Uncharted | Recensione del film con Tom Holland
Nathan Drake debutta al cinema e il risultato è un film divertente dall'inizio alla fine.
a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
Informazioni sul prodotto
- Produttore: PlayStation Productions
- Distributore: Sony Pictures/Warner Bros.
- Data di uscita: 17 febbraio 2022
Di film tratti da videogiochi di successo ne è pieno il mondo, da sempre: dagli anni '90, un periodo in cui i registi e le case di produzione non badavano troppo alla qualità dei loro progetti destinati al grande schermo (con rarissime eccezioni che si contano a malapena sulle dita di una mano), passando poi per i primi anni 2000, un decennio in cui per trovare una pellicola di qualità dovevamo raschiare il proverbiale fondo del barile.
In tempi più recenti sembra esserci stata una parziale inversione di tendenza, visto che molte case di produzione sembrano aver capito che il pubblico di videogiocatori merita un trattamento decisamente migliore di quanto visto in passato. Ecco quindi che brand di successo iniziano a spuntare come funghi tra film e serie TV, tra cui il tanto atteso show HBO dedicato a The Last of Us, la serie animata di League of Legends, Arcane, il reboot di Mortal Kombat, il live action di Sonic the Hedgehog (con tanto di sequel attualmente in lavorazione) e molti altri.
Tra questi, spicca anche il film dedicato ad Uncharted, la celebre serie d'azione e d'avventura targata PlayStation e Naughty Dog, un marchio decisamente forte e amato da migliaia di giocatori, tornato di recente alla ribalta anche grazie all'uscita di Uncharted Raccolta L'Eredità dei Ladri, disponibile da alcuni giorni su console PS5 e prossimamente anche su PC (se volete saperne di più, trovate la nostra recensione su queste stesse pagine).
Vero anche che, nonostante il successo di Spider-Man No Way Home, vedere Tom Holland nei panni di un giovane Nathan Drake è una scelta che ha fatto storcere il naso a molti in fase di casting, senza contare che la pellicola ha letteralmente fatto i salti mortali tra improvvisi cambi di regia e ritardi più o meno significativi dovuti anzitutto all'emergenza sanitaria mondiale: dopo aver perso il quinto regista in lizza per la direzione della pellicola, Dan Trachtenberg, il bravo Travis Knight ha poi tentato di prendere in mano il timone del progetto per poi abbandonarlo dopo solo una manciata di mesi, per via dell’inconciliabilità dei suoi tempi con quelli del protagonista Tom Holland, impegnato a tempo pieno sul terzo cinecomic dedicato allo Spider-Man dell'MCU.
Ruben Fleischer, regista di Zombieland e Venom, è stata poi la scelta finale per portare sul grande schermo le avventure di Nathan Drake.
Le origini di un Ladro
Da dove nasce l'idea di un film dedicato ad Uncharted? Innanzitutto, la pellicola rappresenta di fatto il primo progetto portato avanti da Sony Pictures con la nuova divisione della compagnia, PlayStation Productions, nata con l’obbiettivo di dare vita a progetti per il grande e il piccolo schermo ispirati proprio ai personaggi delle IP più celebri di proprietà del colosso dell'intrattenimento.
Ecco quindi che il «battesimo del fuoco» è avvenuto proprio dando un volto a Nate, l'archeologo scavezzacollo nato su PS3 con il primo capitolo della serie Naughty Dog. E se il giovanissimo Holland è sembrato da subito fuori parte, la trama del film fa di tutto per piacere e farsi piacere, per un risultato tutto sommato assolutamente superiore alle aspettative iniziali (specie dopo i vari trailer e i poster rilasciati nel corso dei mesi). La storia di Uncharted è quella di proporre una vera e propria origin story, allacciandosi in un certo qual modo ai flashback visti e giocati in Uncharted 3 L'Inganno di Drake e nell'ultimo Uncharted 4 Fine di un ladro.
Nathan Drake è un ladruncolo molto abile e scaltro con la passione per la storia e l'archeologia, che cerca di guadagnarsi da vivere sgraffignando preziosi e gioielli. Un giorno, il discendente del celebre Sir Francis Drake viene preso di mira da Victor "Sully" Sullivan (Mark Wahlberg), un truffatore con diversi anni di esperienza intento ora a fare il grande salto.
L'incontro tra i due non è casuale: Nate è alla ricerca di suo fratello maggiore, Sam, tanto che Sully gli conferma che il ragazzo scomparso è disperso in un posto remoto non segnato su alcuna mappa. Nello stesso luogo dimenticato sarebbe inoltre custodito anche il leggendario tesoro di Ferdinando Magellano, andato perduto 500 anni fa e divenuto col tempo il più ambito da archeologi e predatori di tombe.
Difatti, anche lo spietato Moncada (Antonio Banderas) è sulle tracce del tesoro, convinto di essere un erede di Magellano e che le ricchezze spettino quindi a lui di diritto. Nathan e Sully si imbarcheranno quindi nella loro avventura più pericolosa di sempre, tra inseguimenti, tradimenti e scazzottate, proprio come nel videogioco.
Iniziamo subito con l'essere chiari: Uncharted, il film, funziona. Ogni sequenza è pensata per riflettere quanto visto nella serie di videogiochi, con strizzatine d'occhio più o meno velate a una moltitudine di scene divenute col tempo ben note ai fan del franchise.
Impossibile non citare l'ormai celebre sequenza dell'aereo cargo, da cui Nathan precipita rovinosamente investito da enormi casse (e un'auto d'epoca), una sequenza "spezzata" in più parti per dare un senso ancora maggiore al tutto - tranquilli, non vi spoilereremo nulla - scelta dalla produzione per diventare di fatto la sequenza simbolo dell'intero film, facilmente riconoscibile da chiunque, anche per via delle ovvie somiglianze con la sessione vista e giocata in Uncharted 3 L'Inganno di Drake.
L'Eredità di Drake
Per il resto, il film si diletta a farci viaggiare in lungo e in largo per il mondo alla ricerca del tesoro perduto, mettendo a schermo una coppia così strampalata da risultare addirittura godibile. Se Nate è il giovane scavezzacollo fin troppo simile nei modi e negli atteggiamenti al Peter Parker dell'MCU interpretato dallo stesso Holland (non che sia un difetto in senso stretto, bensì solo un appunto), è il Sully di Mark Wahlberg a funzionare in alchimia perfetta con Drake, dando vita a dei siparietti in grado di strappare più di un sorriso e dove spesso lo "scontro" generazionale la fa da padrone.
I comprimari fanno quasi tutti il loro dovere senza infamia e senza lode: Sophia Taylor Ali è Chloe Frazer, altra intrepida avventuriera intenta a mettere le mani sul tesoro di Magellano ma non troppo propensa a collaborare con il duo Drake/Sully, mentre per quanto riguarda i villain in senso stretto Antonio Banderas è Moncada, spietato e avido cacciatore di tesori che risulta essere più una macchietta che altro, accostato alla ben più letale Braddock interpretata dalla sinuosa Tati Gabrielle, una spietata assassina particolarmente abile con le armi da taglio.
Per il resto, lamentarsi del film di Uncharted vorrebbe dire lamentarsi del gioco stesso: a differenza di altri capolavori targati Naughty Dog come The Last of Us e relativo sequel, la serie dedicata alle avventure di Nathan Drake ha sempre messo d'avanti l'azione e il colpo d'occhio per le ambientazioni prima ancora che l'introspezione psicologica dei vari protagonisti e la drammaticità del plot.
La pellicola di Ruben Fleischer è un colpo al cuore per tutti i fan del franchise, riuscendo a inserire al suo interno tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna della saga, amalgamando il tutto in maniera assolutamente convincente e - cosa più importante - divertente.
E se il finale palesemente aperto lascia intendere che le avventure di Nate e Sully sono solo all'inizio (non alzatevi dalla poltrona prima della fine dei titoli di coda, come i film Marvel Studios hanno insegnato piuttosto bene), per quanto riguarda questa prima avventura alla ricerca del tesoro di Magellano non possiamo che ritenerci discretamente soddisfatti, proprio come al termine di un gran bel giro sulle montagne russe.
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Voto Recensione di Uncharted - Il Film - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Ottimo ritmo, tra humor e sequenze d'azione
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L'estetica del videogioco Naughty Dog c'è tutta
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La coppia Nathan/Sully funziona
Contro
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Non va oltre l'obiettivo prefissato
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È "solo" una storia di origini