Ho giocato solo lo scorso anno a Red Dead Redemption 2, l’epopea western di Rockstar Games. Il viaggio di Arthur Morgan mi ha colpito davvero nel profondo, lasciando – nel post-game – spazio a tantissime riflessioni, sia sulla natura della narrazione e l’accuratezza nei dettagli storico-geografici, sia dal punto di vista di game design, che eleva il videogioco ad un livello che va oltre l’aspetto ludico.
In inglese c’è un termine specifico che mi piace usare quando devo parlare di un’opera videoludica come Red Dead Redemption 2: "it pushes the boundaries", ovvero “si spinge oltre i confini”, va oltre i paletti che pone il videogioco inteso come mero strumento di intrattenimento. Qui anche un interessante articolo sul titolo scritto dal nostro Adriano.
Grazie alla sua struttura narrativa così pregna di riferimenti storici, politici e antropologici, la serie western di Red Dead Redemption ha attirato non solo l’attenzione dei videogiocatori, ma anche quella da parte degli esperti dei generi suddetti – tant’è che l’Università di Knoxville, in Texas, ha usato la trama di Red Dead Redemption 2 per raccontare con più efficacia gli avvenimenti che avevano influenzato gli Stati Uniti al tramonto del 1899.
Gli Stati Uniti nel 1899: la Gilded Age
Facendo riferimento all’articolo pubblicato su GameRant qualche anno fa, Red Dead Redemption 2 è inserito all’interno di un periodo storico ben preciso: la gilded age. Questa va dal 1870 agli inizi del 1900 e il suo termine fu coniato dallo scrittore Mark Twain il quale, nel 1873, pubblicò il romanzo dal titolo “The Gilded Age: Un racconto di oggi”, nel quale descriveva i problemi della società americana che venivano nascosti sotto una visibile patina dorata fatta di estrema positività e fiducia verso le istituzioni e il progresso tecnologico; questa realtà americana coincideva con la seconda metà dell’epoca vittoriana e la Belle Époque francese.
Nei quasi trent’anni di Gilded Age, gli Stati Uniti ebbero una forte impennata dal punto di vista economico, soprattutto negli stati del nord e di quello che era chiamato Vecchio West, ormai verso un ineluttabile declino. I salari per lavori qualificati iniziarono a salire del 48% nel corso di trent’anni, e questa ricchezza aprì le porte agli immigrati europei che, negli Stati Uniti, arrivavano per cercare fortuna e seguire il cosiddetto sogno americano.
Tuttavia, la disparità salariale tra i vari ceti sociali e l’aumento della popolazione nelle grandi città rese la Gilded Age un’epoca in cui vigeva povertà e disuguaglianza sociale e all’interno di Red Dead Redemption 2 la differenza è palpabile soprattutto nella grande città di Saint Denis (corrispettivo della reale New Orleans) che conserva, realisticamente, tutti i substrati sociali dei centri urbani del tempo.
Una volta in cui il videogiocatore arriva a Saint Denis vede uno scenario molto diverso rispetto alle piccole cittadine in campagna, fatte di piccoli empori e saloon; nella grande Saint Denis la prima cosa che Dutch indica ad Arthur è proprio l’agglomerato industriale presente nei pressi del porto, con le imponenti nubi di fumo dalle ciminiere.
Quella che appare agli occhi dei due uomini è una nazione ormai civilizzata, forte dell’avanzamento tecnologico e delle infrastrutture, i nuovi giochi di potere e la nascita della criminalità organizzata italo-americana (che nacque proprio a New Orleans) e l’eccidio della popolazione nativa: tutti elementi storici che sanciscono la morte del Vecchio West così come lo conosciamo che, all’interno del titolo, accompagna il tramonto delle famose bande criminali e dei gunslingers.
Dalle bande di fuorilegge alle suffragette
Il tramonto dell’Ottocento americano segna anche la fine delle bande dei fuorilegge ed è il perno principale attorno a cui ruota la storia della gang di Dutch Van Der Linde in Red Dead Redemption e nel suo prequel, Red Dead Redemption 2.
Anche qui, la storia del banditismo va a pari passo con la storia americana. Il West era popolato da bande pericolose le quali non temevano la legge per un motivo molto chiaro: le gang arrivavano ben prima delle istituzioni e, nel frattempo che la polizia arrivava nelle lande di frontiera, le bande si allontanavano gradualmente, vicende accuratamente descritte nel viaggio – da nord verso sud – di Arthur e compagni.
Le vicende descritte nel videogioco di Rockstar non possono che fare riferimento alla famosa banda di fuorilegge Mucchio Selvaggio (Wild Bunch) capitanata dal famigerato Butch Cassidy; venivano regolarmente rapinate fattorie, banche, carovane, diligenze e treni. Nel 1897 molti criminali dell’epoca si unirono alla Wild Bunch e fondarono la cosiddetta “Train Robbers Syndacate”: una gang che componeva al suo interno molte bande più piccole che rapinavano sia treni che banche negli stati del Wyoming, Utah, Colorado e New Mexico e sulle linee di frontiera (canadesi e messicane) chiamate “strade dei fuorilegge”.
A mettere un freno alle scorribande criminali nell’America di fine Ottocento ci fu veramente l’Agenzia Pinkerton, la forse più celebre agenzia investigativa del Paese, diventata nota per la sua “affidabilità” quando sventò il primo tentativo di assassinio di Lincoln.
Tuttavia, malgrado l’infallibile abilità di questa polizia privata nello stanare i criminali, fu generalmente mal vista dai civili degli stati del Sud in quanto, alla fine della Guerra Civile, diede la caccia ai ribelli confederati.
In fin dei conti, i Pinkerton offrivano il loro costoso servizio ai baroni delle banche e delle ferrovie poiché minacciati non solo dalle bande di criminali ma anche dalle rappresaglie degli operai che lavoravano in condizioni a dir poco disumane.
Questo scenario rende, quindi, assai realistico il contesto in cui si colloca la banda di Dutch che rapina il treno del magnate del petrolio Leviticus Cornwall il quale, minacciato, assume i Pinkerton per arrestarli. La vera Pinkerton Consulting & Investigations, attiva ancora oggi, ha citato in giudizio Rockstar per aver usato il suo vero nome, per poi ritirare l’accusa subito dopo.
Di particolare rilevanza storica, infine, c’è la guerra tra la comunità nativa Wapiti e l’esercito americano che ricalca fedelmente il conflitto reale della Grande Guerra Sioux che, nella realtà, si colloca ben trent’anni prima degli avvenimenti all’interno dell’open world di Rockstar.
Anche il fenomeno delle suffragette è stato affrontato e contestualizzato all’interno di Red Dead Redemption 2, con Arthur Morgan che risulta ben d’accordo per i diritti al voto per le donne, rendendosi un personaggio (seppur di finzione) con un pensiero ben più avanti rispetto a quello dei suoi coetanei vissuti nel suo tempo. Le donne ottennero, negli Stati Uniti, diritto di voto solo nel 1920.
La geografia di Red Dead Redemption 2
La mastodontica mappa di Red Dead Redemption 2 in realtà, pur essendo fedele ad alcuni landmark di luoghi specifici (come le paludi della Louisiana), è una commistione di tante località diverse e mescolate tra di loro, in modo da rendere il paesaggio più variegato per l’esplorazione da parte dell’utente.
Come detto prima, Saint Denis è la copia “sputata” di New Orleans alla fine del XIX Secolo, non solo per via del nome di origini francesi e il famoso porto, al centro degli scambi commerciali con altri stati, ma anche per alcuni landmark tra cui risaltano – agli occhi dei videogiocatori, che hanno già visitato New Orleans oggi – la Jacksonville Square e la St. Louis Cathedral fedelmente riprodotta.
Per non lasciare spazio a dubbi, l’area che circonda la cittadina è chiamata bayou, distese di paludi che si sviluppano lungo i bracci del Mississippi; oggi sono attrazione turistica, in passato il bayou veniva navigato collegando i piccoli centri cittadini su palafitte; la fauna è ricca di alligatori, crostacei, rane e aironi, tutti quanti riprodotti fedelmente all’interno dell’open world di Rockstar.
Lo stato a nord, dal nome di Ambarino, è probabilmente l’area più selvaggia del gioco, con animali feroci e pochi insediamenti; infatti, Ambarino è casa delle montagne “Grizzlies”, le quali richiamano le montagne rocciose a ovest degli Stati Uniti, ovvero la zona tra il Colorado e il Wyoming.
Red Dead Redemption, pubblicato nel 2010, ha un’ispirazione geografica nettamente diversa da quella del secondo capitolo, presentando vaste distese di terre aride ricche di cactus e montagne che rimandano alla Monument Valley, gli sviluppatori si sono quindi ispirati alle terre a ridosso del stato messicano, ovvero Texas e New Mexico. La fittizia Armadillo non rispecchia nessuna città in particolare ma mantiene gli elementi degli agglomerati urbani di inizio Novecento nei profondi Stati del Sud.
Altri agglomerati urbani invece resistono ancora alla modernità: la città di Blackwater, teatro della guerra tra la band di Dutch Van der Linde e i Pinkerton, è in realtà basata sulla vera Blackwater in Missouri e questa scelta non sembra legata al caso: Blackwater era un fondamentale nodo di scambio in quel tempo, probabilmente anche economico. Ad oggi, soltanto qualche centinaio di persone popolano ancora la città.
La famosa città di Pittsburgh appare nel secondo capitolo con il nome di Annesburg con un fascino decisamente industriale: nasce come città mineraria, l’acqua che circonda la città ha persino un aspetto torbido, simbolo dell’inquinamento che faceva da padrone all’alba dell’industrializzazione.
Infine, geografia e storia si fondono quando Arthur raggiunge le grandi ville di ricchi proprietari terrieri nel fittizio stato di Lemonye (come detto prima, comprende Louisiana, Georgia, Alabama e South Carolina). Dando un feeling molto tarantiniano al videogiocatore (Django Unchained) la tenuta dei Braithwaite è basata su una vecchia piantagione di cotone realmente esistente: costruito a metà del XIX Secolo in St. James Parish, Louisiana, il sito è visibile ancora oggi ed è diventato un simbolo storico nazionale.
Stessa sorte ha avuto la piantagione di tabacco presente nel gioco, la fittizia Caliga Hall, ispirata alla vera piantagione Shirley, famosa in quanto è la più antica azienda a conduzione familiare del Nord America, fondata all’inizio del 1600.
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