Xbox Series S: spazio libero e lettore Blu-ray sono davvero un problema?

Rispondiamo a due delle perplessità più grandi dei giocatori interessati alla next-gen a basso costo di Microsoft

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a cura di Paolo Sirio

Nel nostro primo speciale
su Xbox Series S abbiamo considerato le problematiche legate alla potenza della console, una macchina progettata per essere la “seconda”, la low cost, dietro la top di gamma Xbox Series X.

Appurato, in base ad alcuni probanti test, che la console next-gen offre buone prestazioni sui titoli già esistenti e che queste andranno ri-verificate alle prime ondate di giochi realmente pensati per la prossima generazione del gaming, proviamo oggi a rispondere a due quesiti che ci avete girato spesso dal lancio dello scorso novembre ad oggi: lo spazio libero sull'SSD non sarà troppo poco? E l'assenza del lettore Blu-ray non rappresenta un ostacolo nella fruizione dei contenuti?

Anche in questo caso, dopo aver passato diverse settimane in compagnia di Xbox Series S, abbiamo buone notizie per voi, sia in base alla nostra esperienza diretta che guardando la questione da una prospettiva generale e connessa al futuro a breve termine dell'industria. Ma ne parliamo meglio, un tema dopo l'altro, nelle righe di seguito.

L'SSD è veloce ma poco capiente?

Nel discutere della piattaforma Xbox di prossima generazione, abbiamo parlato più volte di come sia affascinante la sua capacità di declinarsi in due dispositivi diametralmente opposti per scopo ma con lo stesso set di funzionalità alla base: la velocità del Quick Resume e le prestazioni che, partendo da una CPU finalmente alla pari con tutte le altre componenti del sistema, sono allineate a prescindere dalla console tramite la quale si acceda ad un determinato gioco. È per questa ragione, per fare un esempio, che titoli come Gears 5 offrono un multiplayer a 120fps sia su Xbox Series X che su Xbox Series S, filtrando soltanto la risoluzione a cui viene proposto (questo come altri prodotti in catalogo) perché si tratta di un ingrediente della ricetta videoludica intimamente legato alla GPU.

Lo stesso procedimento è stato applicato all'SSD, che per la prima volta nella storia del gaming su console prende il posto del disco rigido che, per velocità di accesso ai contenuti almeno, ha fatto ormai il suo tempo. Il disco a stato solido inserito su Xbox Series S ha le medesime specifiche di quello introdotto su Xbox Series X: a cambiare è solo il taglio, ovvero le dimensioni del disco, che passano da 1TB formale a 512GB formali.

Se la prima sfida, quella delle specifiche, è stata dunque vinta nel rispetto del design “paritario” immaginato da Microsoft per le sue due next-gen, a preoccupare i fan interessati all'acquisto di una macchina di nuova generazione ad un costo accessibile è lo spazio libero per i loro giochi su un SSD. Saldato il debito per l'installazione del sistema operativo, la capienza rischia di essere estremamente esigua, se non insufficiente, a cavallo di generazioni che hanno visto una diffusione eccezionale dei service game – produzioni multiplayer online che hanno la tendenza a restare per anni nelle nostre console perché chiamate in causa alla prima occasione (appuntamento fisso con gli amici, casual gaming in una serata di relax, e via discorrendo) o semplicemente perché, arrivando a pesare sui 100GB, scaricarli ogni volta e specie con la qualità delle connessioni alla rete in Italia non è un'opzione.

In effetti, lo spazio effettivo di 364,0GB (contro gli 820GB di Xbox Series X e i 667,2GB di PS5) potrebbe dare l'impressione di una situazione problematica – è una preoccupazione comprensibile, certo, potrebbero sembrare pochi. Tuttavia, il tempo che abbiamo speso in compagnia della nuova console bianca del gigante di Redmond ci ha detto tutt'altro: in questo momento, abbiamo installato 9 giochi, tra cui due dei più grandi tripla-A recenti (Cyberpunk 2077 e Assassin's Creed Valhalla), due degli indie più amati dell'ultima stagione (Children of Morta e Carrion), un service game da 70GB come Destiny 2, un single-player con la disponibilità di un multigiocatore frequentatissimo come Gears 5 più l'espansione Hivebusters, i first-party come il longevissimo Gears Tactics e Ori and the Will of the Wisps, e Tetris Effect Connected quale rappresentante di quei titoli da “una partitina ogni tanto”.

Nonostante il numero sia così elevato e la lista sia così eterogenea, la buona notizia è che ci sono rimasti persino 100,2GB liberi: uno spazio che avremmo potuto usare per installare ad esempio Devil May Cry 5 Special Edition (48GB), Dirt 5 (44GB), Yakuza Like a Dragon (36GB), Forza Horizon 4 (79GB), Watch Dogs Legion (35GB), singolarmente o, nella gran parte dei casi, in coppia - senza contare altri GaaS come Apex Legends e Call of Duty. Va notato che, in presenza di giochi che dispongano di texture 4K, la console – che rimane orientata al gaming in 1080p o al massimo in 1440p - non le prende neppure in considerazione, salvaguardando così spazio da poter occupare per altro.

Quindi sì, ci sono titoli capaci di creare crisi in termini di capienza come il summenzionato Call of Duty (che, nelle varie iterazioni del franchise, finisce spesso e volentieri col superare i 100GB, se non consideriamo la possibilità di tenere installate soltanto le porzioni del titolo di proprio interesse), tant'è vero che per tenere installati sia Modern Warfare che Black Ops: Cold War su PS5 abbiamo dovuto procedere a dolorose eliminazioni sul nostro SSD; tuttavia, pure tenendo conto di simili casi speciali, lo spazio per tenere questo tipo di prodotto fisso sull'SSD c'è e, vi sorprenderà leggerlo, è pure abbondante.

E come la mettiamo con l'assenza del lettore ottico?

L'assenza del lettore ottico è invece qualcosa di più complicato da mandare giù per le abitudini del giocatore medio italiano. L'acquisto in copia fisica è visto quasi come una ritualità dalle nostre parti, una di quelle che comprende l'uscita per dirigersi in un negozio o lo scambio di opinioni con il commesso, e – per quanto il concetto di digitale abbia visto una diffusione senza precedenti nell'ultima generazione, persino in Italia – lo “switch” ad un prodotto che non disponga della tipica fessura per l'inserimento di dischi costituisce anche soltanto a livello visivo un passo importante per la platea dei videogiochi.

Per quanto ci riguarda, non siamo tipi da copia fisica e non possiamo dire di aver avvertito la mancanza di qualcosa nelle settimane passate con Xbox Series S; si tratta, ne siamo però consapevoli, di una sensazione puramente soggettiva e non è un caso che nel nostro ultimo showcase della console sul canale Twitch di SpazioGames abbiamo scambiato opinioni con utenti che sono dell'altro partito sul polo diametralmente opposto al nostro.

Le osservazioni di quella parte sono tutte legittime e condivisibili: c'è chi vede nell'assenza di un lettore ottico una limitazione delle proprie possibilità, un ostacolo al risparmio con le offerte che ormai per tradizione vengono poste sui pre-order (tramite le quali pagare un gioco un 10-20% in meno al day one) o, cosa probabilmente più importante, un obbligo a rinunciare alle opportunità di trade-in presso le principali catene videoludiche; avere la copia scatolata, in sintesi, consente pure di mettersi al riparo da cocenti delusioni con l'idea che “se non mi piace, glielo riporto” o di approntare piani per cui si acquista un gioco in una certa data col pensiero di darlo dentro per un altro prodotto in uscita magari un mese dopo.

Quando parliamo di switch ci riferiamo anche a questo, alla rimozione – richiesta da Microsoft con questo tipo estremamente specifico di prodotto, di certo non tassativa – per quanti fossero interessati a Xbox Series S del pensiero di dover andare in negozio ad acquistare una copia fisica e tutti i ragionamenti connessi che abbiamo descritto poc'anzi: il consumatore che acquista questa console ha tutto quello che vuole giocare su Xbox Game Pass prima di tutto, e in seconda battuta sul suo SSD nel caso in cui volesse portarsi a casa titoli non inclusi ma che sa che giocherà sul lungo termine o nel quale vede un colpo sicuro.

La rinuncia al lettore non ha avuto alcun impatto sulla nostra esperienza, anzi se proprio dovessimo descriverne uno che ci viene in mente è l'assenza di quel rumorino di fondo che avevamo rivelato nella nostra recensione di Xbox Series X, ma – al di là di quest'esperienza che va letta come tale, ovvero quale frutto della visione di una singola persona che potrebbe facilmente non combaciare con la vostra – ma appare in sé come una scommessa molto ragionata da parte del produttore americano: lo scopo finale di una console a costo contenuto, costo che è la cifra che la definisce integralmente e senza il quale non avrebbe avuto ragion d'essere, è stato raggiunto in un momento storico in cui il digitale ha rappresentato il 91% delle entrate del mondo del gaming, una percentuale che, al netto dell'incremento fisiologico di un 2020 pandemico, lascia poco margine alle interpretazioni.

La console che aiuta a risparmiare

Nell'intavolare il proprio discorso next-gen con gli appassionati, Microsoft ha battuto molto sulla potenza bruta di Xbox Series X ma, inevitabilmente, ha rinunciato al concetto dei teraflops quando ha introdotto Xbox Series S. Questo perché parliamo di una console che gode di 4 teraflops uscita anni dopo Xbox One X che, invece, ne aveva 6. Il pubblico specializzato, quale vi riteniamo, conosce bene la differenza tra quei 6 teraflops e questi 4, che sono espressione di un'architettura di una generazione avanti nonché di una piattaforma che punta sulle performance (e quindi sui frame rate) e non più su una risoluzione fine a se stessa ancora oggi non assurta come standard, ovvero il 4K.

La reale differenza tra Xbox Series S e Xbox One X, visto che in tanti si stanno ancora ponendo questa domanda, sta però nel catalogo e nel set di funzionalità comuni tra le piattaforme di nuova generazione – a prescindere dalla loro potenza, come osservavamo in apertura. Quando saranno pubblicati giochi esclusivamente next-gen, e presto o tardi capiterà, Xbox Series S li supporterà senza se e senza ma, e continuerà a costare “appena” 299 euro. Xbox One X, di contro, non ne disporrà, così come non dispone del Quick Resume e del supporto a frame rate elevati fino a 120fps perché è tuttora ingabbiata dall'architettura Jaguar dal processore ahimè molto limitato.

Il tema del prezzo è interessante perché sono stati molti quei giocatori che hanno avanzato la domanda: perché dovrei acquistare una Xbox dalle specifiche sensibilmente più basse rispetto al top di gamma a 299 euro quando posso portarmi a casa una PS5 Digital Edition che, invece, ha il solo downgrade dell'assenza del lettore Blu-ray a confronto con il modello principale? Sony ha fatto indubbiamente un buon lavoro sul pricing, nel tentativo, è evidente, di disinnescare la mossa di Microsoft, piazzando la Digital Edition a 399 euro perché sa che per una differenza di prezzo di appena 100 euro l'utente medio sceglierà sempre una PlayStation e peraltro senza compromessi di natura hardware.

A questo punto, subentra però la scelta di un risparmio futuribile sulla quale Microsoft – che con un prodotto simile ha nel mirino principalmente la famiglia, il cliente da centro commerciale, un bacino d'utenza occupato in genere e in maniera quasi esclusiva ormai da Nintendo - ha puntato non temendo che quel gap di 100 euro fosse sufficiente o meno a portare dalla sua il consumatore. Acquistando una PS5 oggi va tenuto in considerazione la necessità di accostarci un gioco da 80 euro, come da tradizionale modello d'acquisto di una console pre-Xbox Game Pass, per cui quando si parla di 399/499 euro quella cifra rimane sempre sulla carta; i 299 euro di Xbox Series S restano invece praticamente quelli, se pensiamo che un mese di pass è gratuito per i nuovi arrivati, e che i fedelissimi rimasti dalla passata generazione sono già abbonati o possono tornare ad esserlo da 10 euro al mese, godendosi così una libreria da (molto) oltre 100 titoli al pronti-via.

Potrebbe sembrare matematica del risparmio, e in parte il ragionamento è un po' freddo in quanto non tiene conto dell'effetto wow che ci si aspetterebbe da una next-gen e sul quale invece PlayStation 5 ha spinto in maniera più decisa, ma questo aspetto si noterà ancora di più quando inizieranno ad uscire i tripla-A di spessore in sviluppo presso i nuovi team di Xbox Game Studios.

Stiamo vedendo, per il momento, un embrione di Xbox Game Pass che sfocerà (si spera senza aumenti significativi di prezzo) in un servizio che realmente non darà mai la sensazione di aver bisogno d'altro nella propria vita videoludica e, quando nel giro di pochi anni si sarà completata questa visione, Xbox Series S sarà una console che non solo costa di meno subito ma ti aiuta anche a risparmiare lungo il corso dell'intera generazione.

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