VIDEO ANTEPRIMA

Armored Core VI: Fires of Rubicon | Anteprima - Il nuovo titolo di From Software

Abbiamo assistito a una presentazione per la stampa di Armored Core VI: Fires of Rubicon, dove abbiamo potuto vederne per la prima volta il gameplay.

Avatar

a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Armored Core VI: Fires of Rubicon
Armored Core VI: Fires of Rubicon
  • Sviluppatore: FromSoftware
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Bandai Namco
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 25 agosto 2023

FromSoftware aveva bisogno di una pausa dai soulslike, specialmente dopo il successo di Elden Ring. Difficile infatti tornare subito sul sottogenere degli action RPG da loro ideato, dopo aver raggiunto l’apice con l’open world creato in collaborazione con George R. R. Martin (tolto ovviamente il futuro DLC).

Serve tempo per trovare nuove idee, per provare ad alzare ancor di più un’asticella vertiginosamente alta. Per questo FromSoftware ha deciso di cambiare totalmente genere e ambientazioni, tornando alle sue origini con Armored Core VI: Fires of Rubicon, una ventata d’aria fresca, qualcosa di diverso rispetto agli ultimi dieci anni della software house – insomma, qualcosa che serviva proprio.

Gli Armored Core sono infatti uno dei primi giochi mai realizzati dalla famosa software house giapponese, insieme a King’s Field. Il primo capitolo uscì in Giappone nel 1997 sulla prima PlayStation e da lì in poi sono usciti molti altri capitoli, per un totale di ben quindici giochi all’interno della stessa saga. L’ultimo titolo è stato Armored Core: Verdict Day, uscito nel 2013, ormai dieci anni fa.

In tutti questi anni FromSoftware è cambiata moltissimo e tutta l’esperienza accumulata è stata ora utilizzata per realizzare il nuovo episodio della saga dedicata ai mech personalizzabili.

Abbiamo avuto l’occasione di vedere in anteprima una versione demo hands-off del gioco, nell’attesa di metterci le mani il prossimo 25 agosto, giorno in cui il titolo uscirà su PlayStation 5 e 4, Xbox Series S/X e One e PC via Steam. Vi raccontiamo come ci è sembrata.

I tre punti principali di Armored Core VI: Fires of Rubicon

A presentarci Armored Core VI: Fires of Rubicon è il lead producer di FromSoftware, Yasunori Ogura, che ci introduce subito ai tre cardini del titolo. Il gioco, innanzitutto, non vuole rivoluzionare la formula classica tanto cara ai molti fan: vuole però restituire il feeling dei vecchi titoli con la filosofia di design dell’attuale From Software.

Nei dieci anni passati dall’ultimo titolo della saga, la software house giapponese ha compiuto passi da gigante, diventando una delle realtà più rinomate nel mondo videoludico, con ben due titoli che, nell'ultimo quinquennio, hanno conquistato il premio come Gioco dell’Anno ai The Game Awards, ossia Sekiro ed Elden Ring (che potete trovare su Amazon).

Armored Core VI: Fires of Rubicon si baserà su tre punti principali:

  • il primo è un level design tridimensionale. Ciò valorizzerà al massimo i movimenti dei mech creati dai giocatori, che potranno esplorare le mappe sia in verticale che in orizzontale. Sono stati mostrati vari screenshot delle diverse mappe del gioco, tra aree industriali dominate da costruzioni di metallo di varia grandezza, zone montane coperte di neve e deserti rossi di un pianeta alieno cosparsi di rottami.
  • Il secondo punto è un combattimento tattico che si basa soprattutto sulla personalizzazione del proprio mech. Questo potrà essere costruito come più si preferisce in base ai pezzi ottenuti, perché si adatti a ogni situazione e nemico. Nei vecchi Armored Core la personalizzazione era davvero vasta e complessa, con innumerevoli parti disponibili per poter creare il proprio robot da sogno. A quanto pare, questo aspetto fondamentale dei vecchi giochi tornerà in pompa magna anche nel sesto capitolo.
  • Infine, il terzo punto è legato al senso di sfida e di appagamento che si prova quando si superano situazioni complesse, come una boss battle particolarmente ostica. Questo è ormai il marchio di fabbrica della software house giapponese – dunque chi pensava che, con Armored Core VI, FromSoftware puntasse a un gioco più semplice si sbaglia di grosso. D’altronde la saga ha sempre avuto un livello di difficoltà piuttosto elevato anche in passato. Non vediamo dunque l’ora di capire quali saranno le sfide e i boss più ostici del gioco.

Armored Core VI: Fires of Rubicon sarà diviso in una Modalità Storia interamente giocabile in single player e in una modalità PVP in multiplayer, di cui però non sappiamo molto altro, per il momento.

Battaglie tra robot in salsa From Software

A seguire, ci è stata mostrata una missione di Armored Core VI, che da quanto ci è stato detto è tratta dalla fase iniziale del gioco. Come tradizione della saga, si inizia con un filmato di briefing in cui vengono spiegati al giocatore i dettagli della missione e l’obiettivo da completare.

In questo caso bisognava conquistare una struttura chiamata Grid 086, base di RaD, una fazione nemica di trafficanti d’armi. La mappa era composta da una zona all’aperto con delle strutture metalliche interconnesse e da un’area interna, cuore del covo dei nemici.

La prima cosa che ci è stata fatta notare, mentre osservavamo il gioco in movimento, era la libertà d’approccio data al giocatore. Non esiste infatti una via unica per entrare nella base, specialmente grazie al fatto che il nostro mech potrà volare per brevi tratti grazie alla dinamica dell’Assault Boost.

Chi pensava che, con Armored Core VI, FromSoftware puntasse a un gioco meno difficile si sbaglia di grosso.
Questa meccanica è fondamentale sia nell’esplorazione che in combattimento, permettendo di librarsi in aria per breve tempo, finché la barra del boost non si sarà scaricata (poi si ricaricherà piuttosto velocemente). In battaglia l'Assault Boost permette di compiere degli scatti molto veloci in qualsiasi direzione, per evitare i proiettili nemici o per avvicinarsi in un istante a un avversario.

Il giocatore potrà dunque sfruttare tutte le capacità in dotazione al suo mech per approcciarsi ai vari obiettivi della missione. In questo caso, per infiltrarsi nella base, ci è stato detto che sarebbe stato anche possibile utilizzare un ponte per evitare dei nemici, ma nella demo da noi vista si è preferito un approccio più diretto, anche per mostrare le fasi di combattimento.

Il mech utilizzato nella demo era un classico robot bipede dotato di un potente mitragliatore in una mano e di un lanciamissili su una spalla, ma anche di una lama d’energia per i combattimenti a corto raggio. I primi nemici affrontati erano dei robot di vario tipo, tra quadrupedi dotati di mitragliatore e postazioni semoventi dotate di missili.

I combattimenti ci sono sembrati molto veloci e dinamici, con la possibilità di muoversi e schivare in ogni direzione mentre si colpisce dalla distanza con il proprio arsenale. Non aspettatevi una maggior enfasi sui combattimenti corpo a corpo rispetto ai precedenti capitoli di Armored Core: da quanto ci è stato mostrato sarà possibile avvicinarsi per sferrare colpi letali con dei calci o con la lama equipaggiata, ma questi non saranno il focus del gioco, che è basato molto sulle armi a distanza.

I nemici infliggono anche dei danni ingenti, se non si sta attenti a schivare. Il mech controllato sarà dotato di una funzione chiamata Repair, che funziona un po’ come una fiaschetta Estus: si potrà usare al momento per riparare i danni, ma le scorte saranno limitate.

In questa missione, il mech iniziava con tre kit di riparazione, ma ci è stato mostrato che esistono dei punti di rifornimento in cui poter recuperare sia i kit di riparazione che le munizioni per tornare al massimo. Un’altra opzione interessante è quella dello scan, che consente – soprattutto nelle zone interne – di vedere i nemici anche attraverso pareti e altri ostacoli, così da poter pianificare meglio l’offensiva.

In caso di spazi ristretti in cui la schivata non è molto efficace per la mancanza di ripari, sarà possibile utilizzare uno scudo che ridurrà di molto i danni subiti, quando inevitabili. Nella mappa, inoltre, ci saranno alcune parti della struttura che faciliteranno il movimento, come una sorta di catapulta che ci farà arrivare in aree sopraelevate più facilmente.

A un certo punto, il mech da noi osservato si è ritrovato di fronte a una postazione di blocco nemica, che si è rivelata poi essere una trappola. Non appena si è avvicinato sono infatti cadute dal tetto diverse bombe che hanno sia distrutto i nemici che danneggiato il mech protagonista. Subito dopo, è comparsa un’agguerrita unità quadrupede dotata di una potente lama laser e di un fucile d’assalto e che ha avuto la meglio sul robot controllato dal giocatore.

In questo caso si hanno diverse opzioni, come ripartire da un checkpoint, ritornare all’inizio della missione oppure abbandonarla del tutto.

Esiste anche la possibilità di sostituire le parti equipaggiate dal proprio mech, così da cambiare eventualmente approccio, nel caso quello inizialmente pensato non funzionasse. Nella demo ci è stato mostrato proprio questo.

Ci sono moltissime parti da cambiare, tra testa, gambe, braccia e corpo del robot, a cui si possono poi aggiungere anche quattro armi, due da braccio e due da spalla. Per potenziare le abilità del proprio mezzo robotico si posso equipaggiare anche diverse componenti interne, come il booster o l’unità FCS, che migliora la mira assistita, specialmente dei missili.

Modificandone i pezzi, potremo costruire il nostro mech dei sogni.
I pezzi che nella prova a cui abbiamo assistito era possibile cambiare erano davvero moltissimi, proprio come nei vecchi Armored Core. Anche il sesto capitolo permetterà dunque di creare il mech dei propri sogni, potendo scegliere tra innumerevoli parti meccaniche.

Alla fine, nella demo si è scelto di cambiare il mech con un modello più controllabile e con danni da impatto, introducendo anche una meccanica che ci ha ricordato molto Sekiro: Shadows Die Twice. Il mech controllato dal giocatore ha affrontato nuovamente il mech quadrupede avversario, colpendolo dalla distanza e focalizzandosi sui suddetti danni da impatto. 

Sopra la salute del nemico, proprio come in Sekiro, c’è una barra dell’impatto che viene riempita colpo dopo colpo. Quando questa sarà piena, il nemico entrerà in uno stato di “Stagger”, ossia di stordimento, che lo lascerà inerme per alcuni secondi, durante i quali potrà subire molti più danni.

Attenzione però, perché anche il nostro mech avrà questa barra e rischierà di essere stordito. Una volta riempita la barra del mezzo avversario, il mech ha avuto la meglio in poche mosse, ponendo facilmente fine allo scontro.

Infine, per concludere la dimostrazione, ci è stata mostrata una boss battle contro un gigantesco mezzo nemico, dotato di due enormi braccia consistenti in rulli compressori e in grado di sparare missili a distanza.

Per via di una spessa corazza, quando colpito dalle armi del mech del giocatore, l'enorme boss subiva danni irrisori. Ci è stato mostrato però che il punto debole si trovava in una sorta di fucina che faceva da corpo principale al boss; questa aveva in cima un’apertura che se colpita, subiva danni molto più ingenti e permetteva anche di infliggere danni da stordimento molto maggiori.

Non abbiamo potuto vedere però la fine dello scontro, che è stato interrotto sul più bello; eppure sono bastati pochi minuti per capire che la filosofia e la possanza delle boss battle tipiche di FromSoftware saranno presenti anche qui.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Combattimento veloce e pieno di opzioni per affrontare i nemici

  • Possibilità di personalizzazione del proprio mech davvero imponenti

  • Le boss battle sembrano spettacolari e difficili come FromSoftware ci ha sempre abituato

Contro

  • Ancora da valutare la struttura della campagna e del multiplayer

Commento

Quanto abbiamo visto di Armored Core 6: Fires of Rubicon ci ha affascinato molto. Il gioco dimostra di avere un gameplay action molto veloce e tattico, con scontri per nulla semplici e le immancabili boss battle tipiche di FromSoftware. Le opzioni di personalizzazione del proprio mech sono davvero tante, così che sarà possibile creare il proprio robottone dei sogni e cambiare approccio in base a nemici e missioni. Ancora da verificare meglio la struttura della campagna principale e del multiplayer, ma senza dubbio questo hands-off ci ha messo voglia di provare in prima persona il gioco.

Leggi altri articoli