The Bard's Tale IV Director's Cut - Recensione
La versione migliore del titolo inXile
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Dopo il debutto su PC nel corso dello scorso anno, The Bard’s Tale IV è arrivato su console con un nuovo sottotitolo (Director’s Cut) e un carico di novità, aggiunte e miglioramenti, che spaziano dal gameplay al comparto grafico, fin quasi a rendere questa versione un gioco nuovo rispetto a quello di dodici mesi or sono. Abbiamo testato a fondo la versione Playstation 4 del titolo e siamo pronti a dirvi se vale la pena imbarcarsi in questo lungo viaggio.
Il No Man’s Sky dei CRPG
Nonostante la discreta accoglienza riservatagli dalla stampa specializzata, la prima edizione di The Bard’s Tale IV, denominata Barrows Deep, non seppe calamitare l’attenzione degli appassionati di lungo corso, che attendevano il ritorno in pista della serie da quasi trent’anni, fatta eccezione per i capitoli spuri apparsi su PS2 e sulla prima Xbox. Questa Director’s Cut, allora, sulla falsariga di quanto fatto dai ragazzi di Hello Games con No Man’s Sky, si propone non solo di aggiungere una marea di nuovi contenuti, ma anche di rimediare ad alcune delle pecche più evidenti della prima versione, riuscendo nel suo intento per la maggior parte ma portandosi dietro anche qualche vecchia magagna.Ma andiamo con ordine: scegliere la propria classe tra le quattro inizialmente disponibili e personalizzare il proprio personaggio a livello estetico, servendosi di un editor funzionale ma in verità un po’ scarno, rappresenta solo l’incipit di un percorso lungo almeno una cinquantina di ore, tra quest principali ed opzionali, in un mondo che pesca a piene mani dal fantasy classico, di chiara ispirazione dungeons and dragonsiana.
Mago, Ladro, Guerriero e Bardo sono le scelte possibili, e, sebbene piuttosto classiche, riescono a consentire la formazione di un party abbastanza equilibrato già durante le prime ore di gioco, quelle in cui, giocoforza, si impara a familiarizzare con il sistema di controllo e con quello di crescita dei personaggi. Tutto profuma di classicità (o profuma di vecchio, a seconda dei gusti), proprio come Brian Fargo ed il suo team, acquistato lo scorso anno da Microsoft, avevano promesso in fase di finanziamento del titolo, che, lo ricordiamo, è uscito da Kickstarter.
Ciò che, però, nemmeno i backer avevano gradito un anno or sono, ai tempi della pubblicazione della prima versione per PC, erano lo scarso bilanciamento della difficoltà, il cattivo posizionamento dei punti di salvataggio e tutta una serie di problematiche tecniche che rendevano il prodotto bruttino da vedere anche su PC di fascia alta. Queste problematiche avevano parzialmente offuscato quanto di buono c’era nella produzione, che si fregiava di un gameplay classico ma solido e di una serie di puzzle di grande inventiva.
Una marea di aggiunte
Lasciando immutata la struttura ludica di base, che rimane quella di un dungeon crawler in prima persona sulla falsariga di titoli storici come Eye of the Beholder o i vecchi episodi di Might and Magic, sebbene con una maggiore enfasi sul puzzle-solving, InXile ha rovesciato la sua creatura come un calzino rispetto al debutto, proponendo su console un titolo espanso, migliorato ma ancora imperfetto. Alle aggiunte semplicemente incrementali, come decine di nuovi nemici, nuove armi, quest aggiuntive ed un capitolo inedito alla fine dell’avventura, il team di sviluppo ha affiancato pesanti modifiche ai vari sistemi di gioco, con un impatto notevole sull’economia dello stesso. Innanzitutto, due delle problematiche più criticate di Barrows Deep sono state risolte: è adesso possibile salvare in ogni momento e il bilanciamento della difficoltà, comunque non ancora perfetto, è stato rivisto, diminuendo la frustrazione che attanagliava i giocatori meno esperti durante certi frangenti della campagna. In occasione dell’adattamento su console, poi, si è approfittato per ridisegnare completamente l’interfaccia utente, adesso a nostro avviso più snella e funzionale di quanto non fosse su PC, complice anche una mappatura dei comandi buona, che solo raramente costringe a perdersi in qualche sottomenu di troppo.
Quanto di buono c’era, invece, è stato mantenuto: dalla colonna sonora al combat system a griglia, con i combattenti alleati e nemici visibili sullo schermo e con un pool limitato di punti azione per turno, The Bard’s Tale IV Director’s Cut si rivela un prodotto profondo e maturo, non all’altezza dei migliori esponenti del genere su console ma comunque consigliabile, senza troppe remore, a qualsiasi ultratrentenne in ascolto. Più complesso, invece, il discorso per quanti fossero abituati a titoli più moderni, tanto come concezione di gioco quanto come realizzazione tecnica: come anche per Wasteland 2, inXile sembra aver diretto i suoi sforzi ad un nucleo ben preciso di appassionati, potenziali backer del progetto, senza curarsi troppo di quanto dovranno leggere i neofiti prima di padroneggiare degnamente il sistema di combattimento. Non stiamo criticando a monte questa scelta, badate bene, soprattutto in un mercato in cui “semplificazione” sembra essere ormai la parola chiave, ma forse qualcosa di più poteva essere fatta in termini di chiarezza e lunghezza dei tutorial.
L’esperienza di gioco finale porta su console casalinghe, con un taglio decisamente occidentale, parte del gameplay che ha reso famosa la saga di Etrian Odyssey, senza vergognarsi di essere diretta ad un pubblico specifico nè di appoggiarsi a capisaldi di game design immortali ma non propriamente freschi. Altre frecce nell’arco della produzione sono rappresentate dall’ottima caratterizzazione dei personaggi, complice un doppiaggio inglese sempre sul pezzo, da un alto livello di personalizzazione del proprio party e, last but not least, da una forte componente strategica che innerva tutti i combattimenti, spesso anche quelli contro i nemici comuni.
Nuova versione, vecchi problemi
Purtroppo il cambio di piattaforma e l’anno intercorso non hanno giovato particolarmente al titolo dal punto di vista meramente tecnico, con una serie di piccole ma fastidiose problematiche avvertite durante le ore dedicate alla prova per questa recensione. Al netto di un inatteso rimando alla dashboard di PS4 in seguito ad un combattimento, non abbiamo incontrato nulla che potesse bloccare l’avanzamento durante la quest principale, perchè anche quando gli NPC non caricavano correttamente le frasi da dire, è bastato ricaricare il salvataggio per vedere risolto il problema. In compenso, abbiamo visto alcuni personaggi non giocanti fluttuare a mezzo metro da terra, altri rimanere bloccati in animazioni difettose in loop e nemici continuare a combattere anche dopo essere trapassati.
Nulla che una manciata di patch mirate non possa sistemare, beninteso, ma il risultato finale depotenzia la buona (seppur generica) direzione artistica e il lavoro di porting da PC, che per il resto è di discreta fattura. Segnaliamo anche, sul modello base della console Sony, tempi di caricamento eccessivamente lunghi e qualche problema con gli effetti sonori, che a volte saltano o si ripetono con troppa frequenza. Come per la versione PC del 2018, poi, segnaliamo la totale assenza della lingua di Dante, con doppiaggio e sottotitolazione disponibili unicamente in inglese: non c’è tuttavia da farne un dramma, perché la narrativa non è di certo il punto forte della produzione ed una conoscenza poco più che scolastica della lingua d’Albione sarà più che sufficiente per vedere i titoli di coda.
+ Buona caratterizzazione dei personaggi non giocanti
+ Una marea di rifiniture ed aggiunte rispetto alla versione base...
+ Interfaccia adattata bene ai pad
- ...ma anche tanti piccoli problemi tecnici e di performance
7.7
Nel desolante panorama dei dungeon crawler classici presenti su console allo stato attuale delle cose, The Bard’s Tale IV Director’s Cut, pur frenato da un comparto tecnico deboluccio e da qualche puzzle ottuso, riesce a candidarsi come scelta da tenere in considerazione, soprattutto per quanti avessero già spolpato i due Divinity e si fossero stufati dopo un centinaio di ore su Diablo III.
Certo, parliamo di giochi differenti, e le peculiarità del prodotto inXile sono da ricercare nela caratterizzazione dei personaggi e in un combat system tanto classico quanto profondo, ma se avete più di trent’anni e tanta voglia di CRPG le scelte scarseggiano.
Voto Recensione di The Bard's Tale IV Director's Cut - Recensione - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Combat system di grande spessore tattico
-
Buona caratterizzazione dei personaggi non giocanti
-
Una marea di rifiniture ed aggiunte rispetto alla versione base...
-
Interfaccia adattata bene ai pad
Contro
-
Non apporta nulla di nuovo al genere
-
...ma anche tanti piccoli problemi tecnici e di performance
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