Ultimate Team, la modalità croce e delizia di FIFA 20 - Speciale
Ultimate Team è la modalità cardine di FIFA anche nella sua 20esima edizione, nonostante numerosi dubbi legati alla gestione sul medio-lungo periodo.
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a cura di Marino Puntorieri
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: EA Sports
- Produttore: Electronic Arts
- Distributore: Electronic Arts
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Sportivo
- Data di uscita: 27 settembre 2019
Nonostante un inizio non proprio entusiasmante, FIFA 20 mantiene stabilmente i primi posti delle classifiche legate ai mercati nazionali più importanti in Europa e non solo. Obiettivo perseguito principalmente grazie a Ultimate Team, modalità online ormai storica del brand californiano che proprio nel suo anno più critico è riuscito a convincere milioni di videogiocatori a non recidere quel legame estremamente conveniente fatto di sfide online, “spacchettamenti” e creazioni rose, vuoi anche per l’introduzione delle leggende degli anni passati, al limite della fantascienza.
Partiamo da un presupposto: FIFA 20 è un’esperienza nel complesso soddisfacente, ma come è stato anticipato dalle varie testate internazionali (e poi confermato da diversi giocatori in questi ultimi mesi), qualcosa anche nella modalità online considerata vera punta di diamante dell’intera offerta ha iniziato a incrinarsi.
Ultimate Team è una modalità che solo in parte riflette il gameplay rinnovato canonicamente per il gioco in singolo. Ciò che di anno in anno è diventato sempre più evidente è proprio la differenza tra una partita offline contro l’IA e un match online contro un avversario reale valido per scalare le classifiche settimanali o la weekend league. Sicuramente ciò riflette in parte una diversa percezione psicologica dell’avversario che si va ad affrontare: per quanto Electronic Arts si impegni sempre di più per stratificare il comportamento dei rivali offline, con un ventaglio di possibilità sempre più variegato e sfaccettato, il giocatore in carne e ossa avrà sempre un margine ulteriore legato all’imprevedibilità e all’arbitrarietà. Si tratta di una percezione che solo in parte, però, giustifica questa duplice natura: le partite di Ultimate Team lasciano poco spazio alle manovre più ragionate e alle possibilità scaturite dalle nuove tattiche decantate in fase di sviluppo, favorendo ripartenze e contropiedi ai limiti della pazienza nella maggior parte dei casi.
Le ultime patch, proprio di queste settimane, hanno ulteriormente variato il gameplay, rendendo l’utilizzo delle ali poco efficace in fase offensiva, con le scelte legate al giro palla e cambio gioco da una fascia all’altra relegate a mere alternative, in favore di un fraseggio che rischia di diventare sterile in pochi minuti senza i giocatori adatti – e nella maggior parte dei casi più costosi. Riprendendo proprio quest’ultimo frangente, FIFA 20 Ultimate Team diventa estremamente impegnativo, a tratti frustrante, nei confronti dei giocatori più casual: rose al limite della competitività e con giocatori “solo” oro vengono lasciate in balia di formazioni arcobaleno con upgrade folli, in barba al matchmaking tra divisioni ormai solo di facciata anche nelle categorie più basse e con ricompense meno golose.
Riprendere il titolo in mano dopo tanto tempo, insomma, può far storcere il naso a molti, rischia di rendere (almeno nel comparto online) il gioco maggiormente godibile solo ai più assidui e costanti, lungimiranti nel completare le sfide settimanali e mensili per ottenere pacchetti e giocatori più rari da poter schierare.
Ciò nonostante, qualche cambiamento positivo è stato effettuato nell’ultimo periodo, soprattutto nel controllo da parte di EA di trasferimenti e prezzi per il mercato delle carte Ultimate Team. Valutazioni e svalutazioni nel tempo, come in una vera e propria Borsa, hanno lasciato spazio ai lightning round, ovvero pacchetti promozionali a tempo limitato che permettono di acquistare i migliori giocatori. Ciò comporta un parziale crollo delle quotazioni, considerando la possibilità di effettuare scambi a prezzi maggiormente permissivi; è possibile quindi ottenere carte discretamente valide anche per i più novizi, come i pericoli di ogni difesa avversaria Rashford o Gabriel Jesus, senza dimenticare numerose carte IF ottenibili con nemmeno 30mila crediti e capaci di dare una bella sterzata sul piano della qualità generale.
FIFA 20 continua a essere giocato da milioni di videogiocatori principalmente grazie alla modalità Ultimate Team, oramai vera gallina dalle uova d’oro nelle mani del colosso di casa Redwood. Nell’ultimo anno, i dissidenti hanno iniziato a farsi sentire con maggior vigore e, nonostante il pericolo dettato dalla concorrenza tenuto ancora una volta a debita distanza, non bisogna adagiarsi sugli allori.
Nell’ottica dell’arrivo della next-gen, a fine anno bisogna ripartire al meglio per riconquistare quella fiducia che comincia un poco a vacillare: un piccolo campanello d’allarme che non deve essere sottovalutato da EA, per assicurarsi che il suo calcistico continui a fare breccia, anche nel lungo corso, nel cuore degli appassionati.
Voto Recensione di FIFA 20 - Recensione
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