Street Fighter 6 ha tutte le carte in regola per rivoluzionare i picchiaduro

Il nuovo picchiaduro di Capcom si dimostra dopo ogni trailer sempre più grande e ambizioso grazie alle sue novità in ambito single player e multiplayer.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

In questi giorni si è tenuta una seconda sessione della closed beta di Street Fighter 6. Un paio di mesi fa vi abbiamo già raccontato le nostre prime impressioni dopo averla provata per diverse ore, un primo incontro con il nuovo picchiaduro di Capcom che ci ha stesi (è il caso di dirlo, ndr)con la sua incredibile qualità, nonostante fosse soltanto una semplice beta. Questo secondo test in realtà non aggiunge nulla di veramente significativo a quanto da noi detto due mesi fa circa: sono stati corretti alcuni bug minori ed è stata aggiunta un’opzione per supportare i 120 FPS, con una diminuzione dell’input lag, oltre a qualche piccolo bilanciamento delle mosse degli otto combattenti disponibili.

In realtà però da due mesi a questa parte le novità su Street Fighter 6 sono davvero tante, a cominciare da quanto visto ai recenti The Game Awards, con un trailer che ci ha mostrato ben quattro nuovi personaggi, tra cui il buon vecchio Dee Jay e ben tre guerrieri che debuttano proprio in questo capitolo – tra cui la possente Marisa, di nazionalità italiana come si evince dal suo stage nel Colosseo.

Oltre a questo, finalmente abbiamo anche una data d’uscita: Street Fighter 6 arriverà il prossimo 2 giugno su console e PC. Tra circa sei mesi, dunque, potremo mettere le mani sul capitolo che potrebbe rivoluzionare non soltanto la storia di Street Fighter, ma l’intero genere dei picchiaduro, vista l’incredibile quantità di contenuti presenti e, soprattutto, una voglia di coinvolgere quanti più giocatori possibili, soprattutto i non avvezzi a questo tipo di titoli.

Un picchiaduro anche per chi ama il single player

Diciamoci la verità: solitamente nei picchiaduro la componente dedicata al single player è spesso trascurabile e piena di contenuti ormai riciclati dall’alba dei tempi. La maggior parte di questi giochi si limita ad avere sempre un arcade mode impostato come ai tempi delle vecchie sale giochi, in cui si affronta un certo numero di avversari fino al consueto boss finale. Oltre a questo ci sono sempre i classici survival, time attack mode, versus e poco altro.

Alcuni picchiaduro provano a inserire uno story mode, che spesso si rivela una modalità arcade più elaborata e con qualche scena d’intermezzo tra uno scontro e l'altro, e ammettiamo che abbiamo anche visto delle belle cose in passato: ad esempio, negli ultimi Mortal Kombat e Injustice di NetherRealm (potete acquistare l'undicesimo capitolo di Mortal Kombat su Amazon), con dei veri e propri film interattivi con in mezzo i combattimenti, o le interessanti trovate di alcuni titoli di Arc System Works, come la modalità RPG Di Granblue Fantasy Versus.

In generale, però, gran parte dei giocatori di questo genere si focalizza sugli scontri online, vera anima dei picchiaduro, snobbando i contenuti per il single player. Un grave errore, a nostro avviso, che ha contribuito a plasmare quella visione per cui i picchiaduro sono giochi dedicati a una nicchia di pubblico.

I giocatori davvero bravi, che possono aspirare a essere in cima ai ranghi dell’online, sono una discreta minoranza, mentre la maggior parte ha abilità nella media o magari è ancora alle prime armi. Giocare online per venire sempre sconfitti non diverte nessuno e se il matchmaking è mal bilanciato e mette sempre contro avversari molto più bravi, prima o poi si rischia di abbandonare il titolo nonostante l’entusiasmo iniziale, anche perché non tutti i giocatori hanno ore e ore di tempo per allenarsi.

Fortunatamente i fighting game degli ultimi anni hanno visto una sempre maggior semplificazione dei comandi e delle tempistiche per creare delle combo, anche se online il divario di abilità con i giocatori navigati è spesso sempre enorme. Tuttavia per questo non si può fare niente, se non continuare ad allenarsi e al massimo, sul fronte degli sviluppatori, favorire un matchmaking maggiormente selettivo così da far sempre scontrare giocatori al medesimo livello.

Una cosa che però si può certamente fare è quella di migliorare i contenuti per il single player, così da coinvolgere maggiormente, con contenuti interessanti, anche chi preferisce le esperienze in singolo e non tanto la modalità multiplayer.

Street Fighter 6 è sulla strada giusta, grazie alla sua modalità World Tour, che sembra voler rivoluzionare i contenuti in single player dei picchiaduro. In questa modalità potrete creare il vostro avatar personale (sì, potrete anche renderlo una vera e propria creatura da incubo) e farlo allenare in giro per il mondo sfidando svariati avversari e imparando nuove mosse.

Capcom si è impegnata nel creare un gioco nel gioco, in cui è possibile esplorare e fare molte altre azioni diverse rispetto ai combattimenti standard – un elemento molto impegnativo da realizzare dato che bisogna dar vita a un sistema parallelo a quello degli scontri, con meccaniche diverse, quasi da RPG. In effetti spesso molti picchiaduro si limitano a fare uno Story Mode o un Arcade più elaborato con sole scene d’intermezzo tra una battaglia e un’altra, proprio perché creare qualcosa di più sarebbe troppo complesso per risorse e budget, ma stavolta Capcom sta facendo le cose in grande.

Da quanto visto potremo girare per varie aree del mondo dove sarà possibile svolgere diverse attività oltre al combattimento. Potremo parlare con svariati personaggi, tra cui i grandi protagonisti della saga come Ryu, Chun Li, Blanka e molti altri, che ci prenderanno anche come discepoli insegnandoci le loro mosse iconiche. Queste mosse non serviranno soltanto in combattimento, ma anche per superare alcuni enigmi delle svariate mappe presenti ed esplorare nuove aree inizialmente inaccessibili, così da ottenere nuovi oggetti e denaro per personalizzare al meglio il proprio avatar.

La personalizzazione ovviamente è uno degli aspetti principali di questa modalità, che permette non soltanto di comprare molti tipi di abbigliamento e accessori diversi, ma anche di personalizzare le proprie mosse arrivando a creare dei mix incredibili, come per esempio un personaggio in grado di usare il classico Hadoken e lo Yoga Fire di Dalshim. Si potranno creare combinazioni davvero varie e incredibili, per combattere altri PNG sparsi per il mondo di gioco, che probabilmente avranno a loro volta combinazioni uniche ottenute dalle mosse dei combattenti principali del gioco. Sarà interessante vedere se si potrà utilizzare anche il proprio combattente personalizzato nella modalità online.

Oltre a questo, sembra che ci sarà anche l’inedita possibilità di combattere contro più di un avversario alla volta, potendo anche chiamare in aiuto il proprio maestro per uno scontro in tag team davvero interessante. Come ciliegina sulla torta, ci saranno anche moltissimi mini-giochi, come mostrato nell’ultimo trailer, che sembrano molto divertenti e propedeutici a imparare le meccaniche base del gioco, come l’esecuzione delle mosse speciali e delle parry perfette.

La modalità World Tour è quella che più non vediamo l’ora di provare con mano e che promette di rispondere alla domanda “che cos’è la forza?” in un lungo viaggio pieno di combattimenti e incontri interessanti in giro per il mondo virtuale di Street Fighter 6. Non sappiamo ancora se avrà anche una narrativa legata agli eventi del gioco, ma quanto mostrato finora è già notevole.

Street Fighter 6: tra innovazione per il multiplayer e attenzione ai dettagli

L’altra modalità che avevamo provato nella beta è il Battle Hub, già descritto in parte nella nostra anteprima. Questo, oltre a mantenere l’atmosfera allegra di una sala giochi, si è dimostrato pieno di attività alternative divertenti e interessanti, come una zona dedicata a battaglie con regole uniche (per esempio una sorta di palla avvelenata esplosiva o una sfida a chi fa cadere più volte l’avversario) o la geniale idea di inserire cabinati di alcuni vecchi giochi come Final Fight, l’originale Street Fighter II e molti altri.

Un aspetto che ci ha sorpreso è legato all’attenzione per il lato competitivo del titolo, che è già un gioco pienamente improntato a supportare la scena eSport. In ogni hub infatti ci sarà un megaschermo dove sarà possibile vedere i match più interessanti e, in caso di tornei, supponiamo che tutti i giocatori potranno seguirli direttamente in gioco. Sarà poi presente la possibilità di creare tornei personalizzati, così da incentivare la scena competitiva non soltanto ufficiale, ma anche delle tante community che si plasmeranno intorno al titolo.

Come se non bastasse, Street Fighter 6 è anche il primo gioco ad avere integrati al suo interno dei commentatori ufficiali. Ogni match infatti potrà essere descritto dai commentatori del Capcom Pro Tour, che analizzeranno le battaglie in tempo reale e spiegheranno anche alcune delle regole base del gioco, proprio come in un vero torneo di pro player.

Fino a pochi anni fa il mondo dei picchiaduro competitivi era relegato agli incontri dal vivo, dato che questo genere è quello che soffre maggiormente di lag durante gli scontri online e anche la più piccola differenza di input può fare la differenza. Organizzare tornei dal vivo era dunque l'unico modo per far combattere i giocatori alla pari. Con i problemi legati alla pandemia questo non è stato più possibile per diverso tempo, ma grazie alla creazione del Rollback Netcode ora molti picchiaduro si possono giocare online senza avere nessuna input lag o quasi nella maggioranza dei casi – anche quando si gioca con avversari di continenti diversi.

Anche in questa seconda closed beta non abbiamo quasi mai avuto problemi con i diversi avversari provenienti da ogni parte del mondo, il che testimonia l’impegno di Capcom nel realizzare un netcode inattaccabile e pronto per sostenere tornei anche online, quando il gioco uscirà.

Street Fighter 6 dunque potrebbe aprire le porte a un pubblico ancora più vasto e a una maggior quantità di eventi, divisi tra quelli dal vivo e quelli online, che potrebbero coinvolgere non solo i pro player più famosi, ma anche giocatori amatoriali a ogni livello di abilità.

Il futuro dei picchiaduro

La cura con cui Capcom sta realizzando Street Fighter 6 è in linea con l’altissima qualità dei loro giochi più recenti, come dimostrato negli ultimi anni da titoli come Resident Evil 2 Remake, Devil May Cry V o i diversi Monster Hunter. Da quanto visto e analizzato finora, Street Fighter 6 potrebbe diventare presto il nuovo picchiaduro di riferimento.

Il gioco è ragionato nei minimi dettagli in ogni suo aspetto ed è evidente che lo scopo sia quello di attirare una nuova fetta di pubblico senza dimenticare i giocatori storici, cosa in cui il quinto capitolo (che potete recuperare nella sua versione finale su Amazon) aveva fallito a causa dei problemi legati al suo sviluppo, soprattutto durante il periodo di lancio.

Negli ultimi anni si è vista una costante crescita del rinato mondo dei picchiaduro, che era rimasto un po’ sottotono fino a pochi anni fa. Titoli come Guilty Gear Strive, Dragon Ball FighterZ, Mortal Kombat 11 e Tekken 7 hanno contribuito a dare nuovo lustro al genere, ma senza che ci fosse una vera esplosione di popolarità tra i giocatori lontani da questo mondo. Street Fighter 6 potrebbe dunque essere il gioco giusto per riuscire nell’impresa, ma non sarà il solo a provarci.

Tra gli altri interessanti concorrenti abbiamo: Tekken 8, anch’esso mostrato ai The Game Awards, ancora più spettacolare da vedere rispetto al 7; Project L di Riot Games, maestri nel creare giochi per il mondo competitivo, tra LoL e Valorant, che da quanto mostrato stanno facendo un ottimo lavoro anche con questo loro picchiaduro free-to-play; e non dimentichiamo Arc System Works, che dopo l’uscita di Guilty Gear Strive (già disponibile su Amazon), ormai fuori da un anno e mezzo, e DNF Duel pochi mesi fa, non ha annunciato altri giochi in cantiere, ma è raro vedere questo team con le mani in mano per troppo tempo. Proprio Arc System Works è, a livello di qualità generale, l’avversario da battere per Street Fighter 6, dato che Strive è davvero un grande gioco per quanto riguarda il gameplay.

Gli amanti dei picchiaduro quindi non possono che essere contenti per la quantità dei titoli di alta qualità in arrivo e questa competizione tra i vari sviluppatori non può che fare bene al genere, che ha ancora bisogno di innovazione in molti suoi aspetti. Speriamo dunque che i picchiaduro continuino a evolversi nella direzione più giusta e inclusiva per i nuovi giocatori.

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