Uncharted e i tramonti romantici – Il Dettaglio
So, on a scale from 1 to 10, how scared were you that I was gonna die?
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a cura di Francesco Ursino
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Naughty Dog
- Produttore: Sony
- Distributore: Sony
- Piattaforme: PS4
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 10 maggio 2016
Oh, crap: l’articolo è pieno di spoiler sui finali dei capitoli della serie Uncharted!
Tra i giochi ufficiali di PlayStation Plus di aprile 2020 c’è anche Uncharted 4: Fine di un Ladro. Ripensare all’ultimo capitolo della storia di Nathan Drake mi ha riportato alla mente un particolare curioso dell’intera serie Naughty Dog. Senza tanti indugi, allora, voglio ripercorrere le gesta del fido Nate concentrandomi su particolari piuttosto ricorrenti.
In Uncharted, alla fine arriva sempre Elena
La cosa particolarmente bella di tutta la serie di Uncharted, almeno secondo me, è il legame tra Nathan ed Elena. Ogni volta che iniziavo un titolo di questa saga, i miei dubbi non riguardavano il villain di turno, i templi antichissimi che irrimediabilmente avrei disintegrato o i personaggi di contorno. Le domande che mi ponevo, invece, erano: Nathan ed Elena questa volta saranno rimasti insieme? E se non sono insieme, come si riconcilieranno a fine gioco?
Tutti gli Uncharted sono giochi dalla dissonanza ludo-narrativa particolarmente evidente. In sostanza abbiamo un tizio che nel corso degli anni ha fatto una carneficina di terroristi, mercenari e via dicendo. E questo stesso tizio riesce però a crearsi una nuova vita, ad avere una figlia, e a quanto pare a dormire sereno la notte pur sapendo di aver lasciato scie di sangue lunghe da qui fino all’antica città di El Dorado.
Ma ci sta, ci sta tranquillamente perché nel loro animo più profondo gli Uncharted sono – mi assumo tutta la responsabilità penale e giuridica della mia affermazione – dei giochi concezione classica (vecchia?). Dei giochi dove l’eroe alla fine comunque vince sempre, e nonostante le sue azioni moralmente discutibili ci piace e vogliamo che viva e sia felice. I finali di Uncharted ti fanno sentire bene, e anche un po’ romanticone.
Tra tutte queste riflessioni più o meno valide rimane Elena, centro di gravità attorno al quale Nate gira, gira, gira e alla fine ritorna. E finisce sempre allo stesso modo.
Tramonti, abbracci, sorrisi
Seguitemi nel ragionamento: i finali di Uncharted presentano elementi particolarmente ricorrenti.
Vediamo l’epilogo di Uncharted: Drake’s Fortune (guardatelo qui). Il sole sta scomparendo all’orizzonte, Nate parla con Elena, i due sono sul punto di baciarsi, ma vengono interrotti da Sully. I tre si allontanano in barca verso il tramonto, pieni di buoni propositi – e di alcune casse piene di prezioso bottino. Nell’ultima sequenza Nate abbraccia Elena, tutti sono contenti e la ripresa del tema principale accompagna il momento.
Il primo Uncharted era un gioco tutt’altro che perfetto, e veniva migliorato in tantissimi aspetti da Uncharted 2. E veniva migliorato – secondo me – anche nel finale, con uno dei dialoghi più teneri, romantici e divertenti che ho modo di ricordare in un videogioco (gustatevelo qui). Anche qui la scena è simile. Nell’ultima sequenza, dopo l’uscita di scena di Chloe e Sully, Nate ed Elena sono soli. La loro riconciliazione è stata piuttosto turbolenta, la ragazza ha rischiato di lasciarci le penne ma alla fine tutto si era risolto per il meglio, come deve essere in un Uncharted. E così Nate ed Elena, abbracciati, guardano verso il sole che sta sorgendo (non è un tramonto ma siamo lì), e sognano un futuro ricco di progetti. Opinione personale: il finale migliore di tutta la serie.
Ancora tramonti, ancora abbracci, ancora sorrisi
Il finale di Uncharted 3 (eccolo qui) riprende i grandi classici degli epiloghi della serie Naughty Dog. Anche nel terzo capitolo, le sequenze finali presentano una composizione che non potrebbe essere più tradizionale. Il sole è basso nel cielo, le nuvole sono colorate di rosa, e dopo una prima conversazione con Sully (anche questa di gran qualità) Nate ed Elena si incontrano. Il terzo capitolo è stato quello dove la coppia ha rischiato seriamente di rompersi ma, come deve essere, alla fine tutto è andato per il meglio. E allora i due, abbracciati anche in questo caso, non vogliono fare altro che guardare al futuro.
Si arriva così al capitolo finale, Uncharted 4: Fine di un Ladro. In realtà gli epiloghi di questo titolo sono due. Io voglio concentrarmi sul primo, quello che conclude il plot seguendo la linea temporale di quanto successo durante il gioco. Quale sarà mai la composizione della scena finale? Vediamola qui.
Il sole è basso nel cielo, e Nathan ed Elena si incontrano. La ragazza sorprende il protagonista rivelandogli di aver acquistato la Jameson Marine. Dopo un breve dialogo, si capisce bene la trasformazione dei personaggi, che dopo anni di tentativi sono arrivati a un compromesso. Elena accetta la vita di Nate, fatta di esplorazione e caccia ai tesori, a patto però che il tutto si svolga nella più totale legalità (e magari senza omicidi di massa – messaggio sottinteso).
E Nate, che si era in qualche modo rassegnato a una vita “normale”, accetta di buon grado. Lo fa abbracciando Elena, nel “solito” momento romantico-tenero-divertente, pensando al futuro con il sole che ancora deve sorgere. E riprendendo una frase pronunciata dalla ragazza nel finale del secondo Uncharted. La chiusura perfetta del cerchio narrativo.
Che invece non si chiudeva qui, perché nella (vera) sequenza conclusiva si scopriva l’esistenza di Cassie, figlia di Nathan ed Elena, in una lunga scena che francamente dava un bel brivido.
Piccola nota di colore: anche Uncharted: The Lost Legacy finiva al tramonto.
I titoli della serie Uncharted raccontano di storie che finiscono bene e fanno sentire bene. Giocare alla saga Naughty Dog con la consapevolezza che – in qualche modo – Nate ed Elena sarebbero comunque finiti mano nella mano dava un valore aggiunto a tutta l’esperienza.
Voto Recensione di Uncharted 4: Fine di un ladro - Recensione
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