Una giornata al mare con Nintendo Switch

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Io e Nintendo abbiamo trascorso molte vacanze assieme. Non c’è estate che non passi in compagnia di una delle mie console portatili preferite: prima con Game Boy (Black & White, per poi passare al Color e al ben più performate Advance), proseguendo poi con Nintendo DS e 3DS, vera compagna di viaggio inseparabile. Lo scorso anno, quando uscì Switch, ancora non mi ero fatto una chiara idea di quanto e come la nuova arrivata potesse prendere il posto delle sue sorelle minori. Dopotutto, parliamo di una console che non desidera necessariamente rimpiazzare la celebre piattaforma tascabile a doppio schermo, essendo stata pensata sia per giocare sul comodo divano di casa che a spasso, in metro o ovunque vi sia modo di giocare. C’è da dire che non avevo ancora deciso di portare Switch per un viaggio più lungo del previsto, ma considerando che quest’anno i giochi di valore non mancano di certo (da Mario Tennis Aces a Octopath Traveler) l’occasione era ghiotta. Avrà superato quindi il test portabilità on the beach, dimostrando a tutti gli effetti di essere la nuova console perfetta da portare sotto l’ombrellone?

La prima tappa è, poco sorprendentemente, la spiaggia. Decine di ombrelloni, famiglie con bambini, la sabbia rovente e, più in generale, la classica confusione vacanziera di una tipica domenica di luglio tutta italiana. Non c’è problema, visto che in men che non si dica tiro fuori la Switch dal case originale, indosso le cuffie e mi immergo subito nel mio mondo. Ho Captain Toad: Treasure Tracker nella console e direi che va più bene, visto il contesto. L’avventura del simpatico funghetto è ifaioco gradevole e scacciapensieri, proprio quello mi serve. Oltre al fatto che si tratta di un titolo assolutamente perfetto per essere giocato in modalità portatile, davvero ideale per una mattinata sotto l’ombrellone. Toadette dovrà infatti essere salvata in qualche modo e non c’è momento migliore che farlo lasciandosi rosolare al sole (non prima di esserci spalmati la giusta dose di crema solare, si intende). Dopo un’oretta, il caldo inizia a farsi insopportabile: è giunta l’ora di farsi un bagno rinfrescante. È quasi l’ora di pranzo, la gente sta iniziando a uscire dall’acqua, momento perfetto per approfittare di un po’ meno calca e godersi il mare. Ripongo la Switch nella custodia, stando estremamente attento a non farci entrare dentro la sabbia, nemica giurata di ogni aggeggio tecnologico che si rispetti (e la piattaforma ibrida Nintendo non fa certo eccezione, essendo estremamente delicata in tal senso). L’acqua è fredda, ma gradevole. Il sole picchia duro, quindi un bagno è più che necessario. Uscito dall’acqua, asciugo per bene tutto ciò che c’è da asciugare, mentre lo stomaco brontola ripetutamente. Prendo quindi lo zaino con le mie cose e mi dirigo nello chalet dietro le mie spalle. Una volta seduto al tavolino del bar, decido di optare per un pasto veloce: tramezzino e Coca Cola, rigorosamente con ghiaccio e limone. L’arsura a quest’ora è davvero insopportabile e ci vuole la giusta dose di zuccheri.
Mentre mi godo il break, noto a due tavoli di distanza dal mio un gruppo di 3 ragazzi. Raccolti a cerchio, li sento urlare distintamente frasi che mi fanno subito capire a cosa si stanno dedicando. È Mario Tennis, sono sicuro di non sbagliarmi. I Joy-Con nelle loro mani roteano nervosamente e a quanto capisco un match decisivo è appena giunto al termine. Il vincitore è visibilmente emozionato: “te l’avevo detto, c’è ben poco da fare contro un tennista esperto come me.” Coincidenza vuole che la mia copia di Mario Tennis Aces è proprio chiusa all’interno del mio zaino. Decido di farmi avanti, senza troppi complimenti. “Una rivincita come la vedi?” Esclamo. Gli altri due ragazzi restano piuttosto sorpresi, ma subito dopo iniziano a sorridere entusiasti. Il campione in carica, visibilmente imbarazzato, decide subito dopo di accettare la sfida. Si inizia, dopo esserci amichevolmente presentati. Una volta estratte le racchette – per così dire – inizia la sfida. Il ragazzo si impegna e ci sa fare, tanto che i primi set li porta a casa lui. 
Poco dopo – non troppo inaspettatamente, a dire il vero – succede che si risveglia il Rafael Nadal che è in me, tanto che il mio Yoshi gli piazza alcuni colpi tecnici e pallonetti da infarto, grazie anche e soprattutto ad alcune cannonate micidiali, in grado di mandare all’aria i sogni di gloria del giovane avversario (il povero Donkey Kong). Sfortunatamente, dopo un’oretta buona e diverse partite portate a casa col sudore della fronte appare su schermo l’icona che nessuno vorrebbe vedere comparire, specie nel bel mezzo di un torneo tra amici: la batteria è quasi scarica. “Ragazzi, c’è un problema”, esclamo. Loro capiscono, tanto che anche le loro console sembrano essere a secco. Come fare? L’unica cosa è cercare una presa a muro, visto che il power bank latita e proprio non volevo riempire il mio zaino di apparecchi elettronici (specie sotto i 35° all’ombra). Nulla da fare, quindi. La sfida finisce con quattro vittorie e due sconfitte. Ripongo la Switch nella custodia, guardo l’ora e mi accorgo che il tempo è passato più che velocemente. Decido di fare un ultimo tuffo in acqua, prima di recuperare le mie cose e togliere le tende. Una volta a casa, ripulito da quintali di sabbia e salsedine che mi portavo dietro, accendo la console per controllare quanta batteria mi è rimasta all’effettivo: 12%. Forse, senza dirlo troppo forte, il tempo per un’altro match lo avremmo potuto trovare. Dopotutto, non è la prima volta che la batteria rischia di lasciarmi a piedi. Varie volte in viaggio ho dovuto approfittare di prese di corrente d’emergenza per non incappare in spegnimenti improvvisi e decisamente sgraditi. Sotto questo aspetto, 3DS è stata una compagna di viaggio più affidabile, nonostante tutto. Poco importa: il sole sta tramontando, l’aria si è fatta decisamente più fresca. Decido di chiudere quel livello di Captain Toad che ho lasciato in sospeso stamane: inserisco la Switch nel dock e si parte, ancora una volta. La mattina dopo, decido di caricare la console un paio d’ore prima di tornare allo stabilimento balneare. Arrivo e li scorgo subito: i tre ragazzi sono nuovamente la, quasi mi stessero aspettando. La sfida è ancora aperta.

La storia che vi ho raccontato serve solo a spiegare come Switch rappresenti la console portatile perfetta per questa estate 2018 (e probabilmente anche per le successive). L’intoppo della batteria relativamente poco longeva, croce e delizia di ogni device tecnologico che si rispetti, non pregiudica il sano divertimento che la piattaforma della Grande N è in grado di offrire, soprattutto dal versante multigiocatore. E anche quest’anno, le esperienze da godersi in compagnia non mancano di certo (prima tra tutti, l’eccellenza sportiva di Mario Tennis Aces), senza dimenticare la poesia di Octopath Traveler e la briosità di un Captain Toad: Treasure Tracker. Insomma, che sia una meta esotica o una semplice spiaggia di provincia, Nintendo Switch è sicuramente l’unica compagna di viaggio che non può e non deve mancare nel vostro zaino. Sempre che vi ricordiate di caricare la batteria a dovere. Oltre a fare molta attenzione che la sabbia non vi entri dappertutto.

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