Continua la battaglia di Epic Games, e del suo CEO Tim Sweeney, contro Apple e le politiche proposte dalla compagnia guidata da Tim Cook sul suo App Store. Nei giorni scorsi, infatti, Fortnite era finito fuori dall'App Store perché Epic non voleva sottostare alle politiche di suddivisione degli incassi degli acquisti in-game nello store, con il risultato che Sweeney e la sua compagnia avevano deciso di avviare un'altisonante campagna contro la Mela, ritenendo pericolosa per gli sviluppatori la posizione di monopolio rivestita da Apple, che sarebbe libera di fare il bello e il cattivo tempo sul suo App Store.
Si tratta di concetti che in effetti Epic Games aveva espresso anche in passato nei confronti di Valve e del suo Steam, quando aveva cominciato a proporre una campagna estremamente aggressiva di esclusive e giochi gratis per far aumentare la popolarità del suo neonato Epic Games Store.
Tuttavia, come era legittimo aspettarsi la presa di posizione così netta di Sweeney – che parlava di «lotta per la libertà» – sta facendo molto discutere, perfino tra gli sviluppatori indipendenti che vorrebbe supportare. Nei giorni scorsi, ad esempio, Sweeney aveva evidenziato che cercando "Netflix" su App Store viene invece mostrato TikTok, solo perché quest'ultima app ha pagato per avere la pubblicità in vista. Se questo dovesse succedere con sviluppatori e app ben meno note di Netflix, secondo Sweeney, Apple praticamente prenderebbe soldi per decidere a chi dare visibilità e chi invece oscurare, sul suo store.
Tuttavia, lo sviluppatore Flamingo Digital Games ha fatto notare, rilanciando il tweet di un lettore, che andando su Google e cercando "Unity Engine", un motore grafico concorrente di Unreal Engine di Epic, si può invece venire rimbalzati proprio sul sito di Unreal Engine, perché la compagnia di Sweeney ha pagato per quello spazio pubblicitario. «Il paradosso di Epic Games» scrive Flamingo Digital Games.
The Epic Games Paradox @TimSweeneyEpic @EpicGames #indiegames #indiedev #gamedev pic.twitter.com/lK7e25bmUO
— 🔛 Ludes🌴🕹️ (@flamingodgames) August 17, 2020
La risposta di Sweeney: è il gioco il problema, non i giocatori
Di fronte a chi metteva in evidenza questo presunto paradosso, la risposta di Sweeney non si è fatta attendere. Il CEO di Epic Games ha spiegato che il punto non è questo, dal momento che twitta della sua lotta contro Apple usando un iPhone. Il punto è il gioco e come funziona, non i giocatori. In sintesi, sono le regole e chi le impone, non chi è costretto a fare del suo meglio sottostandoci.
Nelle parole di Sweeney:
Sto lottando contro le politiche di Apple mentre twitto da un iPhone. Non odiate i giocatori, odiate il gioco. Apple ha realizzato un negozio dove gli sviluppatori devono fare offerte per superarsi a vicenda per riuscire ad avere risultati di ricerca relativi ai loro stessi brand, e nel frattempo ha impedito ad altri negozi di competere con loro – tutto questo per "proteggere i consumatori".
In un secondo cinguettio sul suo profilo Twitter, Sweeney ha anche chiamato alle armi gli sviluppatori che non vogliono accettare quello che continua a ritenere un monopolio, facendo notare che un giorno potrebbe non essere più possibile fare finta di nulla:
Se non combattiamo per i nostri diritti dalla posizione in cui ci troviamo oggi, un giorno non avremo più posti verso cui battere in ritirata, e saremo troppo deboli e divisi per vincere. Ecco perché gli sviluppatori devono combattere contro i monopoli degli store – e devono farlo QUI e ORA.
Vedremo come evolverà la situazione nelle prossime settimane, considerando anche la causa legale mossa proprio da Epic Games nei confronti di Apple per il caso #FreeFortnite.
If we don’t fight for our rights where we stand, we’ll eventually run out of places to retreat to, and by then we’ll be too weak and divided to win. This is why developers need to fight the store monopolies HERE and NOW!
— Tim Sweeney (@TimSweeneyEpic) August 17, 2020
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