Ubisoft, dipendenti in rivolta dopo le dichiarazioni di Yves Guillemot

I dipendenti di Ubisoft reagiscono alla situazione della loro azienda, e in alcune sezioni sono stati spinti a scioperare in massa.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Il periodo per Ubisoft è infelice e, nell'usare questa parola, siamo sicuramente più delicati rispetto a come la realtà meriterebbe di essere descritta.

Dopo il grande successo di Assassin’s Creed Valhalla (lo trovate su Amazon) sembra che il publisher non riesca proprio a tornare ai suoi antichi fasti per quanto riguarda i suoi titoli più importanti.

L'ennesimo rinvio di Skull and Bones, simbolo di un problema endemico all'interno della corporazione, ha generato in realtà una cascata di altri avvenimenti.

In particolare le dichiarazioni di Yves Guillemot, che esorta i dipendenti a farsi carico della situazione e lavorare per portare i progetti di Ubisoft agli antichi fasti di cui sopra.

Questa dichiarazione poteva avere anche dei risvolti positivi, ma il modo in cui Guillemot l'ha posta non è (comprensibilmente) piaciuta a molti dipendenti.

I quali, come riporta PC GamesN, stanno iniziando a scioperare in massa in segno di protesta.

I lavoratori dell'ufficio parigino di Ubisoft, sviluppatori di Assassin's Creed Mirage, Rainbow Six Siege e Far Cry tra gli altri, sono stati incoraggiati a scioperare in risposta a salari e condizioni di lavoro già precarie di loro, aggravate dall'esortazione del CEO Yves Guillemot di cui sopra.

Solidaires Informatique, il sindacato che rappresenta i lavoratori dello studio, chiede uno sciopero di mezza giornata, con un conseguente aumento della retribuzione e l'attuazione di una settimana lavorativa di quattro giorni promessa in precedenza ai dipendenti. Solidaires Informatique cita direttamente la scritta da Guillemot ai dipendenti, che seguì una riunione degli investitori dell'11 gennaio.

La frase «Oggi più che mai, ho bisogno della vostra piena energia e del vostro impegno per assicurarci di tornare sulla strada del successo» di Guillemot è suonata infelice agli occhi dei lavoratori, e della loro rappresentanza, proprio per le condizioni già qualitativamente insufficienti di cui sopra.

Questo uno stralcio delle dichiarazioni del sindacato di rappresentanza:

«Secondo Guillemot, la palla è nel nostro campo (ma i soldi rimangono nelle sue tasche). In diverse occasioni, il signor Guillemot sta cercando di addossare la colpa (ancora una volta) ai dipendenti; si aspetta che siamo mobilitati, che "diamo il massimo", che siamo il più "efficienti e snelli possibile". Queste parole significano qualcosa: straordinari, pressione manageriale, esaurimento, ecc.»

«Cosa è stato messo in atto per i team che escono esausti dalle produzioni (come quelli di Just Dance o Mario)?», continua Solidaires Informatique, puntando il dito proprio contro i prodotti che, sorprendentemente, hanno venduto meno di quanto l'azienda si aspettasse.

Come videogiocatori e professionisti la nostra speranza è che Ubisoft possa rimettersi presto in sesto, e il sottoscritto in particolare è pienamente dalla parte dei lavoratori.

Lo stesso Guillemot era stato, già molti mesi fa, lo specchio di una situazione traballante per lo storico publisher, soprattutto dal punto di vista finanziario.

Situazione che sembra Ubisoft voglia risolvere anche vendendo potenzialmente le sue IP, anche se le reazioni dei possibili investitori sono state tutto meno che accomodanti.

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