Dordogne | Provato - Incantevoli pennellate bucoliche
Abbiamo provato Dordogne, l'affascinante avventura a acquerello che ci porta nelle regioni suggestive della Dordogna.
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a cura di Stefania Sperandio
Editor-in-chief
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: UMANIMATION, Un Je Ne Sais Quoi
- Produttore: Focus Entertainment
- Distributore: Focus Entertainment
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
- Generi: Avventura grafica
- Data di uscita: 13 giugno 2023
Scriveva Paola Mastrocola, nel suo Una Barca nel Bosco, che viviamo erroneamente la crescita come uno svilupparsi verso l'alto: guardiamo la chioma dell'albero e ci dimentichiamo delle radici. «La vera crescita è verso il basso, ma nessuno lo pensa mai. [...] Bisognerebbe scavare sotti i piedi dei figli e vedere lì, nella terra, quanto sono cresciuti» sottolineava.
Il ricordarsi che non ci sarebbe crescita se non ci fossero radici solide, perché altrimenti da adulte le persone «cadono a faccia in giù, come pali mal piantati nel terreno, senza radici» si sposa benissimo a un videogioco come Dordogne.
Nei giorni scorsi, Focus Entertainment ci ha dato la possibilità di passare una prima oretta in compagnia del gioco firmato da UMANIMATION e da Un Je Ne Sais Quoi, che mescola al suo interno diverse anime. Ci siamo interessati per la sua affascinante direzione artistica ad acquerello. Siamo rimasti per la sua capacità di mescolare suggestione e nostalgia.
Riscoprire le radici
Mimì ha trentadue anni quando decide di tornare alla casa della sua recentemente defunta nonna, nella regione francese della Dordogna, per scoprire alcuni dei non-detti che albergano nella sua famiglia, nel rapporto che intercorreva tra la nonna e i suoi genitori.
A partire da una lettera, che fa da lascito per sua nipote, la donna sembra infatti averle voluto lasciare un messaggio prima di andarsene, coinvolgendo Mimì in un viaggio a ritroso che la riporterà nella casa dove trascorse l'estate quando aveva solo dieci anni.
Dordogne si struttura così come un'avventura grafica di stampo narrativo, che mette insieme quel concetto di riscoperta nel ritorno a casa à la Gone Home e la matrioska di ricordi d'infanzia che recentemente è stato Hindsight. Il gioco si muove su entrambe le timeline, perché via via che Mimì esplorerà da adulta la casa della nonna, le torneranno alla mente episodi che potremo rivivere, legati a quando era solo una bambina.
Le radici, insomma, sono ancora tutte lì – resta solo da capire quanto ci sia da riscoprire, perché la nostra protagonista afferma di essersi dimenticata del tutto la sua infanzia. E starà a noi capire per come o perché.
Giocare a casa di nonna
L'esperienza di Dordogne, per quanto abbiamo vissuto in questo provato, è modulata su interazioni estremamente basilari e in realtà non sempre stimolanti: aprire una borsa o ruotare una cassetta della posta non saranno le attività più intriganti che troverete al suo interno, ma ci sono invece altre idee molto più stimolanti.
Tra queste, ad esempio, Mimì ben presto si dota di una macchina fotografica istantanea con cui potrete immortalare gli scorci più belli della Dordogna. E, mentre vi muoverete lungo gli scenari statici, di inquadratura in inquadratura, potrete anche raccogliere adesivi e imparare "parole nuove".
Questi collezionabili, all'apparenza fini a se stessi, servono in realtà a decorare il peculiare hub di Dordogne: tutti i giochi hanno una schermata che mostra gli obiettivi, la mappa e gli oggetti a disposizione, ma questo titolo la rende intradiegetica, parte della sua narrazione. L'hub è così un quaderno condiviso tra Mimì e sua nonna, in cui potete creare nuove pagine appiccicandoci le vostre foto, i vostri adesivi e componendo poesie con le parole che avete trovato durante le vostre esplorazioni.
Per quanto la cosa sia poco più di un orpello, almeno per quanto abbiamo visto fino a ora, la meccanica risulta molto gradevole e ben si sposa all'atmosfera da acquerello in movimento trasmessa dalla splendida direzione artistica del gioco.
Per il resto, il gameplay – che per quanto visto fino a ora vanta qualche trovata ingegnosa, a livello scenografico, simile proprio a quanto visto in Hindsight – vi vede muovervi lungo le ambientazioni (in alcuni scenari i controlli sono un po' legnosi, ma non creano problemi), raccogliere oggetti utili per proseguire e, di tanto in tanto, compiere delle scelte selezionando delle parole che compaiono letteralmente nello scenario e che vi aiuteranno a esprimere i sentimenti di Mimì. Non è chiaro, per ora, cosa cambi nello svolgimento del gioco selezionandone una piuttosto che un'altra.
Considerando le meccaniche di interazione piuttosto semplici, insomma, non ci aspettiamo un gioco dalla longevità esorbitante, proprio perché in caso contrario il suo gameplay comincerebbe a sentire la fatica. Saltellando tra la Mimì adulta e quella bambina, invece, riesce a risultare fino a qui piacevole.
La tematica della riscoperta delle radici e l'anima da cozy game dà la sensazione che Dordogne – al di là della sua direzione artistica – non voglia tentare di sperimentare o fare nulla di rivoluzionario, anche perché proprio di recente abbiamo visto molte avventure rilassate che volevano toccare il tema dei ricordi e del legame con la famiglia.
Tuttavia, controller alla mano, il titolo di Focus Entertainment si fa sicuramente apprezzare, anche perché dal punto di vista della gratificazione dell'occhio e dell'orecchio del giocatore, è davvero tutto al posto giusto.
Acquerello animato
Gli sviluppatori hanno infatti dato vita a una direzione artistica incantevole dai tratti bucolici, che riesce a ricreare un effetto acquerello dai colori pastello delicati. Di tanto in tanto, vi fermerete semplicemente a osservare le campagne in cui Mimì sta passeggiando e, se l'intento era quello di promuovere le bellezze semplici della Dordogna, possiamo dire già da questa anteprima che è sicuramente riuscito.
Al modo delizioso in cui sono realizzati soprattutto gli scenari in esterna, Dordogne lega anche un comparto sonoro che da quello che abbiamo sentito sa il fatto suo. La punteggiatura musicale non è mai invadente e ben si lega a quanto sta accadendo, mentre il doppiaggio (in inglese o altre lingue, ma niente italiano) è apprezzabile.
Segnaliamo anche che, nella build che abbiamo testato, è presente la lingua italiana (ci aspettavamo di no, perché su Steam non è indicata), ma al momento è un cantiere aperto, alcune stringhe sono proprio mancanti ed è evidente che il publisher ci stia ancora lavorando. Aspettiamoci, comunque, per la release finale che tutti i testi siano tradotti anche per i giocatori italiani.
Dal punto di vista tecnico, infine, abbiamo testato Dordogne su Steam Deck e siamo felici di confermarvi la totale compatibilità del gioco con la handheld di Valve. Il gioco gira fluidamente, è possibile anche impostare un cap al frame rate e non abbiamo incontrato difetti o inciampi tecnici di nessun tipo – se non quelli di localizzazione, dovuti ai lavori in corso. Se anche il gioco finale, atteso per questa primavera, manterrà lo stesso grado di pulizia, anche da questo punto di vista il gioco di UMANIMATION potrebbe rivelarsi una piccola delizia.
Versione provata: Steam Deck
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Direzione artistica meravigliosa
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Alcune interessanti trovate di gameplay
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L'approccio con la doppia timeline sembra funzionare
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All'uscita sarà anche in italiano
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Ottimo il supporto a Steam Deck
Contro
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Al di là della bellezza del colpo d'occhio, non fa niente per creare qualcosa di davvero nuovo nel filone delle avventure chill che mescolano famiglia e flashback, che ora stiamo vedendo spesso
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Controlli un po' legnosi negli spostamenti di Mimì
Commento
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