Da qui la decisione di variare il publisher del gioco, trasferendo la proprietà intellettuale del marchio direttamente a Square-Enix. Come sempre, mamma Square è abituata a volare alto e senza troppi fronzoli concordò con Crystal Dynamics di azzerare quanto finora realizzato, dividendo la saga in due grandi brand distinti: Tomb Raider e Lara Croft. Il marchio di Tomb Raider avrebbe narrato da capo le vicende di un’eroina inesperta destinata a diventare la predatrice di tombe che tutti noi abbiamo imparato ad amare; il marchio di Lara Croft avrebbe invece raccolto un parco di titoli secondari in cui rivedere l’esploratrice nelle sue vesti classiche – top azzurro, pantaloncini corti, doppie pistole e lingua tagliente – con spin-off in cui si inseriscono a oggi giochi come Lara Croft: Relic Run, Lara Croft: GO oppure Lara Croft and the Temple of Osiris.
L’esigenza di dividere i due marchi nasce da un’innegabile presa di coscienza da parte degli sviluppatori: ricreare la storia di Lara, infatti, ha provocato una profonda spaccatura presso i fan, dividendo i sostenitori incalliti della Lara classica dai fan della nuova linea narrativa, in cui certamente bisogna riconoscere che il suo personaggio è stato reso più umano, nel bene e nel male.Quando si parla di “Lara classica”, ci si riferisce al suo personaggio così come appare nei titoli realizzati da Core Design, dal primissimo TR all’ultimo TR: The Angel of Darkness. In queste avventure, Lara si è distinta non solo per il suo irresistibile fascino, ma anche per la sua straordinaria sagacia, la sua atleticità e la sua sorprendente forza. Non è un caso se a oggi Lara Croft è ancora uno dei personaggi femminili più influenti del mondo dei videogiochi. E’ stata sostanzialmente la prima vera combattente dell’ondata prettamente maschilista che aveva dominato il panorama videoludico fino a quel momento, potremmo definirla l’apripista delle quote rosa nell’industria dei videogiochi.
I canoni classici e moderni condividono anche un certo approfondimento del background familiare della protagonista, ripreso poi anche dalle pellicole riprodotte al cinema. In tutte queste avventure, ritroviamo sempre una Lara fiera, determinata, inespugnabile come una fortezza e dotata di un’intelligenza fuori dal comune. Ritroviamo una Lara Croft bella per il suo aspetto e per la sua capacità d’interpretare miti e antiche scritture, di riportare alla luce reperti dormienti da secoli senza profanarli, di saper dare se stessa per una causa superiore. Soprattutto, ritroviamo una ragazza e una donna capace di essere folle al punto di rinunciare alle proprie innate comodità per perseguire i propri obiettivi, i propri sogni.
In definitiva, il 14 settembre Shadow of the Tomb Raider si appresta a chiudere una nuova trilogia, stavolta incardinata su una nuova consapevolezza per Lara e per i giocatori: ogni traguardo richiede di abbandonare qualcosa. Se non è ammesso rinunciare alla propria umanità, allora bisognerà trovarsi di fronte alla dura legge delle priorità. Se per Lara questo significa dover lasciare alle spalle le velleità di uno spirito giovane, per gli sviluppatori equivale ad uniformare un poco il gameplay ai prodotti action-adventure già presenti sul mercato. Risultato: un’avventura ricca di azione, forse un po’ lontana dalle silenziose e meditative dinamiche dei classici Tomb Raider, ma non per questo priva di spessore. Lo spazio che prima era dato alla risoluzione dei più intricati enigmi si assottiglia nel reboot per calare il giocatore in un viaggio di una complessità forse altrettanto interessante, quello di percorrere la psicologia di un eroe.
Vi ricordiamo che Shadow of the Tomb Raider uscirà in data 14 Settembre 2018 su PC, Playstation 4 e Xbox One.