Xbox Wireless Headset Recensione | Un'esperienza audio next-gen
Microsoft aggiorna il suo catalogo di accessori per console e PC con una nuova offerta premium
a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Microsoft
- Produttore: Microsoft
- Distributore: Microsoft
- Piattaforme: XSX
- Data di uscita: 10/11/2020
Ad ogni refresh delle console, ecco seguire quello dei dispositivi collaterali e delle periferiche, dalle più tecniche e ricercate a coloro che hanno un impatto tangibile nella qualità della vita dei videogiocatori “comuni”.
Tra questi, così come ha fatto Sony con le sue Pulse su PS5, annoveriamo una new entry anche nella famiglia Microsoft: l'Xbox Wireless Headset in uscita il 16 marzo, che, grazie ad un omaggio dal grande tempismo del team Xbox, abbiamo potuto provare in anteprima per raccontarvi come sia e, soprattutto, se dobbiate mettere mano al portafogli per farlo vostro.
La nostra prova si è svolta un po' su tutti i device della casa di Redmond, da PC Windows a Xbox Series X, ma una premessa doverosa è che il meglio lo avrete probabilmente più sulle console del produttore americano – mentre alcune sorprese arrivano dal rapporto incredibilmente seamless tra i due “mondi” ormai sempre più in contatto.
Design e funzionalità
L'Xbox Wireless Headset è caratterizzato da una grande attenzione per l'eleganza, in continuità con la squadratura e la raffinatezza dell'ammiraglia Xbox Series X, e da qualche concessione all'identità del brand: il marchio Xbox è impresso sul padiglione destro, mentre entrambi hanno una striscia verde forse un po' troppo chiara ma che tiene a sottolineare l'appartenenza del prodotto alla famiglia.
La stessa cura per il design è riservata agli ingressi e ai pulsanti posizionati sul corpo delle cuffie: la porta USB tipo-C è nascosta così bene che faticherete a trovarla. C'è un solo pulsante che funge sia da accensione e spegnimento che da connessione alla console o al PC, pure questo di un verde probabilmente troppo spiccato e giocattoloso rispetto al contesto, ma è posizionato in una maniera tale da trovarlo praticamente in un istante, al tatto, e senza il bisogno di togliere l'headset dalla testa durante l'ascolto.
Le chicche notevoli sono però rappresentate dai padiglioni auricolari in sé, che Microsoft ha utilizzato non soltanto come guscio protettivo attorno all'orecchio del giocatore e neppure quale semplice orpello: entrambi hanno delle funzionalità specifiche, la cui implementazione (compresa di sfumature inattese) vi sorprenderà in senso assolutamente positivo durante l'utilizzo.
I padiglioni costituiscono infatti delle autentiche manopole, innestate sagacemente nel design, la cui regolazione permette di personalizzare la propria esperienza audio al volo. Il padiglione di destra è quello più basilare, dove “semplicemente” si regola il volume da 0 a 100; la regolazione è molto precisa e troverete sempre con facilità il punto a cui vorrete tenere l'audio generale delle cuffie.
Quello di sinistra si può switchare per decidere se sentire la chat con gli amici, il gioco o entrambi, il tutto senza dover più ricorrere a menu né impostazioni complicate. Le tre fasi non sono chiuse a compartimenti stagni: passando gradualmente da uno stato all'altro si può stabilire di sentire più gioco o più chat, proprio come se si stesse regolando una barra dell'audio su Windows, decidendo fin dove sfumare un amico o una sparatoria in uno shooter per fare in modo da dare la giusta risonanza a ciò che vogliamo.
A questa peculiarità, che abbiamo trovato francamente di un'utilità avveniristica, aggiungiamo un altro dettaglio che potrà sembrare ridondante ma che invece, da accaniti multitasker, ci ha fatto volare: le cuffie si possono tenere collegate in contemporanea sia alla console che ad un altro dispositivo come il PC o il telefono, dal momento che Xbox utilizza lo standard wireless proprietario mentre i device come i personal computer Windows o gli smartphone quello Bluetooth.
È così che potrete godervi della musica o magari l'audio di una partita appena iniziata (sabato sera su Apex Legends e Genoa-Udinese nel nostro caso, la vida loca in tempo di lockdown), mentre continuerete a giocare in tutta tranquillità e persino chiacchierare con gli amici – il tutto senza che le voci si sovrappongono perché, nel frattempo, avrete già messo in chiaro chi sentirete di più e chi di meno.
Sotto il profilo della qualità del sonoro, invece, potete aspettarvi l'esperienza premium tipica di un headset che non appartiene ad una categoria d'eccellenza ma si profila ben al di sopra delle cuffie cui, con ogni probabilità, sarete abituati per l'uso quotidiano. Questo vuol dire che 5.1 e 7.1 non sono di casa, ma che i bassi sono profondi quanto basta e la direzionalità è affidata all'abbonamento di sei mesi a Dolby Atmos che è incluso nel pacchetto (e lo sarà fino al prossimo settembre) – sono supportati pure Windows Sonic e DTS Headphone:X.
La lista dei giochi che supportano Dolby Atmos – per avere il quale basta scaricare l'app Dolby Access ed entrarci con le cuffie collegate (e ricordate di selezionare l'impostazione dedicata nei setting audio di Xbox Series X|S) – non è estremamente lunga ma non mancano le soddisfazioni, ed ecco qui qualche esempio pratico.
Cyberpunk 2077, ad esempio, ha fatto letteralmente tremare (non scherziamo) i padiglioni auricolari quando abbiamo esploso colpi da una carabina, e una piacevolezza simile è garantita nel cogliere che il rombo del motore stia arrivando dal basso dei nostri piedi in maniera precisamente identificabile. Lo stesso dicasi di Ori and the Will of the Wisps, dove invece “aggirerete” l'inquadratura bloccata capendo al volo dove sia posizionata una minaccia per la vostra incolumità o se ci sia non appena scenderete in quel quadro inferiore, mentre su Gears 5 vi sorprenderete quasi a girarvi nell'ascoltare un'indicazione o una chiacchiera proveniente da un compagno di squadra dalla lontana sinistra – per non parlare dei borbottii delle Locuste o dell'identificazione di ogni singolo proiettile che sparerete.
Insomma, si tratta in ogni senso di un'esperienza dalla profondità inesplorata nella quotidianità del gaming e che, ad un prezzo accessibile, vi consentirà di fare un salto di qualità nell'immersione della cui portata probabilmente non vi rendete neppure conto. La preoccupazione legata all'autonomia, poiché parliamo di un dispositivo wireless, si è invece sciolta molto presto: Microsoft dichiara fino a 15 ore, con 30 minuti di ricarica che garantiscono 4 ore aggiuntive e una ricarica completa in circa 3 ore (con device non in uso), ma la verità è che, pur stressandole parecchio, non abbiamo mai dovuto ricorrere alla carica né durante né alla fine delle nostre sessioni di gioco o ascolto musica, passando per questo processo soltanto di notte e per scrupolo.
In testa e usabilità
Discusso dell'aspetto tecnico, è il caso di approfondire la comodità d'utilizzo del nuovo Xbox Wireless Headset una volta indossato. Premettiamo di essere clienti abbastanza difficili con le cuffie, specie con quelle ad archetto – che preferiamo perché non ci cascano continuamente – poiché dopo poco tempo iniziano a pesarci e causarci mal di testa; per questo motivo, eravamo particolarmente curiosi di capire se avremmo avuto lo stesso problema con un modello premium qual è questo.
Anche sotto tale prospettiva abbiamo buone notizie: a confronto con gran parte delle cuffie ad archetto, il modello improntato da Microsoft non è on-ear, ovvero non prevede che i cuscinetti si appoggino direttamente alle orecchie, ma over-ear, il che vuol dire che le orecchie dell'ascoltatore vengono inserite appieno all'interno dei padiglioni.
Questa soluzione comporta un headset un pochino più grande e ingombrante della media, ma garantisce due cose. La prima è la possibilità di evitare che l'utente come capita al sottoscritto si stanchi in pochissimo tempo di indossarle, dal momento che non pesano direttamente sull'orecchio; i cuscinetti sono poi realizzati con un tipo di pelle piuttosto particolare che si adagia nella sua posizione poco sotto la nuca e non ci preme contro, “plasmandosi” al contatto con la testa del giocatore anziché schiacciarla.
La seconda è invece la capacità di isolare completamente, o quasi (a seconda del volume, ma basta davvero poco per farlo), il giocatore sia mentre ascolta musica, sia quando fruisce dei titoli più frenetici. Il tutto avviene in un contesto di grande comfort per cui, a patto di non essere particolarmente stressati con l'audio a tutto volume e/o suoni particolarmente duri come possono essere quelli di una sparatoria in centro su Cyberpunk 2077 oppure uno scontro su Gears 5, abbastanza di rado proverete quella voglia di staccare un attimo per smettere di isolarvi e ricaricare le pile per una nuova immersione.
L'unico contro che abbiamo riscontrato è che il materiale in pelle con cui è realizzato l'intero del padiglione “suda” molto, per cui vi ritroverete, persino con le temperature basse a cui siamo sottoposti in questi giorni, a doverli letteralmente asciugare una volta finita la vostra sessione di gioco.
Esattamente come con i suoi controller, Microsoft ha reso l'Xbox Wireless Headset compatibile con l'App Accessori (disponibile anche su PC ma solo tramite connessione USB, passaggio che vi consigliamo di fare soprattutto se usate adattatori Bluetooth di terze parti su Windows, e accertatevi di avere gli ultimi driver installati per la rilevazione), dalla quale poterne modificare alcuni parametri.
Prima di tutto, l'headset gode di un microfono intelligente: questo vuol dire che, nella porzione conclusiva dell'asticella “elastica” che si piega a proprio piacimento e si appoggia elegantemente al resto della scocca se non lo staremo usando, il microfono – alla cui base è integrato un tasto per il mute manuale - gode di una soluzione di auto mute automatico che parte nel momento in cui non parliamo.
Questa feature può essere disattivata dall'app oppure regolata in tre diverse gradazioni, a cominciare dalla bassa (“alcuni suoni sono disattivati”) all'alta (“la maggior parte dei suoni è disattivata”): giocare con tali impostazioni vi darà una mano soprattutto se siete abituati a giocare in salotto o in cucina e magari avete persone attorno a voi che fanno altro o chiacchierano, poiché la rilevazione è dinamica e aggiusta il tiro basandosi sulla voce che arriva da più vicino – la vostra.
Il monitoraggio del microfono è una delle feature regolabili a proprio piacimento – noi l'abbiamo tenuta disattivata poiché, presumibilmente in coppia con l'auto mute, ha causato in una sola sessione un fastidioso fruscio di ritorno all'impressione di un qualunque input sul controller (che poi non si è più ripetuto) – ed è utile per chi vuole capire il tono di voce che sta usando in una chat o in generale la qualità del proprio parlato, grazie ad un ritorno minimo o elevato in cuffia.
Ed è infine possibile accedere ad un equalizzatore minuzioso, impostato di base su “Game”, tramite cui customizzare ogni singolo volume (non avvertirete l'esigenza di metterci mano ma, se siete appassionati, o particolarmente choosy, eccovi serviti), e alzare o abbassare la luminosità del LED inserito sul microfono per segnalare che sia acceso.
Il nostro consiglio è tenerlo piazzato su basso, più che per ragioni di batteria, perché può causarvi un piccolo flash negli occhi (specialmente con l'asticella alzata). A parte la minima disavventura di cui sopra, segnaliamo anche che nell'ingresso in gioco c'è un minimo scattino nell'audio, come se servisse un secondo per stabilire una connessione, e che lo stesso ci è capitato su un laptop relativamente poco performante (sul nostro PC fisso, invece, nessun problema) passando da un'operazione all'altra.
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Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Qualità audio di livello (con e senza Dolby Atmos)
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Avvolgenti e comode anche sulla lunga durata
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Funzionalità avveniristiche pensate per i gamer (e i multitasker)
Contro
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Il materiale in pelle “suda”