Super Mario 3D All-Stars | Viaggio nei ricordi in attesa dell'uscita
Alla scoperta della nuova collection Super Mario 3D All-Stars
a cura di Nicolò Bicego
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Nintendo
- Produttore: Nintendo
- Distributore: Nintendo
- Piattaforme: SWITCH
- Data di uscita: 18/09/2020
Erano ormai sempre più insistenti i rumor che volevano una collection dei capitoli in 3D di Super Mario su Nintendo Switch, ma come al solito Nintendo ci ha stupiti con un annuncio a sorpresa, venuto fuori apparentemente dal nulla nonostante alcuni insider avessero dato il reveal come imminente. Super Mario 3D All-Stars, questo il nome della collection in arrivo su Nintendo Switch, è la punta di diamante del piano di festeggiamenti per il 35° anniversario dell’amato idraulico: un tuffo nel passato in pieno stile Nintendo, che aveva già proposto operazioni di questo genere sia per lo stesso Mario (in occasione del 25° anniversario), sia per le serie di Zelda e Kirby (per quanto quest’ultima collection, uscita su Nintendo Wii, non sia mai arrivata in Europa).
In attesa di confrontarci a tu per tu con il cofanetto, abbiamo pensato di aiutarvi a passare questi momenti di fervente attesa con uno speciale dedicato ai titoli che compongono questa collection, ciascuno a suo modo meritevole di un posto negli annali della storia videoludica. Non solo, parleremo anche del grande assente da questa collection, Super Mario Galaxy 2. Il Regno dei Funghi, Delfinia e l’Osservatorio Cometa ci aspettano, ancora una volta, pieni di segreti da scoprire.
Super Mario 64 – Mario conquista la terza dimensione
Cercare di capire oggi l’impatto che Super Mario 64 ha avuto all’epoca sul mondo dei videogiochi è difficile. Nel corso di questi ultimi decenni il panorama videoludico è cambiato così tanto che è facile dimenticarsi di come stavano prima le cose, e di quanto certi titoli abbiano impresso un marchio indelebile sul corso degli eventi.
Dobbiamo cercare di tornare con la mente al 1996, anno in cui Nintendo 64 raggiunse gli scaffali di Giappone ed America (in Europa sarebbe arrivato l’anno successivo), accompagnato proprio da Super Mario 64. Eravamo nel pieno del passaggio dalle due alle tre dimensioni, inaugurato da Playstation già qualche anno prima. Paradossalmente, però, sarebbe stata la sconfitta Nintendo a dare la dimostrazione più forte di quanto il 3D avesse un potenziale infinito, soprattutto per alcuni generi.
Super Mario 64 aprì la pista per quelli che sono i platform 3D come li conosciamo, in particolare per quel sottogenere che viene definito platform-adventure: se esiste e ha determinate caratteristiche, tutto è dovuto ad un singolo titolo, e quel titolo è proprio Super Mario 64. A distanza di anni, Super Mario 64 rimane ancora una lezione di come un buon platform 3D dovrebbe essere fatto allo stato dell’arte; comandi tremendamente precisi ed affidabili, sensazione di controllo totale sui movimenti del protagonista, obiettivi che all’epoca erano tutt’altro che scontati e che ancora oggi spesso non vengono centrati appieno. Già questo dovrebbe dare l’idea di quanto il lavoro svolto dal team Nintendo fosse visionario.
Ma c'è dell'altro, ovviamente. La nuova avventura di Mario era anche la più vasta tra quelle uscite fino ad allora, con dei mondi finalmente tridimensionali pieni zeppi di segreti da scoprire e avventure da vivere, cose che prima non erano semplicemente possibili a causa dei “limiti” (notate le virgolette) connessi alla presenza di due sole dimensioni. Ogni livello godeva della sua personalità, del suo cast di personaggi e delle sue missioni uniche da portare a termine.
Il passaggio dal 2D al 3D aveva consentito di creare livelli più ampli e di inserire al loro interno diverse missioni; per completare davvero un livello era adesso necessario tornarvi più volte, dedicandosi ad obiettivi diversi che andavano al di là del “semplice” raggiungere il traguardo finale. Lo ripetiamo ancora una volta: è davvero difficile riuscire a comunicare la rivoluzione epocale che fu il passaggio dal 2D al 3D, perché oggi tutte queste cose ci sembrano scontate. Super Mario 64 uscì in tempi in cui tutto ciò ancora non esisteva, in cui ancora l’espressione “platform 3D” non aveva un senso definito, ed è riuscito a darne una definizione che vale ancora oggi dopo quasi venticinque anni.
A questo punto può sorgere spontanea una domanda. Super Mario 64 ha scritto la storia, certo, ma non sempre questo significa che un titolo sia invecchiato bene. Gli esempi sono davvero tanti, e non vale neanche la pena di soffermarsi a farne in questa sede. E, diciamoci la verità, con il tempo Super Mario 64 ha cominciato a scricchiolare.
Col passare degli anni e con l’arrivo di nuovi titoli, abbiamo cominciato a vedere che, sì, la telecamera di Super Mario 64 è tutt’altro che perfetta. E tecnicamente, certo, si poteva fare di più, pur considerando i limiti dell’epoca. Ma niente di tutto questo può togliere un grande, importantissimo fatto: Super Mario 64 rimane ancora oggi un gioco dannatamente divertente, che è difficile lasciare andare una volta che si è cominciato a giocare. Un level design di alta qualità, un tasso di sfida ben calibrato, un quantitativo equilibrato di cose da fare e di segreti da scoprire sono solo alcuni degli elementi che compongono il mix vincente che ha dato vita a Super Mario 64, e che oggi vale tanto quanto allora. E per un gioco che ormai conta un quarto di secolo non è affatto poco.
Vale anche la pena di ricordare che Super Mario 64 ha anche goduto di un remake nel corso degli anni; Super Mario 64 DS, uscito nel 2005, aveva provato ad aggiornare questo classico intramontabile aggiungendo nuove feature (come la possibilità di controllare Yoshi, Luigi e Wario al posto del solo Mario) e proponendo un vero e proprio lifting a livello tecnico.
Purtroppo, questa versione risultava paradossalmente inferiore all’originale proprio su uno dei fattori chiave del suo successo, vale a dire i comandi. Il d-pad del Nintendo DS non era semplicemente all’altezza dell’analogico di Nintendo 64 (o di quello del Controller Pro per Nintendo Switch), e per quanto questo remake fosse godibile l’esperienza dell’originale rimane tutt’oggi insuperata. In Super Mario 3D All-Stars avremo a che fare, fortunatamente, con la versione originale di Super Mario 64, ma se vi innamorerete abbastanza di questo gioco senza tempo vi consigliamo di dare comunque una chance a questo ormai dimenticato remake.
Super Mario Sunshine – Benvenuti a Delfinia
All’interno della fanbase Nintendo, Super Mario Sunshine è stato per anni un argomento estremamente divisivo. Solo in tempi recenti questo titolo è stato rivalutato nella memoria collettiva, al punto da spingere molti fan a sognare un remake su Nintendo Switch. Perché si trattava di un capitolo divisivo? Il problema di Super Mario Sunshine andava oltre quelli che potevano essere i suoi difetti. Vedete, visto l’incredibile successo di pubblico e di critica che ebbe Super Mario 64, per molti diventò lecito aspettarsi un sequel a tutti gli effetti, il tanto sognato Super Mario 128 che mai si concretizzò davvero.
Invece, Nintendo pensò bene di rimescolare le carte in tavola. Anziché puntare sulla formula vincente testata con Super Mario 64, decise di centrare il gameplay del nuovo capitolo intorno ad un gadget, lo Splac-3000. Questo simpatico idrante dotato di parola elargiva a Mario nuove mosse, intorno a cui ruotava tutto il gioco. Utilizzandolo, Mario era in grado di sollevarsi in aria, di lanciarsi come un razzo o, ancora, di darsi una propulsione in grado di farlo correre alla velocità della luce.
Questo elemento rende ancora oggi Super Mario Sunshine un gioco unico, un esperimento che Nintendo non avrebbe mai più ripetuto, preferendo tornare ad un approccio più “classico”, per certi versi, nei titoli successivi. Il pubblico all’epoca si divise tra chi aveva amato l’introduzione dello Splac e chi, invece, avrebbe preferito una prosecuzione diretta di Super Mario 64.
Ma non era soltanto lo Splac a rendere Super Mario Sunshine un capitolo atipico: a differenza del predecessore, in cui ogni livello di gioco si distingueva nettamente dagli altri, in Super Mario Sunshine tutti i livelli di gioco erano ambientati in location vicine all’isola Delfinia, e tutti i livelli erano in qualche modo attraversati dai toni estivi e solari dell’isola principale. Siamo chiari, questo non significa che mancasse la varietà: tra hotel infestati, parchi giochi e cantieri, Super Mario Sunshine ne aveva da vendere. La presenza di questo tema ricorrente, però, non fu apprezzata da tutti allo stesso modo, ed infatti ad oggi rimane un esperimento mai più ripetuto.
Ecco, se dovessimo riassumere Super Mario Sunshine con una parola, questa sarebbe "unico". Nel bene e nel male, sia chiaro, perché dei difetti c’erano – tra picchi di difficoltà improvvisi ed una telecamera non sempre ottima. A parer nostro, però, il gioco ha attratto per lungo tempo più critiche di quante ne meritasse, e proprio per questo pensiamo che la sua inclusione nella collection Super Mario 3D All-Stars fosse assolutamente necessaria.
È il capitolo che, più di tutti gli altri, ha bisogno di essere riscoperto e rivalutato, perché all’epoca non godette del giusto trattamento, colpa anche di avere una grossa eredità da portare sulle spalle. Per quando sarà il momento, il nostro consiglio è quello di approcciare Super Mario Sunshine senza l’aspettativa di trovare un gioco simile agli altri capitoli della serie. Scoprirete un platform-adventure in grado non solo di divertirvi, ma anche di rimanervi nel cuore grazie ad un’ambientazione che sprizza personalità da tutti i pori e ad una colonna sonora che riesce in poche note a rievocare il sapore della salsedine.
Super Mario Galaxy – Quando il mondo è troppo piccolo
A concludere il pacchetto offerto da Super Mario 3D All-Stars troviamo Super Mario Galaxy, titolo uscito nel 2007 su Nintendo Wii. Questo nuovo capitolo portò con sé un altro stravolgimento della formula di gioco dei Mario in 3D. Se, da una parte, il titolo costituiva un riavvicinamento a Super Mario 64, abbandonando lo Splac-3000 e qualsiasi altra amenità in favore di un gameplay centrato nuovamente su Mario e sul suo parco mosse, dall’altra abbracciava uno stile di gioco completamente diverso rispetto a quello dei primi due capitoli.
Super Mario 64 e Super Mario Sunshine appartenevano al sotto-genere dei platform-adventure, come abbiamo detto. Ciò significa livelli ampli con molti obiettivi da completare e con una forte enfasi sull’esplorazione. Super Mario Galaxy, invece, proponeva dei livelli più lineari, che lasciavano molto meno spazio all’esplorazione; per usare un termine di paragone, Super Mario Galaxy era un platform molto più vicino a Crash Bandicoot di quanto non lo fosse ai suoi stessi predecessori.
Che cosa lo rendeva speciale? La risposta sta proprio nel titolo, in quella costellazione di galassie che fa da ambientazione per tutta la durata dell’avventura. Per la prima volta, Mario viene catapultato letteralmente fuori dal suo pianeta, ed arriva ad esplorarne di nuovi, ma viaggia anche per stelle e chi più ne ha, più ne metta. Questo ha dato l’occasione agli sviluppatori di sbizzarrirsi in termini di level design; Super Mario Galaxy offre una pletora di ambientazioni tutte differenti tra loro, riavvicinandosi anche sotto questo aspetto ai mondi di Super Mario 64 piuttosto che all’ambientazione unica di Super Mario Sunshine.
Non solo; lanciare Mario nello spazio dette anche occasione di giocare con il concetto di gravità, che fece da vero e proprio perno per numerosi livelli del gioco.
Super Mario Galaxy è l’esempio perfetto di come quella che potrebbe essere una semplice gimmick possa invece rivoluzionare un intero gioco (un po’ come sarebbe accaduto, anni dopo, con Super Mario Odyssey). A questo, ovviamente, si univa la solita maestria degli sviluppatori Nintendo nel creare livelli memorabili in cui ambientare le avventure di Mario, con sfide spesso impegnative ma mai eccessive.
All’epoca della sua uscita molti si chiesero se Super Mario Galaxy avesse effettivamente superato Super Mario 64. La risposta è difficile da dare, e ancora oggi tutto dipende sostanzialmente dal gusto personale, ma anche solo il fatto che Super Mario Galaxy sia riuscito a mettere in dubbio il regno incontrastato di Super Mario 64 come miglior platform di sempre può farvi capire di che livello di qualità stiamo parlando.
AAA Super Mario Galaxy 2 cercasi
Arrivati al fondo dei contenuti di questa collection non possiamo che dedicare uno spazio anche a lui, il grande ed unico assente. Di tutti i Mario in tre dimensioni (ad esclusione di Super Mario Odyssey, per ovvi motivi), Super Mario Galaxy 2 è l’unico a non essere compreso nella collection. Una scelta che, al momento in cui stiamo battendo queste righe, è rimasta senza alcuna spiegazione ufficiale – a parte informazioni raccolte da colleghi britannici che parlano di un taglio in corsa non meglio precisato.
Un vero peccato perché, a nostro parere, Super Mario Galaxy 2 riusciva nell’ardua impresa di superare il primo capitolo, sfruttando e migliorando il concept in esso introdotto. Sia chiaro, collection mantiene un valore immenso già così; ciò nonostante, nutriamo ancora la speranza di rivedere Super Mario Galaxy 2 in qualche modo, un giorno, magari venduto separatamente, o proposto come vero e proprio remake. Solo il tempo potrà darci una risposta.
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