Uscito nel 2019, Death Stranding ha vissuto al centro di una curiosa contraddizione: è un videogioco che parla di unirsi, e che ha diviso i videogiocatori come raramente abbiamo visto succedere. Il titolo di Hideo Kojima, il primo della Kojima Productions indipendente, mescolava delle dinamiche da gestionale all'avventura, somigliando molto più a Journey, con la sua collaborazione disinteressata, che non a Metal Gear – come qualcuno sembrava aspettarsi.
Il risultato è stato quello di un'opera davvero unica nel suo genere, di cui vi abbiamo raccontato le caratteristiche nella nostra lunga e approfondita video recensione. Come era facile immaginare, tuttavia, il pubblico si è spaccato – e la nostra recensione non si intitolava "bianco o nero" per caso. Molti lo hanno amato, altri lo hanno detestato a livelli inenarrabili, tra meme di sfottò, «bartolini simulator» e altri sbeffeggiamenti vari, mescolati ad altre perplessità che arrivavano da chi aveva effettivamente testato il gioco (che trovate su Amazon a prezzo ridottissimo, anche se non ve lo consegnerà Sam).
Qualche tempo dopo, Kojima aveva confermato che il gioco fosse comunque in profitto, motivo per cui molti hanno cominciato a domandarsi se non fosse in arrivo un possibile nuovo episodio. Nuovo episodio che sembra essere stato appena confermato da Norman Reedus, attore che interpreta il protagonista Sam Porter Bridges.
Un nuovo Death Stranding?
Intervistato da Leo, l'attore celebre anche per The Walking Dead non ha girato troppo intorno alle cose. Quando gli è stato nominato il primo Death Stranding, l'artista ha detto:
«Abbiamo appena cominciato il secondo».
Difficile interpretare queste parole in modo diverso da una conferma dei lavori in corso su un nuovo Death Stranding – che potrebbe non essere necessariamente un sequel ma, anzi, potrebbe avere più senso come un prequel.
Reedus non ha fornito nessun altro dettaglio, a parte questo riferimento, e come potete immaginare stanno già scatenandosi le teorie su cosa potrebbe cambiare rispetto al precedente e su dove si piazzerà la nuova vicenda nella timeline nata con il capostipite.
La decisione di un nuovo Death Stranding è anche piuttosto curiosa, per la nuova Kojima Productions: Hideo Kojima da tanto tempo voleva staccarsi dalla serie Metal Gear quando era in Konami, per non rimanere incastrato nel dover realizzare nuovi sequel che imponevano, ovviamente, dei limiti creativi. Lo stesso, ora, potrebbe succedere con l'universo di Sam Porter Bridges.
L'idillio con Hideo Kojima
Subito dopo questa dichiarazione, Reedus ha raccontato il dietro le quinte del suo incontro con Kojima, per cui Guillermo Del Toro ha fatto da tramite. Ricorderete, infatti, che i tre lavoravano insieme a Silent Hills, prima che il progetto naufragasse in seguito al divorzio con Konami.
«Guillermo Del Toro mi chiamò e mi disse 'hey, c'è un tizio che si chiama Hideo Kojima, ti chiamerà. Tu digli di sì'. E io gli rispondo 'che cosa intendi che devo dire solo di sì?'. E lui mi risponde 'smettila di fare il cogl*one e digli di sì'».
Il racconto prosegue con l'incontro tra i due:
«Mi trovavo a San Diego e Hideo arrivò con un grosso gruppo di persone, viene da Tokyo, e mi mostrò che stava lavorando a un gioco chiamato Silent Hill. Ne fui sconvolto e gli dissi 'sì, facciamolo!'. Non è come Ms. Pacman, è realistico, futuristico, complicato e meraviglioso, ne fui completamente rapito».
Da lì, sappiamo che Silent Hill ha in realtà portato i tre artisti a collaborare in Death Stranding (che corrisponde alle caratteristiche citate dall'attore, ndr), e Reedus conferma che è stato molto impegnativo registrare tutte le sessioni di motion capture.
Come raccontato dall'attore:
«Mi sono serviti probabilmente due o tre anni per finire tutte le sessioni di motion capture e tutto quanto. Serve davvero tanto lavoro. Poi il gioco è uscito, e ha vinto un sacco di premi ed è stato davvero importante, quindi abbiamo cominciato la seconda parte».
Di recente, Kojima Productions è stata al centro di rumor anche in merito a eventuali lavori in corso su un nuovo Silent Hill. A questo punto, è difficile capire cosa stia succedendo davvero presso lo studio di Kojima, con anche la possibilità che siano in corso progetti differenti, seguiti da persone diverse.
La software house ha da poco anche affrontato un trasloco e, a questo punto, viene da domandarsi se non possa essere in qualche modo legato anche ai progetti in lavorazione. Sappiamo che Kojima sta tenendo con sé dei devkit di PS5, il che suggerisce i lavori in corso su un titolo per la console di casa Sony, ma tutto il resto ci arriva solo dalle dichiarazioni di Reedus.
In precedenza, Kojima e l'art director Yoji Shinkawa avevano affermato di voler continuare a realizzare videogiochi «ancora più strambi» del primo Death Stranding.
La speranza, qualsiasi cosa stia bollendo nella loro pentola, è che l'opera possa mantenere la sua originalità e la sua vocazione d'autore, in un mercato dove i videogiochi troppo spesso finiscono con il somigliarsi troppo e prendersi zero rischi.