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The Last of Us Part II ha ricevuto elogi praticamente unanimi dalla critica videoludica ma ha suscitato, fin dai primi leak sulla storia, un quantitativo di odio probabilmente inaspettato.
Ciò è dovuto in ampia parte all’intolleranza di una cospicua porzione degli internauti nei confronti delle minoranze rappresentate nel gioco.
Un’intolleranza che si è prodotta, tra le altre cose, in un review bombing su Metacritic prima ancora dell’uscita del titolo e in insinuazioni fantasiose sul suo sviluppo.
Di tutto questo ha discusso Neil Druckmann, mente dietro la serie e director di The Last of Us Part II, in un podcast co-condotto dall’ex presidente di Nintendo of America Reggie Fils-Aimé.
Nello stesso podcast si è chiacchierato delle aspettative di Naughty Dog nei confronti di PS5, una console con cui si misurerà molto presto.
«Penso si debba creare qualche tipo di separazione per dire, abbiamo fatto questo gioco, crediamo in questo gioco, siamo fieri di questo gioco, ora è là fuori ed è come se qualunque reazione abbia la gente – che il gioco le piaccia o meno – è giusta», ha premesso Druckmann.
«Questa è la loro reazione e non la combatti», ha aggiunto. «Un’altra cosa è però la roba più odiosa, la roba più vile, quello è un po’ più difficile. È difficile specialmente quando la vedo succedere a membri del team o del cast».
«Faccio solo fatica a capacitarmene. La cosa che provo a fare», ha spiegato il director, che sta anche scrivendo la serie TV di The Last of Us, «è ignorarla quanto più posso».
Tuttavia, «quando le cose diventano serie, ci sono certi protocolli di sicurezza che utilizziamo e riporto alle autorità competenti».
Druckmann non sembra però particolarmente scoraggiato e, di recente, ha già aperto alla possibilità di realizzare una Parte III qualora avesse altre storie da raccontare.