Watch Dogs Legion: Bloodline, Aiden Pearce e una storia da chiudere
Il ritorno di Aiden Pearce è una nuova tappa nell'universo di Watch Dogs: lo abbiamo seguito in Bloodline.
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a cura di Paolo Sirio
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ubisoft
- Produttore: Ubisoft
- Distributore: Ubisoft
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 29 ottobre 2020
Watch Dogs continua a mostrare un grande attaccamento alle sue icone, forse più di quanto non abbia fatto Ubisoft negli anni con personaggi come Sam Fisher e Rayman, ed è per questo che nel 2021 ci ritroviamo a giocare nei panni di Aiden Pearce e Wrench da due dei precedenti capitoli in Watch Dogs Legion, grazie all’espansione Bloodline da poco pubblicata per tutte le piattaforme.
Come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione, Watch Dogs Legion ha probabilmente pagato il fatto di non essere il primo capitolo della saga, avendo centrato per la prima volta una location ispirata e una meccanica centrale di gameplay significativa, al netto di qualche difetto che la serie continuerà a portarsi dietro per sua stessa natura.
Con Bloodline, non si è tentato di prendere il toro per le corna e riscrivere totalmente questa natura, ma si è pensato di aggiungere “dell’altro” basandosi sulla stessa formula – anzi, sfruttando tale formula character-driven – per celebrare due delle icone moderne del parco proprietà intellettuali del grande editore francofono.
Il risultato? Ne parliamo nella nostra recensione di Watch Dogs Legion: Bloodline.
Due personaggi
Watch Dogs Legion è stato basato fin dal primo istante sulla premessa dell’assenza di un protagonista fisso e sull’alternanza continua di personaggi in quel ruolo, in modo che il gameplay potesse cambiare continuamente a seconda delle situazioni e degli approcci adottati. Bloodline mette a frutto questa logica per reintrodurre due protagonisti cari ai fan del franchise, Aiden Pearce (Watch Dogs) e Wrench (Watch Dogs 2).
I due personaggi vengono presentati e portati avanti con una realizzazione tecnica, e una caratterizzazione, sensibilmente diverse tra di loro, ma assai coerente con il discorso intavolato dai giochi in cui sono apparsi in origine: Aiden è cupo e tormentato come sempre, con “l’aggravante” di essere invecchiato e dunque ancora più disincantato, mentre Wrench ha sempre la battuta – per non dire lo sketch – pronta.
È un po’ la differenza di tono che abbiamo apprezzato (personalmente, non tanto) tra il primo e il secondo capitolo, e che ancora oggi fa ci fa votare ancora una volta in favore del tribolato Pearce. A contribuire alla nostra preferenza sono anche le meccaniche di gameplay assegnate a ciascuno di loro, con abilità che variano fortemente tra i due personaggi e fanno preferire quelle del capostipite.
Lo sfortunato (in ogni senso) Aiden introduce una meccanica chiamata Ricarica ad effetto, che altro non è che la ricarica attiva, che ha il merito di potenziare i colpi esplosi e al contempo dare una maggiore spinta alla componente action del gioco; Concentrazione, invece, permette di concatenare un attacco silenzioso ad un altro rapido con la pressione di un tasto, una sorta di Mark & Execute del troppo poco celebrato Splinter Cell Conviction.
Conviction non ci è venuto in mente di certo per caso: vedere il protagonista con il volto segnato dalle rughe e la barba bianca incolta fa un certo effetto, al punto da renderlo semi-irriconoscibile se non fosse per il suo iconico trench (oggetto di scherno nella modaiola Londra, ma questa è presumibilmente un’altra storia) – un po’ come fu per quel Fisher dal volto umano proposto da una coraggiosa e forse irripetibile Ubisoft su Xbox 360.
Se con Wrench il focus è più sulle armi non letali, Pearce non si fa troppo problemi nell’usare una pistola che esplode colpi potentissimi di per sé, ancora più forti una volta applicata la “ricarica attiva”. Le sparatorie con lui sono molto più divertenti che con il collega, d’altra parte, sebbene la Concentrazione vada usata con cautela: ricorrervi durante una non rara sezione stealth vi farà scoprire subito, poiché non avvia una kill silenziosa ma, non sappiamo bene perché, un’uccisione regolare.
Se amate questo personaggio e la sua storia, qui troverete alcuni sparuti approfondimenti nei dialoghi col nipote, e una sequenza che lascerà ampiamente intendere come non sia stato in grado in tutti questi anni di superare il trauma affrontato nel primo gioco della serie. Probabilmente non possiamo considerarlo un seguito del Watch Dogs originale ma il modo in cui viene trattata la questione potrebbe venire interpretato come commiato, oppure più plausibilmente (visto quanto Ubisoft ci tiene, per qualche ragione, nonostante non abbia mai brillato per carisma) quale saluto al tipo di maschera che ha portato finora.
Un po’ poco?
A livello narrativo, Bloodline ha un incipit un po’ generico che spinge il nostro antieroe a Londra, dove dovrà riconquistare la fiducia di suo nipote Jackson e, simultaneamente, completare un lavoro per mettere su qualche soldino. Il nesso tra Pearce e Wrench inizialmente sorprende e tiene banco per gran parte delle 5-6 ore richieste per vedere i titoli di coda, ma la sensazione di stare sorbendosi il solito chiacchiericcio hacker privo di una dimensione concreta tra un passaggio e l’altro vi spingerà quasi a non ascoltare quello che avranno da dirvi gli NPC per andare avanti nella vostra missione.
Tenendo la falsa riga del titolo in cui è comparso, Wrench è estremamente più spensierato della sua controparte: ad un certo punto nella storia, con un twist non proprio credibilissimo ma funzionale, avviene “lo scambio” ed è così che diventa protagonista, esibendo come accennavamo altre abilità e una mentalità diametralmente opposta, ricca di scherzi e citazioni divertenti da Star Wars a Spider-Man. Apprezzabile, se non altro, che si siano tenuti i due personaggi insieme e non si sia optato per una loro divisione, magari ognuno con un DLC a pagamento a sé stante.
L’espansione ha una propria voce direttamente nel menu principale, separata dal resto del gioco, e presenta una mappa completa di Londra: qui troverete missioni principali e, guadagnando con queste (diverse per ciascun personaggio) hack e armi, avventure secondarie che, in pieno stile open world, verranno usate pure in un paio di circostanze per dilatare i tempi del golden path.
Questa struttura indipendente conferisce la possibilità di giocare come uno o l’altro personaggio dopo aver terminato la storia principale, accedendo ai contratti da fixer con Wrench (che gode, tra l'altro, di un drone su cui poter svolazzare per la città) e alle missioni della resistenza con Aiden, entrambi presenti in un buon numero e varietà, se teniamo presente che si tratta pur sempre di un “semplice” DLC.
Quello che lascia un po’ delusi è che il contenuto aggiuntivo esplora in pratica tutte location già visitate. Chiaro, non ci si può aspettare, con un impianto urbano, un cambio di ambientazione radicale com’è stato con Assassin’s Creed Valhalla ne L’Ira dei Druidi (che si è spostato in Irlanda, ma comunque senza l’onere di ricostruire tutto il luogo nei minimi particolari); eppure, non ci ha entusiasmato il fatto di ripercorrere gli stessi uffici, letteralmente, in cui eravamo entrati nel gioco principale, e con una città così grande e vivace è probabile che sarebbe bastato poco per andare da un'altra parte così da fornire un senso di novità maggiore.
Nota lieta è stata l’aggiunta a tema Euro 2020 della canzone Three Lions (Football’s Coming Home), che abbiamo ascoltato fugacemente in una radio, chiaramente senza intenti irrisori ma per celebrare le final four a Wembley e l’illusione che il calcio stesse tornando davvero a casa – o meglio, che quella casa sia il Regno Unito. Abbastanza stonata è invece l’introduzione di nuovi nemici robotici, che aggiungono sì un livello di sfida all’avventura ma sono un tantino ossessivi nella misura in cui ci seguono e troppo potenti nei loro attacchi ultrasonici.
Un effetto diverso è invece sortito dalla presenza dei villain del Watch Dogs Legion vero e proprio: gli sceneggiatori sono stati abili nel mescolare le carte, approfittando del setting di poco successivo al prologo ma precedente alla rifondazione del DedSec londinese, ed è così che rivediamo antagonisti carismatici sotto una (sorprendente) luce diversa. Anche qui, ce n’è soltanto uno di nuovo, ma almeno è stato fatto un rimescolamento interessante che porta a collaborare con gente che abbiamo combattuto con ferocia pochi mesi fa.
Nonostante le grandi premesse del racconto, insomma, si tratta di un contenuto aggiuntivo vecchio stile: sotto il profilo della quantità c’è poco da eccepire, Ubisoft sa come confezionare prodotti che valgano il prezzo richiesto e non a caso anche dopo i titoli di coda potrete continuare a giocare liberamente; ma, nel complesso, abbiamo per le mani qualcosa che rimpasta quanto già visto nel titolo originale senza grossi patemi d’animo o impegni sui valori produttivi, se non nella realizzazione coerente e accurata dei due personaggi cari al pubblico della saga.
Versione recensita: Xbox Series X
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Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Cura per i personaggi di Aiden Pearce e Wrench
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La quantità non manca
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Piacevole il ritorno sotto una luce diversa dei boss
Contro
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Il gioco resta quello che era in partenza
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Peccato dover rivisitare gli stessi ambienti del titolo originale
Commento
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