Super Mario Odyssey Recensione
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a cura di Matteo Bussani
Lo abbiamo atteso, lo abbiamo pregustato, l’abbiamo provato e infine da circa una settimana siamo finalmente riusciti ad averlo. L’oggetto del nostro desiderio è quel Super Mario Odyssey che si era assunto il compito di reinventare le forme dell’idraulico baffuto in questa nuova generazione di console Nintendo. Il compito, si sa, è arduo ma non impossibile (Breath of the Wild ne è stato il più limpido esempio), soprattutto per quei giapponesi che ciclicamente rivoluzionano o evolvono il mondo dei videogiochi, quasi fosse diventata una loro responsabilità.
L’aspetto più strabiliante, però, è che tutto ciò nasce da singoli elementi: piccole aggiunte che vengono fuse con tutto il retaggio di una tradizione gloriosa che non può che essere rimasta nel cuore dei giocatori. Mario veste sempre di rosso, Peach è sempre rapita da Bowser e così tutti i canoni della serie rimangono gli stessi noti e cari che il passato ci ha fatto amare.
La novità invece è un semplice indumento un po’ “magico”, un cappello per la precisione di nome Cappy. I suoi poteri sono immensi perché permettono a Mario di vestire i panni di tutto ciò che si trova di fronte, che sia un cavo elettrico, un goomba oppure un pallottolo bill e di ottenerne le capacità.
Da ciò il level design diventa un tripudio di varianti e innovazioni, mentre Mario nel suo essere l’innocente eroe per caso in viaggio per salvare la sua principessa, ci dimostra che anche a 30 anni di onorata carriera si è ancora lontani dal potersi definire vecchi.
Narrami, o musa, dell’eroe multiforme, che tanto vagò, dopo che vide la sua principessa rapita: di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, molti dolori patì nel cielo nell’animo suo, per riacquistare a sé la vita e il ritorno alla sua amata Peach.
La tentazione di riadattare il proemio dell’omonimo poema di Omero è stata talmente forte che non abbiamo potuto esimerci dal farlo. Il termine Odyssey, che in Odisseo (Ulisse) ha la sua origine, può essere infatti magnificamente compreso tramite queste parole, che a loro volta sono la perfetta controparte di quanto affronterete nel gioco. Volutamente faccio riferimento a parole di un testo lontano ma noto e non a riferimenti nel gioco, per evitare in qualsiasi modo di fornire più informazioni del dovuto che possano eventualmente derubarvi di parte della sorpresa che il gioco può riservare. Vi basti sapere che in compagnia di Cappy, il cappello di cui sopra, sarete condotti in un viaggio a bordo della Odyssey, una nave a sua volta a forma di cappello, per impedire il matrimonio coatto ai danni di Peach da parte di Bowser.
Come Odisseo, per destreggiarvi tra i pericoli di una terra o affrontare e aiutare gli abitanti che lì vi abitano dovrete far uso del fisico e dell’ingegno, nonché spesso di una combinazione fra i due.
Il platforming tipico della serie abbonda e va a incastrarsi con una quantità e una qualità incredibile di puzzle, che vantano un numero di combinazioni ancora più elevato tra ambientazioni e possibili trasformazioni di Mario.
Mario può saltare e muoversi in modi molto diversi, che già di per sè rendono sfizioso affrontare le sezioni dedicate solamente a lui, ma che vengono addirittura stravolti a seconda del personaggio di cui prende le vesti, in un continuo e fluido adattamento del nostro giocare.
L’obiettivo principale dell’agire sono le lune: il carburante di cui ha bisogno la Odyssey per proseguire il suo viaggio. Ma non solo, perché viene dato spazio alla caccia alle monete, sia quelle generali, sia quelle locali tipiche di ciascun regno, con cui comprare oggetti e abbigliamento unici.
Il numero di lune disponibili per ogni singolo regno è oltre ogni immaginazione e testimonia una rigiocabilità letteralmente invidiabile. Il tempo necessario per vedere i titoli di coda, infatti, è totalmente figlio della capacità di perdersi per i sentieri dell’esplorazione: le nostre dieci ore sarebbero potute diventare sei-sette o sedici senza troppa fatica. Per non parlar del fatto che la fine del viaggio non sarà altro che un nuovo inizio, e qui ci fermiamo.
L’evoluzione di un genere
Uno dei motivi principali per cui Super Mario Odyssey si erge a capolavoro, e non abbiamo alcun timore ad ammetterlo, è perchè si appropria del concetto di ibridazione evolvendolo. A partire da Cappy si sviluppa la struttura del titolo, che implementa funzionalità intrinsecamente legate a tutto il resto, sia sul piano del funzionale sia su quello dell’accessorio. Vestirsi con un completo ci può aprire determinate zone altrimenti precluse (funzionale), ma vestirsi opportunamente al clima non ci farà tremare al freddo o sudare al caldo (accessorio).
I puzzle sono un tutt’uno con il platforming tanto che non c’è soluzione di continuità tra il risolvere l’uno tramite l’altro e viceversa. Alcune sezioni sono evidentemente semplici, mentre altre mettono alla prova le abilità padroneggiate nel corso dell’avventura: finire l’avventura è infatti una pratica abbastanza comoda, ma al contempo l’esplorazione completa di una mappa è cosa veramente ardua. Appena approdati su un regno ci viene data la direzione per arrivare a svolgere le mansioni utili al completamento della storia, ma sta a noi scegliere se proseguire per questa strada o darci all’esplorazione.
Una profondità nota ai giocatori che conoscono i titoli Nintendo, ma che qui esagera grazie a una mole di contenuti veramente pazzesca. Addirittura i più esperti sentiranno che gli aiuti per trovare le lune, che si possono chiedere a Toad al modico prezzo di qualche moneta, non sono talvolta sufficienti per svelare il segreto dietro alla risoluzione di un piccolo puzzle. Solitamente le indicazioni del fungo ci mostrano la posizione sulla mappa da raggiungere per iniziare la sequenza di azioni utili per ottenere la luna, ma non si spingono oltre. Accanto alla mappa, in ogni caso, si trova a mo’ di brochure turistica tutta una serie di brevi testi relativi a ciò che è presente in quel regno, con tanto di suggerimenti sul come sfruttare al massimo determinate caratteristiche del territorio. Se vi doveste sentire un po’ spaesati sappiate che quello è il primo posto in cui guardare: tra l’altro è gratis e vi farà percepire ulteriormente l’attenzione ai dettagli che è stata riposta nello sviluppo del titolo.
“Vuoi essere il mio Cappy?”
La scelta di togliere le vite, ma limitare a 3 i tentativi per superare una sezione (6 con il cuore apposito), pena l’obbligo di ricominciare, ci è apparsa sempre azzeccata. Questo perchè l’eventuale difficoltà di raggiungere una luna nascosta non viene certo mitigata dalla presenza di una qualche scritta di game over. Non mancano poi tutta una serie di minigiochi che vanno ad accrescere la già incredibile varietà e longevità di Super Mario Odyssey. E’ infine da fare un piccolo appunto per i boss del gioco, un po’ troppo facili da battere durante la percorrenza della storia, anche se sempre ben caratterizzati soprattutto graficamente.
Dobbiamo poi fare un altro piccolo inciso non completamente positivo sulla modalità cooperativa. Provata con più persone di diversa esperienza con i videogiochi, ci siamo resi conti che essa più che aiutare aumenta addirittura artificiosamente il tasso di sfida. Alcuni aspetti, come la telecamera oppure la gestione dei tempi e dei salti, sono molto più macchinosi e quindi difficili da controllare, per non citare l’impossibilità di spostare il cappello autonomamente in verticale, che rende alcune sezioni quasi frustranti. Vi consigliamo di non fare troppo affidamento su questa modalità e di sfruttarla come alternativa solo con amici abbastanza pratici e di prepararvi in ogni caso a possibili momenti di crisi.
Dal punto di vista artistico in Super Mario Odyssey ritroviamo una direzione molto legata agli ultimi capitoli 3D di Mario, che però deve fare i conti con tutta una serie di ambientazioni mai sperimentate prima, in questa maniera, dalla serie. Il focus è sui diversi biomi terrestri, con richiami agli animali o agli oggetti che li popolano, con un’escursione che va dal polo sud fino alla tavola imbandita. Fantasia e colore sono i comuni denominatori dei fuochi d’artificio che sulla piccola Switch si succedono a schermo dall’inizio alla fine dell’avventura.
Sia in formato portatile sia fisso, la grafica pulita del motore di gioco di Nintendo si dimostra graziosa e sufficientemente dettagliata. Tra l’altro grazie alla combinazione della modalità foto e della funzionalità screenshot di Switch potete sempre salvare i momenti migliori dell’avventura. Solo un po’ di aliasing e una pessima realizzazione della neve si oppongono al massimo risultato possibile. Le musiche orchestrali sono maestose e sono studiate per ogni singolo momento, la colonna sonora completa vanta infatti un numero di tracce superiore alla settantina e non mancano momenti di tripudio dove le immagini sono in festa e la musica guida la danza.
Dal punto di vista dei controlli, esattamente come indicato nella schermata iniziale, consigliamo di utilizzare i joycon separati per sfruttare il motion-controlling, che non ci ha mai traditi, sia per il lancio del cappello, sia per accedere alle funzionalità aggiuntive delle trasformazioni. Anche in formato portable comunque non abbiamo avuto problemi ad eseguire quanto necessario con precisione e puntualità.
+ Level design maestoso
+ Varietà stellare
+ Artisticamente perfetto
+ Tecnicamente solido
- la realizzazione della neve
9.5
Super Mario Odyssey è un inno al videogioco, è l’incredibile insieme di possibilità che un cappello è riuscito a creare all’interno del sempreverde mondo Nintendo ed è la continua voglia di reinventarsi e viaggiare con la fantasia.
Un’ odissea che ricorda molto l’omonimo poema, non a caso la coincidenza di nomi, dove a noi viene chiesto di interpretare il ruolo di quel proverbiale ingegno per cogliere tutte le sfumature di colore che i Regni di Super Mario Odyssey ci fanno scoprire.
Voto Recensione di Super Mario Odyssey Recensione - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Cappy è una rivoluzione
-
Level design maestoso
-
Varietà stellare
-
Artisticamente perfetto
-
Tecnicamente solido
Contro
-
Cooperativa sottotono
-
la realizzazione della neve
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