Yakuza Kiwami, l'analisi della versione PC
Yakuza Kiwami per coloro che hanno a cuore il loro case sotto la scrivania
Advertisement
a cura di Daniele Spelta
Redattore
Yakuza e Kiryu Kazuma non hanno bisogno di molte presentazioni. La serie nipponica creata da Toshihiro Nagoshi è oramai un’istituzione, uno spaccato vivido sulla società giapponese e sui cliché che la circondano. Nonostante la fama raggiunta, gli albori del nipponico Ryu Ga Gotoku sono rimasti avvolti nella nebbia per una larga fetta del pubblico occidentale fino alle recenti riproposizioni dei due primi capitoli, pubblicati con nuove vesti luccicanti in tempi recenti grazie ai due remake Kiwami e Kiwami 2. Fino a qualche tempo fa, i giri loschi e le faide di sangue della mafia del Sol Levante erano un’esclusiva del pubblico console e risultava quasi impensabile guidare Kiryu fra le vie di Kamurocho con mouse e tastiera. I tempi cambiano e quello che era solo un sogno è diventato realtà con l’inaspettata apertura del PC gaming verso tutta una sequela di produzioni giapponesi. L’invasione è stata ovviamente guidata dalla serie sviluppata da SEGA, con il prequel Yakuza 0 a fare da Cavallo di Troia e seguito ora da Yakuza Kiwami, rifacimento del capostipite della saga e pubblicato per l’ultima console di casa Sony ad inizio 2016 in Giappone e ad agosto 2017 nel resto del mondo.
I mesi di attesa sono stati ripagati con un porting più che soddisfacente, operazione per nulla scontata quando si parla di una conversione di un gioco nipponico e che spesso è accompagnata da performance insufficienti, mancanza di opzioni e pessimo supporto per le periferiche PC. Proprio come il precedente Yakuza 0, anche questo Kiwami versione mouse e tastiera fuga ogni dubbio sin dal primo pugno scagliato e dall’intesa apertura che racconta le vicende che hanno costretto il giovane Kiryu Kazuma ad assumersi le colpe di un omicidio che non porta la sua firma. Alle qualità intrinseche del gioco va poi aggiunto il prezzo budget a cui viene venduto, poco meno di venti euro per decine e decine di ore si scazzottamenti e follie tra i vicoli del fittizio quartiere di Tokyo.
Uomini di PC, seguitemi
A questo punto sorge però spontanea la domanda: a chi è diretto questo Yakuza Kiwami? Ovviamente, se amate la serie ma siete allo stesso tempo affezionati a quel caro vecchio case che sta sotto la vostra scrivania non avete scuse e questa riproposizione vale ogni euro speso. Al contrario, se avete già vissuto i primi passi di Kiryu Kazuma – ovviamente in Kiwami, non nell’originale per PlayStation 2 – nella versione console, non troverete qui molti motivi per rituffarvi in quel di Kamurocho. Non fraintendetemi, non c’è nulla che non vada nel port, ma questa incarnazione non presenta sostanziali differenze rispetto a quella ammirata su PlayStation 4, se non per qualche ritocco alla veste grafica, ma nulla di sostanziale.
La storia raccontata non cambia di una virgola – qui la recensione completa se siete interessati all’aspetto narrativo – e ruota sempre attorno alla caduta e alla rinascita di Kiryu Kazuma, all’omicidio di cui si assume la responsabilità, alla faida con l’ex amico Akira Nishikiyama e alla sparizione dei 10 miliardi di Yen dalle casse del Clan Tojo. Nonostante sia già stata assaporata varie volte, la trama di questo primo “nuovo” Yakuza non stanca mai, grazie ad un’intensità e ad una drammaticità spiccatamente nipponici, impreziosita da un’ottima recitazione da parte di tutto il cast. Accanto agli intrecci che vanno via via formandosi fra le luci al neon e i grattacieli di Kamurocho, ci sono ovviamente le immancabili side quest e tutta quella serie di attività secondarie fuori di testa tipiche della serie, anche se si sente la mancanza dei vari Outrun e Virtua Fighter, assenti ingiustificati delle sale giochi virtuali. Data la mole di dialoghi e filmati, occorre precisare che nell’operazione di porting non è stato effettuato nessun lavoro per quel che riguarda il doppiaggio e tutti i testi sono tradotti in inglese, mentre il parlato in lingua originale aggiunge quell’ulteriore tocco giapponese che non guasta mai.
Qualche rapido cenno anche sul combat system, mutuato direttamente dalla formula rinnovata di Yakuza 0. Rispetto alla versione originale per PlayStation 2, la tecnica di Kiryu non segue più un percorso lineare, ma viene differenziata in tre stili di combattimento. Il Rush fa della velocità il suo principale punto di forza, al contrario del Beast incentrato sulla forza bruta, mentre il Brawler si pone come un’equilibrata via di mezzo. Ciascuno stile può essere potenziato tramite il rispettivo albero di crescita, ma tutto sparisce davanti a quello che è stato chiamato “Majima Everywhere”, ossia le frequenti apparizione del cane pazzo Goro Majima che, sempre in modo molto eccentrico, sfiderà ripetutamente il protagonista. Questi incontri sono stati sfruttati per aggiungere una nuova tecnica chiamata Dragon, che può essere potenziata solo sconfiggendo il bizzarro rivale.
Tutti gli alti e i bassi di quello che è apparso circa tre anni fa su console sono dunque ancora presenti quando si avvia Yakuza Kiwami su Steam. Se si parla però esclusivamente del lavoro svolto su questa nuova riproposizione c’è ben poco di cui recriminare e il titolo spicca sia per la sua buona veste grafica, ma soprattutto per la sua estrema scalabilità. Stiamo sempre parlando di un gioco con qualche annetto sulle spalle, nulla di paragonabile ai più recenti Yakuza 6: The Song of Life o Yakuza Kiwami 2, mossi ed impreziositi dal più recente Dragon Engine. Anche il confronto con Yakuza 0 appare però sfavorevole, se non altro per la differenza nell’estetica delle location, ora molto più cupe e in cui manca quel tipico decadente splendore degli anni ‘80, e per l’assenza di Sotembori.
Requisiti abbordabili per Yakuza Kiwami
Sarebbe comunque ingiusto pretendere una resa grafica all’ultimo grido e questo si riflette nei requisiti di sistema, di certo non impossibili: il minimo sindacale per godersi la prima avventura di Kiryu – purtroppo i consigliati non sono specificati – è un Intel i5-3470 o un AMD FX-6300, non proprio processori di ultima generazione, così come i soli 4Gb di Ram richiesti o la necessità di una Nvidia GeForce GTX 560 o di una AMD Radeon HD 6870 sottolineano la leggerezza di Kiwami. Queste configurazioni non sono però un sinonimo di arretratezza tecnologica e, al contrario, il lavoro fatto dal team di sviluppo in fase di porting è decisamente buono. Spicca innanzitutto il supporto per le risoluzioni fino al 4K e una manciata più che soddisfacente di opzioni grafiche. Nulla di esagerato per chi è abituato a lavorare fin nel minimo dettaglio per trovare il perfetto equilibrio tra fluidità ed impatto visivo, ma sicuramente meglio rispetto allo standard visto in molte altre opere sbarcate da console a PC.
Oltre alla già citata risoluzione e ad alcuni preset grafici – da basso ad ultra – c’è modo di intervenire sulla qualità delle ombre, sul field of view, sui filtri per le texture e alcune opzioni che vanno a lavorare sulla “distanza” degli oggetti presenti su schermo, che appariranno solo all’ultimo secondo settando il livello più basso, riducendo allo stesso tempo il carico di lavoro. Per quel che riguarda l’aliasing, Yakuza Kiwami propone due soluzioni, l’SSAA e l’FXAA: la prima tecnica è pensata per le macchine più performanti ed è in effetti l’unica opzione grafica ad impattare in modo significativo sul frame rate, mentre la seconda è decisamente più leggera ed abbordabile anche se non si possiede un PC di ultimissima generazione. Con un Intel i7 4770k 3.50GHz, una Nvidia GTX 1070 8Gb, 16Gb di Ram e Windows 10, il titolo non presentava particolari difficoltà e riusciva a mantenersi stabile sopra i fatidici 60 fps con una risoluzione a 1080p, ma quello che realmente sorprende è l’estrema scalabilità e la possibilità di trovare soluzioni di compromesso anche con un hardware di livello inferiore. Il buon quantitativo di opzioni non riguarda solo il lato grafico e la possibilità di rimappare tutti i tasti, sia se si opta per un più comodo pad sia se si preferisce la via del mouse e tastiera, dimostra ancora una volta come il porting non sia stata un’operazione pigra e fatta senza pensare troppo alle esigenze dell’utenza PC.
+ Consolida il connubio tra la serie e il mondo del PC
+ La qualità del titolo non si discute
- Qualche passo indietro rispetto a Yakuza 0
8.5
I discorsi fatti riguardo al lavoro svolto in fase di conversione di Yakuza 0 possono essere presi e applicati anche a questo Yakuza Kiwami. Come il primo capitolo della serie approdato su PC, anche la “nuova” avventura di Kiryu Kazuma&Co non si discosta in nessun modo da quanto già visto su PlayStation 4 e ripresenta in tutto e per tutto la stessa storia, la stessa struttura e le stesse meccaniche di gioco. Anche la componente grafica non ha ricevuto molte migliorie, ma qualche piccolo intervento è stato fatto, a partire dal supporto per le risoluzioni fino al 4k. Rispetto alla media spesso non soddisfacente degli altri port, l’opera di SEGA non presenta particolari criticità tecniche e, anzi, va lodato il lavoro svolto per adottare una manciata di soluzioni grafiche indispensabili per cercare il giusto equilibrio tra la qualità grafica e le performance. I giocatori PC non hanno dunque molto da recriminare, se non i lunghi mesi di attesa passati ad aspettare la seconda venuta del Drago di Dojima, mentre chi ha già vissuto l’ascesa di Kiryu in versione console di ultima generazione non troverà molti motivi per acquistare una copia quasi 1:1.
Voto Recensione di Yakuza Kiwami, l'analisi della versione PC - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Scalabile e con un buon set di opzioni grafiche
-
Consolida il connubio tra la serie e il mondo del PC
-
La qualità del titolo non si discute
Contro
-
Non aspettatevi grandi differenze rispetto alla versione console
-
Qualche passo indietro rispetto a Yakuza 0
Commento
Advertisement