Spogliato dalle sue sovrastrutture e ridotto alla sua più essenziale sostanza ludica, Silent Hill: The Short Message è un banale walking simulator con scarse interazioni, sezioni di fuga frustranti nel finale e una concezione di gioco che lo riduce a essere un mero compitino che – molto ironicamente – sembrerebbe essere proprio il tipo di prodotto che svilupperebbe una software house come Bloober Team.
Su questo difficilmente qualcuno potrebbe essere in disaccordo, perché in un paio di ore Silent Hill: The Short Message racchiude nel suo loop di gameplay tutto il bene e il male di questa sorta di sottogenere dalla grande atmosfera ma dallo spessore talvolta assai modesto.
Oltretutto, i richiami all'iconico P.T. sono parecchi e non si può fare a meno di pensare che sia in buona misura una versione espansa di quel corridoio ad angolo che si ripete quasi all'infinito, traslato stavolta in un più ampio e fatiscente condominio, anonimo e grigio palazzone mitteleuropeo divenuto famigerato per essere stato teatro di suicidi giovanili.
A coloro che lo hanno rapidamente bollato come una robetta da poco, o che con imbarazzante superficialità hanno già deciso che Silent Hill: The Short Message non abbia alcun valore, andrebbero messi sotto al naso un paio di dati di fatto incontrovertibili: il primo è che, per la prima volta da parecchi anni, il franchise è tornato a essere tremendamente a fuoco sui temi trattati e sul reale significato di orrore psicologico.
Il secondo, altrettanto importante, è che si tratta di un esperimento che per Konami funge da palestra per gli sviluppatori interni di domani.
Motoi Okamoto, producer di Konami, ha infatti spiegato su PlayStation Blog che Silent Hill: The Short Message è «Un’opportunità per noi di provare qualche novità, capire cosa ha funzionato e cosa no e aumentare e perfezionare la nostra esperienza in fatto di giochi horror. Abbiamo avuto a che fare con persone con una carriera avviata da poco ma che amavano Silent Hill, e che volevano essere coinvolte nella realizzazione di un gioco horror. Così abbiamo colto l’occasione per accumulare un po’ di esperienza».
Attenzione: questo articolo contiene piccole anticipazioni dai temi e da alcune sequenze del gioco. Interrompete la lettura se non volete incappare in qualche mini-spoiler.
Silent Hill: The Short Message è il ritorno dei temi della saga, in chiave moderna
A esclusione dei finali alternativi, Silent Hill: The Short Message è l'unico progetto legato alla saga che si conclude con un messaggio realmente positivo, benevolo e risolutivo.
Sceglie inoltre di essere perfettamente a fuoco con gli argomenti che vuole approfondire, tratteggiando con poche pennellate il quadro desolante davanti a cui si trovano gran parte degli adolescenti moderni.
Suicidio, depressione, autolesionismo, traumi familiari e il sempre più avviluppante buco nero dei social media scattano un'istantanea veritiera e angosciante della condizione adolescenziale delle nuove generazioni, che vivono in un mondo che non esiste e che si sostituisce a quello reale, con conseguenze sulla psiche devastanti e in grado di segnare per sempre le loro fragili esistenze.
La protagonista - le cui vicende sono legate a doppio filo a due sue coetanee dall'amaro destino – si trova nel condominio abbandonato per motivi che lasciamo a voi il piacere di scoprire e s'imbatte ben presto in dei documenti di cruciale importanza per determinare con chiarezza ciò che gli sviluppatori vogliono raccontare.
I temi economico-sociali della Cina durante il periodo Covid-19 sono determinanti per costruire il contesto personale della ragazza, da cui scaturirà parte del proprio trauma familiare che racchiude in sé abusi, abbandono, maltrattamenti, delusioni e conseguenze che si riverberano nella sua età adolescenziale.
In quella perpetua fuga dal mondo reale che si esaurisce nell'ingresso di un mondo fittizio che spesso sa essere ben peggiore, c'è tutto il disagio da social media che affonda e distrugge l'essere umano più fragile.
"La nebbia dei social media: solitudine e ansia negli adolescenti" è un importante estratto di un articolo che si trova in Silent Hill: The Short Message, che ci aiuta a comprendere come gli autori hanno affrontato i temi correlati, cucendoli addosso alla protagonista e alle sue due compagne, che per ragioni differenti (ma a loro modo anche piuttosto comuni) si ritrovano a essere trascinate in quel tritacarne senza pietà dei social.
"Tutti gli adolescenti intervistati hanno affermato di provare vergogna per i selfie spinti pubblicati online. Hanno altresì affermato di aver provato ansia quando queste foto non ricevevano like. Ciò che tutti i ragazzi avevano in comune era un livello di autostima molto basso. Nel complesso, maggiore era un livello di ansia e minore la fiducia, più pronunciate erano le loro reazioni all'attenzione positiva".
Il testo prosegue spiegando che:
"Per un individuo adulto, la sensazione di appagamento provata dopo aver ricevuto un like su un piattaforma online è difficilmente comprensibile. Inoltre, gli adolescenti non sono in grado di considerare positive le proprie azioni, nemmeno quando queste vengono accettate.
Ciò porta rapidamente a un senso di sfiducia e a un'ulteriore ricerca di attenzione. Gli adolescenti che non hanno raggiunto la maturità psicologica rischiano di cadere nella ricerca tossica di approvazione."
Dalla realtà al mondo interiore di eterna dannazione
Silent Hill: The Short Message diventa poi realmente silenthilliano quando mette in scena la sua anima nipponica, quella che con l'orrore psicologico dà vita al miglior sposalizio possibile. Certo, siamo ancora distanti anni luce dall'atmosfera opprimente tipica della serie, da quell'atmosfera malata, avvilente, annientatrice. Eppure si iniziano a intravedere i primi piccoli spiragli della nuova Konami.
Un altro testo intitolato "Dai traumi alla fantasia: solitudine e ansia negli adolescenti, seconda parte", assieme a ciò che succede all'interno del gioco scaricabile gratuitamente dal PlayStation Store, è infatti uno dei più sensati esempi di proiezioni dell'inconscio che si riversano nella realtà alterata da una mente instabile.
Anche qui, siamo ancora lontanissimi dai fasti di un tempo, e in tutta franchezza non c'è mai un momento in cui si resta paralizzati dal terrore dell'ignoto che si nasconde oltre la soglia della coscienza e della conoscenza. Ma cosa dice quell'altro stralcio di testo e come viene rappresentato nel gioco?
"Tutti gli adolescenti intervistati hanno subito gravi problemi psicologici a causa di traumi del passato. Curiosamente, ognuno di loro ha concettualizzato questi problemi trasformandoli in storie incredibilmente fantasiose.
Una ragazza ha assegnato a se stessa il ruolo di un'eroina tragica: si è convinta di essere stata in balia di una matrigna violenta, e che da qualche parte ci fosse la sua 'vera' e amorevole madre".
E poi:
"Un'altra ragazza vedeva le proprie ferite d'infanzia come stigmate, al punto da credere che sarebbero sbocciate fino a diventare dei meravigliosi fiori di ciliegio.
Queste storie racchiudono le avversità più estreme e nascono dal profondo desiderio di fuga di fronte a un dolore insopportabile e dall'odio verso se stessi. Più profondo è il trauma, più fantasiosa è la storia che lo racchiude".
Il mostro che insegue la protagonista a più riprese, con fioriture e petali ciliegio che adornano una figura altrimenti ributtante, "parla" proprio di questo confine tra proiezione inconscia e negazione della realtà, abbinandosi al significato simbolico della bellezza della morte intesa come grazia dell'estremo gesto e dignità del fine vita, in un concetto spirituale-filosofico che troviamo sia nelle culture orientali, sia in dei suggerimenti ed esempi di arte figurativa sparsi all'interno di Silent Hill: The Short Message.
Il messaggio che però vuole dare il gioco è un monito universale verso una generazione che sta irrimediabilmente perdendo di vista la propria vita, sprecandola e riversandola in una cloaca a cielo aperto dove si infrangono come le onde di un mare sudicio tutte le frustrazioni, cattiverie, torture psicologiche perpetrate da chi ci somiglia solo anatomicamente.
Il breve messaggio che dà il titolo a questo riuscito esperimento capace di mostrare il tenue bagliore che tiene vivo il rilancio della saga, è quello che punta il dito in direzione dell'aiuto reciproco, della comunanza di intenti, della consapevolezza che non si è da soli, che lì fuori qualcuno può tirarvi fuori dai marosi mentre annaspate disperati nella convinzione che l'annegamento sia certo e inevitabile.