Xbox Series S: prezzo, reveal, limiti sulla next-gen. Ne abbiamo parlato con Jez Corden - Speciale
Il Gaming Editor di Windows Central ci aiuta a capirci di più sui piani per la prossima generazione di Microsoft, che prevederebbero una seconda console
a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Microsoft
- Produttore: Microsoft
- Distributore: Microsoft
- Piattaforme: XSX
- Data di uscita: 10/11/2020
Xbox Series S è il segreto di Pulcinella della prossima generazione. Della console low cost di Microsoft, che affiancherà la più potete e costosa Xbox Series X, sappiamo da oltre un anno ma non abbiamo ancora una conferma ufficiale presumibilmente perché a Redmond si aspetta il momento giusto per fornirla, e farlo in grande stile come siamo abituato dal carrozzone mediatico dei videogiochi.
Le ultime voci danno il mese di maggio come potenziale finestra di annuncio della piattaforma, e per capirci di più al riguardo abbiamo interpellato direttamente la fonte di queste indiscrezioni – Jez Corden di Windows Central – così da avere un quadro completo sia delle tempistiche che dello scopo della fu Xbox Lockhart.
Dietro il nome in codice
Xbox Lockhart è stata al centro di rumor e presunti leak per un lunghissimo periodo, avendo specifiche delineate così chiaramente fin dal loro inizio che, nel settore, si è rimasti un po’ sconcertati dal non vederla esibita allo scorso E3 insieme a Project Scarlett; in quell’occasione si chiacchierò di una cancellazione dei piani per una seconda console meno performante e meno esigente in termini di spesa, ma quelle voci sono rientrate nel giro di pochi mesi con un rilancio delle medesime specifiche, complessivamente da 4 teraflops.
Con l’evento di presentazione che sembrerebbe fissato a maggio, dopo una lunga attesa, abbiamo interpellato il responsabile gaming del portale nordamericano, nonché esponente molto influente del giornalismo oltreoceano a marchio Xbox, per provare a capire come mai Microsoft abbia pensato al lancio di due console diverse nel suo assalto alla prossima generazione, e soprattutto come pensa di “venderle” al grande pubblico.
La casa americana è nota per i nomi in codice dei suoi prodotti, che siano Windows o Xbox, e anche per questa piattaforma si è giocato molto sul tema, adoperandoli da un certo momento in poi persino in pubblico: Kinect fu Project Natal alla prima esibizione, Xbox One X fu Project Scorpio, Xbox Series X è stata per qualche mese (meno del previsto) Project Scarlett.
«Non ho idea del perché sia stata chiamata Lockhart», mi ha spiegato candidamente Corden. «I codename di Microsoft sembrano totalmente casuali alle volte. In passato ho avuto questa teoria che i nomi in codice di Xbox fossero nomi di rettili (Chuckwalla, Anaconda, ecc.) ma ovviamente ci sono tante eccezioni alla regola. Potrebbe essere solo una cosa casuale».
L’idea che è circolata per qualche tempo è che Project Scarlett non fosse il nome in codice strettamente di Xbox Series X ma della famiglia di console, nella quale Series X venisse identificata come la summenzionata Anaconda e Xbox Series S, nome ancora non confermato che appare però ormai assodato, fosse questa fantomatica Lockhart. Che, in effetti, non ci risulta essere un rettile.
Perché non è stata ancora rivelata?
Nel nostro preambolo abbiamo notato che di Xbox Lockhart, o Xbox Series S, si parla da prima dello scorso E3, quando si stava dando per assodato che Microsoft avrebbe puntato su una dualità – al pari di Xbox One S e Xbox Series X – per la prossima generazione, sebbene, elemento di differenziazione di non poco conto, proponendo entrambe le macchine in simultanea.
Questo lancio contemporaneo, vedremo più avanti, dovrebbe essere in teoria stato avallato in modo da consentire al modello più costoso di puntare in maniera molto seria sulla potenza bruta e senza badare al prezzo, e al modello low cost di abbattere la barriera all’ingresso della next-gen e proporsi come paracadute nel momento in cui PS5 dovesse costare meno di Xbox Series X al day one.
Tale potrebbe essere il famoso “piano che può vincere” per la next-gen di Microsoft elaborato da Phil Spencer – l’uomo delle due console, essendo stato tra i firmatari di Xbox 360 Core e Premium oltre che di Xbox One S e Xbox One X -, uno molto attento alla questione del prezzo dopo aver visto Microsoft scottarsi fino a bruciare nella gen corrente con i €499 di Xbox One più Kinect.
«La ragione per cui la console non è stata ancora rivelata, questa è la mia opinione, è che l’intera narrazione intorno a lei ruota intorno al suo prezzo», mi ha spiegato Jez. «Non puoi davvero rivelarla fintanto che non potrai discutere del prezzo, altrimenti il marketing sarebbe effettivamente “questa è una console meno potente. Devi poter dire senza alcun dubbio quale sia il punto positivo (il prezzo), altrimenti rivelarla non avrebbe molto senso».
Questo è un punto molto interessante della nostra conversazione, in cui Corden mi racconta di aver «sentito che Lockhart è ora disponibile perché i dipendenti Microsoft la portino a casa con loro e la testino», quindi esiste già in formato fisico alla pari di Xbox Series X e ciò fa immaginare che davvero i piani per una seconda console siano stati progettati e messi in atto in simultanea con quello che sarebbe stato il “volto” pubblico della next-gen di Redmond.
Tuttavia, il fatto che non si sia potuto decidere con fermezza sul prezzo – immaginiamo Xbox stia provando a ridurlo il più possibile tirando sulle componenti con i propri fornitori e aspettando di carpire i segreti della concorrenza, che sta attuando la stessa strategia al contempo – potrebbe allungare ulteriormente i tempi: «potrebbe essere il caso che non la vedremo svelata fino a quando i prezzi non saranno stati bloccati», aggiunge il giornalista.
Esce Xbox One X, entra Xbox Series S
Implicitamente, la domanda su come Microsoft proverà a venderla ha avuto già risposta quando abbiamo discusso del prezzo, ma questo tasto è di certo di notevole importanza se consideriamo l’incertezza che ruota intorno all’esistenza stessa della piattaforma. In giro abbiamo visto mockup che fantasticavano su una Xbox Series S venduta come “la console next-gen più piccola” et similia, il che è tutto dire sulle difficoltà che in Xbox avranno a far passare il messaggio.
Allo stesso modo non è possibile utilizzare, diversamente da quanto fatto con Xbox Series X, la parola chiave dei teraflops, dal momento che che ad un puro calcolo Lockhart ne avrà 4 mentre Xbox One X – una console di quella che sarà la generazione precedente – ne ha 6, e che al popolino non puoi spiegare che il computo dei teraflops assume un significato diverso in base all’architettura implementata, anche perché farlo adesso smentirebbe tutto quello che hai detto finora su una Series X che stai provando a filtrare come due volte più potente dell’attuale mid-gen.
«Microsoft sta usando i teraflops solo per vendere agli hardcore, ad esempio sui social media», osserva Corden dal suo punto di vista privilegiato. «Se guardi negli spot televisivi o sui manifesti pubblici, loro non menzionano mai i TF. Nessuno sa cosa siano i teraflops all’infuori dei core gamer. Oltretutto, i TF RDNA sono misurati in maniera diversa rispetto ai TF GCN, il che rende un confronto diretto con Xbox One X un po’ più oscuro».
Il modo in cui Microsoft riuscirà a far passare il messaggio di Xbox Series S ne determinerà il successo, e sarà da capire se l’intenzione sarà davvero lanciarla e farla rimanere come alternativa valida perlomeno sul medio termine (prima di venire rimpiazzata poi da Xbox Series X scalata ad entry level nel momento in cui dovesse uscire una nuova mid-gen tra qualche anno) o utilizzarla semplicemente come specchietto per le allodole per poter dire – vada come vada – di avere la next-gen meno costosa di tutte.
Tutto farebbe pensare che il campo in cui andrà a giocare Xbox Series S sarà quello del prezzo, e soltanto poi quello delle personalizzazioni next-gen che differenzieranno la piattaforma di prossima generazione da quelle attuali; non saranno estese come su Xbox Series X, ma dovrebbero risultare comunque abbastanza allettanti da convincere il giocatore medio a compiere il passaggio, “accontentandosi” di far girare sulla propria console qualcosa di simile a giochi nuovi impostati a settaggi medi su PC a fronte di una spesa (non sappiamo di quanto) inferiore.
«Venderanno Lockhart con il suo prezzo e sulla velocità dei caricamenti, e il fatto che supporterà funzionalità grafiche moderne come il ray tracing, che richiede DX12 Ultimate», aggiunge il giornalista di Windows Central; e anche questo è un appunto degno di nota, visto che a tutti gli effetti le Xbox attuali non supportano quella libreria grafica e sarà dunque richiesto un passettino in avanti – o di lato in un certo senso, come disse quel tale – per reggerle.
Sappiamo poi dell’esistenza di tecniche per la simulazione via software del ray tracing, e non è detto che, qualora se ne notasse l’esigenza, non si pensi di farvi ricorso qui; non immaginiamo davvero il caso di un giocatore che acquisti una console meno performante al day one e abbia poi un occhio così allenato da carpire le differenze tra reale e simulato.
Quanto costerà?
Ci siamo detti finora che il prezzo sarà la reale discriminante di Xbox Series S, la sua ragion d’essere. Tuttavia, non è ancora chiaro quanto costerà, e probabilmente non lo sa neppure quella Microsoft che sta aspettando fino all’ultimo secondo utile prima di giocarsi la sua carta finale. Questo è uno dei punti di maggiore incertezza di fronte ai quali ci ritroviamo nel tentare di giudicare la strategia next-gen della compagnia, oltre che uno degli snodi principali che contribuirà a decretare le sorti della prossima console war.
È evidente che il senso di questo prodotto sarà determinato da quanto poco costerà, perché se la forbice sarà troppo ridotta rispetto a Xbox Series X è normale che gli utenti – casual o hardcore – punteranno sul top di gamma, più per una pura convenienza nel rapporto qualità/prezzo che sulle concrete esigenze della platea che vi si rivolgerà.
«È difficile dire quale sarà il prezzo», riconosce Corden, a cui ho posto una domanda specifica sull’argomento pur sapendo che lo avrei messo in difficoltà – la stessa difficoltà in cui ci troviamo tutti. «Penso che molto probabilmente lo scenario più ideale preveda Xbox Series X a $499, Lockhart a $299», ed è praticamente la stessa visione per la quale firmerei sia da giocatore che da osservatore.
Veste quest’ultima in cui ho però dei timori aggiuntivi riguardo al fatto che Microsoft riesca davvero a distanziare di duecento dollari le due piattaforme e non finisca tentata da un $399 che, per quanto possa far risparmiare qualcosina ai consumatori, non darebbe un incentivo vero e proprio ad adottare il modello low cost; sarebbe pur sempre lo stesso prezzo di lancio di PS4, modello ammiraglio e unico della console più venduta in circolazione.
«Posso vedere Lockhart costare anche di più, per via della plausibile inclusione di un disco NVME», ragiona infatti Jez. «Non abbiamo idea di che tipo di accordo Microsoft sia riuscita a strappare grazie agli ordini all’ingrosso delle componenti, ma comprare un disco NVME standalone sugli scaffali non è economico. Ovviamente, Microsoft non sta usando componenti che vengono acquistate normalmente sugli scaffali, e hanno tanto margine di manovra date le dimensioni della compagnia e il suo coinvolgimento in altri mercati, il che potrebbe aiutare a tenere bassi i costi».
Il fatto stesso che sia stata approvata una seconda console potrebbe far immaginare che, sì, potrebbe esserci – come dovrebbe – un gap di 200 dollari ma che questo sia stato avallato nel momento in cui Xbox Series X avesse totale carta bianca sulle specifiche e potesse sparare altissimo sul prezzo senza timore di sembrare fuori luogo – perciò pure oltre i $499 di cui sopra. Non sarebbe lo scenario ideale, e d’altronde alcuni compromessi (ottimizzazioni, come vengono fatte passare) quali quelli sull’SSD parrebbero smentirlo, ma non è nemmeno uno che possiamo scartare a priori.
La meno potente Xbox Series S rallenterà Xbox Series X?
Uno dei dubbi più sostanziosi riguardo alla creazione e alla commercializzazione di Xbox Series S è legata al fatto che, come ritengono in molti, una console next-gen meno potete potrebbe limitare l’espressione del pieno potenziale di Xbox Series X. Si pensava che queste considerazioni, mosse dalla scena degli sviluppatori, fossero alla base della cancellazione dei piani per Xbox Lockhart ma a quanto pare dev’essere successo qualcosa che potrebbe aver dato il semaforo verde a Microsoft.
I dubbi di cui sopra derivano da alcuni esperimenti che non sono andati propriamente a buon fine. Xbox 360 Core, ricorderete, rappresentò il tentativo di presentarsi sul mercato con una console meno costosa come reazione all’uscita della prima Xbox, più potente sì ma anche molto più dispendiosa rispetto alla concorrenza diretta (oltre che tardiva nella sua uscita) – ed è esattamente lo stesso scenario che stiamo affrontando in questo passaggio di consegne da Xbox One a Xbox Series X.
Tuttavia, in quel caso, l’esperimento non andò a buon fine e fu presto messo da parte sia per la ricezione non positiva da parte della fetta preponderante di giocatori – che per la differenza relativamente esigua tra un modello e l’altro optarono per quello di “fascia alta” – sia perché gli sviluppatori dovettero tener conto, dal momento che è sempre la versione entry level a settare lo standard, di una versione della console che non avrebbe avuto a disposizione un disco rigido, con ripercussioni notevoli sui tempi di caricamento per una porzione consistente della passata gen.
Jez Corden non è particolarmente preoccupato che possa ripetersi un caso del genere, tuttavia. «Non penso che Xbox Series S tratterrà Series X, per la stessa ragione per cui i PC di fascia bassa non trattengono lo sviluppo di giochi» su PC, mi ha spiegato. «Se proprio, saranno i PC di fascia bassa a limitare i giochi più di Xbox Series S, dal momento che molti utenti Steam avranno ancora lenti HDD meccanici».
Una circostanza simile la stiamo vivendo anche al giorno d’oggi con Xbox One X, una macchina in teoria potentissima “trattenuta” per la camicia da Xbox One base e dall’architettura (Jaguar) di quella Xbox One che ha preso in eredità, potenziandone oltremodo soltanto la GPU e avendo un enorme collo di bottiglia nella CPU.
«Lockhart avrà una CPU moderna e un drive NVME, il che le darà accesso a funzionalità next-gen ad una risoluzione o un frame rate più bassi, il che è più facile da scalare in base al dispositivo», ritiene Corden, piuttosto ottimista sull’argomento, che suggerisce poi la realizzazione di tool appositi che dovrebbero risparmiare qualche grattacapo ai team: «gli strumenti di sviluppo di Microsoft renderanno lo sviluppo di giochi scalabili quanto più facile possibile».
Xbox Series S dovrebbe essere presentata per maggio, dando poi la possibilità alla prossima generazione – sia sua che di Xbox Series X – tutto lo spazio necessario per svelare particolari come il prezzo e soprattutto puntare forte su quello che più ci interessa: i giochi. Solo alla prova dei fatti sapremo se questa strategia si rivelerà vincente oltre che percorribile, e ormai non manca troppo prima di poterlo scoprire.