Star Ocean: The Divine Force | Provato - L'incontro tra due mondi
A Londra abbiamo provato anche il nuovo capitolo della storica saga di JRPG di tri-Ace
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a cura di Silvio Mazzitelli
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: tri-Ace
- Produttore: Square Enix
- Distributore: Square Enix
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 27 ottobre 2022
LONDRA - Durante il nostro viaggio a Londra non ci siamo limitati a provare soltanto Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion, ma anche molti altri titoli in anteprima. Tra questi, uno dei più attesi è indubbiamente Star Ocean: The Divine Force, nuovo capitolo della longeva saga di RPG creata dal team di tri-Ace nel lontano 1996. Il titolo è ormai prossimo all’uscita: la data da segnare sul calendario è infatti il 27 ottobre, quando arriverà su PS5, PS4, Xbox One e Series S/X e PC.
La saga di Star Ocean mancava ormai da sei anni nel mondo videoludico, da quando nel 2016 uscì Integrity and Faithlessness, capitolo che non convinse appieno né i fan né la critica. Nel frattempo uscì anche una remastered del primo storico capitolo, chiamata Star Ocean: First Departure R, che arrivò nel 2019 su Switch e PlayStation 4.
Al Tokyo Game Show, un nuovo trailer di The Divine Force ci ha confermato l’arrivo di una demo il prossimo 20 settembre: demo che noi abbiamo già provato e di cui vogliamo raccontarvi le nostre prime impressioni.
Tra fantascienza e fantasy
La base di tutti gli Star Ocean è l’incontro tra due mondi completamente diversi – o forse sarebbe meglio dire due generi, dato che in ogni capitolo della saga avviene l’incontro tra fantascienza e fantasy.
Star Ocean: The Divine Force (che potete già prenotare su Amazon) non fa eccezione. Il titolo all'inizio permetterà di scegliere tra due protagonisti principali: Raymond Lawrence, capitano della nave spaziale Ydas, e Laeticia Aucerius, principessa in missione per salvare il regno di Aucerius da una guerra imminente.
Non sappiamo ancora molto delle differenze che si avranno nel gioco in base al protagonista selezionato, ma questa meccanica non è nuova per gli Star Ocean e solitamente comportava alcuni cambiamenti importanti nel proseguimento della storia, tra cui anche finali differenti.
Nella nostra prova ci siamo ritrovati nei panni di Raymond, appena schiantatosi su di un pianeta sconosciuto in seguito a un attacco alla sua nave spaziale. La prima a trovarlo è proprio la principessa Laeticia, che gli salva la vita proteggendolo dall’assalto di alcuni mostri. Raymond decide così di unirsi a lei e alla sua guardia del corpo, il cavaliere Albaird Bergholm, nella speranza di ritrovare, esplorando il pianeta sconosciuto, un membro del suo equipaggio da cui si è separato durante l’atterraggio.
In tutto questo, però, il nostro protagonista si ritroverà coinvolto in un conflitto tra due regni (uno è proprio quello di Aucerius) che si rivelerà essere in realtà un’avventura molto più ampia, tanto ampia da riguardare l’intero cosmo.
La fusione tra fantascienza e fantasy degli Star Ocean è sempre molto interessante e piena del giusto potenziale per creare delle storie avvincenti, ma dal nostro provato è ancora presto per capire la bontà della componente narrativa.
L’atmosfera ci è parsa riuscita, anche se il comparto tecnico non è dei migliori. Il titolo infatti è chiaramente un progetto con un budget contenuto rispetto a un tripla A e ciò si nota molto nella componente grafica delle ambientazioni, un po' spoglie e poco curate, e nelle animazioni e nei modelli dei protagonisti, a volte piuttosto ingessati. Anche il character design non ci ha convinti particolarmente, con personaggi che sembrano un po’ troppo modelli stereotipati di un anime generico.
Allo stesso modo, la progressione ricorda molto gli RPG vecchia scuola, con la classica alternanza tra dungeon da attraversare e città dove poter riprendere fiato prima di ripartire per il dungeon successivo.
Questo ci porta a considerare Star Ocean: The Divine Force un titolo poco interessante? Assolutamente no, perché, togliendo la componente tecnica non molto riuscita, per il resto abbiamo avuto l’impressione di trovarci di fronte a un JRPG piuttosto valido, con delle buone idee di gameplay che potrebbero confluire in un titolo più che valido, se anche la narrativa risulterà all’altezza.
L’idea che riesce a dare un particolare carattere al gioco ha un nome: D.U.M.A., uno speciale robot che permette ai nostri personaggi di volare e muoversi a elevate velocità sia durante gli spostamenti che in battaglia.
Le mappe sono molto ampie e offrono una certa verticalità: il D.U.M.A. permette di spostarsi molto velocemente, così da poterle attraversare con rapidità nel caso non si voglia dedicare troppo tempo all'esplorazione; un grosso vantaggio che limita il possibile tedio dovuto a lunghi spostamenti tra un punto e l’altro di un’area e che facilita anche l’aggiramento dei nemici visibili sulla mappa.
Questo sistema di movimento così rapido e comodo potrebbe, sul lungo andare, rendere gli spostamenti interessanti, nonostante una composizione delle aree molto vecchia scuola. Il nostro fidato droide però non sarà utile solo per viaggiare da un luogo all'altro: sarà fondamentale anche in battaglia.
Tecnologia e magia
Il sistema di combattimento di Star Ocean: The Divine Force (di cui è disponibile il preordine su Amazon) adotta lo stile action tipico della saga, non permettendo però un approccio libero quanto il recente Tales of Arise.
Non abbiamo citato in maniera casuale la saga di Bandai Namco: infatti, durante la metà degli anni ’90, quando gli RPG giapponesi erano prevalentemente a turni, due serie si distinsero per un approccio più action: i Tales of e Star Ocean. Quest’ultimo in realtà era nato proprio da alcuni sviluppatori che all’epoca lasciarono il Wolf Team dopo aver realizzato Tales of Phantasia (il capostipite di questa longeva saga di RPG) per fondare tri-Ace.
Per questo, nel corso degli anni le due saghe furono spesso associate tra loro, anche se con il tempo intrapresero un cammino differente.
Star Ocean: The Divine Force non permette di attaccare continuamente i nemici, ma ogni azione consuma un AP (action point), che si ricaricherà soltanto attendendo qualche secondo. Il combat system del titolo è molto interessante per le possibilità che offre: si potranno infatti personalizzare le combo inserendo fino a un massimo di tre attacchi, tra colpi fisici, magie e altre tipologie di attacco.
Ogni personaggio potrà associare ai tasti frontali fino a tre diverse combo personalizzate. Nella nostra prova purtroppo non abbiamo potuto verificare le piene potenzialità di questo sistema, avendo pochi attacchi a disposizione. Sarà inoltre possibile utilizzare un comando di attacco alternativo, dopo averlo equipaggiato, semplicemente tenendo premuto uno dei tasti d’attacco.
I personaggi in campo potranno essere sostituiti in qualsiasi momento, sia durante la battaglia che nelle altre fasi, semplicemente premendo un direzionale, così da sfruttare al meglio le abilità uniche di ciascuno di loro. Ognuno di questi potrà infatti sbloccare nuove abilità, attive e passive, utilizzando gli SP ottenuti combattendo. Purtroppo non ci è stato possibile al momento sperimentare meglio il sistema di progressione.
Come accennato in precedenza, a fare la differenza sarà il D.U.M.A. che ci permetterà di compiere diverse azioni in battaglia. L’azione di base ci consentirà di caricare un avversario ad alta velocità con una tecnica chiamata Vanguard Attack. Tenendo premuto il tasto d’attivazione del nostro fidato robot, potremo inoltre creare una barriera per proteggerci.
Ogni azione compiuta con il D.U.M.A però consumerà parte di una barra apposita, che non ci consentirà di utilizzarlo fino a quando non sarà almeno parzialmente carica. Perché ciò sia possibile dovremo attendere e attaccare i nemici. L’altra grande utilità del nostro robot di supporto sarà legata alle schivate: quando scatteremo in avanti, potremo cambiare rapidamente la nostra direzione per cogliere di sorpresa un nemico. In questo caso l’avversario entrerà in uno stato chiamato Blindside, in cui sarà leggermente stordito e subirà più danni. Questa meccanica sarà fondamentale per sconfiggere con maggior facilità i nemici.
Questo sistema presenta dei vantaggi anche negli scontri con i boss. Nella nostra prova abbiamo affrontato soltanto un boss, un enorme golem di roccia: grazie al D.U.M.A potevamo mirare precisamente alle diverse parti del corpo del nemico, così da colpire, una volta scoperto, il suo punto debole.
Il D.U.M.A permetterà anche di aumentare gli AP a nostra disposizione, se infliggeremo danni con un Vanguard Attack, ma bisognerà fare attenzione perché allo stesso modo perderemo AP in caso dovessimo subire noi degli attacchi.
Abbiamo solo scalfito la superficie dell’elaborato sistema di combattimento di Star Ocean: The Divine Force e già, tra l’utilizzo del D.U.M.A, la possibilità di comporre combo di attacchi personalizzate e l’evoluzione dei personaggi, ci è sembrato che abbia del potenziale per essere un combat system molto variegato e interessante, ma per capirlo con precisione bisognerà attendere il 27 ottobre, giorno in cui arriverà la versione completa del gioco.
Versione provata: PS5
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
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Combat System con del buon potenziale e molta varietà di opzioni d'attacco
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Il D.U.M.A. permette di avere molto più libertà durante l'esplorazione
Contro
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Il comparto tecnico non brilla molto
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Character design poco ispirato