Street Fighter 6 | Provato - L'incontro finale prima della recensione
Manca solo un mese all'uscita di Street Fighter 6, e per l'occasione abbiamo fatto un'ultima prova del gioco incentrata sulle modalità single player.
a cura di Silvio Mazzitelli
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Capcom
- Produttore: Capcom
- Distributore: Capcom
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PC , PS4 , XSX , PS5
- Generi: Picchiaduro
- Data di uscita: 2 giugno 2023
MILANO – Gli appassionati di picchiaduro stanno contando i giorni che mancano all’uscita di Street Fighter 6. Oggi siamo a un mese esatto dal lancio del nuovo imponente picchiaduro di Capcom e, dopo averne già parlato in anteprima, inizialmente in occasione della prima closed beta e poi approfondendone ulteriormente la struttura e le modalità in un altro speciale, siamo qui oggi per la nostra ultima anteprima prima del lancio globale del gioco.
Invitati dal publisher, abbiamo avuto occasione di provare per tre ore una versione del gioco completo di Street Fighter 6, concentrandoci principalmente sulle modalità per giocatore singolo: molte erano già presenti nella recente demo, come l’atteso World Tour, ma questa volta era possibile provarle senza limiti.
L’ultima presentazione di Capcom, avvenuta poche settimane fa, ha mostrato la mole incredibile di contenuti presenti all’interno di Street Fighter 6, facendolo apparire sempre più come un picchiaduro monumentale, sia per la qualità del gameplay che per la varietà di modalità presenti. Questa nostra sensazione è poi diventata ancor più concreta grazie alla nuova prova fatta.
Modalità per tutti i gusti
La prima parte della nostra prova di Street Fighter 6 (potete già prenotarlo su Amazon) si è svolta nella sezione Fighting Grounds. Il titolo è infatti diviso in tre parti principali: il World Tour, ossia la modalità storia, di cui parleremo meglio dopo, il Battle Hub, che è in pratica la modalità online, e infine il Fighting Ground, dove sono presenti tutte le altre modalità; queste sono Arcade, Allenamento, Versus e Match Speciali.
L’Arcade si configura come la classica modalità da sala giochi, che in passato era anche considerata la modalità storia dei picchiaduro. Si sceglie un personaggio e si affrontano una serie di match fino al combattimento finale, ricompensato con la ending per il nostro lottatore.
Noi abbiamo potuto provare solo l’Arcade di Ken e quella del nuovo personaggio, Lily, appartenente alla stessa tribù del vecchio T. Hawk. All’inizio ogni personaggio è introdotto da una breve sequenza, una narrazione ad immagini statiche che ne spiega la storia. Ottima la qualità degli artwork, che potranno poi essere sbloccati finendo tutto l’Arcade.
Non siamo potuti arrivare fino alla fine delle storie di Ken e Lily, ma ci siamo dovuti fermare al terzo match, che, in pieno stile Street Fighter classico, è un bonus stage in cui bisogna distruggere non una semplice macchina, ma un gigantesco tir a suon di cazzotti. Un aspetto curioso dell’Arcade è che si possono scegliere il numero di match totali da affrontare: nelle opzioni era possibile scegliere tra 5 e 12, ma, non avendo potuto superare il terzo match, non sappiamo se ci saranno effettivamente delle differenze tanto nelle ricompense quanto nella modalità vera e propria.
Il Versus invece è una modalità che si spiega da sé. Si potrà scegliere se affrontare match 1vs1 o a squadre, con la possibilità di creare team da tre personaggi, in uno scontro nello stile del rivale storico The King of Fighters, o in 2vs2, anche se non esiste la possibilità, presente in altri picchiaduro, di cambiare personaggi nel bel mezzo del match.
Questa modalità ci ha permesso di provare un po’ di personaggi non presenti nella beta o nella demo, come Cammy o la nostra connazionale Marisa. Quest’ultima è più semplice da usare ed è un vero autotreno, basata com'è su mosse potenti e dirette facili anche da concatenare in una serie di combo devastanti. Cammy è ancor più agile di come ce la ricordavamo, in grado di colpire da ogni angolazione e confondere il nemico con i suoi movimenti felini.
Abbiamo anche provato qualche vecchia gloria come, E. Honda, Blanka e Dalshim, personaggi in parte rinnovati, con diverse nuove mosse; ma torneremo ad analizzare meglio ognuno dei combattenti del cast di Street Fighter 6 in sede di recensione.
La modalità Allenamento ci è sembrata molto esaustiva nelle sue opzioni. Ci sono sia i tutorial per apprendere le basi che le guide ai personaggi, che insegnano come usarli al meglio, utilizzando il gergo tipico dei picchiaduro, ma spiegando ogni termine in modo da introdurre anche i neofiti alle meccaniche avanzate. Chiude poi il tutto una modalità combo challenge, immancabile in molti picchiaduro degli ultimi anni, che aiuterà i giocatori a imparare nuove combo per ogni combattente.
L’ultima modalità presente è quella dei Combattimenti Estremi, di cui avevamo già avuto un assaggio nella closed beta. Qui si potranno scegliere alcune regole speciali per i match, sia per vincere che per gli elementi extra all’interno di un round. Si potrà ad esempio stabilire, come regola per la vittoria, di dover atterrare l’avversario cinque volte, oppure di dover completare una lista di mosse da eseguire.
Come extra poi ci saranno elementi folli, come la carica di un toro o l’arrivo, in mezzo alla battaglia, di bombe che si potranno poi lanciare contro l’avversario. Sicuramente un’alternativa divertente alle battaglie classiche e con molte combinazioni possibili.
Nel Versus abbiamo avuto anche l’occasione di provare per la prima volta la telecronaca dei match, potendo scegliere i cronisti tra diversi personaggi illustri della scena dei fighting game. La telecronaca non è fastidiosa e strappa qualche risata, anche se spesso sarà dura concentrarsi sulle frasi dette dai commentatori mentre si combatte, specialmente se sono in giapponese e si dovranno leggere i sottotitoli.
La sezione Fighting Ground di Street Fighter 6 è davvero piena di modalità aggiuntive. Sicuramente non c’è nulla di totalmente inedito, ma in pratica racchiude tutto ciò che di solito si vede in un normale picchiaduro per quanto riguarda le modalità in single player e anche multiplayer, con la sola differenza che questa sezione è la più accessoria delle tre presenti in Street Fighter 6.
Posso picchiare il mimo?
Passiamo poi all’altra modalità principale di Street Fighter 6 (che trovate già da prenotare su Amazon) dedicata interamente al single player, ossia il World Tour. Chi ha provato la demo avrà già avuto un assaggio di questo particolare Story Mode del picchiaduro Capcom, che è, senza giri di parole, Street Fighter RPG. Nella nostra prova siamo potuti andare oltre il primo capitolo visto nella demo, dove in pratica si imparavano solo le basi, potendo girovagare un po’ per la città di Metro City.
Inutile ripetere quanto l’editor per la creazione del personaggio sia estremamente dettagliato e ben fatto, visto che potrete creare qualsiasi personaggio (od orrore) vi venga in mente. Per evitare di passare tutto il tempo della prova a smanettare nella personalizzazione, abbiamo scelto un personaggio pre-costruito, a cui abbiamo apportato solo qualche modifica. Il risultato è stato un mix tra uno yakuza e un lottatore di wrestling.
La modalità World Tour funziona davvero come un RPG: si combattono incontri casuali in giro per la città (approfondiremo presto questo “importante” punto), si ottiene esperienza per salire di livello, si comprano vestiti e altro equipaggiamento e si ottengono nuove mosse e stili di combattimento per diventare ancora più forti. Da questo punto di vista, la modalità World Tour è praticamente un gioco a parte, dato che i sistemi, per quanto riprendano le meccaniche del picchiaduro, hanno delle differenze e delle regole uniche proprio per questa modalità.
Ad esempio, i danni inflitti saranno calcolati in base a statistiche date da livello ed equipaggiamenti e potremo vedere a ogni colpo il totale numerico dei danni inflitti, proprio come in un RPG. Ci saranno poi dei momenti di vulnerabilità dei nemici, segnalati da una colorazione bianca del modello tridimensionale avversario, che permetteranno di infliggere loro danni critici e stordimento, se verranno colpiti in quel preciso istante. Per partire in vantaggio, prima di iniziare il combattimento si potranno attaccare gli avversari con le mosse dei maestri.
La città di Metro City, da quanto abbiamo visto, è piuttosto ampia, addirittura con aree segrete da raggiungere con le mosse dei maestri, come lo Spinning Bird Kick di Chun-Li, che ci permetterà di superare in volo voragini e altri ostacoli per arrivare in punti normalmente inaccessibili.
Ci saranno missioni secondarie per ottenere equipaggiamento e punti esperienza e mini-giochi molto vari per guadagnare denaro. Di questi, nella nostra prova ne abbiamo potuti provare ben tre, tutti molto divertenti: il primo consisteva nel colpire delle tavolette di legno a varie altezze il più velocemente possibile; il secondo era il classico stage bonus in cui bisognava distruggere un camion (lo stesso della modalità Arcade), ma stavolta con un filtro in pixel per ricordare quello di Street Fighter 2; infine, l’ultimo era la Hado-Pizza, in cui bisognava premere le stesse combinazioni di tasti riportate su schermo.
I combattimenti di questa modalità sono di base più semplici, almeno all’inizio, quando molte mosse e meccaniche sono precluse. Nelle prime fasi si potevano utilizzare solo i comandi moderni, con gli input facilitati, ma andando avanti era poi possibile sbloccare i comandi classici.
Oltre a Luke, il maestro con cui si inizia il gioco, abbiamo potuto incontrare anche Chun-Li, che ci ha insegnato alcune sue mosse, in una suggestiva area di Metro City in stile China Town, con tanto di allievi del kenpo cinese insegnato dall’artista marziale.
Tra questi c’era anche Li-Fen, la bambina salvata da Chun-Li nel terzo capitolo della saga, che si era vista anche nel primo trailer di Street Fighter 6 (se non potete attendere l'uscita potete prenotarlo su Amazon). Li-Fen sembra anche molto più dettagliata rispetto ai personaggi standard e non ci sorprenderebbe in futuro vederne una versione completamente giocabile. Nel World Tour è affrontabile e, ovviamente, usa le tecniche di Chun-Li.
Altra particolarità delle battaglie del World Tour è la loro varietà. Si potranno affrontare scontri anche con due o più avversari alla volta, con delle possibili variazioni alla formula, come il costante arrivo di nemici man mano che se i precedenti vengono sconfitti. Alcuni avversari avranno anche delle condizioni speciali da soddisfare (ad esempio batterli con uno stile di combattimento specifico) per ottenere degli oggetti o del denaro extra.
La cosa più interessante del sistema di combattimento di questa modalità è comunque data dalla possibilità di personalizzare completamente il proprio personaggio, non soltanto nell’aspetto, ma soprattutto nelle mosse. Purtroppo non abbiamo potuto approfondire molto questa parte, ma già poter creare un combattente ibrido, con le mosse speciali sia di Chun-Li che di Luke, è davvero intrigante: pensate a quante opzioni di personalizzazione si avranno una volta sbloccati tutti i combattenti. Non vediamo l’ora di analizzare meglio le possibilità di questo sistema nella versione finale del gioco.
Passiamo ora a parlare dell’elefante nella stanza: la storia del World Tour di Street Fighter 6. L’abbiamo lasciata per ultima perché è onestamente la parte più divertente. La storia del gioco è in pratica quella di Pokémon: l’obiettivo del vostro personaggio è diventare il più forte combattente compiendo un viaggio intorno al mondo in cui dovrà anche capire, man mano che combatterà, cosa sia la forza.
C’è persino un rivale, tale Bosch, che a quanto pare dovremo affrontare a intervalli regolari nel corso della storia; c’è poi un team di cattivi in stile Team Rocket e, soprattutto, per allenarsi si potrà combattere contro chiunque si incontri per strada.
Sì, avete capito bene: quasi ogni PNG che cammina per la strada potrà essere sfidato in combattimento e non ci riferiamo a un generico teppista in canotta che si diverte a fare il bullo, ma potremo menare le mani anche con un impiegato che sta tornando a casa dal lavoro, con una signora che sta facendo compere e persino con una ragazzina al ritorno da scuola.
La scusa ufficiale per giustificare un minimo il fatto di poter prendere a schiaffi chiunque è che a Metro City, in un buio passato, i criminali governavano la città (chiaro riferimento alla saga di Final Fight) e tutti gli abitanti si erano abituati alla violenza, diventando abili a difendersi per sopravvivere. Questa tendenza, però, è rimasta anche con il ritorno di tempi più sereni.
Da che punto la si guardi la scusa non regge, ma volete la verità? Non ci importa assolutamente. Nella nostra prova abbiamo visto un mimo e abbiamo deciso di prenderlo a schiaffi e poi siamo andati dal proprietario di un chiosco di pizza per comprarne una, ma prima abbiamo deciso di prenderlo a calci. Una volta battuto il proprietario, abbiamo comprato la nostra pizza pagandola regolarmente e tutti amici come prima!
La follia di questo story mode è onestamente inimmaginabile e sospettiamo sia voluta, anche se nella narrazione queste esagerazioni non sono particolarmente sottolineate. Se dovessimo fare un paragone, la modalità World Tour è un po’ come quando si gira per la città dei titoli della serie Yakuza, ma dopo aver preso a calci rotanti qualsiasi concezione di buon senso. E stiamo parlando di Yakuza: immagino molti di voi si ricordino quest memorabili come la gang con i pannoloni.
Questo tipo di umorismo permea totalmente la modalità World Tour, ma viene trattato con una nonchalance disarmante, come se fosse la cosa più normale possibile, e questo in realtà fa ancora più ridere – come quando, per farvi un altro esempio significativo, ci siamo casualmente trovati ad affrontare due roomba e un tizio con uno scatolone sulla testa in strada, così, dal nulla.
Tra le mostruosità che verranno create come personaggi dei giocatori (che, ricordiamo, si potranno utilizzare per combattere sia nel World Tour che contro altri giocatori nel Battle Hub) e le situazioni assurde che capiteranno in questa modalità storia, il potenziale da meme di questo titolo è incalcolabile. Abbiamo quasi paura di scoprire quali assurdi meme e creazioni terrificanti diventeranno virali una volta uscito il gioco.
Ma come gira?
Chiudiamo con una veloce analisi tecnica, legata soprattutto alla modalità World Tour. Chi ha giocato la demo si sarà accorto che questa va a 30 FPS di base. In realtà basta cambiare l’impostazione nel menu opzioni da Prestazioni a Performance per poter giocare a 60 FPS, cosa da fare il prima possibile, dato che a 30 FPS sembra di giocare al rallentatore.
In generale, la modalità World Tour è meno dettagliata graficamente e rimane qualche calo di frame soprattutto nei personaggi o negli oggetti in movimento in lontananza; inoltre i modelli generati casualmente dei PNG non sono tutti così belli da vedere e alcuni appaiono un po’ ingessati, specie con determinati tipi di vestiario. Eppure, vista la varietà presente nelle mappe di questa particolare modalità storia – e, soprattutto, la grafica dettagliatissima del resto del gioco – potremmo dire che è un difetto minore, ma ci torneremo con più attenzione in sede di recensione.
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Voto Finale
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Pro
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Fighting Grounds contiene il totale delle modalità medie di un qualsiasi picchiaduro
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La modalità World Tour è praticamente Street Fighter RPG
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La follia di poter picchiare chiunque e le situazioni assurde della modalità World Tour sono davvero spassose
Contro
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Il livello tecnico della modalità World Tour è un po' inferiore rispetto al gioco classico