Vigil: The Longest Night | Recensione - Castlevania incontra Bloodborne
Vigil: The Longest Night è un metroidvania con influenze lovecraftiane che incontrerà il favore degli amanti del genere. Ve lo raccontiamo nella nostra recensione.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Glass Heart Games
- Produttore: Another Indie
- Distributore: Another Indie
- Generi: Gioco di Ruolo , Azione
- Data di uscita: 14 ottobre 2020
Vigil: The Longest Night rappresenta l'ennesima riprova che è da Cina e dintorni che dobbiamo aspettarci il più grande exploit nel mercato dei videogiochi del prossimo futuro. Non bastassero il fenomeno del momento Genshin Impact, il promettente Black Myth: Wu Kong e tutta una serie di titoli minori a corroborare quest'ipotesi tutt'altro che peregrina, altre produzioni sono pronte proporsi ai giocatori in maniera sempre più accattivante e con un tasso di qualità senza dubbio crescente.
Certo, bisogna dire che nella maggior parte dei casi non è di certo l'originalità ciò che cattura la curiosità, ma va anche detto che molti titoli si sono rivelati sorprendenti per la loro solidità e validità. Per le innovazioni ci sarà senz'altro tempo, ma per ora è chiaramente il momento di puntare alla crescita e andare più sul sicuro. Ed è esattamente ciò che vuole fare Vigil: The Longest Night, un metroidvania di produzione taiwanese con chiarissime ispirazioni gotiche che ha più di un asso nella manica per ammaliare gli appassionati del genere.
Vigil The Longest Night: la storia
In Vigil: The Longest Night vi ritroverete a controllare Leila, una misteriosa e potente guerriera che s'imbarca in una perigliosa avventura per superare una prova non meglio specificata, che le servirà per farla assurgere definitivamente al ruolo di Vigilante. Il gioco fa di tutto per alimentare in modo intelligente il mistero che ruota attorno al compito della protagonista, inserendo nel tessuto della trama piccoli dettagli che vanno a comporre man mano un quadro sempre più chiaro, facendo talvolta chiari rimandi agli ermetismi tanto cari a From Software, senza tuttavia mai abusarne.
La narrazione di Vigil: The Longest Night è infatti molto più chiara ed esplicativa e prevede diverse linee di dialogo all'interno di villaggi e zone franche, pur riuscendo al contempo a dire meno di quanto in effetti serva per trovare facilmente il bandolo della matassa e far intuire dove la storia andrà a parare di lì a breve. Ma attenzione: il gioco è completamente sottotitolato in inglese e i termini usati non sono proprio basilari, motivo per cui qualcuno potrebbe avere qualche difficoltà in più nella comprensione.
Oltretutto, i finali di Vigil: The Longest Night sono diversi; certe frasi sono sibilline più del dovuto e le sessioni in cui non si combatte e si chiacchiera sono senza dubbio le parti più deboli della produzione. I motivi vanno ricercati nella struttura di queste zone specifiche, dove solitamente gli sviluppatori ricorrono all'obbligo imposto al giocatore di fare la spola da un punto all'altro, dilatando un po' i tempi di gioco.
Nulla di drammatico, visto che si tratta di momenti rarefatti, ma se doveste accettare tutte la mansioni secondarie, dovrete anche fare i conti con una presenza maggiore di andirivieni utili solo a soddisfare delle fetch quest davvero di poco conto. Poco male, perché il focus di Vigil: The Longest Night è su tutt'altro e l'intensità dei ritmi di gioco (assieme a gran parte della sua estetica) non poteva non ricordarci per larghi tratti Bloodstained: Ritual of the Night.
In breve, nei panni di Leila vi ritroverete d'improvviso nel villaggio in cui la guerriera è nata, finalmente di ritorno in occasione del compleanno della sorella, di cui però non si ha più traccia. Nel posto si parla di un rapimento, o forse di qualcosa che l'ha portata via con sé quando la giovane si è addentrata nei boschi. Neanche a dirlo, da cerimonia e momento felice di riunione, la vicenda si trasforma in qualcosa dai toni molto più misteriosi e grotteschi, con bestie terribili e informi che si annidano nel buio di una notte lunghissima che ricorda (anche nel titolo del gioco stesso) quella di Bloodborne.
Una notte di caccia, dove tutti sembrano chiusi nelle proprie case al sicuro mentre fuori si animano terrori preternaturali che mirano a stravolgere l'ordine delle vite di chi è rimasto sano di mente e non è defunto. Ci sono momenti truculenti, rappresentazioni grafiche forti, quasi grandguignolesche; ma soprattutto, c'è un monster design ispirato e diverso dal solito, con boss fight che ci hanno convinto.
Gameplay
Leila è una guerriera estremamente versatile, capace di adattarsi a ogni situazione e imbracciare armi diverse mentre si esibisce in incantesimi e utilizza oggetti dalla distanza. Oltre alla classica spada, Leila può equipaggiare armi pesanti a due mani, i pugnali e un arco, oppure tentare la sfida e affidarsi alla sola potenza del proprio corpo disarmato.
Ciascuna arma ha delle varianti e può essere migliorata sia dal fabbro, sia attraverso una sequenza di abilità sbloccabili tramite uno skill tree presente per ogni tipologia di arma (e uno dedicato ai buff e alla capacità di curarsi e sbloccare una maggiore resistenza ai danni). Per poter disporre della vasta gamma di attacchi, naturalmente, bisognerà affrontare i nemici nelle ampie zone che compongono il mondo di gioco, sempre ben interconnesse e strutturate senza ricorrere a troppi arzigogoli.
In Vigil: The Longest Night non avrete bisogno di ricorrere al grinding per essere davvero in grado di avanzare senza subire troppi fallimenti, ma si tratta senza dubbio di un gioco che può punirvi in pochi attimi se avete la brutta tendenza a prendere sotto gamba gli avversari o ad essere troppo sicuri di voi stessi.
A scanso di equivoci, non siamo di certo a livelli elevati di difficoltà, anche perché vi basterà apprendere i pattern e sfruttare per bene le finestre di invulnerabilità per farla franca nella maggior parte dei casi. Oltre a pararsi e ad attaccare, infatti, Leila può rotolare via e palesarsi in pochi istanti alle spalle dell'avversario. E trattandosi di un metroidvania bidimensionale è chiaro che questo avviene sempre "attraversando" il nemico che non può farvi nulla nel momento in cui avviene la transizione. Ciò non significa essere sempre immuni, ma calcolando bene le tempistiche e attivando l'azione durante i frame che precedono gli attacchi, la percentuale di farla franca rimane davvero molto alta.
Benché incorpori al suo interno davvero tanti degli elementi appartenenti a tutti quei titoli testé menzionati, Vigil: The Longest Night non è un clone spudorato ed è anzi in grado di offrire alcune variazioni alla formula piuttosto convincenti. Trattandosi di un indie, è anche piuttosto imponente il numero di personalizzazioni che il gioco concede, sia per quanto riguarda le abilità, sia per il modo in cui armature, anelli, maschere, artefatti e altri elementi di gioco vanno a condizionare in modo decisivo le statistiche del personaggio e le sue capacità.
C'è insomma molto spazio per sperimentare, costruire piccole build e interpretare i combattimenti a seconda dello stile di gioco che più vi aggrada. Il tutto, all'interno di un mondo che artisticamente risulta essere una fusione tra le suggestioni lovecraftiane più cupe e la cultura taiwanese, con una rappresentazione grafica che ricorda con forza l'arte del taglio della carta cinese, pratica davvero antichissima ma ancora dai tratti unici e molto particolari.
Le musiche sono scritte da Jouni Valjakka, chitarrista finlandese che milita nella band metal Whispered, che per l'occasione è risultato essere ispirato solo in alcuni pezzi in particolare.
Vigil: The Longest Night in definitiva ci ha colpito non poco e, al di là di alcuni piccoli difetti legati alla difficoltà e a dei nemici che con un po' di abilità possono essere facilmente aggirati, testimonia il grande stato di forma di Cina e dintorni. Non si tratta di un prodotto particolarmente originale, se si eccettua il comparto artistico; eppure è risultato essere piuttosto solido, anche a fronte di una durata non di certo imponente. Gli amanti dei metroidvania lo troveranno a dir poco squisito, soprattutto tutti coloro che hanno apprezzato l'ultimo titolo del leggendario Koji Igarashi.
Se preferite giocare Vigil: The Longest Night su PC, vi consigliamo una rassegna di tastiere da gaming che potrebbero fare al caso vostro.
Voto Recensione di Vigil: The Longest Night - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Sistema di progressione convincente e articolato
-
Un validissimo esponente del genere
-
Componente narrativa spiccata
Contro
-
Non proprio originalissimo
Commento
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