Xbox Game Studios, dietro (e dopo) il cambio di nome
Microsoft Studios cambia nome, e con il rebranding in Xbox Game Studios arrivano le prime informazioni sull'E3 2019
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a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Distributore: Microsoft
- Piattaforme: PC , XONE , X360
- Data di uscita: Fondata nel 1975
Nell’ultima puntata di Inside Xbox, Matt Booty ha annunciato un cambio di denominazione per Microsoft Studios, che è diventato ufficialmente Xbox Game Studios. Per chi non lo conoscesse, si tratta del gruppo cui fanno capo 13 software house che lavorano, e/o lavoreranno, in esclusiva per le piattaforme del colosso di Redmond. Questa realtà ha assunto una maggiore valenza con il rinnovato impegno di Microsoft nel mondo dei videogiochi, partito all’incirca un anno fa e testimoniato all’E3 2018 dall’annuncio dell’acquisizione di quattro studi (Ninja Theory, Compulsion Games, Playground Games, Undead Labs) e della fondazione di uno completamente nuovo, The Initiative, a Santa Monica. A questi hanno fatto seguito gli ingressi di Obsidian Entertainment e inXile Entertainment alla fine dello scorso anno.
Ma come mai l’esigenza di un simile rebranding, e cosa possiamo aspettarci nel breve termine dal network di sviluppatori della scuderia di Xbox Game Studios?
Le ragioni del cambio di nome
Matt Booty, responsabile di Xbox Game Studios che proprio in questi giorni compie un anno nella sua posizione, ha raccontato nel dettaglio le ragioni del cambiamento di denominazione dell’ormai fu Microsoft Studios prima in diretta su Inside Xbox e poi in un post sul blog ufficiale Xbox Wire.
L’operazione è stata condotta nella massima trasparenza e c’è poco spazio per la dietrologia (poco ma ce n’è). Booty ha chiarito che con le ultime acquisizioni Microsoft ha messo il videogioco al centro della propria strategia, e che in tal senso si voleva dare risalto ai due termini inclusi nella compagnia di bandiera.
“Xbox” è un marchio che significa sempre di più gaming a prescindere dalla piattaforma, e l’idea è inserire questo concetto nel cuore di chi andrà a creare per conto di Microsoft, che si tratti di PC, console e mobile. Saranno due i crocevia per comprendere al meglio cosa voglia dire in questo passaggio la casa di Redmond.
Prima di tutto, il lancio di Project xCloud. Con questo rebranding, il colosso americano ha fornito un indizio riguardo alla denominazione finale della piattaforma di streaming, che sarà qualcosa di molto semplice in stile PlayStation Now e che dovrebbe comprendere “Xbox Game” e non solo Xbox come ‘prefisso’. Ma le cose vanno ben oltre il semplice nome.
Trattandosi di una piattaforma di streaming, xCloud potrà girare su una pletora di dispositivi e così come girerà su iOS e Android, potrà farlo anche su altre console: lo ha dimostrato il recente annuncio di un nuovo SDK che porterà Xbox Live in un formato esteso sulle piattaforme non Microsoft, compreso Nintendo Switch.
Considerando che tutti i titoli digitali per Xbox One – che fanno naturalmente un uso complesso di Live – funzioneranno su mobile già nel corso dell’anno, non è da escludere che l’obiettivo finale sia avere questi giochi pure su Switch, con magari un’applicazione brandizzata Xbox in luogo del client più semplice adoperato da Resident Evil 7 e Assassin’s Creed Odyssey in Giappone.
“Game” al centro degli scenari futuri
L’altra parolina magica introdotta nella nuova denominazione è “Game”. Qui ci sono pochi misteri e (per davvero) poca dietrologia da fare: adesso che Microsoft ha tanti sviluppatori al proprio servizio, aveva voglia di mostrare questi muscoli e dimostrare di avere la capacità creativa all’interno della sua stessa organizzazione.
Come spiegato da Booty, la compagnia è orgogliosa del fatto che alcune proprietà si stiano ramificando in altri media, come Halo con la serie TV Showtime e Minecraft con l’imminente film, ma gli studios sono in questa fase storica concentrati esclusivamente sulla produzione di videogiochi.
La missione del gruppo è dichiaratamente avere successo nel supportare i nuovi team creativi e lanciare grandi giochi, e soltanto al compimento di questa si potrà dire di aver raggiunto il traguardo prefissato alla loro acquisizione. Si tratta a ben vedere di un ritorno alle origini, visto che la rete si chiamava un tempo Microsoft Game Studios ed era poi diventata Microsoft Studios quando la volontà era inglobare i media più disparati (ricorderete l’exploit di Xbox Entertainment Studios tra 2012 e 2014).
Un passaggio importante dell’intervento del responsabile di Xbox Game Studios è relativo a cosa cambi per gli sviluppatori coinvolti nel gruppo a seguito di questo rebranding. La risposta è: assolutamente nulla. “È solo un modo per essere più sincronizzati con quello che stiamo facendo”, è stata infatti la sua sintesi.
Il gruppo è già operativo e si incontrerà nel corso di questa settimana, quando Booty guiderà una riunione di tutti gli studio head per farli conoscere meglio (anche se gente come Feargus Urquhart e Brian Fargo non ha certo bisogno di presentarsi), condividere tecnologie e “best practises” per essere tutti allo stesso livello di partenza. Si parlerà pure di “alcune cose che faremo in futuro”.
E qui veniamo al dunque: come ricorderete, Microsoft ha acquisito diversi studi che avevano già in ballo progetti e contratti di pubblicazione con altre realtà, come ad esempio We Happy Few di Compulsion Games uscito sotto Gearbox Publishing, Wasteland 3 di inXile Entertainment nato grazie al crowdfunding e l’imminente The Outer Worlds che Obsidian Entertainment sta realizzando con i fondi di Private Division (la label per gli indie di Take-Two Interactive).
Road to E3 2019
Nella sua conversazione con Major Nelson, il boss di XGS ha spiegato che “con questi studios, il lavoro è concentrato sul futuro e sulle cose che faremo insieme da zero”, e questo per certi versi era scontato: per fare un nome, Obsidian avrà probabilmente l’incarico di creare un RPG tripla-A sulla scia di Fallout, oltre a portare avanti la sua ritrovata vena old school isometrica, e questo richiederà anni.
“Ma”, ha aggiunto, “alcuni degli studi avevano anche progetti che erano già in lavorazione quando li abbiamo acquisiti, e questi usciranno abbastanza presto”. Per questi progetti, “saremo entusiasti di condividere alcune news al riguardo nei prossimi mesi all’E3”, e ciò vuol dire che a giugno scopriremo i primi frutti delle realtà acquisiti dall’etichetta un tempo nota come Microsoft Studios.
I nostri due cents, piuttosto prevedibilmente, li spendiamo su Playground Games e Ninja Theory. PG ha notoriamente un secondo team che si occupa di tutto ciò che non preveda l’uso di un volante, e già all’E3 2018 Phil Spencer ha accennato ad un grande open world in cantiere presso la software house inglese.
Rumor parlano di un reboot di Fable e, nonostante la pista si sia raffreddata negli ultimi mesi, tendiamo anche noi a credere che Microsoft abbia l’intenzione di riprendere l’IP creata in origine da Peter Molyneux e la mai troppo compianta Lionhead Studios, chiusa ahinoi nello scellerato inizio di generazione di Xbox One.
Per il forte DNA british della serie, l’onere spetterebbe di diritto a Playground, ma persino se dovesse toccare a The Initiative (per cui allo scorso E3 si parlò di un possibile reinnesto di una vecchia gloria), seppur con tempi più lunghi l’idea è avere la proprietà vicina a giganti first-party come Gears, Halo, Forza e Minecraft. In ogni caso, ci sembra che i tempi siano maturi e che il mistero del dopo Forza Horizon 4 sia vicino ad una soluzione.
Ninja Theory ha lanciato, dal canto suo, Hellblade: Senua’s Sacrifice nel 2017 ed è possibile che avesse qualcosa perlomeno in una fase di pre-produzione quando è stata approcciata da Microsoft; che gliel’abbia mostrato e abbia ricevuto un, non sappiamo quanto simbolico, via libera a proseguire nella lavorazione.
Guardando il ruolino di marcia dello studio di Cambridge, è vero che in canna ha un titolo ogni tre anni (a parte Hellblade che, per via del passaggio a realtà indipendente, ha richiesto un anno in più) e che, se venisse mantenuto questo ritmo, dovremmo avere le prime informazioni proprio all’E3 2019 per un’uscita nel 2020.
La questione è stata già oggetto di rumor a testimonianza che qualcosa si sta muovendo e, per quanto ci sia di mezzo l’avvento di una nuova generazione che potrebbe scombinare un po’ i piani, è legittimo ipotizzare che il prossimo NT sarà tra i primi ad uscire dai nuovi Xbox Game Studios e presumibilmente per Xbox Scarlett alla fine del prossimo anno.
Ci sarà chiaramente anche 343 Industries con il suo già noto Halo Infinite – così come The Coalition con Gears 5 e Mojang con Minecraft Dungeons. E, mentre Turn 10 Studios potrebbe saltare il 2019 per presentarsi in pompa magna al day one di Scarlett con Forza Motorsport 8, a sorpresa potrebbe esserci Rare, che nonostante l’impegno profuso su Sea of Thieves ha avviato i lavori su un nuovo gioco già mostrato a Phil Spencer.
Quante cose possono nascondersi, più o meno esplicitamente, dietro un cambio di nome! Quello di Xbox Game Studios è stato l’occasione per disseminare indizi circa una delle realtà di maggiore interesse nel mondo dei videogiochi, e una di quelle che maggiormente ha bisogno di riscattarsi dopo qualche giro a vuoto. Studi come inXile e Compulsion si presteranno alla causa con calma, al pari di una The Initiative che è ancora in fase di costruzione e una Undead Labs che, pur sospettosamente silenziosa, è appena uscita da State of Decay 2; occhio, per finire, all’IP di Age of Empires che è stata citata di nuovo tra i big. Nel frattempo, di carne sul fuoco ce n’è e siamo molto curiosi di iniziare a scoprire che sapore avrà in una manciata di mesi.
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