Direzione artistica meravigliosa, comparto sonoro di livello
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Racconta in modo intelligente una storia di grande normalità
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Ben tradotto in italiano
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Interessante la trovata del quaderno...
Contro
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Controlli legnosi
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Non porta niente di davvero nuovo al filone delle avventure narrative chill ora molto popolare
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Molti mini-giochi si ripetono, ma senza portare nessun valore ludico
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... ma si poteva sfruttare un po' meglio nelle foto