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Armored Core VI: Fires of Rubicon | Recensione - Non è un soulslike, ma va bene così

Abbiamo giocato Armored Core VI: Fires of Rubicon: ecco la recensione del ritorno della storica saga di FromSoftware e Bandai Namco.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

In sintesi

  • Il ritorno di una saga storica.
  • La personalizzazione del mecha è tutto, rivelandosi l'anima del gioco.
  • Combat System lontano dai souls, ma non per questo poco impegnativo.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Armored Core VI: Fires of Rubicon
Armored Core VI: Fires of Rubicon
  • Sviluppatore: FromSoftware
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Bandai Namco
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 25 agosto 2023

Armored Core VI: Fires of Rubicon non è il nuovo soulslike di FromSoftware. Meglio specificarlo subito, a scanso di equivoci. Sicuramente, però, i più anziani ricorderanno la serie uscita per la prima PlayStation e proseguita timidamente e senza troppo clamore anche nelle generazioni successive. Il primo capitolo di Armored Core venne infatti pubblicato nel lontanissimo 1997 per la prima console a 32-bit targata Sony, ottenendo da subito la curiosità e il plauso dei giocatori dell'epoca.

L'opera ideata da Shoji Kawamori vedeva al centro giganteschi mecha giapponesi e li innestava in una serie di livelli contraddistinti da spazi aperti – si andava da deserti a stazioni spaziali, passando per città futuristiche in rovina – con un comparto multigiocatore a due utenti a schermo condiviso (o usando il compianto cavo PlayStation Link per collegare due TV).

Il risultato era uno sparatutto in terza persona piuttosto avanti per i tempi, specie per via di una giocabilità rigida ma che sapeva dare le giuste soddisfazioni sulla lunga distanza (complice anche l'alto tasso di personalizzazione dei vari mecha, visto che potevamo sostituirne e modificarne ogni parte, scegliendone anche colore e stemma da battaglia).

Dopo oltre vent'anni e una manciata di generazioni nel mezzo, i tempi sono sicuramente cambiati, così come la stessa FromSoftware non è più la software house di modeste dimensioni che dava in pasto ai giocatori titoli semisconosciuti come King's Field e Tenchu. From ora è sinonimo di soulslike e, dopo il clamore ottenuto con serie come Dark Souls, passando per Bloodborne ed Elden Ring (che potete trovare su Amazon), è più che giusto che Armored Core VI: Fires of Rubicon abbia molti occhi puntati.

Ora, dopo che già alcune settimane fa abbiamo assistito a una presentazione per la stampa di questo sesto Armored Core, dove tra le varie cose abbiamo potuto vederne per la prima volta il gameplay, con il gioco completo tra le mani siamo riusciti a capire di che pasta è fatto il grande ritorno di uno dei franchise From lasciati silenti per anni.

Come accennato in apertura, sono in molti ad aver inizialmente frainteso il DNA del gioco, visto che il nome FromSoftware fa subito pensare a qualche soulslike. C'è però una cosa che lega il nuovo Armored Core a titoli come Demon's Souls e soci, e questa è sicuramente il fattore difficoltà.

Non che i souls siano "difficili" in senso stretto (molto è infatti strettamente legato alle abilità e alla pazienza del giocatore stesso), ma è pur vero che la quantità di impegno necessario spinge sempre e comunque alla cautela. Discorso non troppo differente per quanto riguarda Fires of Rubicon, un gioco che adatta la filosofia di gioco dei primissimi Armored Core, innestandola con sapienza negli anni '20.

Trama e missioni

Ma andiamo per gradi: il gioco è ambientato sul pianeta Rubicon 3, sulla cui superficie l'umanità ha scoperto una fonte di energia (chiamata Coral) che, se sfruttata correttamente, è in grado di far compiere un balzo tecnologico epocale alla razza umana.

Purtroppo, la medesima fonte è la causa primaria di un disastro senza precedenti, un evento catastrofico che non solo ha avvolto nelle fiamme il pianeta ma anche il sistema stellare circostante.

Nei panni di un umano – nome in codice “Raven“ – saremo chiamati a infiltrarci su Rubicon, ponendo in qualche modo fine alla guerra per il controllo del Coral, visto che mega-corporazioni e altre fazioni di mercenari faranno di tutto per appropriarsi della preziosa sostanza extraterrestre.

Per farlo, dovremo salire a bordo di mecha potentissimi chiamati "Armored Core", i quali possono essere personalizzati in (quasi) ogni elemento, dalle armi alla scocca, al fine di potenziare la loro capacità bellica da impiegare sul terreno di scontro. Ed eccoci quindi chiamati nel vivo dell'azione, come tradizione impone.

Armored Core VI non è un soulslike, ma il fattore difficoltà risulterà molto familiare ai fan dei titoli FromSoftware.
Così come la trama principale, infatti, Fires of Rubicon
non vuole di certo rivoluzionare la formula che i fan hanno imparato ad amare sin dalla fine degli anni Novanta, visto che Armored Core VI restituisce sin dall'inizio il feeling dei primi capitoli della serie targata From, e ciò è perlopiù una cosa positiva.

Dieci anni – ossia quelli trascorsi dall’ultimo titolo della saga, Armored Core: Verdict Day – sono tanti, e nel mentre il pubblico di giocatori è cambiato, plasmato da ciò che il mercato ha iniziato a offrire loro. Fires of Rubicon è quindi fiero esponente di un modello di gioco "vecchio", a tratti spigoloso, ma in grado di prendere in prestito alcuni piccoli dettagli dei soulslike di casa FromSoftware.

Come da programma, prima di ogni missione un filmato di briefing ci spiegherà i dettagli e l’obiettivo da portare a compimento. Si tratta di eliminare un tot numero di avversari, conquistare basi nemiche, o più semplicemente abbattere un avamposto difeso dal boss di turno.

La maggior parte delle mappe sono contraddistinte da zone all’aperto e aree al chiuso, labirinti di ferro e acciaio al cui interno saremo chiamati a ingaggiare scontri il più delle volte corpo a corpo. Forse, ci saremmo aspettati qualcosina di più lato varietà, ma anche in questo caso la noia non sopraggiunge quasi mai.

La libertà decisionale offerta al giocatore è comunque davvero alta, visto che avremo quasi sempre almeno tre o quattro modi diversi per risolvere le battaglie a bordo del nostro mecha. Quest'ultimo, in particolare, potrà volare per brevi tratti grazie al cosiddetto Assault Boost – il quale ci permetterà di compiere degli scatti in qualsiasi direzione – oltre ad avere dalla sua un armamentario versatile, da utilizzare in base alla situazione.

Personalizzazione e combat system

Potremo infatti scegliere di equipaggiare l'Armored Core con un mitragliatore in una mano e una lama d’energia per i combattimenti a corto raggio nell'altra, il tutto dotandoci di un lanciamissili (o un cannone laser) ben piazzato sulla spalla. L'assemblaggio del mecha è quindi anche questa volta elemento fondamentale, visto che ci permetterà di sbizzarrirci equipaggiando ogni genere di arma e pezzo aggiuntivo. 

Ed è proprio per quanto riguarda il combat system che il gioco differisce sensibilmente dai soulslike più tradizionale – visto che i combattimenti di ACVI sono sempre molto veloci, con la possibilità di muoversi e schivare in ogni direzione e pochissima enfasi sui duelli corpo a corpo rispetto a un Dark Souls. Vero anche che qualche somiglianza c'è, neanche troppo velata: la funzione chiamata Repair, utile per curare i danni, ad esempio ricorderà non poco le fiaschette Estus.

Ma non solo: una barra presente sopra la salute di un avversario verrà riempita a seguito dei colpi, tanto che una volta arrivata al massimo il nemico entrerà in uno stato di furia, proprio come succede in Sekiro Shadows Die Twice. Senza contare anche il lock-on singolo, molto simile a quello dei souls che, se attivato, permette al nostro robottone di tenere il mirino bloccato su un singolo avversario.

Anche lato difficoltà, Armored Core VI non è un gioco semplice nel vero senso della parola, ma neanche inutilmente proibitivo. Spesso gli enormi boss di fine livello necessiteranno di tattiche evasive piuttosto complesse, così come non sarà raro cadere sotto i loro missili più e più volte.

E sì, nei livelli ci saranno di tanto in tanto anche checkpoint da cui si ripartirà se eliminati. Vero anche che non sentirete quasi mai l'impulso di lanciare il joypad contro il muro – come invece può accadere spesso in un souls qualsiasi, magari dopo l'ennesima morte accidentale per aver semplicemente messo un piede in fallo.

Tecnicamente, Fires of Rubicon non sarà forse il gioco perfetto che ci si aspetterebbe da From, ma è pur sempre un prodotto che mette sul piatto un comparto tecnico ed estetico estremamente ricercato, specie per l'uso dei colori (tendenti al rosso, al grigio e al viola), per un quadro d'insieme sicuramente affascinante.

Idem per quanto riguarda le scenografie e i corridoi che saremo chiamati ad attraversare, visto che il pianeta Rubicon è di base un inferno di acciaio e metallo – tra aree industriali, zone montuose e deserti rosso sangue, in grado di trasmettere una sgradevole e riuscita sensazione di claustrofobia per la maggior parte del temo.

Anche lato effetti Armored Core VI non sembra voler fare sconti, con una miriade di esplosioni a schermo, raggi laser e scie di fumo, atte a farci sentire sempre e comunque nel vivo dell'azione.

Infine, per quanto riguarda il comparto multiplayer, per via dei server non ancora pienamente funzionanti, abbiamo potuto solo saggiare di sfuggita le potenzialità offerte dall'online, le quali includeranno di base due modalità PvP principali. Parliamo infatti di un'opzione uno contro uno, mentre l'altra vedrà sfide tre contro tre.

La prima, ovviamente, è incentrata su una classica diatriba a due giocatori, dove a trionfare sarà il migliore mecha sulla piazza. Di convesso, la modalità 3v3 richiederà invece una maggiore coordinazione, specie tra i compagni di squadra, con un occhio di riguardo al team avversario. 

Anche in questo frangente l'equipaggiamento dell'Armored Core sarà fondamentale per portarsi a casa la vittoria, sia nel caso decidessimo di duellare da soli, che accompagnati da altri due alleati.

In maniera simile alla modalità Storia, anche nel comparto multigiocatore potremo scegliere arene differenti in linea con l'ambientazione principale, così come ogni scontro avrà un tempo limite, al termine del quale verrà assegnata la vittoria al giocatore oppure allo sfidante.

Ovviamente, ci riserviamo il diritto di approfondire ulteriormente la questione legata al multiplayer una volta che il titolo sarà reso disponibile nei negozi, il prossimo 25 agosto.

Voto Recensione di Armored Core VI: Fires of Rubicon | Recensione


8

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • È Armored Core, senza contaminazioni.

  • Personalizzazione del mecha di alto livello.

  • Esteticamente molto affascinante.

Contro

  • Un po' di ripetitività lato missioni.

  • Chi non conosce la serie potrebbe trovarsi spiazzato.

Commento

Pur essendo un gioco "minore" rispetto a quelli a cui FromSoftware ci ha abituati, Armored Core VI: Fires of Rubicon è il miglior ritorno possibile per una saga sicuramente storica, rimasta silente per molti anni, ma che a quanto pare ha ancora tanto da dire. Chi cerca "un souls coi robot" rimarrà quindi in parte deluso, sebbene alcune contaminazioni da Dark Souls e soci siano evidenti. Ma, con la sua identità e la sua fedeltà a se stesso, Fires of Rubicon è un ottimo sparatutto in terza persona coi mecha, ed è questo ciò che conta veramente.
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