Xbox all'E3 2019, un leak credibile e uno sguardo da capogiro sul futuro
Scopriamo quanto c'è di credibile nel leak sulla conferenza Xbox per l'E3 2019
Advertisement
a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Distributore: Microsoft
- Piattaforme: PC , XONE , X360
- Data di uscita: Fondata nel 1975
Vi sembrerà prematuro parlare di E3 2019 ma, sapete, siamo ad un paio di settimane dall’inizio dell’evento e pare proprio che qualcuno in rete non la pensi affatto così; al punto che ha spifferato in rete la (perlomeno presunta) intera programmazione della conferenza Xbox, a ben vedere l’unica che un platform owner terrà a Los Angeles il prossimo mese, avendola ottenuta in qualche modo non ancora chiarissimo o avendo avuto una pazienza inverosimile per mettersi lì a costruire una tabella di marcia estremamente credibile. Con voi oggi vogliamo passare al setaccio le cose che salviamo di questa tabella di marcia e quelle che proprio no, in base a ciò che sappiamo e quanto sentiamo essere se non altro realizzabile in vista dell’evento californiano, dando così il via alla nostra lunga, più o meno, corsa all’E3 di quest’anno.
La fiera delle ovvietà
Il rumor, proveniente dal forum NeoGaf, si suddivide saggiamente in materiale di cui la fonte si dice sicura e in altre che sono a suo dire soltanto “altamente probabili” (che poco non è, comunque). Le prime, come anticipiamo nel titolo di questo paragrafo, sono abbastanza scontate: nel senso, Microsoft ci ha già detto apertamente che Halo Infinite sarà tra i protagonisti del media briefing, per cui non serviva di certo una conferma in tal senso da una fonte anonima o chissà che.
Più interessante la “conferma” dell’uscita cross-gen e nel 2020, ma anche in questo caso possiamo dire che si tratta di argomentazioni piuttosto palesi agli osservatori attenti, che sanno come il colosso di Redmond alterni Gears of War e la saga di Master Chief su base annuale (Halo 5: Guardians rappresenta un’eccezione in tal senso per il semplice fatto che il capitolo successivo ha richiesto la creazione di un motore grafico completamente nuovo).
Non sappiamo quanto Microsoft sarà esplicita sulle finestre di lancio, dal momento che la stessa Xbox Scarlett o come verrà presentata al pubblico sarà svelata all’evento con riferimenti abbastanza vaghi come fu per Project Scorpio, e dunque impegnarsi in tempistiche di release con così tanto anticipo almeno sul software lascia il tempo che trova, anzi può rappresentare più un problema che un plus.
Ci saranno sicuramente delle informazioni che ci daranno un’idea di come lo sviluppo stia procedendo e soprattutto di come si posizionerà il gioco nella timeline della serie, e precisamente quanto dopo rispetto a Guardians (di cui sappiamo che sarà un seguito diretto) e dove nello sconfinato universo di Halo. Sarà importante verificare le ambizioni in termini di dimensioni del titolo, dal momento che precedenti indiscrezioni sembravano puntare se non in una direzione open world comunque in ambienti maggiormente esplorabili e ripercorribili che in passato – stessa ambizione di Gears 5, d’altra parte.
E, a proposito di Gears 5, diamo per scontato che sarà presente all’evento (come d’altronde Sea of Thieves con una roadmap per l’Anno 2) e avrà uno spazio di grande rilievo, dal momento che verrà lanciato quest’anno e pare già a metà settembre; lecito aspettarsi il walkthrough in diretta di una demo della modalità storia, che dovrebbe fungere da dimostrazione finalmente tangibile dell’espansione di questo capitolo a confronto col predecessore suggerita a più riprese da The Coalition, anticipato magari da uno story trailer che serva a dare un po’ di contesto e spessore alle vicende della protagonista debuttante Kait. Lo stesso percorso attende inevitabilmente anche Ori and the Will of the Wisps e The Outer Worlds, sebbene in chiave minore per ovvie ragioni – il primo perché minore come franchise, il secondo perché non un’esclusiva.
Gears Tactics: non diamo per scontato che esca sempre nel 2019, dal momento che quando se ne riparlerà saremo comunque alla metà dell’anno, ma anche in questa circostanza si tratta di una presenza abbastanza prevedibile; o quantomeno sarebbe alquanto deludente non vederlo allo showcase di Microsoft. In aggiunta al lancio su PC Windows 10 messo in preventivo all’E3 2018, sarebbe legittimo aspettarsi un approdo su Xbox One, specie ora che supporta mouse e tastiera nativamente.
Peraltro, una fattispecie simile a quella che vive Battletoads, presentato l’anno scorso, dato come in uscita per questo, e sparito dalla circolazione: se ne sta occupando la giovane Dlala Studios, con la supervisione di Rare, e non vederlo in fiera preoccuperebbe un po’ circa le sorti di un progetto che dovrebbe essere relativamente semplice portare a termine. L’importanza strategica del progetto è per inciso notevole, dal momento che si tratta della prima proprietà intellettuale che la Rare del nuovo corso affidata ad una software house esterna e la buona riuscita, in termini di qualità e ricezione, confermerebbe in questa strada una buona strada per il futuro (stiamo guardando te, Perfect Dark, ma pure l’immenso catalogo di IP di cui dispone la casa britannica).
Forse meno ovvi ma che possiamo comunque far rientrare in questa speciale categoria, abbiamo anche Cyberpunk 2077 ed Age of Empires IV. Per il primo, sappiamo che sarà all’E3 2019 in qualche forma, come confermato lo scorso febbraio da CD Projekt RED; non avendo grosse casse di risonanza in via indipendente, sarebbe sorprendente scoprire che il gioco si accontenti di avere un trailer buttato lì per caso nei giorni della fiera, senza passare per quella grande esposizione mediatica che inevitabilmente donerà il media briefing di Xbox.
La partnership è stata già allestita lo scorso anno, per cui sarebbe più sorprendente non vedercelo che il contrario; quanto alla data d’uscita, di cui si parla nel leak, preferiamo andarci cauti ma possiamo dirvi di essere abbastanza ottimisti, visto che CDPR parla già di come si comporterà nella gestione del crunch, un problema che di norma si affronta nelle battute conclusive dello sviluppo, e che in diverse interviste filtrano considerazioni da post mortem che da futuribili dichiarazioni d’intenti.
Per Age of Empires IV, la situazione è abbastanza nebulosa ma, ancora, farebbe più rumore una sua assenza che una sua presenza alla conferenza Microsoft. Il gioco, in sviluppo presso Relic Entertainment, è stato annunciato ormai nel 2017 e da allora non si fa vedere in giro, al punto che non ne sappiamo assolutamente alcunché. Sono arrivate nei mesi scorsi rassicurazioni per vie trasverse che lo sviluppo starebbe procedendo regolarmente, e ne siamo contenti, ma sarebbe l’ora di scoprirlo in veste ufficiale.
A Redmond ci avevano provato e l’avevano promesso per Inside Xbox nel mese di aprile, con tanto di teaser tutt’altro che implicito, prima di far sparire ogni riferimento alla partecipazione e facendo finta di niente sui social. Non ci sembra un volo pindarico immaginare che il materiale previsto per quella presentazione sia stato slittato per qualche ragione da definire all’E3 2019, dove il titolo potrà splendere come merita e come meritano i fan del franchise. Per quanto riguarda l’uscita, il 2020 sembra un traguardo alla portata.
Gli annunci (non tanto) a sorpresa
Naturalmente, sia nel leak che nella conferenza di giugno, ci saranno dei contenuti a sorpresa o presunti tali. Presunti nel senso che ci sono stati ampiamente anticipati da Microsoft, che nel corso dei mesi si è assicurata di convogliare nella maniera più chiara possibile il proprio messaggio, specie relativamente a quello che stanno combinando gli studi di recente acquisizione e all’avvio, quando sarà (e sarà il prossimo autunno) della nuova generazione di console.
Ad aprile è arrivata persino la conferma di Phil Spencer sul fatto che all’E3 2019 vedremo in azione per la prima volta nuovi giochi da nuovi Xbox Game Studios, e i nomi sul tavolo è abbastanza pacifico quali saranno; un po’ meno limpido, forse, le cose che porteranno in dote con loro ad un media briefing che per Microsoft sarà una tappa fondamentale nell’affermazione non tanto tecnologica – per la quale ormai parlano i fatti, da Xbox One X alla partnership cercata da Sony – quando nei panni di publisher, argomento su cui è stata abbastanza debole nella generazione quasi completata.
In questo senso, i nomi di cui parlavamo poche righe fa sono principalmente due: Ninja Theory e Playground Games. Procediamo con ordine. Ninja Theory è stata acquisita nel 2018, con un annuncio arrivato proprio all’E3, e ha portato a termine l’uscita su ogni piattaforma possibile e immaginabile del suo apprezzatissimo Hellblade: Senua’s Sacrifice, a ben vedere il titolo del rilancio per lo studio. I tempi perlomeno per un teaser, con un’uscita nel 2020 o giù di lì, sembrerebbero maturi e non è un caso che il leak di NeoGaf vada abbastanza sereno sulla sua presenza alla conferenza.
Su quello che dovrebbe essere il gioco, da più parti chiamato Bleeding Edge, ci sono pareri discordanti: da mesi, e lo conferma questo leak, la voce che gira è che si tratti di un titolo cooperativo per quattro giocatori, con sì una forte componente narrativa in stile Hellblade ma alla base una reiterabilità del gameplay e un’ambientazione totalmente abbandonata alla fantascienza. Qualcosa di molto diverso, insomma, da quello che abbiamo apprezzato nella disperata avventura di Senua.
L’ultimo rumor ci lascia con un dubbio, ovvero che potrebbe non trattarsi di questo ma addirittura di un titolo arena PvP, di tenore dunque diametralmente opposto persino al primo Bleeding Edge. Quello che sappiamo è che questo progetto sarebbe stato avviato concettualmente molto prima di Xbox Game Studios e prim’ancora di Hellblade, presumibilmente con l’idea di sottoporlo ad un publisher – che di questi tempi non fatichiamo ad immaginare avrebbe avallato il progetto, visto che si tratta di un multiplayer longevo e monetizzabile al di là del prezzo del biglietto.
L’acquisizione da parte di Spencer e soci avrebbe dunque dato il via al ripescaggio di questa idea, visto che adesso Ninja Theory dispone non solo di un nuovo e più grande ufficio (meritatissimo) ma anche di una proprietà che le ristrettezze sotto il profilo delle risorse umane e delle finanze non sa nemmeno lontanamente cosa significhino.
Se non altro, c’è da scommettere che Microsoft non abbia creduto ai propri occhi quando si sia vista fare una proposta del genere, senza neppure spingere per avere un multigiocatore. Per cui, la promessa del rispetto delle visioni e del rafforzamento degli sviluppatori inglobati sarebbe mantenuta, sebbene potrebbe portare a qualcosa di completamente inaspettato.
Su Playground Games la questione è un tantino diversa, parliamo di uno studio che è già nato con la prospettiva di essere grande e infatti dopo aver ultimato un paio di consegne per la serie Forza Horizon ha avviato la costruzione di un secondo team (oltre che di una sede più grande, di nuovo); quindi prima dell’acquisizione da parte di Microsoft.
Lo studio ha assunto fin dal primo momento per la realizzazione che fosse open world come Forza Horizon ma non motoristico, prendendo qui e lì sviluppatori che avessero conoscenza nel settore (fece parecchio rumore l’arrivo di esponenti da Metal Gear Solid V e Hitman, per fare giusto qualche nome). Nel 2018, poi, è arrivato l’accostamento fatale con la serie Fable, che in effetti è open world, e dunque l’avvicinamento con il genere degli RPG; che sia annacquato o meno da velleità action/adventure in stile first party Sony questo rimane da vedere, così come rimane da vedere se effettivamente si tratterà di un vero e proprio nuovo capitolo del franchise di Lionhead Studios.
Il leak si dice ultrasicuro che si tratti di un reboot della saga (dunque nemmeno di un Fable IV), per cui ci starebbe anche un’interpretazione diversa da quella di Molyneux e soci per la saga, al passo coi tempi che vedono i giochi di ruolo essere diventati una nicchia e un serbatoio dal quale attingere meccaniche inseribili in contesti una volta impensabili. In tutta onestà, pure stavolta possiamo parlare di “sorpresa” soltanto tra virgolette, dal momento che appunto di Fable si era già chiacchierato con una certa autorevolezza su Eurogamer.net, un portale di certo più affidabile di NeoGaf col dovuto rispetto, e come per Ninja Theory ci eravamo già espressi favorevolmente al riguardo (non per gusti personali, che pure festeggiano ampiamente per il ritorno della saga, ma per una questione di fattibilità).
Ci dovrebbe essere un teaser all’E3, se non altro perché se ne vocifera da troppo ed è ora di mostrare qualcosa di commestibile agli appassionati, e i tempi dovrebbero essere ancora alquanto lunghi: non tanto perché si sia indietro coi lavori ma perché alla fine questa gran fretta non c’è, visto che sarà l’alfiere delle potenzialità di Xbox Scarlett nella prossima generazione e nel 2020 servirà a vendere un po’ di console (e abbonamenti) prima ancora di uscire.
Infine, ultima ma non ultima, Xbox Scarlett, che nel leak viene appropriatamente definita Xbox Lockhart e Xbox Anaconda, i due modelli con i quali – ormai è risaputo – Microsoft si presenterà all’appuntamento con la prossima generazione. Legittimamente, il rumor in questione parla di un teaser in stile Project Scorpio dell’E3 2016, e noi ci crediamo prima di tutto perché è quello che andiamo dicendo a mo’ di antifona da tempo, in secondo luogo perché anche qui non c’è la minima fretta o il desiderio di forzare la mano.
O meglio: se c’è qualcuno nel gaming che potrebbe pensare di forzare la mano, quel qualcuno è Microsoft, ma l’impressione è che con le acquisizioni fatte, con il lancio di Xbox One X e con il decollo di Xbox Game Pass l’immagine della divisione gaming sia stata ripulita decentemente, e che dunque davanti a se ci sia un anno in cui potersi spendere con un ritrovato ottimismo Gears 5 (e Ori) prima di dedicarsi anima e corpo ad una next-gen scaldata a dovere dagli annunci degli annunci.
Per non parlare, per giunta, del fatto che il 2019 sarà per il colosso di Redmond l’anno in cui verrà posto l’accento su Project xCloud, sia per via del test pubblico (che sarà anch’esso un focus dell’E3, c’è da scommetterci), che per la definizione a terreno spianato o quasi di come lo streaming potrà essere importante nelle vite dei videogiocatori; una definizione che tornerà molto utile quando ci sarà da piazzare il modello meno potente di Xbox Scarlett, Lockhart.
Non ci saranno, quindi, forzature di sorta ma un’anticipazione di quello che avverrà il prossimo anno, nel rispetto della tabella di marcia inaugurata nel 2018 quando Spencer, al media briefing di Xbox, annunciò che il team dietro Xbox One X stava lavorando alla prossima versione della console Microsoft così come ad un servizio di streaming. A quel passaggio seguirà un teaser, al teaser seguirà il reveal completo, e poi ci sarà il lancio nell’autunno 2020: lineare. Veder succedere qualcosa di diverso (ad esempio, il salto di uno di questi step) sarebbe una sorpresa grossa e forse per il punto in cui siamo arrivati, per come si sta delineando questa strategia, immotivata.
Futuro e acquisizioni
Sfociando nell’extra E3 2019, il leak di NeoGaf tratta argomenti apparentemente molto in là nel tempo e che danno l’idea di come in Microsoft si siano dati una svegliata importante dopo gli abbagli presi nella generazione che volge al termine. Quando diciamo questo pensiamo non soltanto alle acquisizioni, per carità un tassello imprescindibile, ma anche alla rivalutazione di alcuni degli asset che erano già a disposizione di Xbox.
In primo luogo, parliamo di Rare, uno studio che a cavallo tra Xbox 360 e Xbox One era stato ridotto al ruolo di “service”, una sorta di contractor senza diritto di parola sulla creatività cui era stato affidato il compito di sfornare titoli su titoli per Kinect. Mentre non c’è niente di male che ci sia qualcuno atto a fare ciò, è impensabile relegare una casa storica come quella inglese ad una mansione del genere.
Soprattutto perché, e questo qualcuno pare averlo finalmente capito, alla base di Rare non c’è soltanto un marchio ma anche una buona decina di proprietà intellettuali che potrebbe venire sfruttata in maniera abbastanza agile, come dimostrato dall’imminente Battletoads in cantiere presso la giovane software house Dlala Studios.
In quel caso, Rare sta avendo un incarico di supervisione e va benissimo così, per mantenere inalterato il DNA dell’IP; in casi futuri, le strade sono invece due. Per cominciare, lo sviluppatore continua ad assistere team esterni interessati a lavorare per conto di Microsoft su quelle IP, e infatti il leak conferma che non ci sia la volontà da parte della squadra capitanata da Craig Duncan di mettere mano a quel materiale (forse per evitare confronti ingenerosi, o per qualche altro motivo).
Questa strada non solo va verificata ma deve pure passare per l’esame Battletoads: se dovesse andar bene, la porta per altri esperimenti del genere sarebbe assolutamente aperta. In tale viatico si starebbe innestando anche il reboot di Perfect Dark, una delle proprietà su cui guardando bene servirebbe una mole di lavoro meno sostenuta dal momento che parliamo di un franchise carismatico e tutto sommato moderno.
Non ci è dato sapere chi si sia preso carico di questo lavoro ma il rumor ci dice che ci sarebbe già uno sviluppatore all’opera sul progetto e sarebbe passato alla terza persona anziché la classica prima, qualcosa che avevamo sentito in passato quando il riavvio fu accostato a The Coalition.
Ad oggi non pensiamo ci sia qualcuno nello studio di Gears impegnato sul recupero della proprietà, dal momento che lì hanno ben tre capitoli della serie da pubblicare (5, Tactics, Pop!), ma non lo escludiamo in chiave futura visto che in uno/due anni massimo il team principale dovrebbe riuscire a sganciarsi e lasciare soltanto qualcuno ad occuparsi del supporto post release. Non ci convince granché il fatto che Microsoft creda molto negli studi titolari dei franchise, per cui The Coalition lavora a Gears, Undead Labs a State of Decay, Turn 10 Studios a Forza Motorsport, 343 Industries ad Halo e così via.
La seconda strada porta dritta alla nuova IP di Rare, di cui non sorprende sentir parlare visto che il gioco in sviluppo è stato menzionato direttamente da Phil Spencer in persona in un tweet di qualche tempo fa. Spencer non disse apertamente che si sarebbe trattato di una nuova IP ma in virtù del discorso sulle vecchie glorie che non intende recuperare ci crediamo abbastanza.
Non ci è dato sapere di cosa si tratterà ovviamente, ma abbiamo due informazioni di un certo rilievo: questo gioco piacerà a quanti hanno apprezzato Sea of Thieves, per cui potrebbe essere ancora incentrato sul multiplayer o comunque su un tipo di esperienza molto rilassata, con una progressione votata all’esperienza; sarà next-gen, per cui i tempi sarebbero ancora piuttosto lunghi (2021/22 al più presto, secondo noi).
Se per Forza Motorsport 8 e un nuovo gioco di Capcom dubitiamo, dal momento che sembrerebbero più annunci (o anche anticipazioni) da E3 2020, la faccenda delle acquisizioni è tutt’altra che da mettere in secondo piano, sia per i nomi relativamente fattibili che circolano, sia perché è risaputo che Microsoft abbia ancora un occhio a dir poco vigile sull’industria.
In passato si era parlato di uno studio in orbita PlayStation, senza che poi siano arrivati riscontri da quella volta (Ready at Dawn per noi rimane un nome caldo ma non se ne parla più, Bluepoint viene menzionata dal leak ma ci sembra stare troppo bene così come sta per pensare ad un “trasferimento”), per cui almeno per ora si tratta di una pista raffreddata.
Recentemente sono stati fatti i nomi di IO Interactive, la casa di Hitman, che dopo la separazione da Square Enix e l’appoggio di Warner Bros sembrava poter essere in effetti alla ricerca di una nuova casa; nelle ultime settimane ha però, complice la buona riuscita evidentemente di H2, aperto addirittura una nuova sede e questo non sembra proprio l’atteggiamento di qualcuno in difficoltà finanziarie o prossimo alla cessione.
Relic Entertainment è stata pure essa menzionata diverse volte e sarebbe un matrimonio effettivamente made in heaven per Microsoft, dal momento che ad oggi la software house si sta occupando di Age of Empires IV e la casa di Redmond, dopo la chiusura di Ensemble Studios, non dispone di una realtà che si prenda cura di un franchise comunque amato dalla critica e che – i remaster lo dimostrano – ha ancora un pubblico degno di nota.
Si tratta di un nome spendibile soprattutto in chiave PC, dove Spencer ha lasciato intendere senza troppi giri di parole che la compagnia intende investire almeno come ha fatto su console, e un segnale forte a quell’utenza che in Microsoft non ha mai visto una sponda fidata (non siamo ai livelli dell’odierna Epic Games, ma quasi). Ci sarebbe da superare la resistenza di SEGA, che onestamente non ha ragioni per vendere ma potrebbe essersi “appaciata” dopo l’acquisizione di Two Point Studios.
Infine, il nome nuovo: Asobo Studio. La software house è balzata agli onori della cronaca dopo una vita da mediano con A Plague Tale: Innocence, un titolo che ne ha delineato una nuova e spendibile identità nel campo delle esperienze videoludiche narrative; materiale che farebbe proprio al caso di Xbox Game Pass e della nuova idea di sviluppo del gigante americano, con tempi relativamente brevi ed esperienze che lascino qualcosa ai giocatori sotto il profilo della storia.
Asobo ha lavorato a pochi “big” nella sua carriera, avendo provato ad alzare la testa forse soltanto in un’occasione, con Fuel, cadendo però in un mezzo passo falso con Codemasters che la spinse ad una serie di lavori per publisher per rimanere a galla; tra quei publisher, molti lavori furono commissionati proprio da Microsoft per Kinect e persino per HoloLens (ricordate quel giochino AR di Conker? Sono stati loro), quindi il numero di telefono l’uno dell’altro ce l’hanno già, per intenderci.
Non abbiamo dato a questa voce, alla nascita, troppo credito ma leggendo di come lo studio non abbia intenzione di lavorare a seguiti e neanche a DLC per A Plague Tale – ponendo la partnership con Focus Home Interactive di fatto ad un punto morto – non possiamo negare che ai nostri occhi ha guadagnato un certo credito. La fonte precisa che potrebbero non essere annunci per l’E3, o non tutti insieme comunque, per cui il discorso potrebbe essere più lungo del previsto.
Abbiamo dato uno sguardo insieme all’ultimo leak sulle questioni di casa Microsoft e in particolare alla scaletta dell’E3 2019, che sembrerebbe abbastanza credibili: non ci abbiamo trovato colpi di testa significativi ed è principalmente per questo motivo che abbiamo scelto di approfondirne i temi più rilevanti. Come capita sempre, in un mondo dominato dalla cultura dell’hype qual è il nostro, le anticipazioni più intriganti sono quelle che vanno oltre l’E3 ma andare di fretta sarebbe un peccato capitale quando ad aspettarci da qui ad un mese potrebbero esserci una nuova IP di Ninja Theory, un reboot di Fable, una coppia di console next-gen, Halo, Gears 5 e tutto il resto, non trovate?
Voto Recensione di Microsoft - Recensione
Commento
Advertisement