Twin Mirror, ritorno al misterioso passato - Anteprima
Abbiamo visto i primi diciotto minuti di Twin Mirror, decisamente migliorato rispetto a due anni fa: ecco il nostro resoconto.
a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Dontnod Entertainment
- Produttore: Bandai Namco
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Data di uscita: TBA 2020
Tramite una presentazione che comprendeva i diciotto minuti iniziali di Twin Mirror, Dontnod ci ha mostrato i progressi apportati al progetto dopo la prima apparizione risalente a due anni fa. Twin Mirror appare oggi meno anonimo, con una storia apparentemente più centrata e intrigante, coadiuvata da alcuni spunti del sistema di gioco che potrebbero in effetti far svettare il titolo e proporlo come uno dei più in vista all’interno del genere di appartenenza, che non si discosta dalla classica avventura grafica moderna con bivi decisionali di entità variabile.
Ci sono delle importanti caratteristiche che rendono Twin Mirror un titolo piuttosto interessante, sebbene in fin dei conti non ci sia nulla di davvero inedito nelle idee portanti della struttura di gioco. A essere nuovo, semmai, è il modo in cui queste si integrano nel tessuto di gioco, incastonandosi come pezzi di un puzzle che lascia già intravedere con discreta chiarezza la sua forma finale.
Twin Mirror e un passato da riportare a galla
Twin Mirror si apre presentando la figura di un ex detective chiamato Sam Higgs, che torna nella sua città natale per il funerale del suo caro amico Nick. Sam ha lasciato la cittadina di Basswood da qualche anno, e sebbene s’intuiscano sin da subito dei dissidi interiori nel personaggio, non è ancora chiaro quale sia stato il motivo scatenante della sua decisione. Quando sale su un promontorio e osserva dall’alto la cittadina, Sam pare riflessivo, quasi desideroso di dare indizi su ciò che lega il suo passato a quel luogo.
Non appena il protagonista si avvicina sul limitare dell’alta piazzola e osserva il paesaggio attraverso un cannocchiale, Twin Mirror cambia d’improvviso prospettiva e ci ospita all’interno del Palazzo Mentale di Sam, ossia nel suo mondo interiore da cui è possibile fare deduzioni e trovare il bandolo della matassa tra ricordi affastellati e pensieri che galleggiano tra le nubi incerte della sua coscienza. In questa sorta di realtà alternativa dove si può letteralmente camminare in mezzo alle memorie confuse e quasi sfuggenti, viene d’improvviso a galla un importante antefatto legato a una sua cara amica, Anna, a cui Sam offrì un anello mentre le chiedeva di sposarlo.
Tra l’imbarazzo e la consapevolezza di aver già ribadito la sua posizione, Anna rifiuta la proposta, creando in Sam una delusione così forte che di lì a breve scopriremo essere uno dei motivi che lo ha spinto ad abbandonare Basswood. Subito dopo aver scoperto l’importante informazione, i menù di gioco si arricchivano di una nuova sezione con la scheda legata alla vita del nuovo personaggio, lasciando intendere chiaramente che in Twin Mirror sarà fondamentale rovistare tra le memorie per ottenere più informazioni sulla vicenda e sul background delle personalità che si muovono attorno a Sam.
Il Palazzo Mentale, a due anni dalla prima presentazione, appare strutturato in maniera diversa: è più intuitivo, mostra con più chiarezza le interazioni più importanti ed è finalmente una parte di gioco più elaborata. Ciò non significa che prima fosse accessoria, ma solo che appariva molto più abbozzata rispetto a oggi; adesso si nota un’attenzione maggiore nella resa estetica, che già da sola rende bene l’idea del viaggio del giocatore in un non-luogo da cui poter attingere per venire a capo delle indagini.
Tuttavia va specificato che non si tratta di una novità all’interno del genere, e che diverse opere dal tratto investigativo (come Murdered: Soul Suspect o il più recente The Sinking City) ne hanno già adoperato molte delle funzionalità, sebbene in maniera più scarna. Spesso capitava infatti di dover accedere fisicamente all’interno dei propri processi mentali per riordinare indizi e metterli nel giusto ordine al fine di fare luce sulla vicenda; altre volte era possibile muoversi in una sorta di realtà immaginata dove si proiettavano le ricostruzioni delle azioni dei criminali, facendo una stima delle gesta di persone non avevamo mai visto davvero. Nel corso della recensione ci sarà occasione di approfondire il modo in cui il Palazzo Mentale funzionerà in Twin Mirror, ma vi basti sapere al momento che si tratta di una caratteristica di gioco di primaria importanza, attraverso cui emergeranno molti dettagli della trama, sia principali che secondari.
Io, lui, me stesso
A proposito invece delle informazioni inerenti i personaggi, sarà anche il mondo di gioco a influire sullo sblocco di alcuni dettagli. Durante la presentazione ci è capitato di vedere come Sam interagisse con un albero piantato all’imbocco della piazzola principale, facendoci scoprire che anni prima erano state incise sulla corteccia le sue iniziali e quelle di Anna circoscritte da un cuore, segno inequivocabile che non si è mai trattato solo di una forte amicizia di lungo corso. L’analisi del paesaggio sarà dunque essenziale per far emergere le vicende del passato e per saperne di più su coloro che Sam incontrerà al suo ritorno nella cittadina, così come ogni tipo di decisione influirà sui rapporti che si instaureranno e su certe reazioni che dovrebbero determinare e attivare gli snodi della storia.
Mentre Sam rovistava all’interno del suo Palazzo Mentale, l’ora si faceva tarda e il funerale del suo caro amico Nick terminava senza la sua presenza. Proprio nel momento in cui se ne rendeva conto, una figura alle sue spalle proferiva parola in tono quasi accusatorio, ma non era possibile capire di chi si trattasse e da dove fosse sbucato fuori.
Nella scena successiva, però, le nebbie si diradavano: quel losco figuro altri non era se non la doppia personalità di Sam, una figura incorporea che nessun altro potrà vedere ma che interverrà nei momenti cruciali della storia, offrendo un punto di vista che fa da contraltare a quello meno ragionato e istintivo. Nel caso specifico, quando la figlia tredicenne di Nick si metteva in contatto con Sam, i due si ritrovano in un grande parcheggio poco prima che la ragazzina lo invitasse in macchina a parlare del padre.
All’interno dell’abitacolo, la discussione tra i due presentava un importante punto di svolta legato al passato di Nick e Sam: ecco allora che dal sedile posteriore faceva capolino l’alter ego, qui chiamato The Double, che s’intrometteva nel processo mentale per mostrare l’altra via da intraprendere. In sostanza, sono delle intrusioni che avvengono proprio quando la storia di gioco vi obbligherà a compiere delle scelte determinanti, che possono di fatto cambiare in modo inatteso esiti, rapporti e conseguenze nel breve e medio termine. Non sappiamo ancora quale sarà la portata di certe scelte, né se davvero Twin Mirror possa presentare una moltitudine di bivi che vale la pena approfondire o scoprire in diverse partite, ma una cosa è certa: se alcune decisioni modificano solo in modo leggero alcune dinamiche, quelle in cui interviene l’alter ego di Sam sono invece fondamentali per convogliare la trama in un determinato binario.
In Twin Mirror non ci sono scelte giuste o sbagliate; ci sono solo scelte e azioni che il giocatore compie per scrivere la propria storia. Se le sezioni più intriganti si sono senz’altro rivelate quelle all’interno del Palazzo Mentale, quelle che prevedono i dialoghi coi personaggi ricalcano lo stile tipico del genere. In appena diciotto minuti non è stato possibile vedere altro, né come le fasi investigative nel mondo reale si daranno il cambio con quelle dove agisce la coscienza di Sam.
Tecnicamente Twin Mirror non ha fatto passi da gigante rispetto a due anni fa: sebbene appaia molto più rifinito, sono ancora tante le sbavature grafiche, che tra texture a singolo strato e una modellazione poligonale non allo stato dell’arte lasciano dei dubbi sulla qualità estetica finale, mai davvero fiore all’occhiello delle produzioni Dontnod.
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+ Il ruolo dell'alter ego potrebbe essere ben più di una scusa per compiere scelte cruciali
+ Ogni decisione sembra poter contare davvero e in modo determinante
Creato per essere il più possibile cinematografico come film e serie tv thriller, viscerale e drammatico nelle intenzioni degli sviluppatori, Twin Mirror è un’avventura grafica moderna che non presenta idee davvero inedite, ma che riesce ugualmente a essere intrigante e in grado di incuriosire. Chiaramente, i diciotto minuti a cui abbiamo assistito ci hanno offerto solo una panoramica sulle principali funzionalità di gioco, motivo per cui è ancora troppo presto anche solo per avanzare ipotesi sulla tenuta della storia e sull’efficacia dei bivi narrativi.
Voto Recensione di Twin Mirror - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Palazzo Mentale ridisegnato in maniera più chiara ed efficace
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Il ruolo dell'alter ego potrebbe essere ben più di una scusa per compiere scelte cruciali
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Ogni decisione sembra poter contare davvero e in modo determinante
Contro
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Graficamente non ha fatto passo da gigante rispetto a due anni fa