Nelle scorse ore, sono cominciate online delle discussioni relative alla presenza dei “gear crates” all’interno di Trials Rising, che proporranno a pagamento oggetti cosmetici extra a chi vorrà acquistarle. I commenti si sono fatti così aspri che Ubisoft, autrice del gioco, è intervenuta sulla questione, precisando la natura di queste loot-box e ponendo l’accento sul perno fondamentale dell’intera diatriba: se nessuno comprasse le casse premio, nessuno le metterebbe nei giochi.
Le parole di Ubisoft sulle loot-box
Nella sua nota pubblicata dal team dedicato al supporto, Ubisoft ha spiegato innanzitutto che i gear crates si limiteranno a contenere oggetti estetici – il che renderà impossibile vederli tramutarsi in oggetti da pay-to-win, insomma. La compagnia transalpina, entrando nel merito della questione, ha aggiunto:
[La presenza di loot-box] si traduce nel fatto che alcuni giocatori finiscono con lo spendere di più, nei nostri giochi, di quanto facciano altri. Questo significa che abbiamo dei profitti maggiori e ci consente di investire più soldi nei nuovi titoli, oltre che di capire cosa i giocatori cercano all’interno dei titoli. Se, semplicemente, i giocatori non comprassero queste casse, allora non le troverebbero nei futuri videogiochi.
Difficilmente la compagnia di Yves Guillemot avrebbe potuto essere più sincera di così, considerando che ha parlato apertamente dell’impatto delle loot-box nei suoi profitti, senza girarci troppo intorno.
Le loot-box della discordia
Non è la prima volta che si generano polemiche relative alle loot-box: dopo il caso sollevato da Star Wars: Battlefront 2, come ricorderete, la questione assunse un vero e proprio rilievo mondiale, al punto che diverse nazioni hanno iniziato a chiedersi se questa meccanica non sia da considerarsi simile a gioco d’azzardo.
Ad oggi, nella zona del Benelux, sono stati presi provvedimenti che scoraggiano l’introduzione di questo tipo di microtransazioni, come visto di recente nei giochi firmati da 2K.
Voi siete soliti spendere qualcosa sulle loot-box?
Fonte: DSOG